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Lanciato il piano per l’industria cyber nazionale 2025



L’Italia compie un passo decisivo nella costruzione di un sistema industriale dedicato alla cybersicurezza con l’approvazione del Piano per l’industria cyber nazionale, varato dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) attraverso il Decreto Direttoriale prot. ACN 0320700.


Si tratta di un documento strategico che mette a sistema risorse, strumenti e obiettivi per rafforzare il settore, sostenendo tanto la ricerca quanto le aziende e la formazione di nuove figure professionali.

Il Piano nasce all’interno della Strategia Nazionale di Cybersicurezza 2022–2026, ed è il risultato della collaborazione tra diversi attori istituzionali: oltre all’ACN, sono coinvolti il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD). L’obiettivo è creare un ecosistema sinergico, in grado di coniugare innovazione tecnologica, sviluppo imprenditoriale e tutela della sicurezza nazionale.

Tre assi portanti: ricerca, imprese e capitale umano

Il Piano si articola in tre direttrici principali.

  • Innovazione e collaborazione tra ricerca e industria: favorire il trasferimento tecnologico e rafforzare le infrastrutture scientifiche e digitali.

  • Sviluppo di start-up e PMI: sostenere le giovani imprese innovative, spingendo anche verso l’internazionalizzazione dei prodotti e servizi italiani.

  • Competenze e formazione: promuovere percorsi di alta specializzazione per formare nuove figure professionali nel campo della sicurezza informatica.

Questa struttura permette di affrontare le diverse sfide della cybersicurezza, creando ponti tra università, centri di ricerca e settore privato, con il sostegno di fondi pubblici e programmi europei.

Ricerca e trasferimento tecnologico

Il primo pilastro del Piano è dedicato alla ricerca avanzata e alla collaborazione tra mondo accademico e industria. Viene potenziato il Cyber Innovation Network, che coinvolge università, centri di innovazione e uffici di trasferimento tecnologico con l’obiettivo di trasformare i risultati scientifici in soluzioni concrete per il mercato.

A questo si affianca il Centro Nazionale di Supercalcolo, istituito nell’ambito del PNRR, che punta a rafforzare la capacità italiana nel calcolo ad alte prestazioni, nei Big Data e nel quantum computing. Le infrastrutture realizzate consentiranno di integrare simulazione, raccolta e analisi dei dati, con ricadute non solo sulla sicurezza informatica, ma anche sulla competitività del sistema produttivo.

Il Piano prevede inoltre la costruzione di nuove infrastrutture di ricerca, dalla creazione di archivi scientifici fino allo sviluppo di software e strumenti di comunicazione, e sostiene il Partenariato SERICS, che riunisce esperti di tecnologia, diritto, etica e sociologia per costruire un cyberspazio sicuro e rispettoso dei diritti.

Un capitolo centrale riguarda il trasferimento tecnologico, ambito in cui sono stati già finanziati progetti di ricerca e servizi alle imprese per oltre 3 milioni di euro. Grazie alle risorse del PNRR, nei prossimi anni i centri di competenza e gli European Digital Innovation Hub avranno la possibilità di ampliare i propri interventi, con un budget che si stima superiore ai 50 milioni di euro.

Brevetti e innovazione industriale

Il MIMIT avrà un ruolo chiave nella valorizzazione dei brevetti, con strumenti come “Brevetti+” e i programmi di Proof of Concept, che aiuteranno a trasformare le invenzioni in prodotti commercializzabili. Parallelamente, attraverso gli Accordi per l’innovazione, il Ministero finanzierà progetti di ricerca industriale di grande scala, capaci di generare nuovi prodotti e servizi in ambito cyber.

Negli ultimi tre anni, solo in questo settore sono stati sostenuti progetti per oltre 88 milioni di euro, con agevolazioni che hanno raggiunto i 40 milioni. Per il biennio 2025-2026 è già previsto un fabbisogno di ulteriori 50 milioni, segno della centralità attribuita a questo ambito.

Start-up, PMI e apertura ai mercati internazionali

Il secondo asse del Piano si concentra sulle imprese. L’ACN e il MIMIT intendono accompagnare la crescita delle start-up innovative, fornendo sostegno economico e favorendo il consolidamento delle loro soluzioni tecnologiche. Il Fondo Nazionale Innovazione, gestito da CDP Venture Capital, sarà uno degli strumenti principali: con una dotazione di oltre 1,4 miliardi di euro, mira a investire direttamente o indirettamente in realtà ad alto potenziale.

Grande attenzione si dedica anche alla dimensione europea, grazie ai programmi Digital Europe e Horizon Europe, che solo tra il 2023 e il 2024 hanno messo a disposizione quasi 500 milioni di euro per progetti in materia di cybersicurezza.

Un capitolo specifico riguarda l’internazionalizzazione: il MAECI coordinerà iniziative che spaziano dalla partecipazione delle aziende italiane alle fiere internazionali, fino al Global Start-up Program e al Centro di Innovazione Italiano di San Francisco, pensato per favorire il radicamento delle imprese tecnologiche italiane negli Stati Uniti. Questi strumenti offriranno percorsi di mentoring, networking e accesso a investitori, aprendo nuove prospettive sui mercati esteri.

La sfida delle competenze

Il terzo pilastro del Piano riguarda le persone. La cybersicurezza richiede infatti professionisti altamente specializzati, e l’Italia punta a colmare il gap di competenze finanziando borse di dottorato dedicate. I programmi, sviluppati insieme al MUR, favoriranno la crescita di ricercatori in aree chiave individuate dall’Agenda di Ricerca e Innovazione per la Cybersicurezza 2023-2026.

In parallelo, i centri di trasferimento tecnologico e gli hub europei offriranno corsi di formazione avanzata per le piccole e medie imprese, in modo da diffondere competenze anche nei tessuti produttivi meno strutturati.

Una strategia di lungo periodo

L’approvazione del Piano segna una tappa importante nella costruzione di un sistema industriale nazionale per la cybersicurezza. L’Italia non si limita a rispondere alle emergenze digitali, ma sceglie di investire in ricerca, imprese e capitale umano con una visione di medio-lungo periodo.

La combinazione di fondi europei, risorse statali e collaborazione tra istituzioni mira a rafforzare la resilienza del Paese e a posizionarlo come protagonista nella corsa globale alla sicurezza informatica. In un contesto internazionale in cui gli attacchi informatici crescono per numero e complessità, il Piano rappresenta non solo un sostegno al settore produttivo, ma anche una garanzia di autonomia strategica e di tutela dei cittadini.

Con l’avvio delle misure previste, l’Italia si candida a diventare un polo di eccellenza europeo nella cybersecurity, unendo innovazione tecnologica, capacità industriale e formazione di alto livello.

Il piano per l’industria cyber nazionale 2025

Qui il documento completo.



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