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Il comparto dell’elettrotecnica ed elettronica “alimenta” oltre la metà del PIL italiano


Buona regola vuole che per attirare l’attenzione del pubblico, nel caso in questione i cittadini italiani, bisogna avere almeno un argomento importante da sottoporre all’attenzione di chi ti segue. Regola sicuramente seguita da ANIE in occasione del convegno/celebrazione per il suo ottantesimo compleanno. In particolare, ad avere importanza è l’incipit dello studio presentato per l’occasione.

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“In un’Europa impegnata nella duplice transizione green e digitale – si legge –, l’Italia può contare su una filiera strategica per la competitività e la sovranità tecnologica nazionale: quella delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche rappresentate da ANIE Federazione. Queste tecnologie costituiscono un’infrastruttura abilitante trasversale, essenziale per modernizzare i settori chiave del Paese – Energia, Building, Industria e Infrastrutture – alimentando filiere dal valore superiore a 1.100 miliardi di euro, pari a oltre il 56% del PIL”.

Il quadro di riferimento dello studio

Lo studio, dal titolo “Verso una nuova competitività industriale europea: Il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, è stato realizzato da The European House – Ambrosetti e ANIE, con il contributo del Research Department di Intesa Sanpaolo. Un’analisi che si inserisce nel nuovo quadro di riferimento tracciato dal “Competitiveness Compass”, lo strumento strategico adottato dalla Commissione Europea nel febbraio 2025 per guidare le politiche industriali dell’Unione.

Competitiveness Compass a sua volta realizzato in coerenza con le raccomandazioni contenute nel Rapporto Draghi sul futuro della competitività europea. Entrambi i documenti sottolineano l’urgenza di superare “una visione meramente regolatoria per adottare un’agenda industriale proattiva, che sia capace di coniugare sostenibilità, innovazione tecnologica e autonomia strategica”.

L’industria elettrotecnica ed elettronica: un asset chiave per l’Italia e l’Europa

Lo studio propone un’analisi approfondita dei trend che stanno ridisegnando le catene del valore industriali, offrendo indicazioni concrete di policy per rafforzare la competitività sistemica dell’industria nazionale ed europea. E l’industria elettrotecnica ed elettronica emerge come un asset chiave per l’Italia e per l’Europa, “contribuendo alla resilienza industriale, alla transizione ecologica e digitale, e alla costruzione di una leadership tecnologica globale”.

A legittimare le ambizioni del comparto ci sono i numeri. Nel 2023 il fatturato aggregato del Sistema che ANIE rappresenta ha superato per la prima volta i 100 miliardi di euro. E l’anno scorso, nonostante un contesto economico complesso, l’industria elettrotecnica ed elettronica ha confermato la propria resilienza, con una crescita della produzione industriale per la componente tecnologica del +2,2%, in controtendenza rispetto alla media manifatturiera italiana (-3,7%).

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Sovranità industriale e tecnologica

Sono tre le leve fondamentali, indicate nello studio per garantire la sovranità industriale e tecnologica del Paese:

  • Capitale umano, per superare il mismatch tra domanda e offerta di competenze tecnologiche e rafforzare la formazione tecnica.
  • Innovazione e Ricerca & Sviluppo (R&S), per consolidare la leadership europea in aree chiave come l’elettronica avanzata, l’efficienza energetica, la mobilità elettrica e le reti intelligenti.
  • Resilienza della supply chain, per ridurre le dipendenze da fornitori extraeuropei e affrontare le vulnerabilità geopolitiche e logistiche.

Riguardo il capitale umano, la carenza di competenze tecniche e specializzate costituisce uno dei principali ostacoli all’attuazione delle transizioni sostenibile e digitale. Infatti, oltre il 50% delle imprese ANIE segnala gravi difficoltà nel reperire competenze adeguate. “Un approccio di filiera alla formazione, arricchito da partnership internazionali, può contribuire in modo determinante a colmare il divario di competenze e garantire la competitività futura del settore”.

Luci e ombre nell’innovazione

Per quanto attiene l’innovazione, nello studio si sottolinea che rappresenta un volano essenziale per la crescita delle filiere industriali dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica. “L’Italia investe in R&S solo l’1,3% del PIL, collocandosi al di sotto della media UE e dei principali competitor internazionali. Ma il settore elettrotecnico ed elettronico si distingue nel panorama manifatturiero italiano per la sua elevata propensione all’innovazione, con investimenti in R&S che ammontano al 4% del fatturato”.

L’Italia investe in R&S solo l’1,3% del PIL

In relazione alla supply chain, il settore appare particolarmente esposto a rischi legati all’approvvigionamento di componenti critici e materie prime strategiche. “Negli ultimi anni, oltre il 55% degli associati di ANIE ha riscontrato difficoltà nel reperire materie prime non energetiche, mentre oltre il 58% ha avuto problemi di approvvigionamento di componentistica. Dunque, costruire una supply chain più robusta, localizzata e diversificata è oggi una priorità per ridurre le dipendenze e garantire la continuità produttiva”.

Rendere il comparto dell’elettrotecnica ed elettronica strategico

“L’industria elettrotecnica ed elettronica italiana – ha dichiarato Filippo Girardi, presidente di ANIE Confindustria – è un pilastro della competitività industriale nazionale ed europea. In una Europa che deve accelerare sulla doppia transizione, le tecnologie di ANIE rappresentano un fattore abilitante essenziale. Chiediamo con forza che il nostro settore venga riconosciuto come strategico in modo pieno, strutturale e stabile, all’interno delle politiche industriali, fiscali e di innovazione”.

Lo stesso Girardi ha chiesto il varo di strumenti a sostegno della crescita: “Serve una riduzione strutturale del cuneo fiscale; un Piano Nazionale Industria 6.0, che accompagni le imprese nella transizione digitale, verde e produttiva; bandi semplici, chiari e rapidi per favorire l’accesso agli incentivi; una cabina di regia pubblico-privata per una governance efficace; un Piano Casa per la manifattura, che renda i territori produttivi attrattivi anche dal punto di vista sociale. E chiediamo un contesto che valorizzi chi innova, investe e crea lavoro nel Paese”.



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