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ecco le novità e le disposizioni


Con l’avvicinarsi della campagna olearia 2025/2026, è fondamentale una chiara comprensione delle nuove dinamiche che regolano la gestione della sansa, in particolare per quanto riguarda i contratti di conferimento agli impianti di biogas. L’impegno di FOA – Frantoi Oleari Associati è stato finalizzato a fornire alle imprese frantoio una serie di informazioni utili per applicare a proprio vantaggio tutte le novità introdotte dal Decreto del 7 agosto 2024. L’obiettivo è garantire che la sansa mantenga il suo valore economico e che le imprese siano pienamente preparate a comprendere i requisiti previsti per la certificazione di sostenibilità, generalmente richiesta agli operatori della filiera energetica.

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Un primo punto da chiarire, che occorre sempre ribadire, riguarda la natura stessa della sansa. È fondamentale sottolineare che la sansa possiede un valore intrinseco per la produzione di diversi prodotti: dall’olio di sansa, alla mangimistica, fino alla produzione energetica. È necessario supportare le imprese frantoio affinché gestiscano la sansa come una risorsa e non come un problema. Essa resta e rimane un sottoprodotto, a condizione che – come previsto dalla normativa – siano rispettati i requisiti specifici per ciascun canale di conferimento.

Per ogni canale di conferimento, il frantoio oleario deve essere consapevole di gestire un sottoprodotto. I requisiti da rispettare sono chiari: devono prevedere un utilizzo certo, la possibilità di impiego diretto senza ulteriori trattamenti industriali, l’integrazione nel ciclo produttivo e un utilizzo conforme alle normative vigenti. La classificazione come rifiuto si verifica solo nel caso in cui anche uno solo di questi requisiti non venga soddisfatto.

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La Certificazione: Una Nuova Forma di Collaborazione

La principale novità che i frantoi devono comprendere riguarda la certificazione di sostenibilità. L’adesione al Sistema Nazionale di Certificazione di Sostenibilità è obbligatoria per il biometano che beneficia di incentivi e per gli impianti di biogas con potenza termica superiore a 2 MW. Questo non significa che i frantoi debbano certificare autonomamente la propria azienda. Al contrario, è stata introdotta una dinamica di “certificazione di gruppo”, nella quale gli impianti di biogas agiscono come “coordinatori” e il frantoio ne diventa parte integrante.

In questo nuovo contesto, il frantoio si impegna formalmente a far parte della filiera, sottoscrivendo un accordo con l’impianto al quale conferisce la sansa. Gli obblighi specifici includono la fornitura di una dichiarazione di sostenibilità per ogni lotto di sansa ceduto, generalmente su un modello fornito dal coordinatore del gruppo, e un’autodichiarazione annuale per confermare la congruità dei quantitativi conferiti rispetto alla produzione aziendale complessiva. Un ulteriore requisito essenziale è la conservazione delle registrazioni sulla tracciabilità della biomassa per almeno cinque anni.

Di per sé, con l’obbligo di tenuta del Registro Telematico, il frantoio non è tenuto a compiere ulteriori azioni: è già in grado di adempiere a questo obbligo. Anzi, tali informazioni, essendo di natura dichiarativa, sono già disponibili per gli Organismi di Controllo attraverso il Portale dell’olio di oliva del Masaf: una nuova forma di collaborazione

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È importante sottolineare – come abbiamo dovuto ribadire più volte ai produttori di biogas – che un frantoio può cedere la sansa a più impianti e quindi far parte di più gruppi, salvo il caso in cui si avvalga di mediatori, circostanza che preclude tale possibilità. E’ comunque necessario conservare per 5 anni tutta documentazione amministrativa (DDT e Fatture) che dimostrino la cessione del sottoprodotto.

L’Impatto delle Sentenze e la Preparazione Strategica

Un altro elemento di novità che merita attenzione riguarda le recenti sentenze del Consiglio di Stato. Queste hanno stabilito che la sansa umida non può essere utilizzata per produrre “biometano avanzato” che beneficia di un doppio incentivo nel settore dei trasporti. È tuttavia cruciale non confondere il valore complessivo della sansa. Le sentenze hanno un impatto limitato su una porzione ristretta di impianti e non compromettono la valorizzazione della sansa per la produzione di energia elettrica o per il biometano destinato a usi diversi dai trasporti. Il valore della sansa rimane inalterato sul mercato e non si giustifica un ribasso delle offerte. L’impegno di associazioni come FOA è orientato a garantire che la sansa venga riconosciuta per il suo pieno valore energetico.

