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Economia circolare e transizione verde: conviene investirci?


Si chiude un’altra settimana corta (il 1 maggio i mercati italiani erano chiusi) che ha visto i principali indici in crescita: il FTSE MIB chiude con +2,62% di performance, il FTSE ITALIA STAR il 4,01%, mentre in frazionale flessione risulta l’indice delle micro caps, FTSE ITALIA GROWTH, che chiude con un -0,35%.

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A livello di titoli, la medaglia d’oro della miglior performance settimanale spetta a Leonardo, che mette a segno un +8,29% che beneficia del rialzo del rating di credito a lunge termine da parte di S&P, grazie alla solida performance operativa e al miglioramento degli indicatori di credito. Da non sottovalutare, inoltre che calmatasi la fase negativa di mercato, il titolo benefica delle revisioni al rialzo dei target price dello scorso marzo da parte di UBS (target price 50 euro), Morgan Stanley (60 euro) e Intesa San Apolo (52.5 euro).

Secondo miglior titolo, Campari (+7,18%). Oltre a beneficiare anche in questo caso dall’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie al fine di garantire sia la copertura del piano di incentivazione e/o di finanziare operazioni straordinarie, gli investitori hanno apprezzato la nomina del nuovo CdA.

Terzo posto per Interpump Group (+7,10%) che beneficia dell’approvazione del nuovo piano di acquisto di azioni proprie fino ad un massimo non superiore al 10% (al 29 aprile scorso le azioni proprie detenute erano pari al 2,183% del capitale).

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Tra i titoli negativi della settimana, due sono legati alla debolezza del petrolio, che nella settimana ha perso l’8,25% (Brent): ENI che perde lo 0,65% e Tenaris, terzo peggior titolo della settimana che lascia sul campo un frazionale 0,14%. Negativa anche Diasorin (-0,17%), nonostante le attese positive sui risultati che saranno pubblicati il 6 maggi prossimo, di Banca Akros (che mantiene il Buy rating con obiettivo a 125 euro per azione), Deutsche Bank (Buy con target price a 121 euro) e Equita (Buy con target price a 121 euro).

Settimana che ha visto l’uscita di numerosi dati importanti per gli investitori. Fra tutti il PIL degli Stati Uniti del 1Q25, risultato inaspettatamente in flessione (-0,3% dal +0,3 atteso e +2.4% del 4Q24), segnando il primo calo dal primo trimestre del 2022. Un aumento del 41,3% delle importazioni ha contribuito al rallentamento, poiché imprese e consumatori si sono affrettati a fare scorte in previsione di costi più elevati a seguito di una serie di annunci di dazi da parte dell’amministrazione Trump. La crescita della spesa dei consumatori si è anche raffreddata all’1,8%, il ritmo più lento dal Q23, mentre le spese del governo federale sono diminuite del 5,1%, il calo più marcato dal 1Q122. Al contrario, gli investimenti fissi sono aumentati del 7,8%, la più elevata variazione dal 2Q23.

Il dato dovrebbe favorire i bond. Tuttavia, se il rallentamento è accompagnato da un aumento dei tassi di interesse a lungo termine, potrebbe significare che il mercato prevede che l’inflazione rimarrà elevata, portando potenzialmente a una maggiore volatilità nel mercato obbligazionario.

Per quanto riguarda le azioni, un PIL negativo potrebbe innescare preoccupazioni sui guadagni aziendali e sulla crescita economica futura, portando gli investitori a vendere azioni, specialmente nei settori ciclici che sono più sensibili alle fluttuazioni economiche, oltre ad influenzare negativamente il sentiment degli investitori.

Il dato è stato anche seguito dall’occupazione ADP di aprile decisamente più bassa delle attese (62k, contro 114k attesa e 147k di marzo) e dal PMI Chicago più debole delle attese (44.6 punti contro 45.9 stimato) e del dato di marzo, pari a 47.6 punti. Venerdì è stata la volta del tasso di disoccupazione USA di aprile, risultato stabile al 4.2% e in linea con le attese, mentre sono calati gli occupati (177k contro 185 di marzo), anche se risultano maggiori delle attese. I dati di aprile indicano una normalizzazione del mercato del lavoro, ma non ci sembrano così negativi da spingere Powell a ridurre i tassi già nel meeting di mercoledì prossimo.

La domanda che si fanno sempre più spesso gli investitori è quali siano i settori sui quali puntare nel medio e lungo periodo. La risposta non è né facile né banale. Fra tutte le risposte, ci sentiamo però di sostenere questa: settori la cui attività è sostenibile.

