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nasce il networking per la transizione energetica


Nella location di Via Margutta a Roma, la media company Rinnovabili ha lanciato Rinnovabili4Africa, il primo evento di networking tra imprese, istituzioni e ricerca dedicato a elettrificazione, rinnovabili e sviluppo sostenibile nel continente africano

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Nella cornice suggestiva di via Margutta, a Roma, si è svolto il primo appuntamento di Rinnovabili4Africa, evento organizzato dalla media company Rinnovabili con l’obiettivo di costruire un ponte tra mondo associativo, aziende, enti pubblici e università impegnati nella transizione energetica e sostenibile del continente africano.

“Un momento unico per creare sinergie comuni”, ha spiegato Matteo Spagnolo, General Manager di Rinnovabili. “Parlare di transizione energetica in Africa è fondamentale: si tratta di un continente con una popolazione in rapida crescita, ricco di risorse, ma ancora segnato da gravi problemi di accesso all’energia. L’incontro di oggi nasce per stimolare collaborazioni concrete e per raccontare al meglio ciò che in Africa sta già accadendo.”

Rödl & Partner: consulenza integrata per la geotermia e la transizione in Africa

Il primo a prendere la parola in occasione del networking Rinnovabili4Africa è Gennaro Sposato, avvocato dello studio di matrice tedesca Rödl & Partner.

“Abbiamo nel nostro DNA la transizione energetica. Siamo attivi in Kenya e Sudafrica e supportiamo molte aziende europee nello sviluppo di iniziative rinnovabili nel continente”.

Sposato ha sottolineato come Rödl & Partner affianchi le imprese attraverso un approccio integrato, che spazia dalla consulenza legale al supporto fiscale, fino alla due diligence tecnica, grazie alla presenza nello staff di ingegneri ed economisti specializzati in energia.

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In particolare, il team di avvocati è coinvolto nel Geothermal Risk Mitigation Facility (GRMF), un programma finanziato da fondi pubblici tedeschi e da organizzazioni internazionali, finalizzato a incentivare lo sviluppo della geotermia in Africa, sia per la produzione di energia elettrica sia per il calore. “Collaboriamo con player pubblici e privati, italiani e internazionali, per facilitare l’accesso a queste risorse rinnovabili. È un settore ancora poco sfruttato nonostante le enormi potenzialità locali”.

Secondo Sposato è importante non solo sostenere gli investimenti, ma anche garantire standard di trasparenza, compliance e sostenibilità nei progetti. “L’Africa oggi rappresenta una frontiera concreta per riscoprire e applicare queste competenze, un contesto dove ogni know-how può fare la differenza”.

Università La Sapienza: formazione, microreti e startup per l’Africa

Andrea Micangeli, docente alla Sapienza di Roma, ha raccontato l’esperienza della Microgrid Academy, progetto sviluppato insieme a RES4Africa e alla Strathmore University in Kenya. Con oltre 30 corsi di formazione professionale avviati, il percorso si concentra sulle microreti e sull’accesso all’energia. Ma l’impegno dell’ateneo si articola in tre direzioni: formazione, ricerca e trasferimento tecnologico.

“Dalla didattica nasce il service learning: gli studenti installano impianti reali nei contesti più vulnerabili. Alcune startup nate così oggi installano impianti da decine di MW in cinque paesi africani”. Il professor Micangeli ha inoltre citato il programma internazionale Grand Challenges Scholars Program, che riunisce oltre 70 università nel mondo per collaborazioni sui temi dell’energia e dello sviluppo. “Nel 2026 ospiteremo a Roma un importante evento internazionale: una nuova occasione per unire competenze italiane e africane”.

CDP e Rinnovabili4Africa: strumenti finanziari e capacity building per la transizione

Roberto Ferrante, responsabile del Competence Center Risorse Naturali ed Energia dell’Economia Circolare di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), ha illustrato il ruolo strategico della CDP nel sostenere la transizione energetica in Africa.

“Spesso ci si dimentica che CDP non è solo un ente finanziario: oggi possiamo contare su oltre 100 tra ingegneri ed economisti specializzati che supportano le scelte strategiche dell’istituzione, anche a livello internazionale”, ha spiegato Ferrante. “Siamo gestori per conto del MASE del Fondo Italiano per il Clima, dotato di 4 miliardi di euro, oltre ad altri strumenti per lo sviluppo internazionale, per un totale di oltre 25 miliardi mobilitabili nel medio termine”.

