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novità al Forum di Cernobbio 2025


Come da tradizione, ogni anno nel primo weekend di settembre TEHA Group organizza il Forum di Cernobbio. Un evento che è arrivato alla 51esima edizione (era il 1975) e che riunisce i più importanti relatori a livello globale, appartenenti a diversi settori. Durante la tre giorni lombarda (dal 5 al 7 settembre 2025), sulle rive del Lago di Como, sono stati approfonditi vari punti.

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Grandi temi globali in ambito economico, geopolitico e scientifico/tecnologico, il 5 settembre 2025. L’UE e le sue istituzioni, durante il secondo giorno. Mentre l’Italia, con i suoi rappresentanti governativi, e alla presenza di importanti esponenti del mondo imprenditoriale e finanziario, è diventato il fulcro della giornata conclusiva.

Tra i diversi interventi, quello del Ministro Urso. Il rappresentante del MIMIT ha fatto il punto sullo stato di salute del Bel Paese. Ed ha esposto alla platea gli importanti obiettivi raggiunti in tema di AI e computing. Ma, soprattutto, ha prospettato un’importante modifica al Piano Transizione 4.0 e al Piano Transizione 5.0.

Lo scenario italiano: occupazione, inflazione e Space economy

Parte dall’export e arriva al mercato interno, il Ministro Urso. Mentre l’Italia concorre con il Giappone per la quarta posizione come Paese esportatore globale, superando la Corea, cresce l’occupazione e la retribuzione dei lavoratori. Con una inversione di tendenza iniziata nel 2024 e confermatasi nel 2025. Favorita dai rinnovi contrattuali.

È aumentato il potere d’acquisto delle famiglie, grazie al calo dell’inflazione. Indubbiamente serve ancora altro, per poter vantare una condizione perfetta. Ma, secondo il rappresentante di via Molise, siamo sulla buona strada. Intanto si procede anche con la Legge nazionale sullo spazio. L’Italia è stata il terzo Stato, dopo l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti, a lanciare un vettore in orbita, anni fa.

Eppure, non aveva ancora emanato una apposita normativa ad hoc – diversamente dagli altri Paesi. Da questa expertise, ne hanno tratto vantaggio soprattutto le startup. Intanto, si lavora per un Regolamento europeo in materia. Mentre sono 7,2 i miliardi destinati alla Space economy, con quattro Factory realizzate anche grazie alle risorse del PNRR.

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L’intelligenza artificiale e i supercomputer

Un altro punto in oggetto durante l’intervento del MIMIT, al Forum di Cernobbio, ha riguardato l’Intelligenza Artificiale. Urso ha ricordato il contributo italiano per la stesura del Regolamento europeo sull’AI. E la realizzazione della legge nazionale sull’intelligenza artificiale. Ha evidenziato il ruolo della Fondazione Ai4Industry di Torino e la creazione di una rete nazionale, funzionale allo sviluppo dell’innovazione.

Ha poi evidenziato come il progetto della AI Hub, che ha preso forma durante l’ultimo G7, abbia fatto di Roma il centro dei programmi per l’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite, destinati all’Africa. C’è poi un altro aspetto da considerare, in relazione all’innovazione: i calcolatori.

L’Italia vanta tre dei più grandi supercalcolatori al mondo. Il primo è il nuovo sistema di supercalcolo (High Performance Computing, HPC) di Eni, in provincia di Pavia. Poi c’è il Davinci-1 a Genova, che opera nel settore aerospazio, difesa e sicurezza. Mentre si chiama Leonardo il supercalcolatore che si trova al CINECA di Bologna.

Transizione 4.0 e Transizione 5.0: quale possibile futuro?

Senza ombra di dubbio, però, la notizia che ha fatto discutere di più – e che ha carpito maggiormente l’attenzione della platea imprenditoriale – riguarda le possibili novità relative ai Piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0. Le dichiarazioni del Ministro arrivano subito dopo l’incontro con il Presidente di Confindustria, Orsini.

È obiettivo comune una semplificazione delle procedure e una ridefinizione degli interventi finanziari. Per poter offrire alle imprese un sostegno maggiore e più diretto. Nella prossima manovra di fine anno (Legge di Bilancio 2026) potrebbero infatti esserci importanti cambiamenti in relazione ai due Piani. Si parla di uno “strumento nuovo”, per gli incentivi di Transizione 4.0 e 5.0.

Ma, soprattutto, si punta al ricorso esclusivo di risorse nazionali. In questo modo, infatti, le imprese non sarebbero tenute a tutta una serie di obblighi (temporali e normativi) imposti dal sistema di rendicontazione del PNRR (e da Bruxelles).  Con le nuove modalità sarà più semplice operare in maniera strutturale e continuativa. E facilitare, quindi, l’utilizzo da parte delle imprese.

La modulabilità degli incentivi previsti dal Piano Transizione 4.0 e Transizione 5.0

Con fonti finanziarie italiane, infatti, i Piani potrebbero più facilmente essere modificati all’occorrenza – senza dover prevedere il lungo iter burocratico in sede UE. Sarebbe quindi possibile allungare le deadline, seguendo le necessità del mercato italiano e le tempistiche di reazione delle imprese. Allo stesso modo, potrebbero essere modificati i requisiti d’accesso, con l’inclusione (o l’esclusione) di specifiche filiere.

Insomma, dall’esperienza (a tratti fallimentare, a tratti esaltante) dei due Piani, potrebbe nascere qualcosa di diverso e migliore. Un unicum che prevede tre diverse misure, a seconda dell’oggetto dell’investimento. Dunque, incentivi per la digitalizzazione dei processi produttivi (ex Transizione 4.0), che puntano sull’innovazione tecnologica. Incentivi destinati gli investimenti in transizione green (ex Transizione 5.0), ma caratterizzati da regole più semplici e accessibili.

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E una terza opzione: il combinato disposto delle Twin Transition. Un mashup, con una premialità aggiuntiva per le imprese che integrano con successo obiettivi digitali e ambientali. L’optimum, insomma. Sarà davvero così? La prossima Legge di Bilancio potrebbe quindi modificare sostanzialmente i due Piani? Vedremo. Manca poco meno di un mese all’inizio dei lavori preparatori.





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