Viviamo in un’epoca in cui la sostenibilità non è più un’opzione, ma è diventata una necessità imperativa. La crisi climatica e le sfide ambientali ci pongono davanti a scelte cruciali per il futuro del nostro pianeta e quindi futuro nostro e dei nostri figli. In questo contesto, la transizione verso un’economia verde e circolare è diventata un obiettivo primario per governi, aziende e cittadini. Ma come possono i piccoli risparmiatori fare la differenza?

Partiamo come sempre dai numeri. Nel 2024, il 42% delle aziende italiane aveva già intrapreso il cammino verso pratiche circolari, riuscendo a risparmiare ben 16 miliardi di euro. Tuttavia, questo rappresenta solo una frazione del potenziale complessivo stimato per il 2030. È chiaro che c’è ancora molto lavoro da fare e ampie opportunità da cogliere.

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Questa analisi vuole esplorare come noi, piccoli risparmiatori, possiamo contribuire attivamente a questa transizione sostenibile. Scopriremo come investire in settori promettenti, sostenere startup innovative e promuovere aziende locali responsabili possa non solo aiutare il nostro pianeta, ma anche generare vantaggi economici tangibili. Perché investire nella sostenibilità è un atto di responsabilità che può trasformarsi in una preziosa opportunità economica.

La Necessità di Investimenti nella Sostenibilità

Nel mondo di oggi, la necessità di investire nella sostenibilità è diventata più urgente che mai. La crescente consapevolezza della crisi climatica spinge governi, aziende e cittadini a cercare soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali. Nel mondo, Italia compresa, c’è la forte necessità di incrementare gli investimenti nel settore della sostenibilità, poiché molte aziende non riescono ancora a sfruttare appieno il loro potenziale in termini per esempio di pratiche circolari. I limiti di investimento rappresentano un ostacolo significativo che possiamo però aiutare a superare.

Gli investimenti sostenibili non sono solo una questione di responsabilità ambientale, ma offrono anche significative opportunità economiche. Infatti, vediamo come le aziende che adottano pratiche di economia circolare tendono a ridurre i costi, migliorare l’efficienza e attrarre nuovi investimenti. Come abbiamo detto, solo nel 2024, le pratiche circolari hanno generato un risparmio per 16 miliardi di euro per le aziende italiane, dimostrando quanto in realtà vi sia ancora da guadagnare. Ciò indica che vi sono ampie possibilità di crescita e di ritorni economici anche per noi piccoli risparmiatori.

Per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità per il 2030, è cruciale che non solo le grandi aziende, ma anche noi, come piccoli risparmiatori, partecipiamo attivamente. Possiamo considerare di investire in aziende che stanno implementando strategie circolari, poiché questo tipo di investimento non solo contribuisce alla salute del pianeta, ma può anche generare profitti. È un’opportunità per fare parte di un cambiamento positivo, creando al contempo valore economico per noi stessi.

Siamo convinti che gli investimenti nella sostenibilità rappresentano una delle strade più promettenti per affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo. È necessario un impegno collettivo per aumentare questi investimenti e, come piccoli risparmiatori, possiamo fare la differenza.

Analisi dell’Investimento Circolare

L’economia circolare rappresenta un cambiamento fondamentale nella nostra concezione di produzione e consumo. Adottare pratiche circolari non è solo una risposta alla crisi ambientale, ma anche una strategia economica vincente. Le aziende che implementano questi modelli riescono a ridurre i costi operativi e a migliorare l’efficienza, creando una catena di valore più sostenibile. Questo approccio non solo aiuta a conservare le risorse naturali, ma permette anche di attrarre nuovi investimenti, poiché gli investitori sono sempre più attenti all’impatto ambientale delle loro scelte.

Per i piccoli risparmiatori, investire in aziende che stanno implementando strategie di economia circolare rappresenta un’opportunità concreta di partecipare a questo cambiamento positivo. Investire in queste aziende significa sostenere l’innovazione sostenibile e beneficiare di potenziali ritorni economici. È una prospettiva che coniuga l’interesse personale con l’impegno per un futuro sostenibile. La possibilità di ottenere guadagni finanziari mentre si contribuisce alla salute del pianeta è un potente incentivo per molti investitori.

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È importante considerare che l’economia circolare non riguarda solo le grandi aziende. Anche le piccole e medie imprese possono trarre vantaggio dall’adozione di pratiche circolari, riducendo i costi e migliorando la loro competitività sul mercato. Per i piccoli risparmiatori, questo significa un’ampia gamma di opportunità di investimento, che spaziano dalle startup innovative alle imprese locali che integrano pratiche sostenibili.

