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Marche al voto: 6 i candidati ma è sfida Acquaroli-Ricci su sanità e trasporti


Si vota nelle Marche domenica 28 e lunedì 29 settembre per eleggere il nuovo presidente di regione e i nuovi membri del consiglio regionale. Sei i candidati alla presidenza della Regione. Il centrodestra candida il governatore uscente Francesco Acquaroli (FdI), sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati,  e liste civiche come ‘I marchigiani per Acquaroli’ e ‘Civici Marche-Acquaroli presidente’. Per il centrosinistra scende in campo Matteo Ricci (Pd), europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro, sostenuto dal Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e da liste civiche come ‘Progetto Marche’, al cui interno ci sono alcuni esponenti di Italia Viva, da ‘Avanti con Ricci’, dove ci sono alcuni candidati di Più Europa, da ‘Pace Salute Lavoro’, di cui fa parte anche Rifondazione Comunista, e infine la lista civica ‘Matteo Ricci Presidente’. L’unico partito di opposizione che non sostiene la candidatura di Ricci come presidente è Azione. Oltre ad Acquaroli e Ricci, ci sono poi altri quattro candidati: Claudio Bolletta per Democrazia Sovrana Popolare, Lidia Mangani per il Partito Comunista Italiano, Beatrice Marinelli per la lista “Evoluzione della Rivoluzione” e Francesco Gerardi per Forza del Popolo. Nessuno di quest’ultimi si era candidato alle scorse elezioni regionali del 2020.

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Se in campagna elettorale a fare da padrona è stata la sanità (Acquaroli ha promesso la costruzione di tre nuovi ospedali e cinquanta punti salute mentre Ricci ha puntato sul rilancio della sanità territoriale e del welfare) nei programmi emergono anche temi quali infrastrutture e trasporti e lotta ai cambiamenti climatici. Per Acquaroli c’è un intento di ‘continuità’ con quanto fatto, proponendo la prosecuzione della ricostruzione post-sisma, investimenti per i giovani e la promozione del turismo. Ricci, invece, propone un cambiamento radicale, proponendo il contrasto allo spopolamento delle aree interne e una forte identità europeista fondata su diritti, pace e cooperazione.

CLIMA E AMBIENTE – Sul tema ambientale emergono due approcci distinti. Ricci propone un vero e proprio Piano d’azione per il clima, con l’obiettivo di estendere i PAESC (Piani di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima) a tutti i Comuni, puntando sul “consumo di suolo zero”, sulla rigenerazione urbana e su una revisione complessiva delle normative regionali in materia di acqua, rifiuti, aria e parchi. Alle azioni tradizionali affianca anche l’idea di sviluppare smart grid e di favorire la decarbonizzazione, incluso l’uso dell’idrogeno verde nei trasporti. Il presidente uscente Francesco Acquaroli rivendica invece l’approvazione del Piano Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici 2024-2030, che punta a rafforzare la resilienza del territorio. Propone inoltre interventi mirati alla valorizzazione del verde urbano, progetti di micro-forestazione e una maggiore connessione tra parchi e aree protette, con l’avanzamento del percorso verso l’istituzione del Parco nazionale del Conero. Le altre candidature, come quella di Claudio Bolletta, assumono un approccio più critico nei confronti delle politiche europee sul clima, viste come penalizzanti per le imprese e i costi energetici. Per Lidia Mangani, Beatrice Marinelli e Francesco Gerardi, invece, non emergono programmi specifici sul contrasto al cambiamento climatico nei documenti consultati.

TRASPORTI E INFRASTRUTTURE – In questo ambito, i due principali candidati presentano differenze di impostazione. Acquaroli insiste sul completamento delle grandi opere viarie: Galleria della Guinza, Pedemontana, “Uscita Nord” del porto di Ancona, la Salaria, la Fano-Grosseto e il raddoppio della Orte-Falconara. A ciò aggiunge il progetto del Polo intermodale Marche, che mira a integrare porto, aeroporto e interporto all’interno dei corridoi europei. Ricci, invece, punta soprattutto sulla manutenzione programmata e condivisa con enti locali e nazionali e su un modello di sviluppo intermodale. La sua visione privilegia la logistica, la digitalizzazione dei servizi e la collaborazione con l’aeroporto di Perugia, per rafforzare la connessione turistica e commerciale dell’asse Marche–Umbria. Claudio Bolletta e gli altri candidati non propongono piani settoriali strutturati in materia di grandi infrastrutture, concentrandosi piuttosto su critiche al peso dei costi energetici e delle politiche europee.

MOBILITÀ SOSTENIBILE E TRASPORTO PUBBLICO – Sul trasporto pubblico e la mobilità sostenibile, le differenze sono nette. Matteo Ricci propone un biglietto unico regionale integrato in un’app capace di mostrare orari, posizione e affollamento dei mezzi, insieme a sistemi di scontistica, card e buoni mobilità. Intende integrare meglio bus e treni, avviare un servizio di trasporto a chiamata per le aree interne e completare la Ciclovia Adriatica con le relative piste vallive. Ha inoltre annunciato la volontà di rendere gratuito il trasporto scolastico fino alle superiori, per sostenere le famiglie. Anche Acquaroli valorizza il biglietto unico e la bigliettazione elettronica (sistema MARTA), con un forte investimento nel rinnovo del parco mezzi a basse emissioni e nella realizzazione di poli di interscambio. Nel suo programma la mobilità è pensata soprattutto come parte di una pianificazione più ampia, con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’accessibilità per le aree interne e le categorie fragili. Gli altri candidati non presentano un programma dettagliato sulla mobilità sostenibile: nelle piattaforme di Bolletta, Mangani, Marinelli e Gerardi, il tema resta marginale o assente.

AGRICOLTURA – In campo agricolo, le differenze riguardano soprattutto il modello di sviluppo. Ricci punta a un “patto” tra agricoltura, ambiente e comunità, con misure che vanno dal sostegno ai giovani agricoltori tramite fondi di credito agevolato e sportelli digitali, fino alla promozione delle filiere corte e degli accordi vincolanti di filiera. Propone inoltre la creazione di un fondo per stabilizzare i redditi agricoli e la valorizzazione delle produzioni DOP, IGP e biologiche. Un punto caratterizzante del suo programma è il disincentivo agli allevamenti intensivi e il sostegno a forme di allevamento estensivo e rispettose del territorio. Acquaroli insiste invece su un rafforzamento dell’agricoltura biologica e integrata, con pratiche di agroforestazione, rotazioni sostenibili e una gestione più attenta della risorsa idrica. Prevede un fondo per l’agricoltura verde, accompagnato dalla semplificazione burocratica della PAC 2023-2027 e da un sistema di governance locale attraverso GAL e distretti. Bolletta propone la creazione di una banca pubblica delle sementi, per preservare le tipicità e ridurre la dipendenza dalle multinazionali. Le altre candidature non presentano invece proposte dettagliate su agricoltura e politiche alimentari.

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