Roche Italia nel solo 2023 ha generato un impatto complessivo di 712,5 milioni di euro, pari allo 0,03% del PIL nazionale. È quanto emerge dal primo studio sull’impatto di Roche in Italia realizzato con il supporto metodologico di PwC Italia, presentato all’Ambasciata di Svizzera a Roma alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria. Di questi 712,5 milioni, il valore aggiunto totale derivante dalle attività dirette e indirette dell’azienda è stato di 446,7 milioni di euro, con una quota diretta di 274,6 milioni. Di particolare rilievo l’effetto moltiplicatore delle attività di Roche in Italia: per ogni euro di valore aggiunto diretto se ne generano 2,6 per l’economia italiana, con un effetto moltiplicatore che è stato definito “effetto farfalla”, anche grazie a una rete che, solo considerando la prima catena di fornitura (78% piccole e medie imprese), coinvolge oltre 50 settori economici: un numero che racconta quanto esteso sia l’impatto come catalizzatore di valore.
Roche Italia, l’importante contributo alla ricerca
Fulcro delle attività di Roche in Italia è la ricerca. Lo studio d’impatto evidenzia che nel 2023 erano 225 gli studi clinici attivi, di cui il 77% sponsorizzati (174), coinvolgendo più di 13.400 pazienti. Oltre alla sperimentazione clinica, Roche ha attivato 38 studi osservazionali, coinvolgendo quasi 15.000 pazienti, e ha gestito 24 Programmi di Uso Compassionevole per garantire l’accesso anticipato a terapie salvavita in 5 aree terapeutiche. Analizzando i 174 studi clinici sponsorizzati attivi nel 2023, è stato calcolato un investimento diretto pari a 56,5 milioni di euro, equivalente a un risparmio immediato per il Servizio Sanitario Nazionale. Con l’applicazione di moltiplicatori economici che hanno tenuto anche in considerazione un valore aggiunto associato ad aree terapeutiche ad elevato bisogno di cure sulle quali si concentra la ricerca di Roche – come quelle dell’oncologia e delle neuroscienze – è stato stimato che l’impatto complessivo, tra costi evitati e valore generato, abbia raggiunto complessivamente i 165,6 milioni di euro. In concreto, ogni euro investito da Roche Italia in ricerca clinica ha generato un ritorno pari a 2,93 euro a favore del Sistema Sanitario.
Il General Manager Roche Pharma Tsamousis: dobbiamo creare un ambiente favorevole all’innovazione
“Per continuare ad alimentare l’effetto moltiplicatore degli investimenti del biotech e il valore aggiunto che generano per il Paese, è fondamentale disporre di un ambiente realmente favorevole all’innovazione – dichiara Stefanos Tsamousis, General Manager Roche Pharma – In questo senso, sosteniamo la proposta del Ministro della Salute, Schillaci, di rivedere il sistema del payback, perché crediamo che strumenti come questo, pur rispondendo a specifiche esigenze di breve termine, finiscono per limitare il pieno sviluppo del settore nonché rappresentare una risorsa sottratta a potenziali investimenti in ricerca, crescita e occupazione qualificata, in un momento storico in cui è essenziale agire per la competitività internazionale dell’Italia e dell’Europa. Non dimentichiamo, però, che l’impatto principale che generiamo è sulla salute dei pazienti – ne abbiamo raggiunti circa 75.000 solo lo scorso anno – un risultato che si riverbera positivamente anche sui caregiver e in definitiva sulla collettività”. Tsamousis ha sottolineato l’importanza che i diversi attori lavorino insieme per difendere il biotech dal rischio di declino, a beneficio di tutti.
Burçak Çelik, General Manager Roche Diagnostics Spa: il ruolo cruciale della diagnostica
“La diagnostica, in particolare quella in vitro, svolge un ruolo fondamentale per affrontare le sfide sanitarie attuali e future. È la bussola che guida l’intero percorso del paziente: dalla prevenzione alla diagnosi precoce, dalla scelta terapeutica al monitoraggio dei trattamenti. Influenzando circa il 70% di tutte le decisioni cliniche, il suo impatto sulla salute delle persone è enorme – afferma Burçak Çelik, General Manager Roche Diagnostics Spa – Eppure, il suo valore oggi sembra ancora essere poco riconosciuto se si considerano gli esigui investimenti dedicati ad essa. È tempo di riconoscere il suo ruolo di abilitatore di un sistema sanitario più sostenibile e resiliente, capace di evolvere da un modello reattivo di ‘cura’ a uno proattivo, che privilegia la capacità di ‘prevedere’, ‘intervenire precocemente’ e ‘personalizzare’ le cure per un futuro più sano”. Çelik ha auspicato che si creino le condizioni per lo sviluppo trovando soluzioni di lungo periodo, le uniche che hanno un vero impatto sociale.
