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Expo 2025, Emilia-Romagna protagonista a Osaka — Imprese


Inaugurato ad aprile scorso in Giappone, l’esposizione universale ospitata ad Osaka è un evento che riunisce oltre 150 paesi per raccontare la propria identità. Ogni esposizione universale è una lente attraverso cui il mondo osserva se stesso. È un luogo in cui i paesi si interrogano sul senso e sulla direzione del proprio sviluppo. 

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L’edizione 2025 lancia una sfida alla comunità internazionale, quella di progettare il futuro delle nostre società. Pensare ad un ecosistema che metta insieme in modo armonico salute e benessere, inclusione e sostenibilità, tecnologia e umanità. Nell’edizione 2025, tutti i paesi sono chiamati a presentare la propria idea di futuro, contribuendo a comporre un mosaico complesso di prospettive e progetti.

Il tema scelto “Designing Future Society for Our Lives” chiama a raccolta direttamente i nodi cruciali del nostro tempo. L’Italia risponde con la volontà di raccontarsi partendo dal titolo del padiglione. L’arte rigenera la vita, che racchiude l’intero orizzonte dell’ingegno italiano.

E dentro questo grande palcoscenico, l’Emilia-Romagna porterà la sua voce dal 21 al 27 settembre. Sarà un’occasione per mostrare al pubblico internazionale la ricchezza e la pluralità di una regione che incarna al meglio lo spirito del nostro paese, come sottolinea il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale

L’Italia è da sempre protagonista assoluta di Expo. Il genio, il talento, la cultura italiana, la nostra gastronomia sistematicamente rappresentano uno dei luoghi più ricercati del mondo. L’Italia è anche un luogo plurale, un luogo delle regioni e l’Emilia-Romagna è sicuramente una delle regioni più avanzate e più innovative d’Europa. E per questo, dentro allo stand Italia, sarà protagonista di una straordinaria settimana dal 19 al 26 settembre. Terremo insieme la cultura, la grandissima tradizione con la notte del maestro Pavarotti fino al balletto, il liscio e tutte le espressioni della cultura contemporanea del patrimonio.

Ci saremo con la nostra manifattura da Ferrari e Ducati fino a tutto il lavoro straordinario di tutta la Motor Valley ma dell’industria emiliano-romagnola in tutti i suoi settori di eccellenza e tutta la ricerca industriale abbinata a questo. Ci saremo ovviamente con la nostra straordinaria enogastronomia. Ci saremo, diciamo, con tutta la società emiliano-romagnola che insieme racconterà che cos’è questa terra, che cos’è il nostro paese e quali grandi opportunità si aprono in questo territorio in ogni angolo del mondo.

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Le parole del presidente De Pascale ci restituiscono l’immagine di un’Emilia-Romagna che vivrà all’Expo di Osaka come un’occasione per raccontarsi al mondo.

Un racconto che vuole trasmettere l’idea di una comunità aperta capace di innovare senza dimenticare le proprie radici, di dialogare con il mondo portando sempre con sé la propria identità. Sarà l’occasione ideale per rinnovare il legame con il Giappone e più in generale con l’Asia orientale. Di tutto questo abbiamo parlato con Antonio Fiori, professore associato del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna che ci ha aiutato a leggere il significato di queste connessioni e a capire quale ruolo potrà giocare l’Emilia-Romagna all’Expo di Osaka.

Quando parliamo del rapporto tra l’Emilia-Romagna e il Giappone e più in generale con l’Asia orientale dobbiamo immaginarlo come un tessuto ricco fatto di molti fili intrecciati. Non è una relazione che si muove soltanto sul piano economico né soltanto su quello culturale. La sua forza sta proprio nella capacità di tenere insieme entrambe le dimensioni e di trasformarle in qualcosa di più ampio e duraturo.

Se guardiamo alla dimensione economica avvalorata dal fatto che nel 2023 il commercio bilaterale tra Italia e Giappone ha raggiunto i 13,5 miliardi di euro è evidente che anche le imprese regionali hanno trovato in questi mercati interlocutori attenti e strategici. Il Giappone, ma anche la Corea del Sud e la Cina, sono piazze dove la qualità viene riconosciuta e l’Emilia-Romagna è sinonimo proprio di questo di eccellenza, di innovazione di capacità di coniugare tradizione e modernità. I settori sono tanti dalla meccanica di precisione all’agroalimentare, dalla motoristica alla moda.

Ogni volta che un prodotto dell’Emilia-Romagna entra in questi mercati, porta con sé una storia di ricerca, di cura artigianale di creatività. E dall’altra parte trova partner che non sono semplicemente clienti, ma veri alleati nello sviluppo e nella crescita. Ma il quadro non sarebbe completo se ci fermassimo qui perché esiste anche un’altra dimensione quella culturale e accademica che negli ultimi anni è diventata sempre più importante.

