Sono trascorsi 8 anni da quando il Fintech District è stato fondato nel 2017 dal gruppo Sella e promosso con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo della community e dell’ecosistema del fintech in Italia.
Partita inizialmente con 22 startup, nel corso degli anni, Fintech District è divenuta la Community internazionale di riferimento per l’ecosistema Fintech e Techfin in Italia e oggi conta più di 300 aziende tra fintech, corporate, professional e partner di ecosistema di primaria importanza.
Un ruolo che ha saputo sviluppare nel tempo attraverso progetti e iniziative pensati per favorire e supportare la crescita dell’ecosistema italiano e la diffusione di una cultura fintech, promuovendo partnership e collaborazioni, tramite il meccanismo del matchmaking, che ha facilitato oltre 450 incontri. In 8 anni più di 50 corporate e professional di vari settori – dal bancario alla consulenza passando per telco – hanno collaborato attivamente con il Fintech District.
Inoltre, per il terzo anno consecutivo Fintech District ha supportato VISA nell’Innovation Program Europe – la piattaforma pensata per favorire la crescita delle startup fintech che hanno sviluppato delle soluzioni già pronte per essere portate sul mercato e facilitare collaborazione, sperimentazione e scalabilità tra aziende, istituzioni finanziarie e partner del network Visa in Europa meridionale.
Il Fintech District oggi
La Community è più viva che mai e, solo nei primi 9 mesi del 2025, sono 30 le fintech e techfin entrate in Fintech District. Tra queste, oltre il 50% sono realtà straniere, provenienti sia da paesi UE sia extra-UE.
Sebbene l’Italia continui a mantenere il primato “geografico”, Fintech District conferma la propria dimensione sempre più internazionale, con un numero sempre maggiore di fintech provenienti da paesi come Francia (20), UK (16), Germania (10), USA (8), Svizzera (6).
Non solo varietà in termini di provenienza, ma anche per quanto riguarda i settori di riferimento. Se quello dei pagamenti, infatti, rimane uno dei più rappresentati con 50 fintech, nel corso degli anni, Fintech District ha dimostrato la capacità di intercettare le tendenze di mercato, accogliendo realtà provenienti da ambiti differenti, tra i quali spiccano: Techfin (83), Wealthtech (30), Insurtech (25), Crypto & Defi (20), Lending (19), Regtech (19).
Nel Techfin convergono aziende che offrono servizi tecnologici – come soluzioni di AI, Cybersecurity, Data – a un settore più ampio rispetto al solo finanziario. Con l’integrazione di dpixel, questa area sarà sempre più viva e ampia, portando nella community la ricchezza di aziende pronte a lavorare per più settori.
Osservando più da vicino le realtà che compongono la community, emerge che il 30% è composto da aziende internazionali che operano nel mercato italiano; il 12% rientra nella categoria “Fintech 4 Good” – ovvero aziende che hanno un forte orientamento verso sostenibilità e soluzioni in ambito ESG, creando un collegamento diretto tra finanza e benefici sociali e ambientali concreti; il 10% è guidato da una CEO donna o ha una donna tra i founder e 11 sono unicorni, ovvero aziende che hanno raggiunto una valutazione di mercato superiore a un miliardo di dollari.
Dal punto di vista delle strategie di crescita, invece, oltre il 37% intende espandersi in Europa, circa il 14% guarda solamente al mercato italiano, mentre poco meno del 10% punta al Nord America.
Una posizione, quella del Fintech District, che consente di godere di un punto di osservazione privilegiato su tutto l’ecosistema, sui trend che caratterizzano il mercato attuale e, cogliendoli in anticipo, su quelli caratterizzeranno l’immediato futuro.
In questo senso, negli scorsi mesi è stato presentato lo studio “Founders vs Investors: two faces of Fintech funding” realizzato in collaborazione con EY e dedicato al funding nel settore Fintech. Il report si è focalizzato sul rapporto tra startup e investitori, con l’obiettivo di esplorare le strategie e le difficoltà di raccolta fondi affrontate dalle Fintech italiane; comprendere i criteri di selezione e le aspettative degli investitori; evidenziare ostacoli sistemici come pressione regolatoria, scalabilità dei modelli e distanza tra domanda e offerta di capitale.
