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Le aziende di medie dimensioni del settore sono la scelta più interessante, secondo gli specialisti di private equity del gruppo Natixis. Anche in termini di rendimento

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L’emergenza climatica e la crescente instabilità geopolitica hanno riportato al centro dell’attenzione il tema della transizione energetica, delineando un nuovo paradigma per l’economia globale e ridefinendo i modelli energetici. Infrastrutture resilienti, innovazione e cooperazione internazionale emergono come pilastri fondamentali di questa transizione. La diffusione della mobilità elettrica, sostenuta da infrastrutture di ricarica efficienti e normative favorevoli, dimostra come un approccio coerente e di lungo termine possa generare benefici tangibili.

Il ruolo della tecnologia continua a essere determinante e i recenti sviluppi nel campo dell’idrogeno, come alternativa ai carburanti fossili, aprono prospettive promettenti per settori difficilmente elettrificabili. Parallelamente, si registrano progressi significativi nei sistemi di stoccaggio, con l’obiettivo di rendere sempre più efficiente la gestione dell’intermittenza delle fonti rinnovabili.


Le sfide della transizione energetica

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La transizione energetica rappresenta un tema sempre più centrale per gli investitori istituzionali, ma la valutazione delle opportunità infrastrutturali richiede un’analisi rigorosa dei rischi regolatori, della sostenibilità dei modelli di business, della diversificazione tecnologica e del coinvolgimento dei partner locali. In un contesto globale complesso, la stabilità economico-politica delle aree d’investimento resta una variabile determinante: infrastrutture adeguate e resilienti, innovazione tecnologica e un quadro regolatorio chiaro sono elementi essenziali per rendere possibile un futuro a basse emissioni.

La finanza, in questo contesto, ha il potenziale di agire come catalizzatore del cambiamento, indirizzando le risorse verso le soluzioni capaci di coniugare l’impatto ambientale, il valore economico e la sostenibilità sociale.


Mirova, società di investimento parte del gruppo Natixis IM leader mondiale negli investimenti infrastrutturali sostenibili, evidenzia che entro il 2030 sarà necessaria una riduzione del 43% delle emissioni globali di CO2 per rispettare l’Accordo di Parigi, destinando oltre 3.300 miliardi di dollari al settore energetico solo nel 2025. A livello europeo, la Norvegia svetta in merito alle infrastrutture per la transizione energetica ed è il primo Paese nella transizione all’auto elettrica, con il numero di auto a batteria superiore a quelle a carburanti fossili; seguono Danimarca e Germania, mentre Cina e India stanno accelerando rapidamente.  

In Italia, che si trova al 15° posto nelle energie rinnovabili, Mirova e Qualitas Energy, una piattaforma d’investimento focalizzata sulla transizione energetica, hanno sviluppato una joint venture specializzata nella detenzione, sviluppo, costruzione e gestione di progetti di energia rinnovabile a livello domestico, con una capacità che può raggiungere 250 megawatt.


Secondo Raphaël Lance, Global Head della piattaforma Private Assets di Mirova e direttore dei fondi di transizione energetica di Mirova, con la guerra in Ucraina l’Europa ha compreso la necessità di diventare indipendente dal punto di vista energetico. L’unica fonte di energia che non viene importata è quella rinnovabile e quindi, per diventare indipendente e autonoma dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico, l’unica strada è quella di passare dalle rinnovabili. La transizione in ambito di trasporti è a buon punto, mentre gli altri sottosettori importanti da decarbonizzare grazie all’idrogeno verde sono gli edifici e l’industria.

Nonostante la spinta politica europea sia forte, occorre che lo slancio prodotto politicamente sia fatto stabilmente proprio a livello nazionale. Altre sfide coinvolgono lo sviluppo della trasmissione energetica, e quindi delle reti, e lo stoccaggio: l’aumento della penetrazione delle energie rinnovabili nella rete elettrica, essendo intermittente, crea molta pressione e instabilità nella rete stessa, come ha dimostrato recentemente un inconveniente simile in Spagna che ha provocato un blackout di mezza giornata in buona parte del Paese.

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Secondo Alberico Potenza, Responsabile Istituzionale per l’Italia di Natixis IM: «Credo fermamente che la strategia di Mirova nei Private Assets possa offrire un approccio interessante e distintivo. Il posizionamento di Mirova nel mercato delle aziende di medie dimensioni, combinato con un focus settoriale a livello di GP («General partner», cioè i soci accomandatari dei fondi privati), può rappresentare un’opportunità per supportare la transizione energetica e per generare alfa nel mercato dei Private Assets, ovvero i mercati d’investimento «privati» non accessibili direttamente al retail trattando attività finanziarie non quotate su mercati regolamentati.

