Uk Taxonomy, Londra decide di fermarsi – Sfdr, ancora chiarimenti dalle Esas – Uk, come il Sdr sta trasformando i fondi – Stress test, le Authority Ue spingono gli Esg – Omnibus, quelli che salvano Csrd e Csddd
Osservatorio di compliance ESG è un resoconto periodico sulle novità in termini di normativa, regolamenti, standard (contabili e non), prassi e procedure, e attività di lobbying nel campo degli Esg, sia lato corporate sia lato finanza. La rubrica periodica è dedicata ai professionisti della sostenibilità, ed è integrata nell’abbonamento ET.pro.
UK TAXONOMY, LONDRA DECIDE DI FERMARSI
Lo scorso luglio l’Hm Treasury ha annunciato che la Green Taxonomy non entrerà nel framework britannico di finanza sostenibile. Secondo il ministero non è lo strumento più efficace per guidare la transizione, e gli sforzi saranno concentrati sugli Uk Sustainable Reporting Standards (Uk Srs) e sui piani di transizione. La decisione segue la consultazione pubblica avviata nel novembre 2024, che ha raccolto oltre 150 risposte: solo il 45% dei partecipanti si è detto favorevole a una tassonomia, mentre il 55% ha espresso riserve. Le criticità principali riguardano difficoltà applicative, scarsa chiarezza rispetto ad altri strumenti e costi di aggiornamento. Molti stakeholder hanno suggerito alternative come gli Uk Srs, i piani settoriali e incentivi economici; altri hanno chiesto maggiore interoperabilità con la Tassonomia Ue o un approccio graduale sui settori chiave come trasporti, edilizia, energia, agricoltura. È emersa anche la richiesta di renderla volontaria e più pragmatica, oltre a semplificare il principio Do No Significant Harm. La scelta britannica si inserisce mentre l’Ue introduce semplificazioni significative alla propria Tassonomia con una forte riduzione dei datapoint di rendicontazione.
SFDR, ANCORA CHIARIMENTI DALLE ESAS
In attesa della revisione della normativa Sfd le tre Autorità europee di vigilanza (Esma, Eba, Eiopa) hanno pubblicato nuove Q&A sull’applicazione pratica del regolamento, integrate nel manuale ufficiale. Tra i chiarimenti: Pai 6 (uso dell’acqua) – le definizioni da usare sono quelle degli Esrs (consumo, intensità, riciclo/riuso); real estate – per il consumo energetico al mq va considerata la “useful internal floor area” della Tassonomia Ue; proporzioni di investimenti sostenibili – i prodotti articolo 8 e 9 possono dichiarare minimi distinti per investimenti ambientali (X%) e sociali (Y%) e un minimo totale (Z%) anche se X+Y≠Z, purché spiegato; calcolo nelle informative periodiche – la metodologia dipende dalle norme settoriali, senza obbligo di un approccio unico (istantanee trimestrali o annuali). Questi chiarimenti mirano a supportare operatori e investitori nella disclosure coerente di cosa sia sostenibile.
UK, COME IL SDR STA TRASFORMANDO I FONDI
Nel primo semestre 2025 con l’entrata in vigore delle nuove regole del Sustainability Disclosure Requirements (Sdr), il mercato dei fondi sostenibili del Regno Unito ha vissuto una profonda riorganizzazione. Nei 1.250 fondi censiti da Fund EcoMarket si sono registrati 10 nuovi fondi, 95 chiusure e 285 cambi di nome, soprattutto tra i fondi “Sustainability Tilt” e “Sustainable style”. Quanto alle label Sdr, 109 fondi risultano già visibili, oltre la metà con etichetta Sustainable Focus, mentre la meno diffusa è la Mixed Goals. Tuttavia, 220 fondi restano “unlabelled”, in gran parte Sustainability Tilt potenzialmente candidabili a Improver. 24 fondi “Ethical” e 19 “Esg Plus” potrebbero anch’essi rientrare nel regime.
Stress test, le Authority Ue spingono gli Esg
Le autorità europee di finanziaria vigilanza hanno presentato una bozza di linee guida che estende gli stress test di banche e assicurazioni a tutti i rischi Esg, superando l’attuale focus solo sul clima. L’obiettivo è armonizzare pratiche e metodologie, rendendo gli esercizi più proporzionati, efficaci e uniformi. Le nuove linee guida sostituiranno le precedenti prassi non vincolanti (Bce 2022, Eba 2025) e sono in consultazione pubblica fino al 19 settembre 2025. È previsto un approccio graduale con un focus iniziale su rischi climatici e ambientali (fisici e di transizione) e una successiva estensione a fattori sociali e di governance quando i dati saranno disponibili. Gli orizzonti temporali variano da breve-medio termine,fino a 5 anni, per shock plausibili a lungo termine, almeno 10 anni, per strategie di business. Gli scenari dovranno basarsi su evidenze scientifiche e traiettorie settoriali/regionali, mentre la selezione dei rischi seguirà un’analisi di materialità legata a esposizione e impatti sui rischi finanziari tradizionali. Le Esa raccomandano risorse adeguate, personale esperto, sistemi informatici per dati Esg affidabili e stretta collaborazione tra autorità per garantire un approccio integrato e la valutazione delle interconnessioni settoriali.
Omnibus, quelli che salvano Csrd e Csddd
Una coalizione di 275 firmatari ha diffuso una dichiarazione a sostegno delle normative europee sulla sostenibilità chiedendo di non indebolire Csrd ed Csddd nell’ambito della proposta Omnibus I. Per l’Italia grandi player finanziari (Banca Etica, Unipol, Inarcassa, Itas, Fondo Mps) e numerose Pmi benefit. I firmatari sottolineano che le regole Ue rafforzano trasparenza, competitività e resilienza, favorendo la riallocazione di capitali sostenibili e la convergenza normativa. Raccomandano di semplificare gli Esrs mantenendo la doppia materialità e l’interoperabilità internazionale, includere nella Csrd le imprese sopra i 500 dipendenti con periodo transitorio di 2-4 anni, garantire un value chain cap che non limiti lo scambio dati, preservare l’approccio risk-based alla due diligence della Csddd e mantenere l’obbligo di piani di transizione climatica con target scientifici, intesi come obbligo di mezzi e non di risultato.
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