Il Ruolo della Regolamentazione e della Collaborazione

La regolamentazione gioca un ruolo cruciale nel guidare la transizione verso un’economia verde. Le politiche governative che incentivano l’adozione di pratiche sostenibili possono stimolare non solo gli investimenti privati, ma anche l’innovazione nelle tecnologie verdi. Noi, come piccoli risparmiatori, possiamo beneficiare di un quadro normativo che supporta l’investimento in aziende sostenibili, offrendoci maggiore trasparenza e sicurezza. È fondamentale che i governi creino condizioni favorevoli per l’investimento in settori chiave della sostenibilità, stabilendo obiettivi chiari e fornendo incentivi fiscali.

La collaborazione tra diversi settori è altrettanto essenziale per il successo della transizione verde. Le aziende, le università e i governi devono lavorare insieme per favorire lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili. Le università possono contribuire con ricerca e sviluppo, mentre le aziende possono mettere in pratica queste innovazioni a livello industriale e commerciale. Noi possiamo partecipare a questa collaborazione investendo in fondi che sostengono tali iniziative, contribuendo così a costruire un ecosistema che promuova la sostenibilità.

Ma la collaborazione non si limita alle istituzioni formali. Le comunità locali possono essere un potente motore di cambiamento, promuovendo pratiche sostenibili a livello comunitario. Investire in aziende locali che abbracciano la sostenibilità non solo rafforza l’economia locale, ma dimostra anche il nostro impegno verso pratiche commerciali responsabili. Noi possiamo svolgere un ruolo attivo nel promuovere la sostenibilità nelle nostre comunità, partecipando a iniziative locali e supportando imprese che condividono i nostri valori.

Infine, riconosciamo che il cambiamento avviene attraverso sforzi congiunti e coordinati. Mentre i governi creano le condizioni per la sostenibilità, e le aziende portano avanti l’innovazione, noi come piccoli risparmiatori possiamo fare scelte consapevoli che guidano il mercato verso un futuro più verde. La sinergia tra regolamentazione, collaborazione e partecipazione individuale è la chiave per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per il 2030 e oltre.

Sviluppo delle Competenze per Lavori Verdi

In un mondo che si muove rapidamente verso la sostenibilità, le competenze verdi diventano sempre più cruciali. Noi, come società, dobbiamo prepararci per un futuro in cui i lavori verdi non siano l’eccezione, ma la norma. Questo significa investire in formazione e istruzione che ci permettano di acquisire le competenze necessarie per gestire le tecnologie sostenibili e implementare pratiche ecologiche. Le aziende stanno già cercando lavoratori capaci di navigare tra le nuove sfide della sostenibilità, e un investimento in questo settore può garantire un vantaggio competitivo.

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La domanda di professionisti formati in ambiti come l’energia rinnovabile, la gestione dei rifiuti e la mobilità sostenibile è in crescita costante. Tali settori offrono non solo promesse di carriere stabili, ma anche la possibilità di contribuire attivamente a un cambiamento positivo.

Ma non si tratta solo di formazione tecnica. Le competenze trasversali, come la capacità di innovare e collaborare, sono altrettanto essenziali. Occorre incoraggiare un approccio integrato che valorizzi il pensiero critico e la capacità di adattamento, indispensabili in un panorama lavorativo in continua evoluzione. Le università e gli istituti formativi possono svolgere un ruolo chiave in questo, collaborando con le aziende per creare corsi che riflettano le esigenze del mercato del lavoro verde.

Europa: Contesto e Investimenti

La transizione verde in Europa e in Italia è una priorità strategica per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, come stabilito dal Green Deal europeo. Di seguito, una sintesi dei dati e delle informazioni sugli investimenti previsti nel settore energetico. Cominciano con gli obiettivi del Green Deal:

– l’UE mira a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;
– le energie rinnovabili devono raggiungere una quota di almeno il 42,5% entro il 2030, con un’ambizione del 45%.
– nel 2024, le rinnovabili hanno coperto il 47% della produzione elettrica in Europa, rispetto al 34% del 2019, mentre i combustibili fossili sono scesi al 29%.

Il Piano di Investimenti del Green Deal europeo punta a mobilitare almeno 1.000 miliardi di euro nei prossimi dieci anni (2020-2030) attraverso fondi pubblici e privati. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) gioca un ruolo centrale, con finanziamenti aggiuntivi per il piano REPowerEU, che mira a raccogliere oltre 150 miliardi di euro entro il 2027 per progetti di energia pulita.

