PAVIA. Bruxelles cancella la zona di restrizione III, quella con le regole più severe che bloccavano la movimentazione dei maiali. E accende una luce nel tunnel in cui erano finiti gli oltre 70 allevamenti suinicoli della provincia di Pavia, bloccati ormai da due anni dalla Psa. Virus che ha messo in ginocchio un comparto che prima della peste suina africana valeva circa 219 milioni di euro e dava lavoro a 400 persone. E che ora conta un centinaio di lavoratori in cassa integrazione per i quali la misura è finita da tempo e danni per circa 15milioni di euro.
Le nuove regole
Stando al provvedimento della Commissione europea che ha accolto, almeno in parte, le richieste presentate dal commissario straordinario alla Psa Giovanni Filippini, 16 Comuni del nostro territorio provinciale passano in zona I e 167 Comuni finiscono in zona II, 97 dei quali finora si trovavano in zona III. Significa un allentamento delle misure di restrizione e la possibilità di riaccasamento, cioè di ripopolamento di stalle vuote ormai da troppo tempo.
Perché va ricordato che nel 2023 i suini erano 240mila e ora sono circa 60mila, 103.750 sono stati abbattuti in quanto si trovavano in allevamenti sede di focolaio. E così, in un quadro desolante, con aziende segnate dall’azzeramento dei guadagni, dall’aumento dei costi di gestione e quindi dal rischio di default economico, con conseguenze anche di natura sociale, appare come una boccata di ossigeno la decisione della Commissione che ha comunque mantenuto blindata la provincia di Pavia a causa del ritrovamento, nell’ultimo periodo, di due cinghiali infetti, a Torre de’ Negri e a Giussago.
Per il via libera incondizionato, in base alla normativa, è necessario che, per 12 mesi, non ci siano casi di suini con Psa o ritrovamenti di cinghiali con virus.
Però intanto si può ripartire e riaprire allevamenti compromessi anche da fenomeni speculativi all’interno della filiera.
«I nostri suini sono venduti a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato», sottolinea Alberto Lasagna, direttore di Confagricoltura, e Natale Colombo, funzionario dell’associazione, ricorda che se il valore è di 2,20 euro al chilo, ora, ai capi provenienti dalle zone di restrizione, viene applicato il prezzo di 1,60 al chilo, con una perdita di 0,60.
«Si parla di una perdita media di 100 euro a suino, 13mila per ogni camion (da circa 130 maiali) destinato al macello – precisa Colombo -. È chiaro che, in questa situazione, speravamo che un maggior numero di Comuni entrasse in zona I».
«Auspichiamo di uscire dalla zona II in tempi molto rapidi e che si possa correre perché il periodo estivo, quello più critico, quest’anno non ha manifestato criticità – aggiunge Lasagna -. La nostra provincia resta quella ancora più penalizzata dalle restrizioni. Ora stanno arrivando gli acconti degli indennizzi al 30 novembre 2024. È stato pagato il 70%, circa 7 milioni».
Punto di svolta
Insomma il provvedimento di Bruxelles segna una svolta per il comparto suinicolo, ma si continua a guardare al futuro con il fiato sospeso.
«Il passaggio in zona di restrizione II per la quasi totalità della provincia rappresenta un ottimo risultato per gli sforzi fatti in questi due anni, soprattutto da parte delle aziende – sottolinea Paola Fugagnoli, direttrice di Cia -. La ripartenza sarà però difficile perché non mancheranno le speculazioni da parte dei trasformatori ed è improbabile tornare ai numeri del comparto pre Psa. Per questo è urgente prevedere misure di sostegno al credito per le imprese e implementare lo stanziamento di fondi per gli indennizzi da novembre 2024 ad oggi».
«Questo allentamento delle restrizioni è un primo passo importante, ma ora continuiamo a lavorare per ridare una prospettiva di futuro ai nostri allevatori – sottolinea Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti – Sono stati loro, infatti, i primi a compiere enormi sforzi per fronteggiare un’emergenza innescata dalla diffusione incontrollata dei cinghiali, a cominciare da un ulteriore incremento dei livelli di biosicurezza negli allevamenti. È però altrettanto indispensabile che vengano assicurati al più presto tutti gli indennizzi per tutti i danni accertati agli imprenditori agricoli colpiti, coprendo le perdite dovute sia agli abbattimenti sia al fermo aziendale forzato».