Una porta d’accesso al nostro mercato
Fintech District non si posiziona solamente come riferimento per tutto il comparto italiano ma anche come punto di accesso e facilitatore per le realtà straniere che vogliono entrare nel nostro mercato, grazie anche al programma di Soft Landing offerto insieme a Milano&Partners – l’agenzia ufficiale di promozione della città di Milano – per fornire tutto il supporto necessario durante i primi step di ingresso.
In 4 anni, Fintech District e Milano & Partners sono entrati in contatto con oltre 250 aziende, provenienti da diversi Paesi (principalmente da USA, UK, Francia, Canada). Di queste, più del 10% è entrato a far parte della community di Fintech District – il che significa che ha almeno un cliente sul mercato italiano – e circa il 5% ha aperto una sede legale a Milano grazie al programma.
Un hub sempre più internazionale
Il 2024 ha visto il Fintech District collaborare con altri hub e associazioni fintech in Europa, tra cui Fintech Belgium, Fintech Latvian Association e Fintech Poland, attraverso accordi di Ecosystem Partnership.
In virtù di queste collaborazioni, nei mesi scorsi si sono tenuti i primi appuntamenti della serie di Webinar “A Global Fintech Bridge”, che hanno visto da parte del Fintech District e di rappresentanti del mercato fintech coinvolto una panoramica degli sviluppi dei rispettivi ecosistemi. La collaborazione con l’estero sarà ulteriormente rafforzata nei prossimi mesi grazie all’ingresso in community di diverse aziende straniere e di nuovi webinar della serie.
Non solo fintech
Attraverso progetti cross-settoriali, Fintech District vuole rispondere alle nuove esigenze del mercato, sia europeo che globale. Per il futuro, l’orientamento sarà sempre più verso progetti mirati, come report dedicati ad approfondire specifiche tematiche del mondo fintech, open innovation as a service ed eventi customizzati sulle esigenze dell’ecosistema.
Con queste premesse, si è conclusa nelle scorse settimane la call di Texploration, il progetto di open innovation a livello nazionale e internazionale promosso e lanciato da MagnoLab – rete di aziende per l’innovazione della filiera tessile con sede a Magnonevolo (Biella) – e realizzato da dpixel, la divisione di Fintech District che supporta la crescita delle startup e l’innovazione delle imprese favorendo le opportunità di business attraverso progetti di open innovation.
La call era rivolta a startup, scaleup e Pmi innovative in grado di sviluppare nuove soluzioni per l’industria tessile.
Sempre attraverso dpixel, il team sta lavorando per l’Agenzia Spaziale Italiana nel contesto di Spacefounders, programma di accelerazione europeo relativo al settore aerospaziale, promosso da ASI insieme a CNES (French Space Agency) e all’Università della Bundeswehr Monaco.
Clelia Tosi, Head of Fintech District ha commentato: “Fintech District è nato per rispondere a un’esigenza concreta del mercato: offrire un punto di riferimento al mondo fintech che iniziava a interfacciarsi con banche, assicurazioni e corporate. In questi anni il contesto è cambiato rapidamente e noi, insieme alla nostra community, abbiamo saputo evolvere con esso, proponendo nuovi progetti, interpretando le esigenze emergenti e sviluppando soluzioni capaci di sostenere l’open innovation di cui il mercato ha bisogno. Oggi Fintech District è un hub riconosciuto che valorizza le sinergie tra attori diversi, creando opportunità di crescita per tutto l’ecosistema e continuando a riflettere la trasformazione del fintech, ormai molto più ampio e articolato rispetto agli esordi legati ai pagamenti digitali. Lo facciamo con progetti dedicati alf intech e non solo, con una forte propensione all’innovazione che ci porta ad aprire a settori e iniziative trasversali.
L’ecosistema del fintech è vivo e ha raggiunto una nuova fase di maturità. I segnali che rileviamo sono incoraggianti e questo rappresenta un ulteriore spinta per continuare nel percorso intrapreso otto anni fa”.
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