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Smettiamo di guardare il fundraising per la cultura come leva economica: è un atto di partecipazione civica


«Oggi sappiamo che la cultura non è solo un patrimonio da tutelare, ma un vero motore di sviluppo economico e sociale»: Marianna Martinoni sintetizza così il perché della nascita di CulturaLab, un comitato dedicato al fundraising culturale che verrà presentato il 26 settembre a Padova. È frutto dell’incontro tra TerzoFilo- fundraising per lo sviluppo del non profit guidato da Martinoni insieme a Silvia Aufiero e Chiara Schiavon e La bottega del fundraising – Progetto cultura di Elisabetta Favaron. «Il futuro della cultura nei prossimi anni si giocherà sulla capacità di costruire alleanze solide con comunità, imprese e territori. Le organizzazioni culturali avranno sempre più bisogno di competenze e strumenti di fundraising», spiega. CulturaLab, così, unisce competenze, territori e professionisti per portare strumenti di fundraising, formazione e consapevolezza nel mondo della cultura. «Abbiamo scelto la forma del comitato perché è agile e adatta alla costruzione di piccoli incontri, spazi di scambio, occasioni di crescita collettiva», afferma Martinoni, che di CulturaLab è la presidente.

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La visione del fundraising per la cultura

Cura, come quella sartoriale, attenta e su misura. Visione, quella che serve per vedere oltre il presente. Comunità, perché nessun progetto culturale esiste davvero senza un territorio che lo sostiene. Sono queste le tre parole chiave che guidano da dieci anni TerzoFilo, nato nel 2015. «Il nome non è casuale: TerzoFilo rimanda al Terzo settore, ma anche al “filo” come metafora del lavoro sartoriale, fatto di attenzione, ascolto e costruzione su misura per ogni realtà», dice Martinoni. E aggiunge: «TerzoFilo è nato dall’esperienza di tre donne, me compresa, che si erano conosciute proprio lavorando nel mondo del sociale, sociosanitario e della ricerca».

Il fundraising come leva per il futuro della cultura

Dieci anni fa il mondo culturale non era ancora pronto a investire seriamente nel fundraising culturale. Il vero cambiamento arriva quando i finanziamenti pubblici iniziano a diminuire drasticamente. Ricorda Martinoni: «Qualche anno fa ministeri, regioni, province, comuni… tutti hanno iniziato a tagliare fondi. È lì che le organizzazioni culturali si sono rese conto che non si può più contare solo sul pubblico». Il fundraising diventa allora un’opportunità. TerzoFilo si mette al fianco delle realtà come festival musicali, teatri e progetti legati al patrimonio culturale del territorio con l’obiettivo di portare nel settore culturale strumenti già testati altrove, traducendoli con sensibilità.

Spesso la cultura fa fatica a vedersi come una “buona causa”. Ma lo è. Pensiamo a quanto può incidere sul benessere, sull’educazione e sull’identità dei territori

Marianna Martinoni, presidente CulturaLab

«Spesso la cultura fa fatica a vedersi come una “buona causa”. Ma lo è», prosegue Martinoni, «pensiamo a quanto può incidere sul benessere, sull’educazione e sull’identità dei territori. Mi viene in mente il lavoro che abbiamo fatto per il Teatro civico di Schio, chiuso per anni e riaperto grazie all’impegno della comunità che abbiamo accompagnato nel progetto di fundraising ma soprattutto nel costruire un teatro che fosse davvero parte del territorio. Hanno creato una comunità vera, attiva e coinvolta intorno a un pezzo storico della loro città».

Laboratorio teatrale, Teatro Civico di Schio (foto Luigi de Frenza)

Donare per la cultura è un atto sociale, non solo economico

Negli ultimi anni dieci anni, grazie all’introduzione dell’Art Bonus, del 5 per mille alla cultura e del crowdfunding, il fundraising culturale ha cambiato pelle. «L’Art Bonus ha modificato il modo di dialogare con le aziende e i cittadini, andando oltre la sponsorizzazione e aprendo la strada a vere donazioni sostenute da incentivi fiscali», spiega Martinoni, «il 5 per mille alla cultura ha dato visibilità alle realtà culturali all’interno di uno strumento riservato di solito al sociale o alla ricerca. È stato un modo per dire: “questa organizzazione cultirale è così importante per me che le affido il mio 5 per mille”. E, infine, il crowdfunding che nel settore culturale funziona benissimo, permette di raccontarsi e di costruire un rapporto diretto con chi sostiene. Ogni donatore si sente parte del progetto».

Quando un cittadino dona per restaurare un affresco o sostenere un festival, sta facendo una scelta culturale e sociale. Sta dicendo: questa cosa è importante per me.

Marianna Martinoni, presidente CulturaLab

Ma per Martinoni la differenza più grande è di prospettiva con cui si lavora nel fundraising culturale: «La sponsorizzazione è una transazione: ti do qualcosa, ma in cambio voglio visibilità. Il fundraising, invece, è relazione: ti sostengo perché credo in ciò che fai. Quando un cittadino dona per restaurare un affresco o sostenere un festival, sta facendo una scelta culturale e sociale. Sta dicendo: questa cosa è importante per me e voglio che continui a esistere».

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Immagine per la campagna 5 per mille del Teatro stabile del Veneto (Foto TSV)

Dunque oggi il fundraising culturale non è solo una leva economica ma un atto di partecipazione civica. La chiave di tutto, secondo Martinoni, è l’idea che il fundraising non sia marketing, né mera ricerca di fondi, ma costruzione di senso collettivo. «Quando una persona dona per sostenere un progetto culturale, non lo fa solo per generosità. Vuole far parte di qualcosa. Vuole vedere un cambiamento, contribuire a costruire un’identità condivisa».

In questo senso il fundraising culturale si avvicina molto a quello per il sociale. Infatti conclude Martinoni: «È la stessa logica: si parte da un bisogno, si coinvolge una comunità, si costruisce insieme una risposta che parte dal basso. Non si raccogli solo denaro. Si raccolgono persone, relazioni e fiducia. E questo vale per la cultura tanto quanto per il sociale».

La sponsorizzazione è una transazione: ti do qualcosa, ma in cambio voglio visibilità. Il fundraising, invece, è relazione: ti sostengo perché credo in ciò che fai

Marianna Martinoni, presidente CulturaLab

Oggi dunque il fundraising culturale è atto di partecipazione civica. È un processo sociale, non solo economico. E la cultura, oggi più che mai, ha bisogno di tutto questo.

In apertura un momento del progetto culturale CONsonanTE della Fondazione Scuola di Alto Perfezionamento Musicale (Foto Consonante)

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