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verso l’addio al carbone, con il metano


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Il primo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, allora Mario Draghi, che voleva mettere mani e riordinare il sistema di approvvigionamento energetico della Sardegna verso una transizione sostenibile, risale al marzo del 2022. Poi le battaglie sui contenuti, l’impugnazione della Regione, i cambi di governo e di governatori e finalmente si arriva a oggi con la comunicazione ufficiale della nuova firma da parte di Giorgia Meloni. La bozza era nota da tempo e prevede, con gli aggiustamenti fatti nel tempo, la presenza di due navi rigassificatrici (il metano arriverà nell’Isola via mare, liquefatto, per poi essere trasformato e trasportato), una a Porto Torres e l’altra a Oristano. Niente dorsale intera ad attraversare la Sardegan fino a Sud, come inizialmente previsto.

Perché per il metano è troppo tardi

Nuove fonti rinnovabili e sistemi di accumulo

Proposto dai ministeri dell’Ambiente, delle Imprese e delle Infrastrutture, il decreto firmato oggi è frutto di una lunga trattativa con l’amministrazione guidata da Alessandra Todde e individua le opere e le infrastrutture prioritarie per il superamento del carbone in Sardegna. “Si tratta – si legge in una nota congiunta dei ministeri interessati – di un passaggio cruciale nel percorso di decarbonizzazione dell’isola, in coerenza con gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). Il decreto prevede una serie di interventi strategici, dichiarati di pubblica utilità e di carattere urgente, per lo sviluppo di nuova capacità di produzione da fonti rinnovabili e per l’installazione di sistemi di accumulo energetico”. Viene inoltre potenziato il sistema delle interconnessioni elettriche, sia con la penisola sia con la Sicilia, insieme al rafforzamento della rete di trasmissione all’interno dell’isola. Per quanto riguarda il gas, viene introdotto un collegamento virtuale che garantirà la sicurezza degli approvvigionamenti grazie all’utilizzo di terminali di rigassificazione, Unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione (Fsru) e reti locali, assicurando al contempo un’equità tariffaria a livello nazionale a tutela dei consumatori sardi. 

“Il Governo conferma gli impegni assunti per accompagnare la transizione energetica dell’isola con infrastrutture adeguate e tempi certi. Un atto concreto che apre la strada alla decarbonizzazione dei settori industriali e alla reindustrializzazione del territorio, a partire dal Sulcis, dove resta prioritario il nostro impegno per affrontare le crisi in atto e trasformarle in opportunità”, ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Il nostro obiettivo è rafforzare la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico della Regione, con infrastrutture integrate che ne garantiscano lo sviluppo, completando il percorso verso l’atteso superamento del carbone”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.

I sindacati soddisfatti

La Uil Sardegna richiama il Governo alla responsabilità: “Dopo una lunga attesa, finalmente si compie un passo avanti importante – dichiarano Fulvia Murru, segretaria generale Uil Sardegna e Pierluigi Loi, segretario generale Uiltec–. Ma il tempo è importante e serve operare con decisione. Serve rendere il provvedimento operativo quanto prima, garantendo risorse certe per le imprese e i lavoratori”. Per il sindacato “troppo spesso la Sardegna ha visto fermarsi i provvedimenti a metà strada”. “Non possiamo permettere altri rinvii – aggiungono Murru e Loi -. La vera sfida sarà trasformare il DPCM in sviluppo concreto, lavoro stabile e qualificato, rilancio industriale e una transizione energetica giusta”.

“Un atto tanto atteso quanto importante per il rilancio del settore industriale sardo”, commenta la Cisl Sardegna, con il segretario generale Pier Luigi Ledda. “Si tratta – sottolinea la Cisl – di un atto che rappresenta la precondizione per l’attesa ripartenza dell’industria sarda. La firma del Dcm non risolve da sola tutte le vertenze, ma toglie finalmente un alibi che per troppo tempo ha rallentato decisioni e investimenti. Ora bisogna dar gambe, rapidamente e con determinazione, a quanto previsto dal decreto, trasformandolo in progetti concreti, investimenti operativi e ricadute occupazionali reali”. In particolare, la Cisl richiama il caso Fiumesanto, dove l’attenzione si concentra sul confronto già avviato con EP. “La firma del Dpcm – prosegue la nota – deve segnare un’accelerazione del dialogo e portare a un piano chiaro di rilancio produttivo e occupazionale. È fondamentale che la Regione apra da subito un tavolo con le organizzazioni sindacali per accompagnare questa nuova fase di politiche industriali nell’isola”.

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Aspettavamo da anni questo provvedimento, ora che la firma è arrivata auspichiamo che quanto prevede si trasformi immediatamente nella realizzazione delle infrastrutture necessarie per rendere fruibile il metano anche nell’Isola e agli stessi costi che nel resto d’Italia”, hanno commentato il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante insieme al segretario della Filctem Cgil regionale Francesco Garau. “Non c’è davvero più tempo per le attese dal momento che in questi anni il fattore energetico ha contribuito in maniera determinante a generare le diverse crisi industriali in tutta l’Isola, oltre a impedire che nuove iniziative potessero svilupparsi” hanno detto i segretari, aggiungendo che “questo provvedimento può e deve contribuire alla discussione in corso con il ministero del made in Italy sulle diverse vertenze aperte nel Sulcis Iglesiente, a partire dall’Eurallumina, per la quale auspichiamo lo sblocco delle azioni”. Secondo la Cgil Sardegna “l’arrivo del metano è un elemento fondamentale a sostegno della costruzione di una prospettiva di sviluppo incentrata su diversi settori produttivi, ad esempio ceramica e agroindustria, con il coinvolgimento di tutti i territori. Per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione sarà determinante anche la realizzazione del progetto Energy Park a Fiumesanto”.



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