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crescita e semplificazione per studi professionali



Semplificazione normativa, internazionalizzazione e crescita dimensionale degli studi professionali: sono i tre obiettivi chiave individuati da Confprofessioni nel suo contributo alla legge annuale sulle micro, piccole e medie imprese. La Confederazione accoglie con favore l’attenzione del Governo verso i soggetti economici più piccoli e propone una visione di sviluppo a medio e lungo termine per rafforzare la competitività del comparto.


di Carlo Girella, Confprofessioni

Il disegno di legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) potrebbe rappresentare una svolta attesa da anni, segnando la prima concreta attuazione dell’articolo 18 della legge n. 180 del 2011. L’iniziativa, sostenuta da Confprofessioni, che ha partecipato attivamente ai tavoli di lavoro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, riconosce il ruolo strategico delle MPMI nel tessuto produttivo nazionale.

Attualmente all’esame della Commissione Industria del Senato (AS 1484), il provvedimento ha visto Confprofessioni invitata a presentare un contributo scritto. La Confederazione ha risposto con una memoria dettagliata, finalizzata a rafforzare la strategia di crescita del comparto, evidenziando il valore delle libere professioni e il potenziale delle aggregazioni professionali come leve di sviluppo e innovazione.

La Particolarità del mercato italiano e dei Professionisti

L’Italia si conferma un unicum nel panorama europeo per la sua economia fortemente imperniata sulle microimprese, che costituiscono il 95,13% del totale delle aziende e contribuiscono per il 40% al valore aggiunto nazionale. I dati dell’Osservatorio delle Libere Professioni mettono in luce una struttura produttiva estremamente frammentata, dove le microimprese giocano un ruolo predominante. In particolare, il settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (codice Ateco M) registra la più alta concentrazione di microimprese nel Paese, pari al 20,2%, ben al di sopra della media europea del 16,1%. Un comparto d’eccellenza, che tuttavia sconta limiti strutturali legati alle dimensioni ridotte degli studi, con ripercussioni su investimenti, digitalizzazione e capacità di crescita.

Semplificazione degli adempimenti

Confprofessioni accoglie con favore l’ipotesi di una semplificazione degli adempimenti basata sulla dimensione dell’impresa, ritenendola una misura necessaria per alleggerire il carico burocratico degli studi professionali. In particolare, la Confederazione sollecita l’applicazione di questo principio a normative complesse come quelle sullaprivacy e sulla sicurezza sul lavoro, che oggi impongono obblighi spesso sproporzionati rispetto ai reali livelli di rischio presenti nelle microstrutture professionali.

Nel solco della semplificazione, Confprofessioni evidenzia anche le difficoltà generate dalle prassi difformi adottate dalle diverse Camere di Commercio su casistiche identiche, fonte di incertezza interpretativa e di costi aggiuntivi per gli operatori. Da qui la proposta di una standardizzazione nazionale delle regole per le comunicazioni obbligatorie, accompagnata da sanzioni in caso di difformità. Un sistema uniforme, oltre a garantire certezza del diritto e maggiore efficienza amministrativa, rappresenta una condizione essenziale per promuovere la piena digitalizzazione dei processi comunicativi.

Internazionalizzazione

Confprofessioni sottolinea come la competitività delle micro, piccole e medie imprese, così come quella degli studi professionali, dipenda sempre più dalla capacità di internazionalizzarsi e di sfruttare le potenzialità offerte dalle piattaforme digitali per l’erogazione di servizi transfrontalieri. In quest’ottica, diventa essenziale promuovere azioni mirate e incentivi specifici, capaci di accompagnare i professionisti nell’espansione verso i mercati esteri. Un percorso che richiede l’ampliamento e l’aggiornamento delle competenze professionali, tecnologiche, linguistiche e di business strategy, per affrontare con efficacia le sfide della globalizzazione.

Studi professionali: sostegno alla crescita dimensionale e alle aggregazioni

La bassa produttività di molte imprese italiane è strettamente legata alla loro ridotta struttura dimensionale. Se PMI e grandi aziende mostrano performance in linea con i partner europei, le microimprese continuano a registrare livelli sensibilmente inferiori. Per superare questo divario, Confprofessioni punta con decisione sul modello aggregativo, promuovendo strumenti come le Società tra Professionisti (STP) e le Società tra Avvocati (STA), ritenuti fondamentali per superare le limitazioni degli studi individuali. L’aggregazione stabile e integrata consente infatti una maggiore capitalizzazione, favorisce gli investimenti, migliora la gestione e introduce una visione imprenditoriale dell’attività professionale.

Accanto a queste forme strutturate, la Confederazione propone di incentivare anche le aggregazioni più “leggere” — come le reti professionali o le associazioni temporanee (RTP) — attraverso misure graduali e proporzionate al livello di organizzazione. Un approccio a più livelli che punta ad accompagnare i professionisti verso modelli più solidi e competitivi, premiando chi sceglie di investire in una collaborazione più profonda e duratura.

Conclusioni

Il disegno di legge annuale per le MPMI è un’occasione importante per dare un nuovo slancio alle micro e piccole imprese, che rappresentano il cuore pulsante della nostra economia. Le proposte di Confprofessioni offrono una roadmap chiara per affrontare le storiche criticità del settore. L’auspicio è che questo provvedimento rappresenti il primo tassello di una strategia più ampia e si lungo termine che riconosca il ruolo strategico di microimprese e studi professionali. Solo così sarà possibile colmare il divario di produttività con gli altri Paesi europei e garantire un futuro di crescita e competitività per il sistema italiano.

 

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