Ferrante ha sottolineato che uno degli elementi chiave dell’azione CDP è il concetto di addizionalità: “Interveniamo dove il mercato da solo non riesce ad agire, aiutando a colmare gap tecnici e finanziari”. CDP è già coinvolta in progetti sul green hydrogen in Egitto e in iniziative legate ai biocarburanti, in collaborazione con player come ENI.

Un’attenzione particolare è rivolta al capacity building. “Spesso il gap più grande non è finanziario, ma linguistico e tecnico: aiutiamo i governi africani a strutturare progetti allineati agli standard internazionali, con impatti misurabili in termini ambientali e sociali. Il nostro supporto non si limita all’erogazione del credito, ma accompagna i progetti in ogni fase”. Ferrante ha concluso ribadendo che per CDP la misurabilità dell’impatto sociale e ambientale è un requisito imprescindibile in ogni finanziamento.

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RES4Africa: acceleratori, startup locali e Piano Mattei per elettrificare l’Africa

Siamo attivi in 30 Paesi africani, con quattro pillar strategici: regolazione, risk investments, capacity building e supporto alle startup” ha spiegato Roberto Vigotti, Secretary General di RES4Africa Foundation.

In particolare, RES4Africa lavora per favorire un contesto normativo favorevole agli investimenti nelle rinnovabili, consapevole che “senza un quadro di policy chiaro e stabile, il capitale privato difficilmente si muove”. Accanto al supporto regolatorio, Vigotti ha evidenziato l’importanza di strumenti di de-risking e l’impegno crescente nella formazione e nell’accesso all’imprenditoria. 

Proprio quest’ultimo aspetto è stato approfondito da Giovanni Formicola, Specialist Youth and Innovation della Fondazione, che ha illustrato l’evoluzione dell’impegno di RES4Africa nel supporto alle startup locali. “Alla COP27 abbiamo lanciato un vero e proprio acceleratore per startup africane nel settore delle rinnovabili. Quest’anno abbiamo ricevuto oltre 400 candidature, in aumento del 40% rispetto all’anno precedente. Le startup selezionate operano in ambiti molto diversi, dal clean cooking alla circular economy”, ha raccontato. 

“La vera sfida oggi non è solo promuovere le rinnovabili, ma elettrificare l’Africa in tutte le sue dimensioni: dalle aree rurali a quelle periurbane, fino alla digitalizzazione industriale”, ha affermato Vigotti. Per accelerare il processo, RES4Africa sta anche lavorando a un nuovo approccio al capacity building, fondato su esperienze dirette negli stabilimenti europei delle imprese partner. “Nel contesto del Piano Mattei, abbiamo ricevuto mandato per sviluppare progetti in Marocco, Kenya e Sudafrica. L’obiettivo è creare veri hub di formazione tecnica e trasferimento di know-how”.

RSE e Albedo for Africa: innovazione italiana tra energia, agricoltura e carbon credit

Franco Cotana, docente ordinario all’Università di Perugia e attuale AD di RSE, ha presentato una panoramica dei progetti più innovativi in corso, ponendo particolare attenzione al contributo che la ricerca italiana può offrire ai Paesi africani.

Cotana ha raccontato l’evoluzione della ricerca sulle energie rinnovabili programmabili, in particolare nel settore biomasse e geotermia. Ha inoltre sottolineato il contributo di RSE nella mappatura del potenziale energetico, attraverso gli Atlanti nazionali del solare, eolico, idroelettrico e geotermico – strumenti fondamentali anche per la cooperazione internazionale.

Tra i progetti più promettenti c’è Albedo for Africa, iniziativa sviluppata in sinergia con l’Agenzia Spaziale Italiana e riconosciuta dalle Nazioni Unite. Il progetto, già testato nel sud Italia e in fase di estensione in Tunisia e Algeria, sfrutta membrane riflettenti per ridurre il surriscaldamento del suolo, aumentare la produttività agricola e generare crediti di carbonio misurabili via satellite.

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“Con tecnologie semplici e replicabili, possiamo garantire energia, cibo e sviluppo alle comunità locali. Abbiamo dimostrato che è possibile convertire kilowattora riflessi in crediti di carbonio nel mercato volontario”, ha sottolineato Cotana.

Tra i progetti RSE attivi in Africa, anche diversi studi sulle biomasse finalizzate ai SAF, Sustainable Aviation Fuel ed interventi come il megaprogetto Lobito Corridor, un tracciato ferroviario che potrebbe rimodellare le catene di approvvigionamento delle materie critiche a livello mondiale.

