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Dan Șucu presidente del Genoa: il calcio nuovo ponte tra le economie di Italia e Romania


Dan Șucu, l’imprenditore romeno  nuovo presidente del Genoa, si è presentato ieri alla comunità economica genovese:  «Oggi qui celebriamo la Romania che investe in Italia» ha commentato il presidente della Camera di Commercio Italiana per la Romania Roberto Musneci  all’incontro in cui è intervenuto Dan Șucu : “Genoa e il calcio, un nuovo ponte tra le economie di Italia e Romania”, che si è tenuto nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa Valori di Genova.

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In effetti quello di  Șucu è  l’investimento romeno in Italia di maggiore impatto emotivo e valore simbolico. E ieri sera l’impreditore e presidente della Confindustria romena  ha spiegato le ragioni dello  sviluppo economico della Romania e e motivazioni che lo hanno portato a investire nel Grifone.

Șucu per quanto riguarda il Genoa ha annunciato: «Vogliamo arrivare ai 40 punti il prima possibile, poi parliamo di altre cose. Dobbiamo mettere alla prova le nostre risorse, che non sono poche, ma neanche enormi come possono pensare altri. Vogliamo fare bene, ma  arrivare ai quaranta punti  il prima possibile. Voglio chiudere con la garanzia che mi sento molto responsabile per il club e state sicuri che farò il possibile per fare andare le cose al meglio».

Ma come è arrivato ad acquistare il più antico club calcistico d’Italia? «Nel calcio – ha raccontato – la mia prima conoscenza è stata tre anni e mezzo fa, quando gli azionisti di un club importante di Bucarest, il Rapid, il più vecchio di Bucarest con oltre un milione di tifosi, mi dissero di aver avuto la possibilità di prendere il club da un fallimento. La squadra era già ripartita dalla quinta serie dopo il fallimento, mi chiesero un investimento e io feci un aumento di capitale. A partire da tre anni fa, siamo tra i primi sei club della Romania. L’anno scorso abbiamo fatto quinti, non ne siamo felici e quest’anno vogliamo giocare nelle coppe europee. Avendo investito nel Rapid Bucarest, avevo capito che un’azienda piccola non può fare performance senza consolidare. Ho cercato partnership per il club e quando mi si è profilata la possibilità di investire nel Genoa non ho esistato, abbiamo fatto un approfondimento molto, molto breve , tre-quattro giorni e abbiamo deciso di investire. E sono molto contento di averlo fatto. Perché sono così felice? Ad agosto, a Moena, c’era la squadra in ritiro e per starle vicino circa 500 famiglie hanno passato là le loro vacanze. Straordinario. Non posso poi che ringraziare quelle oltre mille persone che hanno investito nel bond con cui il Genoa ha ristrutturato la Badia, per usarla per i nostri ragazzi. Ne abbiamo ristrutturato un 70%» .

Dan Șucu

E a proposito dell’economia romena Șucu ha osservato: «A chi mi avesse detto vent’anni fa che la Romania sarebbe andata oltre alla Grecia e all’Ungheria, che si sarebbe avvicinata alla Repubblica Ceca, che avrebbe avvicinato il reddito della Polonia, avrei pensato stesse scherzando. Il miracolo economico della Romania è vero e la Romania è il Paese che negli ultimi vent’anni si è sviluppato di più nell’Europa continentale. Solo un Paese ha fatto di più, l’Irlanda, ma per altri motivi. Questa è la realtà. E chi ha creato questa realtà? Sei milioni di lavoratori romeni che lavorano in imprese private in Romania e 5 milioni che lavorano fuori dalla Romania, nei loro paesi di adozione, che mandano anche soldi a casa, alle loro famiglie. Qui, in Liguria, sono probabilmente 40 mila, ma in Italia 1,2 milioni. A Londra, la seconda lingua più parlata dopo l’inglese è il romeno».

I dati forniti da Șucu sono stati confermati dal report della Camera di commrcio italiana della Romania illlustrato da  Roberto Musneci. Sono lontanti i tempi in cui gli immigati romeni in Italia erano visti con diffidenza, per episodi di criminalità in cui alcuni di loro venivano coinvolti (l’ingresso nell’Unione Europea della Romania nel 2007 ha comportato un ingresso massiccio di immigrati in Italia che si sono aggiunti a quelli già presenti sul territorio nazionale in condizione di clandestinità) e gli imprenditori italiani dislocavano aziende in Romania attirati dal basso costo del lavoro e da una minore tassazione. Oggi i romeni in Italia sono pienamente integrati e contribuiscono allo sviluppo economico del loro paese d’origine e di quello d’azionei, e in Romania gli italiani continuano a investire facilitati da una burocrazia più leggera della nostra e da un sistema regolatorio tra i più fluidi dell’Unione europea.

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Secondo il rappporto della Camera di commercio italiana per la Romania, l’talia occupa la terza posizione nella classifica dei paesi di destinazione degli investimenti effettuati all’estero dai residenti romeni. Riceve il 6,2% del totale dello stock degli investimenti diretti all’estero, pari a 409 milioni di euro.

Tra il 2020 e il 2024 tutte le categorie di imprese costituite dai residenti romeni in Italia hanno registrato aumenti, il più alto del 30% nelle società di capitali (srl, sa). La forma giuridica preferita dai residenti romeni in Italia è l’impresa individuale, in crescita del 9% negli ultimi tre anni.

Per quanto riguarda le imprese con partecipazione italiana in Romania (dati 2024) ecco il quadro generale:

circa 24.000 imprese con partecipazione italiana sono registrate in Romania, di cui: ~23.000 con una quota italiana >15%, ~20.000 attive, ~8.900 con dati finanziari dichiarati. Queste 8.900 imprese hanno totalizzato: fatturato complessivo: ~53 miliardi Ron (~10,6 miliardi euro); risultato netto complessivo: ~4 miliardi Ron. Occupati: ~94.000 dipendenti; 10 imprese hanno superato i 100 milioni di euro di fatturato nel 2024. Al dicembre 2024: 47% hanno registrato utile; 42% hanno registrato perdita.

L’Italia è: 1º Paese per numero di imprese straniere (circa 19% del totale), il 5º per valore del capitale estero sottoscritto (~11 miliardi Ron).

Quello tra Italia e Romania è un partenariato che si fonda su solide basi: le affinità storiche, culturali e linguistiche, così come la comunità romena in Italia e quella italiana in Romania, rappresentano veri e propri pilastri in quella che possiamo definire una relazione bilaterale privilegiata. I due Paesi sono anche partner all’interno dell’Unione europea ed alleati strategici nella Nato, condividendo molte sfide comuni, ma anche posizioni e soluzioni comuni in molte questioni di politica europea ed internazionale.

All’evento, moderato dal giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo, ha presenziato la dirigenza del Genoa, il ceo Blazquez, il dg Ricciardella, il chief strategy officer Galleni. Sono intervenuti da remoto l’ambasciatore italiano in Romania Alfredo Durante Magoni e quella romena in Italia Gabriela Dancău, Ambasciatrice romena in Italia). Nella Sala delle Grida hanno preso la parola anche l’assessore regionale al Turismo e al Marketing territoriale, Luca Lombardi, il vicesindaco Alessandro Terrile, la vicepresidente di Confindustria Genoa e general counsel di Ansaldo Energia Chiara Piaggio, il presidente della Camera di Commercio Genova Luigi Attanasio, il presidente di Spediporto Andrea Giachero.

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