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Arredamento sostenibile: un progetto di ricerca trasforma i tessuti di scarto in materia prima


La transizione verso un’economia circolare si misura dai numeri ma soprattutto dalla capacità di trasformarli in opportunità. Oggi l’Italia si distingue come uno dei paesi più virtuosi in Europa per riciclo e recupero dei materiali con 137 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati, che corrisponde all’85,6% del totale dei rifiuti trattati, con la media UE ferma al 40,8%: un primato che documenta non soltanto l’efficienza del sistema ma anche la crescente consapevolezza di cittadini e imprese. Nel 2023 il 20,8% dei materiali impiegati dall’industria italiana proveniva dal riciclo dei rifiuti, quasi il doppio rispetto alla media europea (11,8%). Ancora più significativo il traguardo raggiunto dal riciclo degli imballaggi che, nello stesso anno, ha raggiunto il 75,3% andando oltre l’obiettivo europeo del 65% al 2025 e quello del 70% al 2030 .

Al netto di questi successi restano, però, ancora aperte altre sfide ambientali come quella della filiera dell’industria tessile che, secondo la Federazione Tessile e Moda di SMI (Sistema Moda Italia), ogni anno produce 3,4 milioni di tonnellate di emissioni globali di gas serra e circa 150.000 tonnellate di rifiuti. È con questa intenzione che nasce “From textile waste to resource: exploring industrial symbiosis opportunities between the textile and the furniture sectors”, progetto di ricerca condotto da un team di 30 ricercatori,  coordinato dalle professoresse Rosa Maria Dangelico e Roberta Pellegrino del Dipartimento di Meccanica Matematica e Management del Politecnico di Bari, in collaborazione con il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Palermo e Natuzzi S.p.A., azienda italiana leader nel settore dell’arredamento. Inoltre, mediante i bandi a cascata, la compagine di progetto comprende anche l’impresa Integrated Sofa Services, società del gruppo Calia Italia che si occupa della ricerca e sviluppo del brand. 

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Finanziato da MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, con il sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso i fondi PNRR, il progetto sviluppa prodotti innovativi come arredi fonoassorbenti realizzati attraverso l’impiego di materie prime seconde derivanti dalla trasformazione di scarti tessili. Con un doppio proposito: aprire la strada a pratiche di simbiosi industriale e favorire la creazione di filiere di produttive circolari fondate sulla collaborazione tra i diversi settori industriali e sulla prossimità territoriale.

“Identificando opportunità e sfide derivanti dall’uso dei rifiuti tessili come input di produzione da impiegare nella realizzazione di prodotti di arredo, il progetto contribuisce alla transizione verso un’economia circolare in settori strategici del Made in Italy attraverso la valorizzazione del rifiuto tessile come input produttivo per il settore arredo”, commentano le professoresse Rosa Maria Dangelico e Roberta Pellegrino, referenti del progetto.

Per identificare strategie di simbiosi industriale efficaci, definire i relativi modelli di business e valutare le performance ambientali ed economiche, “From textile waste to resource: exploring industrial symbiosis opportunities between the textile and the furniture sectors” progetta potenziali filiere simbiotiche, tecnologicamente fattibili ed ecosostenibili, destinate alla produzione di arredi fonoassorbenti a partire da rifiuti tessili, approfondendone diversi aspetti: dallo sviluppo di strumenti di analisi e modellazione dei processi di produzione, alla validazione di modelli di business circolari e all’analisi delle barriere a monte e a valle della catena di fornitura. 

La ricerca ha identificato i principali rischi associati all’adozione di pratiche di economia circolare e le relative strategie di mitigazione.

“L’analisi di casi di studio di imprese operanti nel settore dell’arredo ha evidenziato una maggior rilevanza dei rischi operativi, legati alla disponibilità di materie prime derivanti dalla circolarità, alla difficoltà nella selezione o ricerca di esperti che forniscano servizi di economia circolare e a relazioni inefficienti tra i partner della filiera. Il riciclo dei rifiuti dei processi produttivi e dei prodotti di scarto dei consumatori è percepito dalle imprese analizzate come pratica più rischiosa. L’utilizzo di tecnologie digitali per la tracciabilità delle risorse e la collaborazione e la condivisione delle informazioni con i principali stakeholders hanno un ruolo chiave nella mitigazione dei rischi associati all’utilizzo di pratiche di economia circolare”, afferma Roberta Pellegrino, Dipartimento di Meccanica Matematica e Management del Politecnico di Bari.