Rafforzare l’industria italiana nei mercati africani

Già cofondatore di Convert, Oliviero Armezzani ha annunciato la nascita di una nuova realtà industriale per rafforzare la filiera italiana del fotovoltaico nei mercati africani. Il progetto prevede l’acquisizione di una grande azienda italiana produttrice di tracker solari, con l’obiettivo di consolidare la presenza italiana in Paesi come Marocco, Algeria, Zambia, Ghana e Sudafrica.

“Non vogliamo essere solo fornitori, ma partner industriali nei progetti infrastrutturali africani. Le imprese italiane hanno il know-how per contribuire alla realizzazione delle opere in loco”, ha dichiarato Armezzani, ponendo l’accento sul valore della manifattura italiana all’interno dei grandi progetti energetici. L’iniziativa si inserisce pienamente nella visione di Rinnovabili4Africa, che punta a rafforzare la cooperazione Sud-Nord non solo attraverso le istituzioni, ma anche con partnership industriali strategiche.

OffgridSun: il potere dei crediti di carbonio per comunità africane

Fondatore di FuturaSun e co-fondatore di OffgridSun, Nicola Baggio ha raccontato la sua ventennale esperienza nella realizzazione di impianti fotovoltaici in Africa, con progetti che spaziano dai kit solari per famiglie agli acquedotti solari per intere comunità. “Abbiamo realizzato sistemi in diversi Paesi, per scuole, ospedali, utenze agricole. L’approccio è sempre stato quello di adattarsi al contesto e rispondere a esigenze concrete”, ha dichiarato.

Oggi OffgridSun è anche attiva nel campo dei carbon credit, considerati da Baggio uno degli strumenti più efficaci di finanza privata per l’Africa. “Il carbon credit è l’unico strumento che, per esperienza, consente di coprire i costi di progetti senza dipendere da fondi pubblici. In Kenya, ad esempio, un nostro acquedotto fotovoltaico fornisce acqua potabile a oltre 50.000 persone grazie proprio alla monetizzazione dei crediti generati”.

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Oltre all’energia, OffgridSun opera anche in ambito clean cooking, con la produzione e distribuzione locale di stufette a basso consumo di legna. “Sono soluzioni semplici, ma ad altissimo impatto sociale. In Tanzania abbiamo code di persone per riceverle. E stiamo aiutando piccole imprese africane a scalare queste tecnologie, favorendo così anche uno sviluppo imprenditoriale locale”, ha concluso.

Globe Italia: la diplomazia verde come chiave dei progetti italiani in Africa

Matteo Favero di Globe Italia, l’intergruppo parlamentare per la sostenibilità, ha ripercorso l’impegno istituzionale italiano nella cooperazione con l’Africa nel campo della sostenibilità. “Nel 2016, con l’Africa Act, abbiamo inserito il continente africano al centro dell’agenda parlamentare, promuovendo progetti su energia, sanità e accesso all’acqua”, ha spiegato. Favero ha poi sottolineato l’importanza della diplomazia verde italiana, citando due progetti realizzati con Globe: l’efficientamento energetico di ospedali in Etiopia e Angola e ad azioni su water sanitation, clean cooking e agricoltura sostenibile, in sinergia con università africane.

Guardando al futuro, Favero ha annunciato nuove iniziative in linea con levoluzione del Piano Mattei, puntando a una maggiore integrazione tra istituzioni italiane, PMI e finanza pubblica. Tra le idee in cantiere anche un padiglione fieristico dedicato ai progetti italiani in Africa, da inserire all’interno di una delle più importanti manifestazioni del settore delle rinnovabili.

Un media partner per l’Africa: l’impegno di Rinnovabili4Africa

A concludere l’incontro, il direttore di Rinnovabili, Mauro Spagnolo, ha ribadito il ruolo della media company: “Con Rinnovabili4Africa vogliamo colmare un vuoto di comunicazione e creare uno spazio stabile per chi opera nella transizione energetica africana”, ha dichiarato.

L’obiettivo dichiarato è fare di Rinnovabili4Africa un hub informativo e relazionale italiano, in grado di valorizzare le buone pratiche esistenti e promuovere nuove connessioni tra attori pubblici e privati.

Il primo passo è stato fatto: l’Africa, finalmente, entra nel dibattito nazionale sulla transizione energetica non solo come destinataria di aiuti, ma come partner strategico per l’innovazione, l’imprenditoria e la sostenibilità globale.



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