Esistono molte forme di spettacolo, ma il Teatro d’Arte è unico.
Sa essere divertente, poetico, emozionante, attrattivo, straziante, arguto…ma non intrattiene.
Non vuole farlo, perché la sua funzione è un’altra.
Non vuole distrarre, ma concentrare.
Non vuole lasciare il tempo che trova, ma provocare una durata, vuole riverberare nelle coscienze.
È istantaneo e irripetibile solo nel momento in cui accade, ma ciò che lascia nutre un tempo lungo, genera una ricaduta di crescita, di civiltà.
È in controtendenza rispetto alla produzione ossessiva e al consumo vorace, il Teatro è sempre frutto di una ricerca unica, di un sapere artigianale verace e raffinato che sa rinnovarsi.
Al divertimento del momento che non richiede pensiero, anzi lo sospende, il Teatro risponde con un lavoro antico che investe l’invisibile del presente.
Questa consapevolezza e la volontà di nutrire tutta la cittadinanza, fino ai più piccoli, innerva il programma 2025/2026 di Fondazione Teatro Due, un’attività realizzata con il sostegno istituzionale del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Parma e di Fondazione Monteparma. Teatro Festival Parma è sostenuto e promosso da Reggio Parma Festival, con il sostegno di Fondazione Cariparma.
Dunque si apre con l’intento di mostrare “cose mai viste” l’edizione 2025 di Teatro Festival Parma, momento annuale di osservazione ed esplorazione delle nuove creazioni europee ed internazionali. L’ultimo amore del Principe Genji, progetto creato dalla giovane artista greca Marilena Katranidou, e ispirato all’omonimo racconto di Marguerite Yourcenar, mescola linguaggi in maniera sorprendente.
Sperimentando con un gruppo di artisti composto da un ensemble vocale, musicisti e performer, l’artista dà vita a una cerimonia atipica sul ricordare e il dimenticare. Una performance tesa all’esplorazione di alcune domande che dal Giappone mitico attraversano vari strati culturali ed estetici e arrivano fino alla sensibilità dello spettatore contemporaneo: come fa la memoria a scegliere cosa ricordare e cosa lasciar andare? In che modo il suono evoca ricordi che abbiamo mentalmente rimosso? Prodotto da Fondazione Teatro Due / Teatro Festival Parma nell’ambito di Reggio Parma Festival, L’ultimo amore del Principe Genji, uno dei risultati del percorso di Gradus rivolto a nuove generazioni di artisti under 35, debutterà in prima assoluta al Teatro Due di Parma il 9 ottobre con repliche fino al 12 ottobre.
Un esempio di scrittura contemporanea capace di sconvolgere senza fare rumore è quella dell’autore e regista inglese, parigino d’adozione, Alexander Zeldin. Per la prima volta in Italia, viene presentato Beyond caring, che con sincera brutalità e black humor racconta di una classe invisibile, riuscendo nell’improbabile prodezza di rendere accattivante l’atto di guardare persone che fanno le pulizie (30 e 31 ottobre).
Il talento di Alexander Zeldin troverà una ulteriore occasione di messa in luce nell’ambito della seconda edizione delle GIORNATE D’AUTORE (realizzate in seno a Reggio Parma Festival Arcipelaghi 2025): tre giorni di approfondimenti dedicati alla nuova drammaturgia e ai suoi protagonisti. Con la collaborazione di Florian Borchmeyer, saranno presentate letture di nuovi testi con autrici e autori internazionali, accanto a Zeldin il tedesco Roland Shimmelpfennig, le spagnole Maria Velasco e Lucia Carballal, e attivati dibattiti con esperti e direttori di istituzioni europee particolarmente virtuose nella valorizzazione della nuova drammaturgia come David Byrne (direttore del Royal Court Theatre di Londra), Eva Behrendt dell’importante rivista tedesca Theater Heute e Carlos Rod della casa editrice La Uña rota (30 ottobre/1 novembre).
Il festival proseguirà con il lavoro della drammaturga, regista e attrice Marleen Scholten, alla guida della compagnia Wunderbaum, che ha rivolto uno sguardo limpido e spietato alla società contemporanea e, lavorando insieme a un criminologo e a un sociologo, ha indagato la violenza espressa nei suoi caratteri culturali, emotivi, relazionali ne Il disperato (29 e 30 ottobre).
Interessante nuovo percorso artistico-pedagogico con giovani interpreti impegnati sul repertorio cechoviano in viva relazione con la letteratura contemporanea è Il Dittico della Bufera. Carmelo Rifici indaga Tre sorelle e Il gabbiano (in scena rispettivamente il 14 e 16 novembre, con maratona il 15), riscritto dall’attrice e drammaturga Livia Rossi alla luce della storia recente e in dialogo con gli scritti di Anna Politkovskaja e Svetlana Aleksjievič, entrambe profondamente coinvolte nella narrazione della guerra, e con l’Evgenij Onegin di Puškin, opera che segna l’origine della grande letteratura russa.
