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AI, sovranità digitale e sostenibilità: i data center TIM Enterprise come snodo strategico per l’Italia


L’intelligenza artificiale non è solo l’ultima frontiera della trasformazione digitale. La sua diffusione esponenziale ridefinisce le esigenze infrastrutturali, facendo dei data center degli snodi strategici dell’ecosistema digitale e produttivo del Paese. Sono questi ambienti a integrare capacità di calcolo e gestione dei dati per supportare carichi di lavoro diversificati, applicazioni data-driven e processi aziendali sempre attivi. Ma, con l’avvento dell’AI, per supportare modelli sempre più intensivi serve una inedita potenza computazionale. Serve prossimità geografica per ridurre la latenza e garantire la sovranità del dato. Servono standard di sicurezza verificabili per proteggere asset sempre più critici. E serve un approccio sostenibile dalla progettazione alla realizzazione (green by design), perché l’AI consuma grandi quantità di energia e risorse.

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Dal calcolo ai consumi: la sfida infrastrutturale dell’AI

Questa sfida si affronta grazie a infrastrutture di nuova generazione, in cui capacità di calcolo, servizi cloud, processing in edge e sistemi di AI vengono integrati in modo coerente. È questa orchestrazione che consente di sostenere carichi di lavoro complessi, garantire continuità operativa e applicare regole di sicurezza verificabili lungo tutta la catena del dato. La resilienza diventa la condizione di partenza, affiancata da sicurezza certificata e da un impegno concreto sulla sostenibilità. In Italia la partita è particolarmente urgente: secondo un’analisi del Politecnico di Milano, riportata da Reuters, tra il 2025 e il 2026 gli investimenti in data center potrebbero superare i 10 miliardi di euro, trainati dalla domanda crescente di capacità per l’AI e dalla necessità di rafforzare la sovranità digitale. Una cifra che segnala come, per l’Italia, i data center non siano più un tema tecnico, ma un fattore di politica industriale.

Sedici data center connessi: resilienza garantita

È qui che entra in gioco la capacità di disporre di una rete estesa e interconnessa, in grado di coniugare resilienza, continuità e prossimità al dato. In questo contesto, TIM Enterprise offre la rete di data center più ampia sul territorio: 16 strutture sicure e interconnesse di cui otto di ultima generazione.con certificazioni Rating 4/TIER IV e LEED. Tutti i siti sono collegati da una Virtual Data Center Network che garantisce connettività ad alta velocità e bassa latenza, abilitando soluzioni che garantiscono continuità operativa e disaster recovery su scala nazionale.

«L’addestramento dei modelli e l’esecuzione dei workload più avanzati hanno un impatto diretto non solo sul calcolo, ma soprattutto sul consumo energetico – sottolinea Antonio Morabito, Responsabile Business Development e Marketing di TIM Enterprise -. La nostra rete di 16 data center non è solo interconnessa, consentendo di distribuire questi carichi in modo bilanciato e resiliente. Ogni struttura è progettata per garantire prestazioni elevate e al tempo stesso di contenere i consumi. In sintesi, abbiamo trasformato la sostenibilità in un principio architetturale, integrando metriche trasparenti, processi di ottimizzazione continua e l’impiego di energie rinnovabili. Solo così l’innovazione abilitata dall’AI può diventare anche un fattore di responsabilità e competitività. In questa logica tutti i nostri data center sono alimentati al 100% da energia proveniente da fonti rinnovabili e abbiamo recentemente realizzato il primo progetto di energia rinnovabile che permette il recupero del calore dei data center per alimentare reti di teleriscaldamento.

Certificazioni che fanno la differenza

La sfida posta dall’AI non riguarda soltanto il consumo energetico, ma anche il governo dei dati che la alimentano. La complessità dei modelli e delle applicazioni richiede infatti infrastrutture che sappiano garantire disponibilità costante, integrità e sicurezza. La fiducia, in questo campo, non si costruisce con dichiarazioni di principio, ma con standard riconosciuti e verificabili.

I data center TIM Enterprise dispongono di certificazioni internazionali (tra cui Uptime Institute TIER IV e Rating 4) che attestano requisiti concreti: garantiscono continuità e ridondanza, adottano controlli di sicurezza fisica e logica, monitorano e ottimizzano costantemente i consumi e applicano processi di business continuity e disaster recovery sottoposti ad audit periodici. Parametri che non rappresentano un vincolo burocratico, ma la garanzia di cui hanno bisogno le aziende per pianificare progetti critici, dall’adozione dell’AI alla gestione dei dati sensibili. Alcuni dei nostri data center sono certificati LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) Gold e Platinum di USGBC: i più alti gradi di certificazione per attestare l’efficienza energetica e l’impronta ecologica degli edifici.

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«Ottenere oltre cento certificazioni internazionali rilasciate da enti indipendenti significa assumersi una responsabilità precisa – sottolinea Morabito –. È il risultato del nostro impegno continuo nel garantire infrastrutture sostenibili che rispettano i più alti standard di resilienza, sicurezza ed efficienza, a beneficio delle aziende e delle istituzioni. SLA garantite , tempi di ripristino definiti e metriche energetiche tracciate sono parametri misurabili. Ogni certificazione aggiunge un livello di affidabilità, trasformando resilienza e sostenibilità in certezze operative per le imprese. È questo livello di impegno che non solo sostiene la competitività delle singole aziende, ma contribuisce a rafforzare la capacità del sistema Italia di affrontare la trasformazione digitale con sovranità e continuità».

Sovranità digitale e competitività del Paese

Nel 2025 l’Europa registrerà un incremento record della capacità dei data center, con quasi 1 gigawatt aggiuntivo e una crescita del 43% rispetto all’anno precedente (Fonte “Global Data Center Trends 2025”CBRE giugno 2025). Dunque, per il sistema Italia disporre di una rete nazionale di 16 data center in grado di reggere la domanda dell’AI, garantendo la sovranità del dato rafforza la competitività del Paese. Gli investimenti di TIM Enterprise nei data center e nelle infrastrutture digitali testimoniano la nostra visione di lungo periodo: l’annuncio della costruzione di un nuovo data center AI-Ready vicino a Roma e il potenziamento di altri due data center già esistenti rafforzano la posizione di leadership nel mercato italiano della colocation e delle soluzioni cloud.

«La residenza del dato non riguarda solo l’Italia: il rafforzamento delle infrastrutture digitali è al centro delle strategie europee, dall’AI Act ai programmi HPC comunitari – conclude Morabito -. La rete dei nostri data center, rappresenta un presidio nazionale che aderisce ai framework europei sulla sovranità digitale. Significa offrire alle imprese italiane non solo la certezza che i dati restino entro i confini e siano protetti da standard certificati, ma anche la possibilità di operare in coerenza con le direttrici normative e tecnologiche dell’Unione Europea. È questa doppia dimensione, nazionale ed europea, a garantire al sistema Italia che la trasformazione digitale augmented possa continuare a svilupparsi su basi solide e sicure».






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