Quasi sei italiani su dieci hanno almeno un contratto di credito rateale attivo. Si tratta di un aumento nell’ordine del 13,1% rispetto allo scorso anno. La diffusione del credito riflette una duplice realtà: una ripresa dei consumi e il ritorno di tassi più favorevoli, soprattutto sui mutui.
Nel primo semestre del 2025, il 59,6% degli italiani maggiorenni ha almeno un contratto di credito rateale attivo, come rivelano i dati EURISC gestiti da CRIF. Si tratta di un aumento nell’ordine del 13,1% rispetto allo scorso anno, segno di una popolazione sempre più coinvolta nelle dinamiche del credito al consumo.
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La crescita dei consumi spinge il ricorso ai prestiti
La diffusione del credito riflette una duplice realtà: una ripresa dei consumi trainati anche da piccoli prestiti che supportano gli acquisti quotidiani e il ritorno di tassi più favorevoli, soprattutto sui mutui casa, che incentivano a contrarre nuovi finanziamenti.
La rata mensile media sostenuta dagli italiani è di 278 euro, una cifra stabile rispetto al 2024, mentre l’esposizione residua pro-capite – ovvero il debito ancora da estinguere – è scesa a 31.637 euro (-10% rispetto al primo semestre del 2024). La crescita complessiva dei soggetti che richiedono credito è sostenuta anche dal calo dei tassi d’interesse, che rende il finanziamento più accessibile sia per privati che per imprese, pur mantenendo un occhio alla sostenibilità del debito residuo.
Quasi un quarto dei prestiti totali fa capo ai mutui
Nel dettaglio, i mutui rappresentano il 23,6% dei finanziamenti attivi con una rata media poco inferiore ai 600 euro e un’esposizione residua di circa 97 mila euro. I prestiti finalizzati (acquisto di beni e servizi specifici, come auto ed elettrodomestici) coprono il 47,1% del totale e mostrano una rata mensile media di 135 euro, con un’esposizione residua di poco superiore a 5.500 euro. I prestiti personali, usati per finalità più varie, rappresentano il 29,3% dei contratti, con una rata media di 254 euro e un debito residuo di circa 16.200 euro.
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Il consolidamento debiti: la seconda finalità più richiesta
Analizzando l’Osservatorio di PrestitiOnline.it, tra le finalità per cui gli italiani necessitano di un prestito, il consolidamento debiti rappresenta circa un quinto delle domande, posizionandosi come seconda finalità più comune dopo il prestito liquidità, che lascia al ricevente la possibilità di impiegare il denaro come preferisce, senza limiti di destinazione.
Il consolidamento debiti è un’operazione finanziaria che consente di raccogliere in un’unica rata mensile tutti o parte dei finanziamenti aperti. Questo strumento viene adottato per ottenere una gestione più semplice del debito, spesso con condizioni più favorevoli rispetto alle tariffe dei singoli prestiti.
Come funziona il consolidamento debiti?
L’accesso al consolidamento debiti prevede una serie di passaggi. Il primo step da compiere è una valutazione del debito complessivo: si analizza la somma totale delle rate mensili e del capitale residuo dei prestiti in corso. Quindi si procede con la richiesta di un nuovo prestito unico, in genere con un tasso più basso o con durata più lunga, che includa il rimborso di tutti i debiti precedenti.
Con la liquidità ottenuta dal nuovo prestito si saldano i finanziamenti in essere, lasciando un’unica rata da pagare ogni mese. Tra i vantaggi del consolidamento vi è il rimborso semplificato: una singola rata mensile più sostenibile o meno onerosa permette un maggiore controllo e sicurezza finanziaria. Il sostegno è particolarmente utile per chi ha difficoltà a gestire una tariffa multipla o desidera ridurre il peso della tariffa mensile, evitando il rischio di insolvenza e ritardi.
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Le motivazioni dietro alla crescita del credito in Italia
Tornando all’analisi di EURISC, la Toscana guida la classifica con il 67,8% di adulti con almeno un prestito attivo, seguita da Valle d’Aosta (67,2%) e Lazio (66,4%). Al contrario, il Trentino-Alto Adige registra la quota più bassa (32,5%), preceduto dalla Basilicata (47,8%) e dalla Campania (52,7%).
Queste differenze riflettono anche un diverso grado di incidenza dei mutui rispetto alle altre forme di finanziamento, dato che le regioni con rata media più alta (come Trentino-Alto Adige e Lombardia) sono proprio quelle caratterizzate da un maggior ricorso al mutuo casa, con importi da rimborsare elevati.
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