Sul versante danza Manfredi Perego, con la compagnia BTT, in White pages (4 dicembre) mette a confronto tre generazioni di performer, indagando le potenzialità appartenenti alle diverse età della vita: la madre Lucia Nicolussi, i giovani danzatori del Balletto Teatro di Torino, e infine, la danzatrice Chiara Montalbani.
La condizione umana odierna è il terreno per indagini poetiche e a volte tragicomiche delle produzioni di Fondazione Teatro Due che partono da testi di autori contemporanei.
La nuova creazione di Carrozzeria Orfeo, Misurare il salto delle rane (realizzata in coproduzione con Accademia Perduta/Romagna Teatri, Teatro Stabile d’Abruzzo, Teatri di Bari e Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival in collaborazione con Asti Teatro 47), testo di Gabriele Di Luca, regista insieme a Massimiliano Setti, con Elsa Bossi, Marina Occhionero e Chiara Stoppa, esplora, attraverso la storia intrecciata di tre donne, le contraddizioni dell’esistenza: la pesantezza e la leggerezza, il dolore e il riso, il radicamento e il desiderio di evasione (dal 20 al 30 novembre).
Dopo La libertà. Primo episodio. in cui Paolo Nori ha intrapreso un discorso intimo, ma collettivo, sulla libertà, il percorso dell’autore in teatro propone un secondo episodio: La disperazione. Secondo episodio., questa volta imperniato sulla sua vita, sulle due volte in cui è morto e sulle motivazioni profonde che muovono il suo scrivere.
Ed è capro espiatorio di un calvario contemporaneo la protagonista di Pundonor, pluripremiato monologo dell’attrice e autrice argentina Andrea Garrote, interpretato da Bruna Rossi, mentre Diciassette cavallini scritto e diretto da Rafael Spregelburd, con Roberto Abbati, Valentina Banci, Laura Cleri, Davide Gagliardini, Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi, Pavel Zelinskiy, reinterpreta il mito di Cassandra in due tempi diametralmente opposti che mettono in crisi la nostra usuale idea di futuro, di tempo e di spazio.
Vautours (Avvoltoi) di Roberto Serpi, interpretato e diretto da Sergio Romano, Roberto Serpi, Ivan Zerbinati, è uno spaccato cinico di un’umanità anestetizzata che non si ferma davanti a nulla per
raggiungere lo scopo; ulteriore campionario di tutto ciò che è umano, anche nei suoi risvolti più disumani, è offerto dalla suite di brevissimi testi Teatro Para Minutos di Juan Mayorga, una serie di aperture fulminee all’interno di mondi piccoli e grandissimi, uno sguardo fugace in stanze che possono contenere universi privati o i massimi sistemi del nostro Pianeta.
Dello stesso autore, che è al contempo drammaturgo, filosofo e matematico e si è occupato del potere delle immagini, della percezione e della restituzione della realtà è Himmelweg (La via del cielo), una regia di Gigi Dall’Aglio ripresa da Roberto Abbati, Luca Nucera e Massimiliano Sbarsi, che dimostra quanto forte ed efficace possa rivelarsi l’artificio teatrale, seppur utilizzato a fin di male.
Voci imprescindibili a cui aggrapparsi e di cui fidarsi sempre sono quelle dei grandi autori della letteratura teatrale, quelli universalmente riconosciuti, ma anche quelli recentemente riscoperti.
Il racconto d’inverno, misteriosa opera di Shakespeare che cavalca i registri della più cupa tragedia e della più irresistibile commedia, è terreno di prova per l’energia di una nuova generazione di attori, diretta da Jared McNeill.
All’insegna del recupero e del rinnovamento di una modalità di fare teatro quasi perduta, viene ripreso L’avventuriero di Aphra Behn, prima autrice professionista della scena inglese ingiustamente oscurata da secoli di cultura patriarcale, nella regia di Giacomo Giuntini, una travolgente macchina barocca con straordinari costumi che sembrano usciti da un quadro di Velázquez.
Tra gli spettacoli del repertorio: Le Rane di Aristofane dell’Ensemble Teatro Due; Ogni bellissima cosa di Duncan Macmillan e Johnny Donahoe, monologo interattivo intorno ai motivi che rendono l’esistenza degna di essere vissuta, tradotto e diretto da Monica Nappo; i classici L’Istruttoria di Peter Weiss, incrollabile caposaldo della Memoria e Un canto di Natale di Charles Dickens a cura di e con Orietta Notari; l’intenso Wit di Margaret Edson, Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1999, a cura di Paola Donati, in cui il meccanismo del Teatro indaga la lotta contro la malattia e il senso della vita; il monologo concerto MedeAssolo S-concert che l’attrice Valentina Banci ha elaborato a partire da Seneca; Una eredità senza testamento di e con Laura Cleri e I miei sette figli di Alcide Cervi e Renato Nicolai con Paolo Bocelli, Laura Cleri e Davide Gagliardini.