Le nostre università hanno costruito relazioni stabili con atenei giapponesi e asiatici dando vita a programmi di scambio per studenti e ricercatori. Centri di ricerca della regione collaborano con istituzioni scientifiche di primissimo livello condividendo conoscenze e lavorando insieme su temi che vanno dalla tecnologia alla sostenibilità. E le istituzioni locali non restano ai margini, partecipano attivamente a questo processo creando un ecosistema in cui la dimensione economica si intreccia con quella culturale e con quella istituzionale.

È un intreccio fatto di scambi commerciali e di investimenti certo, ma anche di riconoscimento reciproco, di curiosità, di apertura verso prospettive diverse. È un modo per conoscersi meglio per apprezzare non solo ciò che si produce ma anche ciò che si è. Perché quando un’impresa entra in un nuovo mercato porta con sé un pezzo della propria cultura e quando un’università stringe una collaborazione contribuisce a costruire ponti di comprensione e di fiducia.

Da questa convergenza dall’unione tra economia cultura e istituzioni nasce una percezione positiva dell’Italia e dell’Emilia-Romagna. È un’immagine di territorio innovativo, affidabile capace di guardare al futuro senza rinunciare alla propria identità. E proprio questo sarà evidente a Osaka in occasione dell’Expo. Lì la regione potrà mostrarsi non soltanto come un luogo di eccellenza produttiva ma anche come uno spazio di dialogo, di creatività e di cooperazione internazionale.

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Potrà dimostrare di essere non solo un partner economico di grande valore ma anche una realtà capace di tessere legami umani e culturali, solidi, che durano nel tempo. In fondo il rapporto con il Giappone e con l’Asia Orientale è questo. Una relazione fatta di economia e cultura, di pragmatismo e di visione. 

Una relazione che cresce, non perché si limita a rispondere a una domanda di mercato, ma perché si fonda sul riconoscimento reciproco, su fiducia e sulla voglia di costruire insieme nuove opportunità.

Ma come si presenta l’Emilia-Romagna all’Expo 2025 di Osaka? Certo non per elencare eccellenze o prodotti ma per raccontare un’identità viva che si svela attraverso atmosfere, suoni, materiali, luci e colori. Un percorso pensato per farsi attraversare.

Qui la regione non si spiega, si fa percepire grazie ad un racconto che si svela da sé. Il valore più profondo della partecipazione dell’Emilia-Romagna all’Expo di Osaka si ritrova nell’esposizione di ciò che essa è e nella possibilità di far vivere ciò che diventerà. È un invito a comprendere come un territorio possa trasformarsi in esperienza condivisa.

In questo senso, ogni visitatore non è un osservatore ma un testimone. Un compagno di viaggio nella capacità di un territorio di rigenerarsi, reinventarsi e dialogare con il mondo. 

Stefano Gangli, direttore creativo dell’Agenzia di Comunicazione Signed, il cui team ha dato forma a questo concept, ci svela come e perché la regione abbia scelto di raccontarsi in questo modo, con un linguaggio che è insieme poetico e concreto, sensoriale e culturale.

Siamo partiti dalla considerazione che l’Emilia-Romagna è una terra complessa e allo stesso tempo completa. Presentare tutte le sue eccellenze, peraltro di settori molto diversi tra loro, ha richiesto lo studio di una narrazione che di tante diversità facesse un unico concept espositivo. Considerati gli spazi a disposizione, estremamente articolati, l’idea è stata quella di proiettare il visitatore in un viaggio che, se all’inizio è costituito da affacci tematici, diventa poi un momento più immersivo e trasversale.

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Un viaggio che a tratti è poetico e a tratti ha un ritmo più serrato, ma con la volontà di catturare l’attenzione del visitatore e soprattutto di regalare qualcosa al visitatore stesso, cioè di trasferire una sorta di emozione “Emilia-Romagna”. Quasi un po’ volerlo confondere in mezzo a una così tanta varietà di qualità, tecnologia, ambiente, cibo, culture e così via. Un momento particolare del progetto è stato quello di capire se esporre anche oggetti fisici, ma sarebbe stato difficile escludere qualcosa.

Quindi la scelta è caduta sulla volontà di esporre le produzioni più sensazionali che l’Emilia-Romagna propone, che ovviamente qui non anticipiamo, e che è stata comunque un’ulteriore scelta strategica per catturare il visitatore.

Un concept immersivo, quindi, che ha richiesto l’adozione di tecnologie di esposizione complesse e dell’arte effetto scenografico, che abbiamo completato con il progetto di una identità visiva coordinata che ha permesso la realizzazione di un linguaggio identificativo della partecipazione dell’Emilia-Romagna all’Expo di Osaka.

Questa è la prima tappa del cammino dell’Expo 2025 che l’Emilia-Romagna condivide con il mondo e con ogni individuo. Se volete seguirne gli sviluppi, restate con noi. Altre storie, altre voci e altre prospettive ci aspettano lungo il percorso.



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