Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

La Settimana Economica | n. 39/2025


Negli Stati Uniti il PIL del secondo semestre segna un solido +3,8%, sostenuto dai consumi e dalla ripresa degli ordini di beni durevoli. Tuttavia, le nuove tariffe annunciate dal presidente Trump su farmaci, camion e mobili alimentano i timori di stagflazione, mentre il mercato immobiliare resta debole e gli operatori scommettono su rimborsi tariffari.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

In Europa, l’accordo commerciale con l’Indonesia offre respiro all’UE, ma la ripresa dell’eurozona resta modesta e vulnerabile al rischio inflattivo legato alle terre rare cinesi. Le tariffe USA aggravano i costi industriali, e in Germania la fiducia delle imprese torna a calare. Spicca invece la Spagna, premiata da Fitch e Moody’s con un rialzo del rating sovrano.

In Asia, la Cina rinuncia a nuovi trattamenti speciali al WTO per allentare le tensioni con Washington, mentre il Giappone registra un’inflazione stabile ma con la BoJ che valuta possibili strette. Tra i mercati emergenti, la Svezia e il Messico tagliano i tassi per sostenere la crescita, mentre in Australia l’inflazione torna a salire.

INDICATORI MACROECONOMICI 

Inflazione: 
Italia: +1,7%, dal precedente +1,8% ⬇
Eurozona: +2% dal precedente +2%. 
Inghilterra: +3,8% dal precedente +3,6% ⬆
Stati Uniti: +2,9% dal precedente +2,7% ⬆

Disoccupazione: 
Italia: +6,5% dal precedente +6,1% ⬆
Eurozona: +6,2% dal precedente +6,3%⬇
Inghilterra: +4,7% dal precedente +4,6% ⬆
Stati Uniti: +4,2% dal precedente +4,1% ⬆

Tassi d’interesse: 
Eurozona: 2,15%
Stati Uniti: 4,25 – 4,5%
Inghilterra: 4%

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

PIL: Q2 2025: 
Italia: -0,1%
Eurozona: +0,1%
Inghilterra: +0,3%
Stati Uniti: +3,8% 

EUR/USD: 1,1744, +0,18% questa settimana, +13,45% da inizio anno
DXY: 97,64, –0,20% questa settimana, –10,60% da inizio anno

MERCATI FINANZIARI

FTSE MIB: 42.566,41, +2,30% questa settimana, +23,93% da inizio anno
STOXX 600: 553,57, +1,25% questa settimana, +8,28% da inizio anno
DAX: 24.359,30, +0,69% questa settimana, +21,84% da inizio anno
IBEX: 15.277,19, +3,03% questa settimana, +30,48% da inizio anno
CAC 40: 7.823,46, +2,60% questa settimana, +7,18% da inizio anno
NASDAQ: 22.141,09, +2,03% questa settimana, +14,11% da inizio anno
S&P 500: 6.584,28, +1,59% questa settimana, +11,54% da inizio anno
US10Y: 4,07%, –0,8 bps questa settimana, –50 bps da inizio anno
US02Y: 3,755%, –0,4 bps questa settimana, –50,1 bps da inizio anno
US10Y–US02Y: 0,325%, –18 bps questa settimana, +0,5 bps da inizio anno
IT10Y: 3,518%, invariato questa settimana, –4 bps da inizio anno
SPREAD BTP–Bund: 83,610 bps, –3,44 bps questa settimana, –33,49 bps da inizio anno

VIX: 14,75, –2,90% questa settimana, –14,29% da inizio anno
BTC/USD: $116.377,00, +4,71% questa settimana, +24,70% da inizio anno

FOCUS DELLA SETTIMANA 

STATI UNITI 

Crescita rivista al rialzo nel secondo trimestre grazie ai consumi

Nel secondo trimestre il PIL degli Stati Uniti è salito del 3,8% annualizzato, oltre la stima iniziale del 3,3%, secondo il Dipartimento del Commercio. La revisione riflette una spesa dei consumatori più forte, cresciuta del 2,5% contro l’1,6% precedentemente indicato. Anche le vendite finali agli acquirenti privati nazionali sono state riviste al 2,9%, segnalando una solida domanda interna. Il dato segue la contrazione dello 0,6% registrata nel primo trimestre, legata all’aumento delle importazioni in risposta alle tariffe di Trump.