Le ospitalità integrano e arricchiscono il progetto di Fondazione Teatro Due, proponendo una selezione di spettacoli fra i più significativi del momento. Massimo Popolizio dirige Umberto Orsini in Prima del Temporale che svela il dietro le quinte della vita di un attore dall’intimo del suo camerino; da Paolo Villaggio, acuto osservatore del nostro tempo, invece prende forma Fantozzi. Una tragedia. diretto da Davide Livermore e interpretato fra gli altri da Gianni Fantoni. Maddalena Crippa è protagonista di Un sogno a Istanbul di Alberto Bassetti diretto da Alessio Pizzech e tratto da un romanzo di Paolo Rumiz, mentre Marco Baliani, diretto da Maria Maglietta, presenterà Una notte sbagliata, nuova tappa del suo teatro di post-narrazione; Arturo Cirillo dirige la commedia nera tinta di giallo Il raggio bianco di Sergio Pierattini.
Ancora voci contemporanee come quelle di Matteo Spiazzi che nella commedia dolce e amara Paradiž, ambientata in una casa di riposo, celebra la vita anche quando si avvicina alla fine e di Fabiana Iacozzilli che insieme a Linda Dalisi indaga il dolore della malattia neurodegenerativa di un’attrice trasformando la tragedia in gioco ne Il grande vuoto; danno voce ai conflitti politici di una intera generazione Niccolò Fettarappa e Lorenzo Gennari ne La sparanoia, mentre Maurizio Rippa inscena Piccoli Funerali ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master e Cartoline dai morti di Franco Arminio.
Nella convinzione che l’esperienza teatrale sia insostituibile, sarà rivolta a chi si avvicina al teatro per la prima volta una sezione speciale che tiene conto anche delle esigenze degli spettatori più piccoli, ma che potrà sospendere l’incredulità anche del pubblico adulto.
Da qui la scelta di presentare esempi del grande artigianato teatrale italiano: la Compagnia Carlo Colla & Figli con Lo schiaccianoci sulla musica di Čajkovskij e la compagnia Figli d’Arte Cuticchio che mette i suoi Pupi a servizio di Cimbelino, uno dei testi più affascinanti e meno rappresentati di Shakespeare, accompagnati da un quartetto d’archi dal vivo.
La pluripremiata artista Emanuela Dall’Aglio, esperta di fiabe, affronta il mito del basilisco con il suo straordinario abito-storia in Ti vedo. La leggenda del basilisco e accompagna adulti e bambini nel Museo della fiaba che raccoglie reperti, cimeli di alcune delle più note fiabe e favole della tradizione.
È abitata da un carosello di personaggi buffi e grotteschi la storia delicata e romantica, ma ammantata di mistero, de Il Principe mezzanotte di Alessandro Serra.
Luca Scarlini, scrittore, drammaturgo per teatri e musica, narratore e performance artist, cura e conduce RACCONTI, quattro appuntamenti dedicati ai protagonisti della musica a Parma fra ‘700 e ‘900: Il potere della bastarda o l’incanto della voce 24 gennaio 2026, Il violino di zolfo: storia e mito di Niccolò Paganini a Parma 14 febbraio 2026, Il sogno della musica: ritratto di Bruno Barilli 28 febbraio 2026 e Il paese del melodramma: esperimenti di opera a Parma 11 aprile 2026.
La Formazione, ulteriore asse portante dell’attività di Fondazione Teatro Due, si sviluppa su diversi piani. L’Alta Formazione rivolta a professionisti, con il corso Casa degli Artisti, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna; dopo il percorso di selezione fra le oltre 200 richieste di ammissione, il corso prenderà avvio in ottobre, con docenze affidate a Maestri del panorama internazionale e Artisti afferenti a diversificate discipline, fra cui Florian Borchmeyer, Massimiliano Farau, Paulien Geerlings, Luca Scarlini, Matteo Spiazzi, Alessandro Nidi.
Saranno realizzati laboratori, workshop e progetti speciali dedicati alle Scuole secondarie di secondo grado e all’Università.
Biglietti e carte sono in vendita da venerdì 12 settembre alle ore 17.00 presso la Biglietteria (aperta in Borgo Salnitrara 12/A, a Parma, dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19.30) e su Vivaticket.
Sulla Carta Universitari a 5 ingressi è attiva fino al 30 settembre la promozione Early Birds che ne consente l’acquisto al prezzo speciale di 55 Euro (anziché 65 Euro).
Grazie alla collaborazione con Conad Centro Nord è in vendita la Carta a 4 titoli a prezzo speciale, riservata ai possessori di Carta Insieme e Carta Insieme Più.
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