Nell’ambito del prossimo pacchetto sul Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034, la Commissione Ue ha presentato ieri – 23 settembre 2025 – a Bruxelles le sue proposte per la futura Politica Agricola Comune al Consiglio Agrifish.
Tra queste figurano un regolamento sulla Pac post 2027, proposte di modifica dell’Organizzazione Comune dei Mercati e del programma Ue per le scuole.
I ministri agricoli dell’Unione hanno ascoltato la presentazione della Commissione e hanno tenuto un primo dibattito sulle proposte, esprimendo le loro opinioni iniziali sulla futura Pac, in larga maggioranza contrarie alla proposta della Commissione e in almeno quatto punti:
- Il taglio del budget Pac, che passa dai 378 miliardi della programmazione 2020-2027 ai 300 miliardi garantiti previsti per la 2028-2034: il 20% in meno a valori correnti;
- Il Fondo Unico con le politiche di coesione, che crea problemi di distintività tra politiche agricole e politiche sociali mettendo in palio potenzialmente altri 457 miliardi che di fatto potrebbero essere assegnati all’agricoltura, ma non necessariamente;
- La nazionalizzazione delle politiche innescata dagli accordi di partenariato Ue–Stati membri che non hanno ad oggetto solo la Pac e consentono la nascita di improprie attività di concorrenza tra filiere agricole all’interno dell’Unione;
- Una semplificazione che non soddisfa le attese.
Una posizione, quella espressa a Bruxelles dal Consiglio Agrifish ieri, che fa il paio con il parere fortemente negativo dell’Europarlamento di Strasburgo, come puntualmente riportato da AgroNotizie®.
La posizione della presidenza danese
Dal vertice – che si conclude oggi – smorza i toni il presidente di turno del Consiglio Agricoltura e pesca, il ministro danese per l’agricoltura Jacob Jensen, che in una nota ufficiale diffusa ieri ha affermato: “I negoziati sulla futura Politica agricola comune sono molto importanti per la presidenza danese. Pertanto, nelle prossime tre riunioni del Consiglio esamineremo in modo approfondito i diversi temi che daranno forma alla futura Pac”.
Inoltre, Jensen ha sottolineato: “Dobbiamo garantire una politica a prova di futuro. In particolare, come spianare la strada ai giovani agricoltori, creare incentivi per la transizione verde, garantire la sicurezza alimentare, adottare soluzioni innovative e, non da ultimo, semplificare”.
Parole che sembrano riecheggiare quelle pronunciate durante il vertice dal ministro italiano all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che – con toni molto più duri – ha sottolineato come si sia ancora molto lontani dal traguardo: l’architettura della nuova Pac post 2027.
Le conclusioni dell’Agrifish sulla Pac
In particolare, ricordando le conclusioni del Consiglio approvate dai ministri dell’Agricoltura nel dicembre 2024, diversi ministri hanno chiesto una Pac separata e indipendente, composta da due Pilastri e dotata di un bilancio adeguato e separato, affinché la politica possa raggiungere i suoi obiettivi in materia di sicurezza alimentare, ambiente e competitività.
Secondo la nota ufficiale dell’Agrifish “Molti ministri dell’agricoltura hanno ritenuto che i finanziamenti per l’agricoltura previsti nella proposta della Commissione non fossero sufficienti, mentre alcuni hanno espresso preoccupazione per la complessità delle norme proposte”.
Inoltre, sempre secondo la nota ufficiale “Alcuni ministri dell’Agricoltura si sono concentrati anche su alcuni elementi positivi delle proposte, come un maggiore grado di flessibilità, semplificazione, ricambio generazionale e pagamento per i fabbisogni nazionali”.
Infine, la presidenza ha informato il Consiglio che sta pianificando discussioni ministeriali nelle future riunioni del Consiglio, incentrate sulla Pac dal punto di vista della sua architettura verde, della sicurezza alimentare e dell’innovazione.
La posizione contraria dell’Italia
A sostenere la posizione dell’Italia durante il Consiglio Agrifish di ieri, di netta contrarietà alla proposta della Commissione, è stato il ministro Lollobrigida, che – parlando ai colleghi dell’Unione – ha sottolineato come “Con questa proposta che ci viene dalla Commissione, dobbiamo prendere atto che stiamo buttando a mare 60 anni di politica agricola comune e soprattutto c’è il rischio di minare, rendere impossibile una sovranità alimentare che non può che basarsi a livello europeo su una strategia condivisa su Stati che investono su un’indicazione di carattere europeo sul rafforzamento del nostro settore primario”.
Alla bordata contro la nazionalizzazione delle politiche agricole comuni, il ministro italiano ha fatto seguire un durissimo colpo al progetto di far confluire i fondi per la Pac in un Fondo Unico: “Non possiamo accettare che la Pac confluisca in un Fondo Unico – ha affermato Lollobrigida – perché significherebbe rendere indeterminato l’investimento sulle produzioni”.
Sul taglio netto al budget Pac per il 2028-2034, il ministro italiano ha tuonato: “E poi, con un bilancio europeo che aumenta significativamente (fino a 1.984 miliardi di euro contro i 1.200 della programmazione 2021-2027, pari a +65,4% Ndr), non possiamo accettare che ci sia una riduzione di investimenti sulla Politica Agricola Comune”.
E per Lollobrigida nella proposta della Commissione piange anche il piatto della semplificazione della Pac: “In più quello che leggiamo non è una diminuzione delle complicazioni sulla gestione degli interventi, anzi probabilmente su alcuni ambiti addirittura il contrario”. In più il ministro italiano ha detto chiaramente che “Non condividiamo che ci sia la scelta di dividere le norme che governano la Pac su diversi regolamenti“.
Consequenziale la chiosa dell’intervento dell’Italia all’Agrifish. “A mio avviso – ha sottolineato Lollobrigida – bisogna partire dalla consapevolezza che siamo lontani dal traguardo, molto lontani dal traguardo e bisogna provare a cambiare da subito l’approccio, perché io credo che le nostre realtà produttive, i nostri agricoltori debbano sentirsi rassicurati almeno da questo consesso, che ci sia un giudizio unanime sulla necessità di modificare l’impianto finora presentato”.
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