Trump annuncia nuove tariffe su farmaci, camion e mobili alimentando i timori di stagflazione

Il presidente Donald Trump ha presentato nuove tariffe in vigore dal 1° ottobre: 100% sui farmaci di marca o brevettati prodotti da aziende senza impianti negli Stati Uniti, 25% sui camion pesanti, 50% su cucine e bagni e 30% sui mobili imbottiti. Le misure, pensate per sostenere l’industria nazionale, potrebbero però aggravare i costi sanitari e incidere sull’inflazione. L’American Hospital Association avverte che le tariffe sui farmaci, di cui circa il 30% degli ingredienti attivi proviene dalla Cina, potrebbero aumentare i costi ospedalieri del 15%. Anche i produttori di camion, con una forte presenza in Messico, rischiano rialzi di prezzo. Trump rivendica la protezione dell’industria americana, ma analisti segnalano il rischio di stagflazione: inflazione già in rialzo e richieste di disoccupazione in crescita. Le tariffe restano sotto esame della Corte Suprema, che a novembre deciderà sulla legittimità della strategia commerciale del presidente.

Wall Street scommette sui rimborsi tariffari mentre la Corte Suprema valuta la politica di Trump

Gli investitori stanno acquistando crediti di rimborso tariffari nella speranza che la Corte Suprema annulli i prelievi imposti da Donald Trump, potenzialmente costringendo il Tesoro a restituire decine di miliardi di dollari agli importatori. Hedge fund offrono circa 20 centesimi per dollaro sulle tariffe “reciproche” e meno sulle misure antidroga, considerate più difficili da contestare. Con oltre 80 miliardi di dollari riscossi nel 2025, la decisione dei giudici, attesa a novembre, potrebbe rappresentare una grave battuta d’arresto per la Casa Bianca. Molte piccole imprese, colpite da costi elevati e contrazione della forza lavoro, valutano se cedere i propri diritti per liquidità immediata. Nel frattempo Trump ha annunciato nuove tariffe: 100% sui farmaci di marca importati, 50% sui mobili da cucina, 30% su quelli imbottiti e 25% sui camion pesanti. I mercati hanno reagito con cautela, in attesa dei prossimi dati su inflazione e fiducia dei consumatori.

Tech in calo e oro ai massimi mentre Powell resta prudente

Le azioni tecnologiche hanno guidato la flessione di Wall Street, con il Nasdaq in ribasso dell’1% trainato da Nvidia e Amazon, reduci dall’annuncio di un maxi investimento in OpenAI. L’S&P 500 ha perso lo 0,55%, mentre l’oro ha toccato un nuovo record a 3.780 dollari l’oncia. Jerome Powell non ha offerto nuove indicazioni dopo il recente taglio dei tassi, mentre altri membri della Fed hanno frenato su ulteriori allentamenti. L’OCSE prevede una tenuta dell’economia USA ma avverte dell’impatto futuro delle tariffe.

Microcredito

per le aziende

 

Mercato immobiliare ancora debole nonostante il calo dei mutui

Ad agosto le vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono scese dello 0,2%, a un ritmo annuo di 4 milioni, segnando il terzo anno di stagnazione. I prezzi restano un ostacolo: il valore mediano è salito a 422.600 dollari, massimo storico per il mese e in aumento del 52% rispetto al 2019. I tassi ipotecari, scesi al 6,26%, non hanno stimolato una ripresa significativa. Secondo la NAR, il mercato rimane bloccato a livelli storicamente bassi, con acquirenti in attesa di ulteriori ribassi.

