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Mugello, tra promesse non mantenute e urgenze da affrontare come sanità, infrastrutture e sviluppo economico



Elisa Tozzi © ET

Sanità, infrastrutture e un’economia da sostenere: sono queste le tre priorità irrinunciabili per il Mugello, un territorio spesso percepito come periferia, ma in realtà strategico e pieno di potenziale. Una visione che emerge con chiarezza dalle parole di Elisa Tozzi, Consigliere Regionale uscente di Fratelli d’Italia attualmente candidata nel Collegio Firenze 2, che in questa intervista non usa mezzi termini per denunciare le promesse non mantenute e l’urgenza di agire, specialmente in un’area che chiede a gran voce di essere messa al centro dell’agenda politica e non più ai margini.

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Quali sono le tre priorità che non possono essere ulteriormente rimandate per lo sviluppo del Mugello e il benessere dei cittadini che vi risiedono?

Le priorità del Mugello sono chiare e non più rinviabili: sanità, infrastrutture e sostegno al tessuto economico e commerciale. Sul fronte sanitario è indispensabile garantire il diritto alla salute anche nelle aree più periferiche. Marradi, Palazzuolo e l’Alto Mugello non possono continuare a essere territori con un solo medico di base, e l’ospedale di Borgo San Lorenzo non può essere depotenziato. È bene ricordare che le risorse per questo presidio verranno stanziate solo nel 2027-2028, come indicato nell’ultimo bilancio di previsione approvato a luglio, il che significa procrastinare ancora una volta gli interventi, con il rischio che i costi aumentino ulteriormente e i lavori si allunghino senza fine.

Per quanto riguarda le infrastrutture, il Mugello vive da anni di promesse non mantenute e occorre rafforzarle con urgenza: la logistica e la possibilità per le aziende di restare sul territorio dipendono da collegamenti efficienti, ma qui negli ultimi trent’anni non ci sono stati nuovi investimenti significativi. Le opere di compensazione della terza corsia, come la bretella di Firenzuola, non sono ancora completate, e la viabilità interna resta incompleta, come il collegamento della SP8 con Le Croci rimasto fermo. Accanto a questo è fondamentale chiedere conto del mancato rispetto degli accordi sulla Faentina, dai protocolli firmati nel 2017 per la riqualificazione e l’elettrificazione fino ai disservizi quotidiani denunciati dai pendolari, dove gli impegni presi da Sindaci e Regione, soprattutto per l’Alto Mugello, non sono stati concretamente realizzati. L’Alto Mugello, spesso martoriato da frane e criticità geologiche, non può restare isolato: occorre che i cittadini abbiano accesso ai servizi e ai collegamenti necessari per lavorare, studiare e vivere dignitosamente.

Sul fronte economico il Mugello ha aziende agricole, imprese storiche e nuove eccellenze, e bisogna fare in modo che possano restare sul territorio, creando lavoro e prospettive. Occorre sostenere il tessuto produttivo, dall’allevamento alle produzioni vitivinicole emergenti, e allo stesso tempo creare una filiera davvero “Made in Tuscany”, dove il prodotto passa direttamente dal produttore al consumatore, valorizzando qualità, lavoro locale e identità del territorio. Il commercio locale deve restare vivo, e per farlo servono leve fiscali concrete come l’azzeramento dell’IRAP nelle aree marginali, sostegni sui costi fissi tramite crediti d’imposta e il nostro reddito di bottega per chi tiene vivi i centri storici e le comunità più piccole. Basta con le grandi speculazioni dei centri commerciali che impoveriscono i paesi e desertificano le nostre comunità.

Come giudica i suoi cinque anni in consiglio regionale? Si dia un voto.

Mi do un sette e mezzo. Chi fa politica deve essere misurato sulla capacità di dare risposte ai cittadini e, come consigliera di opposizione, trasformare le istanze in risultati concreti non è semplice. Ho sempre mantenuto una presenza costante sul territorio, ho denunciato problemi, portato in aula interrogazioni e mozioni su sanità, ambiente, infrastrutture e trasporti. Cinque anni di esperienza che considero una base solida per continuare.

Qual è l’atto o l’azione politica della quale va più fiera?

Le azioni di cui vado più fiera non riguardano un singolo provvedimento, ma l’insieme del lavoro costante che ho svolto per il Mugello. Tra le mie battaglie più significative c’è il sostegno al tessuto economico e commerciale, con proposte concrete come l’azzeramento dell’IRAP per le attività nelle aree marginali, i crediti d’imposta per i costi fissi e l’istituzione del “reddito di bottega”, strumenti pensati per aiutare imprese, negozi e produttori locali a restare sul territorio e valorizzare una filiera realmente “Made in Tuscany”, dal produttore al consumatore.

Accanto a questo, ho dedicato grande attenzione alla tutela e valorizzazione del territorio, perché il Mugello non è una periferia da sacrificare o una terra di conquista, ma un territorio di grande potenziale. Il Parco delle Foreste Casentinesi, ad esempio, non è solo un patrimonio da difendere, ma un elemento strategico che caratterizza e valorizza tutto il nostro territorio, e va tutelato in prospettiva. La sicurezza del Mugello è stata un altro tema centrale del mio impegno: in qualità di presidente della commissione d’inchiesta sull’alluvione, ho lavorato per fare chiarezza e prevenire rischi futuri, affrontando episodi critici come il disastro ambientale legato alla “discarica fantasma” emersa su Rovigo e Santerno, sottolineando l’urgenza della messa in sicurezza del territorio. Parallelamente, il mio impegno ha portato al non ampliamento della discarica Il Pago, un risultato concreto che ha tutelato la comunità e il territorio.

Un’altra parte importante del mio lavoro riguarda la costante attenzione al trasporto ferroviario e alla Faentina, con atti formali, interrogazioni, mozioni e comunicati pubblici. Interventi essenziali per superare l’isolamento dei territori, ancora oggi penalizzati da frane e criticità geologiche, e garantire ai cittadini l’accesso ai servizi fondamentali.

Parallelamente ho seguito le questioni ambientali ad alto impatto, come il parco eolico di Villore e i progetti su Piancaldoli e Bruscoli, ribadendo che l’Appennino tosco-emiliano non può diventare terra di conquista per impianti ad alto impatto. Ho denunciato pubblicamente i mancati impegni per le infrastrutture, come le opere di compensazione della terza corsia, e ho seguito ogni fase con presenza sul territorio, interrogazioni e mozioni.

La sanità è uno dei tasti dolenti del Mugello. Pochi medici, poche strutture, spesso maltenute. Come si inverte questa deprecabile tendenza?

Serve una svolta politica netta. Bisogna rendere attrattivo lavorare nelle aree interne, con incentivi economici e contrattuali adeguati per medici e infermieri, strutture moderne e servizi funzionanti. Non bastano le Case di Comunità sulla carta: occorre personale, diagnostica e attrezzature. Puntare sulla sanità territoriale e allo stesso tempo rimandare lo stanziamento delle risorse, come accadrà per Borgo San Lorenzo, significa procrastinare, con il rischio di allungare ulteriormente i tempi e aumentare i costi. Ho denunciato le carenze croniche a Marradi, Palazzuolo e in tutto l’Alto Mugello, partecipato a presidi a Borgo San Lorenzo e portato queste istanze in Consiglio. Il diritto alla salute deve essere uguale per tutti: non ci possono essere cittadini di serie A o di serie B.

C’è, a suo avviso, una sottovalutazione del Mugello da parte della sinistra, che governa da sempre la Regione?

Sì, ed è sotto gli occhi di tutti. Il Mugello è stato spesso considerato marginale. Le opere di compensazione della terza corsia restano ferme, la viabilità interna è incompleta, la Faentina non ha visto rispettati i protocolli firmati dai Sindaci, il servizio ferroviario presenta disservizi quotidiani e le promesse di elettrificazione non sono state mantenute. Lo Scudo Verde è pensato per Firenze, ma penalizza chi vive nelle periferie, la sanità è depotenziata e la discarica Il Pago ha segnato anni di incertezze. Tutto questo dimostra che il Mugello è stato trattato come un territorio di serie B, pur essendo strategico per la Toscana.

Cooperazione interregionale: ci spiega perché, potenzialmente, questo progetto potrebbe essere decisivo per il nostro territorio?

Il Mugello ha una posizione strategica come cerniera tra Toscana ed Emilia-Romagna. La cooperazione tra regioni permette di unire risorse, pianificare infrastrutture e trasporti, gestire sanità e tutela ambientale in maniera coordinata. Garantire collegamenti efficienti verso la Romagna, con infrastrutture e trasporto ferroviario funzionanti, significa dare ai cittadini la possibilità di accedere ai servizi, al lavoro e alla vita sociale senza essere penalizzati dalla marginalità geografica. I fondi post-alluvione, la riqualificazione della Faentina e le opere viarie hanno senso solo se affrontati in chiave interregionale, evitando isolamento e inefficienze. Serve un piano speciale per il Mugello, che metta finalmente il territorio al centro delle politiche regionali e non ai margini.

 





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