Gli allevamenti vuoti, sede di focolaio, per ripopolare devono presentare richiesta ad Ats e, prima di riprendere le attività, prevedere un periodo con maiali sentinelle per verificare che la carica virale sia esaurita.
Sono 167 in Comuni in “zona due” e 16 meno a rischio
Sono 167 i Comuni che ora si trovano in zona di restrizione II stando al nuovo regolamento della Commissione europea. In zona di restrizione, quella con meno regole, ci sono invece 16 centri.
Ecco i Comuni in zona II: Ponte Nizza, Bagnaria, Brallo, Menconico, Zavattarello, Romagnese, Varzi, Val di Nizza, Santa Margherita Staffora, Cecima, Colli Verdi, Godiasco, Casei Gerola, Frascarolo, Gambarana, Mede, Suardi, Torre Beretti e Castellaro, Villa Biscossi, Rocca de’ Giorgi, Lomello, Montalto Pavese, Montesegale, Pieve del Cairo, Borgo Priolo, Bressana, Barbianello, Ferrera Erbognone, Rivanazzano, Zinasco, Silvano Pietra, Torrazza Coste, Retorbido, Sannazzaro, Calvignano, Carbonara, Cava Manara, Codevilla, Cervesina, Galliavola, Corvino San Quirico, Corana, Mornico, Casatisma, Bastida Pancarana, Castelletto di Branduzzo, Borgoratto, Casteggio, Fortunago, Rocca Susella, Redavalle, Lungavilla, Robecco Pavese, Mezzana Rabattone, Pinarolo Po, San Martino, Pizzale, Torricella Verzate, Mezzana Bigli, Montebello, Oliva Gessi, Pieve Albignola, Pancarana, Pietra de’ Giorgi, Santa Giuletta, Verretto, Sommo, Voghera, Cornale e Bastida, Rea, Verrua Po, Montescano, Canneto Pavese, Casanova Lonati, Bosnasco, Santa Maria della Versa, Stradella, Lirio, Cigognola, Campospinoso, Castana, Broni, Golferenzo, Montù Beccaria, Montecalvo, Zenevredo, Rovescala, San Damiano al Colle, Volpara, Borgo San Siro, Bereguardo, Marcignago, Magherno, Dorno, Pavia, Albuzzano, Alagna, Badia Pavese, Gambolò, Landriano, Breme, Casorate Primo, Costa de’ Nobili, Villanterio, Tromello, Gravellona Lomellina, Giussago, Vellezzo Bellini, Valle Salimbene, San Zenone, Vidigulfo, Vigevano, Trivolzio, Sant’Alessio, Siziano, Scaldasole, Villanova d’Ardenghi, San Genesio, Vistarino, Garlasco, Battuda, Arena Po, Albaredo Arnaboldi, Miradolo Terme, Borgarello, Gropello Cairoli, Bornasco, Cura Carpignano, Cassolnovo, Belgioioso, Copiano, Filighera, Certosa, Lardirago, Ceranova, Portalbera, Pieve Porto Morone, San Cipriano, Santa Cristina, Sartirana Lomellina, Rognano, Zeccone, Torre d’Isola, Mezzanino, Ottobiano, Torre de’ Negri, Inverno, Linarolo, Corteolona, Zerbo, Zerbolò, Spessa, Trovo, Semiana, Travacò, Valeggio, Gerenzago, Olevano di Lomellina, Mortara, Cilavegna, Castello d’Agogna, Parona, Cergnago, Ceretto Lomellina, Albonese, Nicorvo, San Giorgio.
Sono invece in zona I: Bascapè, Torrevecchia, Torre d’Arese, Roncaro, Marzano, Chignolo, Monticelli, Palestro, Robbio, Cozzo, Candia, Velezzo, Valle Lomellina, Langosco, Zeme, Sant’Angelo. —
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