Ripresa degli ordini di beni durevoli spinta dagli aerei

In agosto gli ordini di beni durevoli USA sono saliti del 2,9% dopo due mesi di calo, trainati da un balzo del 50% negli aerei militari e da un forte incremento dei velivoli civili. Al netto dei trasporti, la crescita è stata limitata allo 0,4%, segnalando domanda moderata nel resto dell’economia.

EUROPA 

Accordo commerciale UE-Indonesia apre la strada a nuovi patti con l’Asean

L’Unione Europea e l’Indonesia hanno firmato un accordo commerciale dopo nove anni di negoziati, eliminando oltre il 98% delle tariffe e aprendo spazi a settori come calzature, tessile, olio di palma, rinnovabili e veicoli elettrici. Bruxelles stima risparmi per le imprese UE superiori a 600 milioni di euro l’anno, mentre Giacarta punta a raddoppiare il commercio bilaterale in cinque anni e a rafforzare le catene di approvvigionamento di nichel e rame, cruciali per la transizione verde. L’intesa, che dovrebbe entrare in vigore entro il 2027, segna un passo importante nel riavvicinamento economico tra Europa e Asean, in un contesto segnato dalle tariffe statunitensi e dalle tensioni commerciali globali. Bruxelles, già legata a Singapore e Vietnam, punta a chiudere nuovi accordi con Filippine, Malesia e Thailandia entro il 2027, consolidando il blocco del sud-est asiatico come uno dei mercati più promettenti e strategici per le imprese europee.

Eurozona in lieve ripresa ma la crescita resta fragile

L’attività del settore privato nell’eurozona è salita a 51,2 a settembre, massimo da 16 mesi, segnalando un’espansione modesta trainata dai servizi. La manifattura resta debole e non si registrano nuovi posti di lavoro, mentre le imprese hanno mostrato il sentiment più basso dell’anno. In Germania i servizi hanno sostenuto l’attività ai massimi in oltre un anno, mentre in Francia produzione e servizi sono calati, complicando il quadro fiscale di Parigi. Nel Regno Unito il PMI composito è sceso a 51,0, minimo da quattro mesi. Gli analisti avvertono che la crescita dell’eurozona resta lenta nel terzo trimestre.

BCE avverte sui rischi per l’eurozona da un’interruzione delle terre rare cinesi

La Banca centrale europea ha segnalato che un’interruzione delle forniture di terre rare dalla Cina, da cui proviene il 70% delle importazioni dirette dell’eurozona, potrebbe innalzare l’inflazione e frenare la crescita. Settori chiave come auto, elettronica ed energie rinnovabili sarebbero colpiti da costi più alti e possibili blocchi produttivi. La dipendenza indiretta, attraverso intermediari tecnologici statunitensi, amplifica la vulnerabilità europea. La BCE avverte che Pechino, che ha già limitato esportazioni verso gli Stati Uniti in risposta alle tariffe di Trump, potrebbe usare il suo quasi-monopolio come leva nei negoziati commerciali con l’UE.

Tariffe USA su acciaio e alluminio aggravano i costi per l’industria europea

Le nuove tariffe statunitensi del 50% su acciaio e alluminio dell’UE, in vigore da giugno, impongono agli importatori di dimostrare l’origine dei materiali nei prodotti finiti, creando un onere amministrativo e finanziario per settori come auto e macchine utensili. La regola del “fusione e versamento” richiede dati complessi lungo tutta la catena di fornitura, spesso indisponibili. L’impatto è già “sostanziale” per le case automobilistiche, secondo l’ACEA. Nonostante l’accordo commerciale di agosto, Bruxelles non ha ottenuto esenzioni ma punta a quote tariffarie per attenuare i danni all’export europeo.