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Il mercato europeo è ampiamente frammentato in aziende di piccola e media dimensione, con centinaia di sviluppatori di progetti locali. Le large cap sono caratterizzate da valutazioni più elevate rispetto alle mid cap e questo divario si è ampliato negli ultimi tre anni. Inoltre, dal punto di vista dei proprietari di asset, il mercato delle aziende di media dimensione offre molteplici opzioni di uscita, garantendo una maggiore resilienza rispetto ai cicli macroeconomici: le strategie d’investimento infrastrutturale di Mirova si concentrano sulle opportunità di questo mercato, con l’obiettivo di sfruttare due fattori chiave per la generazione di alfa, la differenziazione e la creazione di valore operativo.

Quanto al primo, la presenza ventennale sul mercato del team Energy Transition Infrastructure di Mirova lo ha reso abile nell’individuare le migliori opportunità (ogni anno ne vengono esaminate più di 300), consentendo relazioni durature con gli sviluppatori di progetti e l’ingresso precoce nei mercati, come l’entrata nel mercato dello stoccaggio di energia fin dal 2014 e in quello delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici dal 2020.

L’altro fattore chiave è la possibilità di creare nuovo valore: le aziende di medie dimensioni vantano, infatti, diversi scenari interessanti di crescita, tra i quali l’ottimizzazione dei punti di rete e l’espansione geografica. Nel 2012, per esempio, Mirova ha investito nello sviluppatore francese di energie rinnovabili Vol-V quando era solo una piccola piattaforma eolica, uscendo dalla società nel 2020 quando Vol-V aveva ampliato la propria pipeline a diversi gigawatt e ottenendo un ritorno quadruplo dall’investimento.»


Il contributo dell’Ai secondo Mirova

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Anche l’intelligenza artificiale (Ai), secondo Mirova, può contribuire in modo significativo ad accelerare la transizione verso un’economia più verde. Una rivoluzione tecnologica ancora agli albori. D’altronde, l’Ai viene adottata da aziende e individui al ritmo più veloce di qualsiasi altra tecnologia nella storia, ad esempio ChatGPT ha raggiunto 100 milioni di utenti in solo 2 mesi dal lancio del 2022; nei prossimi 5-10 anni l’Ai dovrebbe trasformare l’economia globale con significativi aumenti di efficienza e produttività, oltre che le nostre vite. Sebbene siamo ancora nelle prime fasi di sviluppo delle soluzioni di Ai, sta già emergendo un’ampia gamma di potenziali casi d’uso in settori quali la sanità, l’industria, la vendita al dettaglio, la finanza, la casa, etc. Le aziende di software stanno migliorando la loro offerta creando applicazioni di Ai generativa, per casi d’uso aziendali e consumer.


Gli investimenti nelle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) sono cresciuti attorno al 5,5% del PIL degli Stati Uniti negli ultimi anni, superando qualsiasi altro periodo dalla bolla dotcom del 2000.


Alberico Potenza conclude: «Mirova è stata tra i pionieri nell’investimento infrastrutturale legato alla transizione energetica. In questi anni abbiamo lanciato cinque fondi e oggi siamo nella seconda fase di raccolta del sesto, con un target ambizioso di 2 miliardi di euro. Sono lieto di condividere che abbiamo già superato la metà dell’obiettivo e che la risposta degli investitori istituzionali si sta dimostrando estremamente positiva.»


Il livello dell’infrastruttura Ai comprende l’hardware e l’infrastruttura cloud necessari per archiviare ed elaborare grandi quantità di dati per addestrare i modelli di Ai, dove Nvidia è il leader indiscusso per il primo elemento. I data center necessitano di hardware specializzato, rete, sistemi di raffreddamento e infrastrutture energetiche robuste per gestire le crescenti esigenze computazionali, e ciò richiede investimenti significativi. L’infrastruttura dell’Ai sta registrando livelli senza precedenti di investimenti e sviluppi guidati da giganti tecnologici come Alphabet, Meta, Microsoft e Amazon, che stanno rapidamente espandendo le loro spese in conto capitale (stimato tra i 40 e i 75 miliardi di dollari per il 2024, fonte Bank of America e siti web di Alphabet, Meta, Microsoft e Amazon) in server e data center per soddisfare la domanda. Nel 2024, la spesa totale di questi hyperscaler potrebbe raggiungere circa 240 miliardi di dollari (secondo Jefferies, più di un quinto della spesa totale in conto capitale dell’S&P500), con un aumento significativo rispetto ai 148 miliardi di dollari del 2023. Microsoft da sola quest’anno è sulla buona strada per investire circa 80 miliardi di dollari nella costruzione di data center.

FONTE: International Energy Agency (IEA)

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