Il contributo Roche all’innovazione
Roche si conferma, inoltre, un importante motore a livello occupazionale per il Paese. Sono 1.038 le persone impiegate direttamente dall’azienda, di cui il 52% donne (contro una media nazionale del 42%), il 77% con laurea (rispetto al 24% nazionale) e il 34% di under 40 anni (contro il 33% della media italiana): una conferma di come il biotech sia un comparto in grado di giocare un ruolo chiave per attrarre e sviluppare talenti e competenze, generando un’occupazione inclusiva e altamente qualificata.
L’impatto occupazionale si estende ai fornitori di primo livello, che hanno generato 549 Unità Lavorative Annue (ULA), di cui il 18% nel settore sanitario e l’82% in altri 50 settori economici. Attraverso i livelli successivi della catena di fornitura e l’indotto, Roche ha contribuito alla creazione di 3.402 ULA in Italia, con un effetto moltiplicatore occupazionale pari a 3,3, ovvero per ogni dipendente diretto Roche sostiene oltre 3 lavoratori equivalenti a livello di economia nazionale: un “effetto farfalla” ancora più incisivo.
Accanto al valore economico e sociale, Roche Italia si impegna anche per la sostenibilità ambientale. L’azienda utilizza il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili, grazie a certificati verdi, impianti fotovoltaici e solari termici. Tra il 2019 e il 2023, ha ridotto del 28% il consumo energetico complessivo, con un risparmio del 44% solo nell’energia elettrica, pari ai consumi annui di 436 famiglie. Nello stesso periodo, le emissioni di gas serra sono diminuite del 41%, confermando l’impegno verso un modello produttivo virtuoso e sempre più sostenibile.
Il payback e il suo possibile graduale superamento
L’evento di presentazione dello studio di impatto di Roche in Italia, aperto con il benvenuto di Roberto Balzaretti, Ambasciatore di Svizzera, e i saluti istituzionali di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Claudio Durigon, Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e Stefano Verrecchia, Capo dipartimento, Ministero per gli Affari europei, ha rappresentato un’importante occasione non solo per illustrare i risultati dell’azienda, ma anche per approfondire le politiche necessarie a sostenere il settore biotech, cruciale per la competitività europea, attraverso due tavole rotonde. Di particolare attualità il dibattito sul payback: Daria Perrotta, Ragioneria generale dello Stato, ha aperto a un suo graduale superamento, affermando che il payback si potrebbe eliminare se si trovasse un tetto giusto, e chiedendosi se sia possibile individuarlo con le Regioni; se sia possibile evitare che il taglio del payback sia lineare, magari mitigandolo se c’è ricerca; e ribadendo di voler assolutamente avviare dibattito in questo senso. Enrica Giorgetti, Direttore Generale Farmindustria, ha apprezzato l’apertura, affermando che il dialogo dev’essere basato su un approccio laico, e il ventaglio di opzioni deve essere ampio per vedere cosa è possibile cosa no. Giorgetti ha ricordato che la politica industriale del settore biofarmaceutico sono le regole, sottolineando che in Italia abbiamo un tessuto scientifico significativo, ma i tempi di accesso a questi processi sono lunghissimi. Abbiamo ancora regole di 20 anni fa, e con questo alto livello di innovazione il payback non è più sostenibile. Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio Sanitario Nazionale Ministero della Salute, ha confermato che il payback non si può eliminare da un giorno all’altro, ma c’è percorso del ministero e del Mef in concerto con le aziende per cercare piano piano di ridurne l’impatto. In chiusura Padraic Ward, Head of Pharma International di Roche, ha sottolineato l’importanza del mercato italiano, nel quale Roche è presente da 120 anni; e ha affermato che è necessario contrastare il declino della ricerca medica in corso in Europa, con le attività di R&S che si spostano in altre regioni, creando le condizioni per incentivare gli investimenti, anche alla luce dell’effetto moltiplicatore su economia e lavoro dimostrato dallo studio.
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