Il clima d’impresa in Germania torna a peggiorare dopo mesi di miglioramento

La fiducia delle imprese tedesche è calata a 87,7 a settembre da 88,9, segnando la prima flessione del 2025 e disattendendo le attese di un miglioramento. Secondo l’Istituto Ifo, le aziende sono meno soddisfatte delle condizioni attuali e pessimiste sulle prospettive, con peggioramenti in produzione e servizi. Dopo l’impulso iniziale di ordini legati alle tariffe USA, l’effetto si è esaurito. L’economia tedesca si è contratta dello 0,3% nel secondo trimestre, e gli analisti avvertono che il Paese rischia un altro anno di stagnazione, aggravata da tariffe e domanda debole.

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Moody’s e Fitch alzano il rating della Spagna grazie a crescita e lavoro

Le agenzie Moody’s e Fitch hanno alzato il rating sovrano della Spagna, rispettivamente a A3 da Baa1 e A da A-, con prospettive stabili. Le decisioni riflettono un’economia più equilibrata, un mercato del lavoro ai massimi storici e un settore bancario rafforzato. Fitch evidenzia la resilienza dell’economia, favorita dalla limitata esposizione alle tariffe USA, mentre Moody’s sottolinea il ruolo positivo dei flussi migratori e del vantaggio competitivo nelle energie rinnovabili. Un contesto economico solido sostiene la riduzione graduale del debito pubblico.

RESTO DEL MONDO

Riksbank taglia i tassi all’1,75% ma segnala possibile fine del ciclo

La banca centrale svedese ha ridotto il tasso di riferimento all’1,75%, indicando che potrebbe trattarsi dell’ultimo allentamento del ciclo. La decisione mira a sostenere un’economia in ripresa lenta e a riportare l’inflazione, salita al 3,2% in agosto, verso l’obiettivo del 2%. La Riksbank prevede ora un percorso dei tassi stabile, pur riconoscendo rischi legati a consumi deboli e ritardi nel mercato del lavoro. Secondo Swedbank, resta possibile un ulteriore taglio entro fine anno. La mossa contrasta con la BCE, che ha mantenuto i tassi invariati al 2%.

La Cina rinuncia a nuovi trattamenti speciali al WTO per ridurre tensioni con gli USA

La Cina ha annunciato che non chiederà più nuovi trattamenti speciali nei negoziati del WTO, gesto interpretato come segnale distensivo verso gli Stati Uniti in vista di un vertice tra Xi Jinping e Donald Trump. Il premier Li Qiang ha definito la decisione un atto di responsabilità da parte di un “importante paese in via di sviluppo”, ribadendo però lo status che Pechino continua a rivendicare. Il passo, elogiato dal direttore generale Ngozi Okonjo-Iweala, potrebbe dare slancio a riforme del WTO a lungo bloccate. Washington critica da anni lo status speciale cinese, considerato incompatibile con il peso economico del Paese.

In Australia l’inflazione torna a salire mettendo sotto pressione la RBA

L’inflazione australiana è risalita al 3% annuo ad agosto, massimo da oltre un anno e leggermente sopra le attese, riportandosi al limite superiore del target della Reserve Bank of Australia. L’aumento, trainato da alloggi, alimentari e bollette energetiche, complica le prospettive di ulteriori tagli dei tassi dopo i tre allentamenti da febbraio. I costi dell’elettricità sono balzati del 24,6% in un anno, soprattutto in Queensland, Australia Occidentale e Tasmania, dove sono terminati gli sconti governativi. Secondo gli analisti, i dati lasceranno la RBA ferma alla prossima riunione.

Macklem avverte sul dollaro USA mentre il Canada affronta deficit record

Il governatore della Bank of Canada Tiff Macklem ha avvertito che gli attacchi di Donald Trump all’indipendenza della Federal Reserve minano l’attrattiva del dollaro come valuta rifugio, mentre l’oro è salito del 40% e il biglietto verde si è deprezzato del 10%. Intanto il Parliamentary Budget Officer prevede un deficit di 68,5 miliardi di dollari canadesi (2,2% del PIL) per il 2025-26, aggravato dalle tariffe statunitensi e da spese straordinarie. L’economia canadese nel secondo trimestre si è contratta dell’1,6%, con disoccupazione ai massimi da nove anni e investimenti aziendali in calo. Il premier Mark Carney ha annunciato misure di austerità e progetti infrastrutturali per rilanciare la crescita, ma gli analisti avvertono che deficit più ampi potrebbero innescare pressioni dagli investitori obbligazionari.

