La transizione energetica passa anche, se non soprattutto, dall’industria. Un’affermazione per certi versi scontata, ma le cui conseguenze di scontato hanno ben poco… Infatti, se ottimizzare la produzione e il consumo di energia in ambito domestico presenta un coefficiente di difficoltà, quello da considerare nel comparto industriale è enormemente superiore. Oltre che dover fare i conti con ambiti di applicazione di dimensioni spesso molto rilevanti, la trasformazione energetica comporta dei rischi ben maggiori: le industrie operano in ambiti competitivi, e quindi i costi del cambiamento energetico potrebbero causare sul momento delle difficoltà economiche prima che i benefici inizino a fare effetto.
Pressione crescente sulle imprese
Dell’argomento si occupa un recente report realizzato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) dal titolo “Energy Management for Industry – Driving efficiency implementation”. La premessa è che i recenti sconvolgimenti e le incertezze globali stanno esercitando una pressione crescente sulle imprese di tutto il mondo. Ciò spinge i governi a puntare sempre di più sull’efficienza energetica per promuovere la competitività industriale, aumentare la resilienza delle imprese, proteggere i posti di lavoro, ridurre la pressione sulle reti e migliorare la sicurezza energetica.
“Fornire programmi o pacchetti di politiche di gestione energetica guidati dal governo per l’industria – si legge nel report – è uno dei modi più rapidi ed economici per garantire un’implementazione rapida e continua dell’efficienza energetica. Incoraggiando e supportando le aziende nell’adozione di soluzioni di gestione energetica, i governi possono contribuire a garantire riduzioni della domanda energetica e risparmi sui costi, oltre a ulteriori benefici per le aziende e la società”.
Le responsabilità dell’industria
Senonché, l’AIE evidenzia che i progressi verso l’obiettivo di raddoppiare entro il 2030 il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica stanno rallentando e proprio l’industria, in quanto principale motore del consumo energetico globale, rappresenta una delle maggiori cause di questo rallentamento. A sua volta ciò è dovuto a due fattori che si verificano parallelamente:
Non mancano, però, ragioni che alimentano un moderato ottimismo. “Investire maggiori risorse nell’efficienza energetica industriale presenta un chiaro vantaggio. La gestione dell’energia – ovvero il monitoraggio, l’analisi, il controllo e l’ottimizzazione proattivi e sistematici dell’energia – integra efficacemente l’efficienza energetica nelle pratiche aziendali e fornisce un approccio strutturato che identifica in modo efficace le opportunità e aumenta il tasso di implementazione”.
La stima dei possibili risparmi con la gestione energetica
In particolare, nel report si sottolinea che la gestione energetica nelle aziende industriali consente di ottenere risparmi energetici medi superiori al 10% entro i primi tre anni di implementazione. Ma un numero crescente di aziende sta ottenendo risparmi ancora maggiori, pari o superiori al 30%, “con molte delle misure adottate a basso costo o addirittura a costo zero”. Ne consegue la stima che, nei soli Paesi membri dell’AIE, allineare le prestazioni energetiche di tutte le aziende a quelle del 25% delle aziende più efficienti dal punto di vista energetico potrebbe ridurre i costi energetici industriali totali fino a 600 miliardi di dollari all’anno.
Eppure, nonostante questi vantaggi, l’adozione e l’utilizzo efficace della gestione energetica nell’industria rimangono moderati. L’AIE ritiene che “con ulteriori interventi politici entro il 2035, si potrebbero generare circa 20 EJ di risparmi aggiuntivi, particolarmente significativi nell’industria leggera. Ciò equivale alla metà della domanda finale totale dell’Unione Europea nel 2023. Aggiungendo una maggiore adozione dei risparmi abilitati dall’Intelligenza Artificiale, si potrebbe ottenere un ulteriore aumento dei risparmi fino a 8 EJ”.
Vantaggi dall’implementazione della gestione energetica
Tornando ai vantaggi che vengono offerti dall’implementazione della gestione energetica nel comparto industriale, nel report si spiega che una maggiore efficienza aumenta in varie maniere la produttività. Si va dal maggiore utilizzo della capacità produttiva delle apparecchiature a una maggiore capacità produttiva grazie a processi più efficienti, tenendo conto anche dei costi di produzione inferiori.
Una maggiore efficienza energetica nelle industrie significa anche:
- un migliore utilizzo delle risorse,
- una riduzione dei tempi di fermo delle apparecchiature e delle fermate non pianificate,
- una riduzione dei costi di manutenzione,
- una potenziale riduzione del personale necessario per il funzionamento e il monitoraggio.
“È stato inoltre dimostrato che l’efficienza aumenta la salute e la sicurezza dei lavoratori, riducendo l’incidenza di infortuni sul lavoro, l’assistenza sanitaria e i costi assicurativi”.
Benefici sulle reti energetiche
Un altro aspetto da considerare è che l’efficienza energetica industriale rappresenta “un mezzo efficace per supportare la stabilità della rete elettrica riducendone la pressione, liberando capacità, facilitando la flessibilità della domanda e migliorando la sicurezza energetica. In media, l’efficienza energetica costa meno della metà rispetto alla costruzione di nuova capacità di generazione e infrastrutture di rete. Inoltre, le misure di efficienza energetica possono anche essere implementate rapidamente, in genere in meno di un anno”.
I benefici sull’utilizzo delle reti energetiche giustificano ancora di più l’attenzione dei governi sull’efficienza del comparto industriale. Da quest’ultimi l’IEA si aspetta “pacchetti di politiche efficaci per la gestione dell’energia che includono una combinazione di misure di regolamentazione, informazione e incentivazione. I Paesi possono sostenere l’adozione della gestione energetica attraverso programmi volontari, tra cui campagne informative, formazione e sviluppo delle capacità, supporto tecnico e incentivi come sussidi, premi e riconoscimenti”.
Le raccomandazioni dell’IEA
Il report si conclude con una serie di raccomandazioni. “Come punto di partenza, i governi potrebbero rivedere le misure di efficienza energetica industriale esistenti, compresi gli attuali programmi di gestione energetica, valutandone l’efficacia, l’adozione e l’allineamento con gli obiettivi nazionali in materia di energia e clima”. Dai risultati di questa revisione scaturiranno gli elementi necessari ai decisori politici per scegliere fra queste due opzioni:
- migliorare i pacchetti di politiche di gestione energetica esistenti, ampliando la copertura, aumentando il supporto o migliorando le caratteristiche di progettazione;
- sviluppare nuovi pacchetti di politiche di gestione dell’energia, in particolare laddove esistono lacune significative, come nella copertura delle piccole e medie imprese, delle catene di approvvigionamento o di specifici settori ad alto impatto.
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