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quando le utility diventano fulcro della credit industry « LMF Lamiafinanza


In Borsa Italiana si svolgerà il 4° CvUtilityDay, evento ormai consolidato come punto di riferimento per la filiera del credito e il mondo delle utility. Promosso da Credit Village in collaborazione con La Scala Società tra Avvocati, il convegno vuole affrontare le sfide emergenti di un comparto in trasformazione, ponendo al centro il ruolo del credito deteriorato, la digitalizzazione, le nuove tecnologie e le sinergie tra operatori. Qui il link al sito ufficiale: CvUtilityDay

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L’obiettivo dichiarato è ambizioso: rispondere alla domanda “Il mercato delle Utility può essere il futuro della credit industry?”, e offrire scenari concreti e strumenti operativi.

Il mercato delle utility come asset di credito: opportunità e rischi

Negli ultimi anni le utility europee hanno mostrato una ripresa significativa. Come rilevato da Gabelli, il settore utilities ha registrato performance superiori al mercato, trainato da domanda elettrica crescente e da una relativa protezione rispetto alle tariffe commerciali sugli input energetici. Mario J. Gabelli investitore e gestore italoamericano, molto noto a Wall Street e fondatore e CEO di GAMCO Investors  sottolinea come le principali aziende integrate del settore stiano pianificando nuovi investimenti da oltre 160 miliardi di euro per accelerare la transizione energetica e modernizzare le reti.

Tuttavia, il settore non è immune ai rischi: S&P Global già nel suo outlook del 2024 osservava come il debito delle società utility e la pressione sui flussi di cassa potessero generare tensioni se i tassi d’interesse restassero elevati. Un’ulteriore evidenza arriva da Scope Ratings, che stima un forte incremento delle capex (investimenti infrastrutturali) nelle reti elettriche, mettendo in discussione la capacità di autofinanziamento delle aziende più piccole.

A livello globale i trend di fusione e acquisizione (M&A) nel comparto “Energy & Utilities” indicano che il segmento è sotto pressione: i promotori investono per guadagnare scala, agilità e capacità finanziaria. PwC segnala che in risposta alla domanda energetica e agli obiettivi Net Zero, le società stanno riallocando asset e riposizionando i portafogli.

In questo contesto, le utility diventano attori attrattivi per le società creditizie e i servicer, che vedono nel debito “utility-backed” un profilo relativamente stabile, con garanzie associate alle infrastrutture regolamentate.

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Focus su credito deteriorato e gestione degli asset

La prima parte del CvUtilityDay vedrà la round table sul credito deteriorato (NPL/NPE) nel settore utility: portafogli, strategie di recupero, valutazione dei rischi e performance attese. Interverranno figure di rilievo come Federico Bisogni (IREN), Andrea Carrer (Enel) e Davide Pelizzari (A2A).

L’intento è mettere in luce best practice applicabili al mondo utility: bilanciamento tra azioni stragiudiziali e giudiziali, uso di modelli predittivi, strumenti di incentivazione e metriche chiave (KPI). È una scommessa: se le utility possono gestire portafogli NPL come un asset finanziario, diventa possibile costruire modelli creditizi più sostenibili e relazioni più resilienti con i clienti finali.

Tecnologia, automazione, IA: il motore della rivoluzione

La seconda sessione sarà dedicata al digitale, moderata da Marco Cozzi (Qualco). I relatori provengono da realtà diversificate (ENI Plenitude, doValue, ENGIE, Gruppo HERA) e il fulcro sarà su business automation, AI e data enrichment applicati al credito utility.

Una presenza attesa è quella di Amon Ghaiumy, CEO di Ophelos Limited, società AI acquisita da Intrum: la sua esposizione illustrerà come modelli predittivi avanzati possono anticipare il deterioramento, segmentare la clientela e ottimizzare i percorsi di recupero.

Il tema riflette una tendenza globale: in ambito energetico, molte utility stanno trasformando le proprie reti in smart grid e adottando tool digitali per migliorare gestione e resilienza. Deloitte, nel suo “Power & Utilities Outlook 2025”, segnala che il settore è tra quelli con la crescita occupazionale più rapida, grazie all’adozione di nuove competenze e tecnologie.

L’adozione di AI non è solo automazione, ma anche previsione: minimizzare i rischi di insolvenza anticipando i segnali deboli. Tuttavia, esperti del settore avvertono: non basta la tecnologia, serve cultura interna e governance per evitare errori sistemici.

Piccole e Medie Utilities: flessibilità e sperimentazione

Nel pomeriggio, uno spazio sarà dedicato alle PMU (Piccole e Medie Utilities), realtà territoriali che spesso possono innovare più rapidamente dei grandi gruppi. Moderata da Marco Contini (La Scala), la sessione affronterà strategie differenziate, modelli di tariffazione locali e gestione crediti in territori diversificati.

In passato, il CvUtilityDay ha già ospitato interventi su “tutela del credito” e contenzioso tra venditori, distributori e letture presunte (CMOR), temi che rimangono centrali nelle utility italiane. Per queste realtà, serve un equilibrio tra rigore e flessibilità per non gravare troppo sul cliente finale.

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Networking, formazione e valore aggiunto

Uno dei punti di forza del CvUtilityDay è la capacità di fare rete: aziende, servicer, avvocati, operatori del credito e professionisti si confrontano, creano contatti, sviluppano partnership. Tra i relatori figurano Antonello Abis (CallMia), Simone Caraffini (SI Collection), Paola Maggio (Nova Aeg) e altri che operano su più fronti del mondo utility/credito.

La chiusura dell’evento sarà affidata agli strumenti di ADR (Alternative Dispute Resolution): mediazione e modalità innovative di risoluzione delle controversie per contenere tempi e costi di contenzioso, tema cruciale in un settore dove i clienti, spesso famiglie o piccole imprese, sono al centro.

L’associazione con l’Ordine degli Avvocati di Milano, che accredita 3 crediti formativi alla partecipazione, rafforza l’attrattività dell’evento per professionisti del diritto che desiderano aprirsi al mondo utility/credito.

L’evento arriva in un momento delicato: le utility europee sopportano costi di investimento straordinari per decarbonizzazione e rete. Entity come ING segnalano che i flussi di capex pesano sui bilanci, creando tensioni sulla sostenibilità dei modelli traditional. S&P e Scope avvertono che i margini operativi potrebbero essere messi sotto pressione in scenari di tassi alti o instabilità regolatoria.

Sul fronte internazionale, il mercato dei private credit sta crescendo e le utility nel contesto infrastrutturale sono sempre più target. Il Financial Times evidenzia come gli investitori di capitali privati cerchino opportunità nelle utility distribuendo rischio e rendimento.

Ma esistono anche critiche: la focalizzazione sul credito deteriorato può distogliere attenzione dai problemi strutturali delle reti o dai rischi regolatori. E l’adozione dell’IA e automazione richiede governance robusta per non introdurre bias o errori algoritmici.

Se l’evento saprà evolvere da momento di confronto a centro propulsore di collaborazioni concrete, potrà contribuire a ridefinire i modelli operativi e finanziari del settore. In un mondo dove la transizione energetica richiede capitali e efficientamento, il credito utility potrebbe diventare non solo un’opportunità, ma uno dei pilastri del nuovo panorama finanziario europeo.

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