Ovviamente ci sono delle sfide da vincere. Un rapporto di Finance Watch evidenzia un gap di investimenti: solo il 30% delle risorse necessarie per la transizione verde è attualmente disponibile, con un fabbisogno annuo stimato tra il 5% e il 10% del PIL europeo per i prossimi decenni.

Le procedure autorizzative per le rinnovabili rimangono un collo di bottiglia, nonostante misure come il regolamento temporaneo di emergenza per accelerare i permessi.

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Italia: Progressi e Investimenti

Nel 2023, l’Italia ha ridotto le emissioni di CO₂ del 7,7% rispetto all’anno precedente, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili: idroelettrico (+40,2%), eolico (+42,1%) e fotovoltaico (+41,1%). La quota di rinnovabili nel consumo energetico è salita al 19,1% nel 2022, e le proiezioni del Pniec indicano che l’Italia potrebbe raggiungere il 40,5% entro il 2030, superando l’obiettivo europeo del 39%.

Tuttavia, l’Italia dipende ancora troppo dal gas fossile, e il settore dei trasporti contribuisce al 27% delle emissioni, seguito da industria (19%) ed edilizia (12%). Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destina 68,9 miliardi di euro alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, così suddivisi:

– Efficienza energetica e riqualificazione edifici: 29,35 miliardi.
– Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile: 18,2 miliardi, con 500 milioni per lo sviluppo di hydrogen valleys.
– Tutela del territorio e risorse idriche: 15 miliardi.
– Agricoltura sostenibile ed economia circolare: 6,3 miliardi.

L’Italia rischia tuttavia di non rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione senza una svolta nelle politiche, come evidenziato da AsViS. La dipendenza dal gas fossile e segnali contraddittori agli investitori rallentano il progresso.

Il gap impiantistico per l’economia circolare (es. gestione rifiuti) richiede maggiori incentivi, come crediti d’imposta per prodotti circolari. Roma è la capitale europea più inquinata (38,2 µg/m³ di biossido di azoto), evidenziando la necessità di interventi urgenti in mobilità sostenibile e qualità dell’aria.

L’Italia ha il potenziale per diventare un hub europeo della transizione energetica, grazie alla crescita della capacità solare e a un mercato energetico sempre più verde. Tuttavia, secondo un’analisi di Rinnovabili.it, l’Italia non sta procedendo al ritmo necessario per raggiungere gli obiettivi climatici, soprattutto a causa di ritardi nelle infrastrutture e nelle autorizzazioni.

Conclusioni

L’Europa sta accelerando la transizione verde con ingenti investimenti (oltre 1.000 miliardi di euro entro il 2030) e politiche come il Green Deal e REPowerEU, ma sperimenta un significativo gap finanziario e burocratico. In Italia, il PNRR rappresenta un’opportunità unica con 68,9 miliardi di euro destinati alla transizione ecologica, ma il ritmo delle riforme e degli investimenti deve accelerare per rispettare gli obiettivi UE. Priorità comuni includono l’espansione delle rinnovabili, l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile, con un focus su innovazione e riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.

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In un mondo in continua evoluzione, noi, piccoli risparmiatori, abbiamo un ruolo cruciale da svolgere nella transizione verso un’economia verde. È essenziale comprendere che le nostre scelte d’investimento possono influenzare positivamente non solo i nostri portafogli, ma anche l’ambiente in cui viviamo. Abbiamo esplorato come investire in settori promettenti e sostenere iniziative locali possa fare una differenza tangibile.

Abbiamo visto che il cammino verso la sostenibilità è già stato tracciato da molte aziende, ma c’è ancora tanto da fare. Attraverso una combinazione di investimenti strategici, regolamentazioni favorevoli e sviluppo delle competenze per i lavori verdi, possiamo contribuire significativamente alla creazione di un futuro sostenibile. È un’opportunità che dobbiamo cogliere, non solo per il bene del pianeta, ma anche per le generazioni future.

Insieme, possiamo trasformare la sfida della sostenibilità in un’opportunità di crescita economica e benessere collettivo. Investire nella transizione verde non è solo una scelta responsabile, ma una necessità che porterà benefici duraturi. Continuando a informarci, a collaborare e ad agire, possiamo davvero fare la differenza.

Ora, più che mai, è il momento di unirci e di impegnarci per un domani più verde e prospero. Siamo pronti a fare la nostra parte e a contribuire a un mondo più sostenibile? La risposta è nelle nostre mani.

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