Il progetto affronta il tema non soltanto dal punto di vista delle imprese, ma anche dei consumatori, studiandone le percezioni nei confronti di prodotti originati da simbiosi industriale. In particolare, il progetto  si interroga su come i consumatori percepiscano queste pratiche in termini di caratteristiche dei prodotti derivanti da essa (design, comfort, qualità, durata, utilità ambientale), e indaga le intenzioni di acquisto e la disponibilità a pagare un prezzo maggiore per questi prodotti. Il progetto evidenzia, altresì, quali fattori potrebbero aumentare la propensione all’acquisto di prodotti da simbiosi industriale, identificando così utili azioni per le imprese. “I risultati dell’indagine che ha coinvolto più di 1000 consumatori italiani mostrano che un’elevata percentuale è favorevole all’acquisto di un divano derivante da simbiosi industriale (realizzato utilizzando materiali di scarto dell’industria tessile) e ne riconosce l’utilità ambientale. Tuttavia, i consumatori non sono disposti a sacrificare le prestazioni del divano, prima tra tutte il comfort. Per superare le barriere all’adozione di prodotti da simbiosi industriale è necessario ridurre il livello di compromesso richiesto al consumatore – ad esempio attraverso una garanzia estesa, un design attraente ed un’ampia varietà di modelli disponibili – e aumentare il livello di fiducia verso l’impresa o il prodotto – ad esempio attraverso etichette ambientali rilasciate da terze parti e informazioni chiare sull’origine dei materiali utilizzati e sui benefici ambientali.” , dichiara Rosa Maria Dangelico, Dipartimento di Meccanica Matematica e Management del Politecnico di Bari.

Il progetto ha, inoltre, studiato l’impiego di scarti tessili per la realizzazione di pannelli per il settore arredo di cui sono state testate le proprietà fonoassorbenti, dimostrando un miglior assorbimento acustico sull’intera gamma di frequenze e minori impatti ambientali nel ciclo di vita rispetto ad analoghi pannelli in poliuretano. Tali pannelli fonoassorbenti sono stati impiegati nella realizzazione di un prototipo di poltrona da parte dell’azienda Integrated Sofa Services del Gruppo Calia. Con una durata di 36 mesi e il coinvolgimento di università e imprese, l’iniziativa punta a stimolare una maggiore consapevolezza sociale, promuovendo una nuova cultura del valore dei materiali e rafforzando collaborazioni tra diversi attori in un’ottica di economia circolare.

Il progetto si inserisce nello spoke 7 “Modelli di business innovativi e orientati al consumatore per catene di approvvigionamento resilienti e circolari”, coordinato dalla Prof.ssa Ilaria Giannoccaro (Politecnico di Bari), la quale sostiene: “Lo spoke ha l’ambizione di definire un nuovo paradigma competitivo per i settori del Made in Italy, fondato sui principi dell’economia circolare. In questa visione, ciò che un tempo veniva percepito come rifiuto non è più un costo, ma si trasforma in una risorsa capace di creare nuovo valore. La simbiosi industriale diventa così il motore di un cambiamento concreto, una strategia a disposizione delle imprese per crescere in modo sostenibile. Attraverso la ricerca, abbiamo tracciato linee guida che accompagnano le aziende nel percorso di progettazione e applicazione di questo modello innovativo.”

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Gli obiettivi di MICS

L’obiettivo di MICS Made in Italy Circolare e Sostenibile è quello di promuovere la sostenibilità nei settori chiave del Made in Italy, con particolare attenzione a tre settori industriali strategici, quali: abbigliamento-moda, arredamento e automazione. Le azioni principali sono orientate all’innovazione dei processi produttivi attraverso soluzioni digitali; all’implementazione di principi di eco-design per ridurre l’impatto ambientale e allo sviluppo di materiali sostenibili, privilegiando quelli riciclati e riutilizzabili. 

 





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