La banca Usa promuove l’esecutivo nell’analisi firmata dal managing director Taddei, ex responsabile economico del Pd: «L’unico degli ultimi 20 anni ad aver guadagnato in popolarità nei 30 mesi successivi all’insediamento»
Stabilità politica, miglioramento dei conti pubblici ed emissioni
stabili nel prossimo futuro nonostante l’aumento degli impegni di spesa legati ai maggiori investimenti in difesa. Sono queste, secondo Goldman Sachs, le ragioni che inducono ad avere un «approccio costruttivo» nei confronti del debito pubblico italiano per l’anno in corso. Goldman Sachs promuove dunque i Btp nell’analisi firmata dal managing director Filippo Taddei, ex responsabile economico del Pd. Un’analisi che parte dal consenso che Taddei ha ricavato dagli investitori sulla nostra capacità di rimborsare il debito essendo credibili ai loro occhi.
Le ragioni
L’attuale livello di spread, cartina di tornasole della tenuta dei nostri conti e della nostra solvibilità, «è il più ristretto da almeno cinque anni» e questa situazione potrebbe rivelarsi più duratura di quanto prevedono alcuni «partecipanti al mercato». C’è il «sostegno al funding» derivante dal Recovery fund, tassi reali che, seppure in aumento, restano di «circa 100 punti base sotto la media pre-pandemica» e infine un «rischio basso» di «instabilità politica». Il governo Meloni, rileva, «è l’unico» degli «ultimi 20 anni ad aver guadagnato in popolarità nei 30 mesi successivi al suo insediamento». Per la banca americana «questa condizione si manterrà almeno fino al prossimo anno, data l’assenza di catalizzatori politici rilevanti».
Lo spazio fiscale
Quanto al «sostengo del Recovery Fund è destinato a continuare fino al 2026, fornendo uno spazio fiscale di circa l’1,5% del Pil all’anno. Il saldo fiscale italiano sta migliorando al ritmo più rapido tra i Paesi Emu4 (Germania, Francia, Italia, Spagna, ndr), raggiungendo il divario più basso rispetto alla media dell’area euro dal 2016, e il governo ha ribadito il proprio impegno a mantenere questa tendenza», ricorda Goldman Sachs, che prevede «che il saldo fiscale italiano migliori ulteriormente».
«L’Italia sta facendo un consolidamento fiscale più veloce rispetto alla media dei Paesi europei e se questo, da un lato, potrebbe essere negativo per la crescita, in realtà non lo è grazie ai fondi europei del Pnrr, Infatti c’è una parte della nostra spesa pubblica, negli anni 2025-2026, che non fa parte del deficit ma è basata sulle sovvenzioni del Pnrr», aggiunge Taddei. In altri termini c’è uno spazio fiscale di circa l’1,5% di Pil da ricevere come sostegno. Parliamo di 75 miliardi di Pil aggiuntivo nei prossimi due anni.
Le spese per la Difesa
Infine, sebbene i tassi reali stiano aumentando per effetto «della disinflazione, dei dazi statunitensi e dell’aumento dei rendimenti a lunga scadenza» restano comunque di «circa 100 punti base sotto la media prima della pandemia». Anche se l’aumento della spesa per la difesa porterà a «un aumento del deficit e del debito», la stessa «sarà assorbita dall’emissione di debito dell’Ue» e dunque «è improbabile che crescano le emissioni di Btp» mentre «la scadenza media dovrebbe allungarsi». Taddei stima la spesa per la difesa italiana di un punto percentuale da qui al 2027 e un deficit sotto il 3%, circa al 2,8-2,9% nei prossimi tre anni. Ogni euro verrà verrà finanziato tramite debito dell’Ue, una scelta di ulteriore sostegno del Btp, rimarca. Significano emissioni aggiuntive che costano meno rispetto alle nostre, con rendimenti più bassi e tempi più lunghi.
Ma giù la produttività
Taddei avverte, però, che «un miglioramento duraturo del debito italiano richiederà un progresso strutturale dell’economia». «Sebbene i venti favorevoli temporanei probabilmente sosterranno le prospettive del debito italiano quest’anno, l’Italia – ammonisce Goldman Sachs – è l’unico Paese dell’Emu4 ad aver registrato una crescita della produttività negativa negli ultimi due anni, nonostante l’ampio sostegno fiscale agli investimenti offerto dal Recovery Fund».
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