Per prepararsi al meglio alla prossima campagna, si suggerisce un approccio proattivo. È opportuno informarsi tempestivamente presso i partner abituali, gli impianti di biogas, per comprendere le loro procedure di certificazione e i documenti richiesti. La preparazione della documentazione necessaria, come la visura camerale, il contratto di cessione e la scheda tecnica del sottoprodotto, è un passo fondamentale. In un contesto in cui la corretta gestione e la tracciabilità sono diventate centrali, l’informazione e la collaborazione sono gli strumenti principali per ogni frantoio.

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L’impegno per una gestione etica dei sottoprodotti di frantoio

La nostra attività di supporto alle imprese ha già prodotto ottimi risultati sul campo. La nostra associazione regionale sarda, ad esempio, si è attivata tempestivamente per affrontare, insieme agli impianti di biogas presenti sul territorio e interessati all’acquisto della sansa, tutti i dubbi interpretativi che inevitabilmente sorgono quando si devono applicare nuovi adempimenti.

La capacità di creare una rete per la definizione condivisa di contratti e modalità di conferimento ha permesso di superare serenamente ogni fraintendimento, stabilendo rapporti equi nel rispetto dei principi etici che sono fondamentali in ogni relazione commerciale.

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Recentemente siamo intervenuti anche per risolvere alcune difformità riscontrate in Toscana e, in stretta collaborazione con il CIB – Consorzio Italiano Biogas, siamo riusciti a chiarire alcuni equivoci riguardanti i requisiti di certificazione delle imprese. Come già evidenziato, tali requisiti ricadono principalmente sugli impianti che producono energia e non sui produttori di sansa. Attualmente stiamo superando alcune criticità segnalate dai nostri associati nel Lazio e in Abruzzo.

Le raccomandazioni di FOA Italia

Alla luce di queste importanti novità, suggerisco alcune raccomandazioni pratiche: l’obiettivo è duplice: preparare i frantoi ad affrontare la prossima campagna di frangitura con consapevolezza e professionalità e, soprattutto, a valorizzare al meglio la sansa. In un contesto in cui la corretta valorizzazione dei sottoprodotti sono diventate centrali per la sostenibilità economica delle imprese, l’informazione e la collaborazione sono strumenti essenziali di ogni frantoio. Per il raggiungimento di questi obiettivi si ribadiscono le seguenti raccomandazioni:

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  • Valorizzare la Sansa: La sansa è un sottoprodotto di valore, non un rifiuto, a patto che vengano rispettati i requisiti per il suo utilizzo specifico.
  • Gestione della Certificazione: Non devi certificare la tua azienda in autonomia. Potrai far parte di una “certificazione di gruppo” coordinata dall’impianto di biogas a cui conferisci il materiale.
  • Adempimenti richiesti: Ti impegnerai formalmente a far parte di una (o anche più di una) filiera sottoscrivendo un accordo. Dovrai fornire una dichiarazione di sostenibilità per ogni lotto e un’autodichiarazione annuale sui quantitativi.
  • Tracciabilità: È obbligatorio conservare le registrazioni sulla tracciabilità della biomassa per almeno cinque anni, un requisito che il Registro Telematico già aiuta a soddisfare.
  • Valore di mercato: Le recenti sentenze del Consiglio di Stato non influenzano il valore complessivo della sansa, che rimane un’importante risorsa energetica.
  • Approccio Proattivo: Contatta gli impianti di biogas con cui collabori per capire le loro procedure di certificazione e preparare in anticipo la documentazione necessaria, come la visura camerale, il contratto di cessione e la scheda tecnica del sottoprodotto.
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  • Sfrutta le reti associative: Associazioni come FOA possono aiutarti a creare una rete di collaborazione per definire contratti equi e superare eventuali incomprensioni.



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