[Korazym.org/Blog dell’Editore, 27.09.2025 – Paolo Rivelli] – In verità, il richiamo di Forbes che qualifica il Meridione non più come periferia, ma come motore strategico, s’innesta su radici antiche: quelle del meridionalismo ottocentesco e novecentesco, che già denunciava le ingiustizie del suo tempo e proponeva vie d’emancipazione.
Fu Giustino Fortunato a osservare, già nella seconda metà dell’Ottocento, che il Mezzogiorno versava in una condizione di «sopruso» rispetto al Nord — non solo per carenza d’industria, ma per il dominio politico e finanziario che strozzava le forze locali. Con lui scrittori come Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino avviarono le inchieste che diedero voce alla “questione meridionale” come problema nazionale.
Poi venne l’opera di Ettore Ciccotti (fine Ottocento/inizi Novecento), che nel suo Mezzogiorno e Settentrione accostò la realtà sociale e materiale del Sud con uno sguardo critico: villaggi rurali poverissimi, latifondi sterili, uso del lavoro infantile, classi plebee oppresse dall’ignoranza e dal bisogno. Lì, nel contrasto tra grandi proprietari e masse contadine, la “Questione” era già scritta nelle pietre, nei campi arsi, nelle case di fango.
Nella prima metà del Novecento, il meridionalismo trovò nuove voci: Francesco Saverio Nitti, con Nord e Sud, denunciò il fardello fiscale che gravava sui meridionali e l’industria settentrionale che prosperava anche grazie al mercato interno meridionale; Gaetano Salvemini, donando ai popoli del Sud dignità morale e storica, pose le basi per un meridionalismo “critico” che non chiedeva solo carità, ma responsabilità e protagonismo.
Ecco dunque l’orizzonte d’oggi: quando Forbes narra che il Sud sperimenta una crescita di startup +160 % in dieci anni, mostra che quelle aspirazioni non sono venute meno: la periferia che resiste diventa laboratorio di idee, capace di sperimentare agritech, servizi digitali, infrastrutture verdi.
Se il Sud oggi ha la possibilità di trasformarsi da sede marginale a pivot strategico – non per volontà esterna, ma per forza interna – è perché ha saputo raccogliere il testimone dei meridionalisti: non più lamentazioni, ma visioni concrete.
Se la memoria storica dunque alimenta il presente, allora non resta che chiedersi: in che modo il Sud, oggi, saprà farsi protagonista d’una rinascita nazionale? Quale intreccio saprà costruire tra radici e innovazione, tra identità e futuro?
Così, nelle pieghe del presente che Forbes illumina, risplende l’eco delle idee ottocentesche: non un Sud ricorrente al passato, ma un Sud che sa rialzarsi con la forza della sua storia e della sua promessa.
Oggi, i venti mutati dell’innovazione spirano dal Mezzogiorno d’Italia, dove una nuova visione si fa largo – non più come promessa lontana, ma come motore palpabile d’un cambiamento nazionale. Così recita la voce autorevole di Forbes Italia, nel loro articolo Il Sud Italia da periferia a motore strategico per il Paese, che mette in luce come Catania, Napoli, Bari, Lecce e Palermo non siano più città periferiche, ma hub d’innovazione e sperimentazione.
Nei dieci anni trascorsi, il numero delle startup italiane è raddoppiato: ma nel Sud la crescita è stata addirittura del 160 %. In alcune regioni i progressi sono ancor più eclatanti: la Campania ha registrato un +330 %, mentre il Molise, pur tanto atteso, ha siglato un +250 %. Numeri che narrano non scene isolate, bensì un mutamento strutturale.
Gli autori del pezzo osservano che il Sud non cresce “nonostante” le sue fragilità, ma anche – e forse soprattutto – “grazie” alle sue peculiarità, alle difficoltà che generano soluzioni audaci. Si parla di Intelligenza Artificiale applicata ai servizi pubblici, di agritech che condona la scarsità idrica, di modelli sostenibili che nascono laddove le condizioni sono più severe.
Si afferma così che il Sud incomincia a fungere da laboratorio d’idee replicabili, ponte naturale fra l’Italia, l’Europa e il bacino mediterraneo. Un’innovazione che nasce dal limite, ma che intende espandersi oltre.
Sorge, però, un interrogativo che Forbes non tace: manca ancora una regia nazionale che trasformi queste sacche di brillantezza in strategia condivisa. Non serve che emergano figure di punta – che pure servono – bensì che si costruisca un tessuto d’azione che colleghi territori, capitali, idee, attori sociali.
In verità, il Sud ha un vantaggio “geografico e storico”: crocevia nel Mediterraneo, con radici di scambi antichi e vocazione naturale per la connettività culturale e infrastrutturale. Se un’innovazione regge in Sicilia, nella sua complessità irrigua, sociale e logistica, essa potrà adattarsi anche altrove.
Ed è forse questa la lezione più alta: che il Meridione non sia più chiamato a inseguire, bensì a guidare. Non più periferia, ma fulcro strategico – non come appellativo retorico, ma come scelta ragionata di futuro.
Foto di copertina: Il 16 e 17 ottobre 2025, l’Università degli Studi di Messina–Polo Universitario Papardo ospiterà la Terza edizione del Sud Innovation Summit “AI for Future 2025. Formazione, innovazione e competenze per il domani”. Il Sud Innovation Summit è uno degli eventi più significativi dell’anno, che si tiene annualmente nella Città di Messina, dedicato all’innovazione, alla digitalizzazione, alla tecnologia e allo sviluppo imprenditoriale nel Sud Italia, fondato da Roberto Ruggeri, promosso dal Comune di Messina e patrocinato dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID), dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).
A ingresso gratuito e no profit, il Sud Innovation Summit è una piattaforma fondamentale per confrontarsi, creare opportunità e stimolare la crescita nel Mezzogiorno, per startup, imprese, investitori, esperti e professionisti del settore, università e istituzioni, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra ecosistemi, stimolare nuove collaborazioni, favorire la trasformazione digitale e il progresso economico del Sud.
Il tema scelto per quest’anno – “AI For Future” – punta ad un’attenzione particolare al ruolo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nello sviluppo delle competenze e delle strategie necessarie ad affrontare le sfide del futuro.
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