Tokyo mantiene inflazione stabile ma cresce l’attesa per una stretta della BOJ

L’inflazione di Tokyo, esclusi gli alimenti freschi, a settembre è rimasta al 2,5% annuo, sotto le attese del 2,8% ma sufficiente a mantenere in gioco un rialzo dei tassi della Banca del Giappone. Lo yen si è indebolito a 149,94 sul dollaro dopo i dati. La stabilità riflette nuovi sussidi pubblici per le famiglie, ma restano pressioni da energia (+2,7%) e alimentari (+6,9%). La BOJ ha mantenuto i tassi fermi allo 0,5%, valutando l’impatto delle tariffe USA e del mercato del lavoro. Alcuni Economisti prevedono un possibile aumento già a ottobre se crescerà il consenso tra i policymaker.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Banxico taglia i tassi al 7,5% e apre la porta a ulteriori allentamenti

La Banca del Messico ha ridotto il tasso di riferimento al 7,5%, minimo dal 2022, con un decimo taglio consecutivo votato 4-1 dal consiglio. L’istituto prevede il ritorno dell’inflazione al 3% nel terzo trimestre 2026, mentre a metà settembre l’indice generale era al 3,74% e quello di base al 4,26%. La decisione riflette la debolezza economica e l’apprezzamento del peso, oltre al contesto di allentamento della Federal Reserve. Banxico valuta ulteriori riduzioni, pur segnalando cautela sui rischi legati a beni essenziali e servizi.

PROSPETTIVE 

Gli investitori guardano ai payrolls di settembre, decisivi per i prossimi passi della Fed, divisa tra inflazione ancora al 2,9% core PCE e consumi resilienti ma sostenuti da risparmi in calo. Gli investimenti aziendali restano forti, mentre il lavoro mostra un deterioramento graduale. L’OCSE prevede crescita più resiliente nel 2025 ma rallentamento nel 2026 con tariffe in aumento. In Europa focus su inflazione e PMI, in Asia su Cina, Giappone e banche centrali. Resta incognita la scadenza del 1° ottobre per il budget USA.

La prossima settimana gli occhi dei mercati saranno puntati sugli Stati Uniti, dove i payrolls di settembre saranno il dato chiave. Dopo i segnali di debolezza del mercato del lavoro che hanno spinto la Fed a un primo taglio, i mercati prezzano con l’86% di probabilità una nuova riduzione a ottobre e possibilità di un’altra a dicembre. Oltre ai payrolls, attenzione ai JOLTS, ai salari ADP e ai sussidi settimanali, oltre agli indici ISM e alla fiducia dei consumatori.

In Europa, i dati flash di inflazione di settembre e i PMI finali guideranno le aspettative sulla BCE, con Investec che prevede un rialzo limitato dei prezzi ma nessun cambiamento di politica. La Germania testerà il mercato con un’asta da 5 miliardi, mentre Spagna e Francia seguiranno con collocamenti.

In Asia, riflettori sulla Cina con i PMI di settembre, attesi in lieve miglioramento, e sul Giappone con l’indagine Tankan e discorsi della BoJ. In Australia, la RBA dovrebbe mantenere i tassi stabili in attesa di dati sull’inflazione, mentre la RBI in India affronterà pressioni contrastanti legate alle tariffe USA. La Corea del Sud pubblicherà dati su commercio e inflazione, l’Indonesia aggiornerà su inflazione e bilancia commerciale. A Hong Kong, focus sulla resilienza dei consumi.

Un’agenda fitta che testerà la narrativa di resilienza globale nonostante tariffe e rischi geopolitici.



Source link

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese