Licenziata perché aveva difeso l’obbligo vaccinale: l’ex direttrice dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), Susan Monarez, ha denunciato davanti al Senato di essere stata rimossa dall’incarico dopo appena 29 giorni per essersi rifiutata di approvare modifiche alla tabella delle vaccinazioni infantili obbligatorie. “Mi sono rifiutata perché ho costruito una carriera sull’integrità scientifica – ha affermato Monarez nel corso della sua audizione al Senato – La mia più grande paura era approvare qualcosa che riducesse l’accesso a vaccini che salvano la vita. Se diminuisce la fiducia nei vaccini, malattie prevenibili come la poliomielite potrebbero tornare a colpire i bambini”. Durante l’audizione, anche l’ex chief medical officer dei CDC, Debra Houry, ha confermato le continue “ingerenze politiche” nella preparazione delle tabelle per il comitato vaccinale. Le due ex dirigenti hanno denunciato, inoltre, “la marginalizzazione” degli scienziati dell’agenzia e il rischio di vedere “compromessa la protezione sanitaria della popolazione americana”. L’udienza ha messo in luce la battaglia in corso da settimane all’interno dell’agenzia sanitaria pubblica nazionale, nel mirino del Segretario alla sanità Robert F. Kennedy, noto per le sue posizioni no-vax e anti-scientifiche. “Anche sotto pressione, non potevo sostituire le prove con l’ideologia o compromettere la mia integrità. La politica vaccinale deve essere guidata da dati credibili, non da convinzioni predeterminate”.
Anche il GOP si divide?
Monarez, secondo CNN, si sarebbe scontrata più volte con Kennedy Jr. sulle politiche sanitarie: l’ultimo episodio avrebbe riguardato la pubblicazione di una presentazione che – basandosi su dati non verificati – avrebbe collegato l’assunzione di paracetamolo in gravidanza con l’insorgenza dell’autismo nei bambini. I legali di Munarez hanno confermato questa versione, dicendo che il governo avrebbe deciso il licenziamento perché l’ex dirigente si sarebbe rifiutata di “approvare linee guida antiscientifiche e irresponsabili”. “Qui non sono in gioco io – ha sottolineato Monarez, che ha alle spalle una lunga carriera accademica come microbiologa – ma la credibilità e la fiducia nelle istituzioni sanitarie”. La sua testimonianza ha creato non poco imbarazzo anche per Trump, che l’aveva nominata, e per molti repubblicani che, pur avendo votato per confermare la nomina di Kennedy al ministero della Sanità restano critici nei suoi confronti. Diversi esponenti del Congresso inoltre hanno espresso preoccupazione per la crescente riduzione dei tassi di vaccinazioni pediatriche obbligatorie, in particolare contro epatite B, MMR e Covid-19 e un aumento dei focolai di malattie infettive.
Un brusco cambio di rotta?
Nei suoi primi sei mesi da segretario alla Salute, Kennedy ha sconvolto la politica vaccinale degli Stati Uniti, limitando l’idoneità ai vaccini contro il Covid-19, favorito le politiche di esenzione da parte degli stati e smantellato il processo di revisione delle raccomandazioni sui vaccini rimuovendo tutti i 17 membri dell’Advisory Committee on Immunization Practices, sostituendoli con figure anti-vax. Inoltre, ha cancellato 500 milioni di dollari in finanziamenti pubblici per la ricerca e lo sviluppo di nuovi vaccini mRNA, nonostante la comunità scientifica li ritenga sicuri ed efficaci, e ha annunciato che i CDC non raccomanderanno più vaccini contro il Covid per i bambini sani e le donne incinte. Kennedy intende inoltre abolire il Vaccine Injury Compensation Program, un sistema di giustizia federale che protegge i produttori di vaccini dalla responsabilità civile e consente ai pazienti di ricevere un risarcimento in caso di richieste di indennizzo per danni causati dai vaccini, aumentando così il rischio di cause civili contro le case farmaceutiche che, di conseguenza, potrebbero ridurre la produzione. Proprio nei mesi scorsi, nel sud-ovest degli Stati Uniti è scoppiata un’epidemia di morbillo che ha causato decine di contagi e anche il primo decesso da dieci anni a questa parte. Kennedy ha minimizzato la gravità dell’evento e proposto cure prive di basi scientifiche, presentando la vaccinazione come “una scelta personale”. Secondo gli esperti, si tratta dell’epidemia più grave mai verificatasi da quando gli Stati Uniti avevano dichiarato il morbillo ufficialmente debellato, 25 anni fa.
La salute in America è a rischio?
Kennedy ha a lungo sostenuto l’opinione, contraria alle prove scientifiche, che alcuni vaccini somministrati di routine ai bambini causino gravi danni. Gli esperti di sanità pubblica affermano che il suo lavoro come personaggio pubblico ha contribuito al calo dei tassi di vaccinazione e ha esposto un numero crescente di giovani a malattie prevenibili come il morbillo. Le principali società mediche statunitensi tra cui l’American College of Physicians e l’American Public Health Association, hanno chiesto più volte che Kennedy venga sollevato dall’incarico di Segretario alla Salute. Anche i Democratici al Congresso, oltre mille dipendenti attuali ed ex dipendenti del suo dipartimento e due suoi familiari hanno chiesto la sua rimozione. Trump ha mantenuto il suo fermo sostegno a Kennedy, pur mettendo in guardia dal dissuadere le persone dall’utilizzare i “vaccini che funzionano”. Il timore è che se e quando il presidente deciderà di agire, “la maggior parte dei danni sarà già stata fatta”, osserva Lawrence Gostin, docente di diritto sanitario internazionale alla Georgetown University. Il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, ha dichiarato all’inizio di questo mese che lo stato eliminerà tutti gli obblighi vaccinali, compresi i requisiti di ammissione scolastica. “Quello che stiamo vedendo ora è quasi il rovescio della medaglia del Covid”, afferma da parte sua Jennifer Kates, vicepresidente senior dell’organizzazione no-profit per la politica sanitaria KFF. “Allora, il governo si è mobilitato per rendere i vaccini disponibili rapidamente e a velocità record. Ora, stiamo assistendo a un cambiamento radicale nella direzione opposta: stiamo riesaminando le informazioni sui vaccini e riducendone l’accesso in tutto il Paese”.
Il commento
Di Gianluca Pastori, ISPI Senior Associate Research Fellow
“Nella vicenda di Susan Monarez emerge una delle tante fratture che attraversano il movimento MAGA. Se il mondo no-vax si è schierato subito, ‘senza se e senza ma’, a favore di Donald Trump, la sua forza è comunque relativa rispetto a quello di altre anime del movimento stesso. Sul ruolo e l’importanza dei vaccini esiste, inoltre, nell’opinione pubblica un consenso ancora largamente bipartisan. Quello aperto del Segretario alla salute è, quindi, un fronte che, per la Casa Bianca, potrebbe rivelarsi insidioso. La scelta di alcuni Stati di dotarsi di propri protocolli vaccinali, allontanandosi dalle indicazioni dai CDC è un altro aspetto rischioso. Se, da una parte, questa scelta adombra un nuovo possibile scontro con il governo federale, dall’altro una convergenza intorno al tema dei vaccini potrebbe diventare l’occasione per ricomporre la frattura che oggi divide il Partito democratico da una parte potenzialmente importante del mondo repubblicano”.
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