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EcoSanfra accende Perugia: l’Umbria immagina la sua energia futura


La seconda edizione del festival si è chiusa nell’Auditorium di San Francesco al Prato con due panel organizzati dalla Camera di Commercio dell’Umbria sulle comunità energetiche e le strategie al 2050, seguiti da uno spettacolo teatrale 

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Perugia, 28 sett. 2025 – EcoSanfra 2025, sottotitolato “Frate Sole – Il sole come fonte di vita ed energia”, ha portato per tre giorni Perugia al centro di un confronto tra cultura, sostenibilità e innovazione. Nella splendida cornice dell’Auditorium di San Francesco al Prato – uno dei luoghi più suggestivi della città, capace di lasciare senza fiato – si è svolta una seconda edizione ancora più ricca della precedente.

Il festival vede tra i co-organizzatori la Camera di Commercio dell’Umbria e vanta come partner Fattoria Creativa, Mea Concerti e Regusto. Una sinergia che ha permesso di combinare contenuti di alto profilo, spettacoli e momenti di partecipazione collettiva, confermando Perugia come centro di sperimentazione culturale e sociale.

La visione della Camera di Commercio dell’Umbria

Il presidente Giorgio Mencaroni ha aperto i due panel organizzati dalla Camera di Commercio dell’Umbria a fuoco il ruolo dell’ente: “Abbiamo deciso con grande convinzione di essere co-organizzatori di EcoSanfra, perché il nostro programma camerale ha due pilastri fondamentali: la transizione ecologica e quella digitale. La Camera è impegnata con bandi, attività di supporto, comunicazione e informazione sulle comunità energetiche rinnovabili, strumenti che possono dare all’Umbria una straordinaria occasione di rilancio della propria competitività. Vogliamo che la doppia transizione diventi il tassello che renda la nostra regione una delle migliori dove vivere e lavorare”.

Un indirizzo netto, che ha dato respiro ai due panel successivi, incentrati su temi decisivi: il ruolo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e le strategie necessarie per affrontare la decarbonizzazione al 2050.

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Comunità energetiche, il motore del cambiamento

Il primo panel ha affrontato “Il ruolo strategico delle Comunità Energetiche Rinnovabili per le imprese e il territorio – i progetti e le esperienze in Umbria”.

Il Segretario Generale della Camera Federico Sisti ha ricordato che “nelle Cer la parola chiave è comunità: la coesione tra enti e imprese rappresenta un vero fattore di sviluppo economico”.

L’assessore regionale all’Ambiente Thomas De Luca ha ammesso: “L’Umbria è in ritardo, ma a ottobre contiamo di approvare la legge regionale sulle aree idonee ad accogliere le CER”.

Il presidente della “Sezione regionale di controllo” della Corte dei Conti dell’Umbria, Antonello Colosimo, ha parlato – amaramente – di un cambio di percezione: “Il Green Deal è passato dall’essere uno slogan vincente a un grido di dolore”.

Dal fronte nazionale la presidente della Fondazione CER Italia Silvia Chiassai Martini ha messo in guardia: “Tra qualche anno resteranno solo le comunità più forti e strutturate. L’Italia ha bisogno di ritrovare spirito comunitario come già in Spagna e Germania”.

Il direttore generale di Arpa Umbria Alfonso Morelli ha annunciato o sviluppo di una CER pubblica in grado di riunire enti e istituzioni regionali, trasformando sedi e strutture in un hub energetico condiviso.

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La commercialista Antonella Pulci ha sottolineato i nodi fiscali ancora irrisolti, mentre Giovanni Rubini, assessore del Comune di Narni e rappresentante di Felcos, ha portato l’esperienza dell’associazione dei Comuni umbri, attiva in progetti di cooperazione internazionale, educazione alla cittadinanza globale e governance sostenibile.

Nella seconda parte del panel si sono alternati rappresentanti delle associazioni di categoria umbre, che hanno raccontato esperienze concrete di CER nate dalla collaborazione tra settori diversi. Un segnale positivo di apertura e di innovazione, con parole chiave ricorrenti come sicurezza energetica, decarbonizzazione e senso di comunità.

Scenari energetici al 2050

Il secondo incontro, “Consumi energetici e fonti rinnovabili al 2050: prospettive e strategie”, ha spostato l’attenzione verso gli scenari futuri.

Nel suo intervento introduttivo, Federico Sisti ha osservato: “La grande instabilità geopolitica e il nuovo corso della politica americana mettono in dubbio la possibilità concreta di raggiungere la neutralità energetica al 2050, obiettivo cardine dell’Unione europea”.

A seguire, Alessandra Scognamiglio (Enea, presidente AIAS) ha illustrato il contributo della ricerca scientifica all’integrazione delle rinnovabili, mentre Franco Cotana (AD Rse S.p.A.) ha evidenziato la necessità di una pianificazione industriale coraggiosa e di lungo periodo. Infine, Matteo Caroli (Luiss) ha insistito sul ruolo della formazione manageriale e sulla capacità delle imprese di trasformare le strategie in scelte competitive.

Il dibattito ha evidenziato una certezza: senza un approccio sistemico e senza stabilità geopolitica, il traguardo del 2050 rischia di restare sulla carta.

Tra parole, musica e futuro

EcoSanfra non si è fermato alla dimensione energetica. Il festival ha dato spazio anche a riflessioni culturali, come il dialogo sul linguaggio come strumento di pace con Paolo Iabichino e fra Marco Moroni, che hanno richiamato la responsabilità delle parole nel costruire convivenza e futuro.

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La manifestazione si è chiusa con lo spettacolo “Il Canto per la Terra”, un intreccio di musica e teatro ispirato a Fratello Sole e al messaggio universale del Cantico delle Creature, a ottocento anni dalla sua composizione. Un epilogo suggestivo, capace di fondere emozione e spiritualità, lasciando il pubblico con un senso di appartenenza e di impegno collettivo.

Un’eredità che resta

EcoSanfra 2025 ha confermato che la doppia transizione ecologica e digitale non è un tema tecnico riservato agli addetti ai lavori, ma una sfida che riguarda imprese, istituzioni e cittadini.

Grazie al contributo della Camera di Commercio dell’Umbria, co-organizzatrice insieme ai partner del festival, e al confronto con esperti di primo piano, l’edizione appena conclusa ha acceso i riflettori su un futuro che parte dall’Umbria ma guarda lontano.

Il messaggio è chiaro: la vera energia del domani non è soltanto quella prodotta da sole e vento, ma quella generata da una comunità coesa e consapevole, capace di costruire sviluppo e qualità della vita.

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