“L’Europa è in lotta. Una lotta per un continente unito e in pace. Per un’Europa libera e indipendente. Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie. Una lotta per la nostra libertà e la nostra capacità di determinare autonomamente il nostro destino. Non ci siano dubbi: questa è una lotta per il nostro futuro”: ha usato parole forti Ursula von der Leyen nel suo Discorso sullo Stato dell’Unione al Parlamento europeo. Nel corso di poco più di un’ora, la presidente della Commissione ha tracciato un bilancio dell’ultimo anno e presentato le direttrici che guideranno l’azione europea nei prossimi mesi, proprio mentre da Varsavia arrivava la notizia dell’abbattimento di droni russi in territorio polacco. “Proprio oggi abbiamo assistito a una violazione spietata e senza precedenti dello spazio aereo polacco ed europeo da parte di oltre 10 droni russi Shahed. L’Europa esprime piena solidarietà alla Polonia”, ha aggiunto von der Leyen e, raccogliendo una standing ovation dell’aula, ha ricordato che “la nostra Unione è fondamentalmente un progetto di pace, ma la verità è che il mondo di oggi è spietato. E non possiamo nascondere le difficoltà che gli europei incontrano ogni giorno”. Von der Leyen ha parlato anche dell’impatto della crisi globale, dell’emergenza abitativa e del costo della vita più elevato sui cittadini europei, preoccupati “dall’infinita spirale di eventi che vedono al telegiornale, dalle scene devastanti a Gaza agli incessanti bombardamenti russi sull’Ucraina”. Il mondo di oggi si caratterizza per “ambizioni e guerre imperiali, un mondo in cui le dipendenze vengono spietatamente trasformate in armi”: per queste ragioni deve emergere “una nuova Europa”.
Un discorso difficile?
Quello di oggi all’Europarlamento è stato forse il discorso più difficile per von der Leyen, sopravvissuta a luglio a un voto di sfiducia all’Eurocamera e poi finita nel mirino delle critiche per via dell’accordo sui dazi con gli Usa, in seguito al quale è stata accusata di essere troppo compiacente nei confronti di Donald Trump. Difendendo l’intesa come “la migliore possibile”, von der Leyen ha tracciato un bilancio anche sui ritardi del Mercato Unico, chiarendo che è urgente un cambio di passo. “Il nostro più grande patrimonio è il Mercato Unico – ha detto – ma resta incompiuto”. Il Fondo Monetario Internazionale stima che le barriere interne del Mercato Unico equivalgano a un dazio del 45% sui beni. E a un dazio del 110% sui servizi. “Pensate solo a ciò a cui stiamo rinunciando. E, come sottolineato dal rapporto Letta, il Mercato Unico rimane incompleto, soprattutto in tre ambiti: finanza, energia e telecomunicazioni”. La Presidente ha chiesto “scadenze politiche chiare” annunciando che la Commissione presenterà una tabella di marcia per il Mercato Unico fino al 2028, ribadendo che “solo ciò che viene misurato, viene realizzato”. Anche sulla governance e in politica estera sono necessarie trasformazioni, secondo la leader europea. “Sostengo il diritto di iniziativa del Parlamento europeo. E credo che sia necessario passare alla maggioranza qualificata in alcuni settori, ad esempio in politica estera. È ora di liberarsi dalle catene dell’unanimità”, ha detto.
Medio Oriente: cambio di passo?
Forse il punto più significativo toccato da von der Leyen riguarda il conflitto in Medio Oriente dove – ha ribadito – l’obiettivo per l’Europa “restano i due Stati”. Finora la Commissione era stata molto criticata per non aver esercitato sufficiente pressione nei confronti di Israele. Nel suo discorso, von der Leyen ha riconosciuto le difficoltà della Commissione, sostenendo che siano causate dalle divisioni tra i governi europei, e ha espresso una dura condanna per i crimini commessi nella Striscia. “Ciò che sta accadendo a Gaza ha scosso la coscienza del mondo. Persone uccise mentre mendicavano cibo. Madri che tengono in braccio bambini senza vita. Queste immagini sono semplicemente catastrofiche” ha detto, aggiungendo che l’Europa “non può permettersi di restare paralizzata”. Per questo, la Commissione ha proposto di “sospendere alcune parti del programma Horizon. Ma la decisione è bloccata, senza una maggioranza. Dobbiamo superare questo ostacolo”, ha chiesto von der Leyen annunciando anche sanzioni contro i ministri estremisti e contro i coloni violenti. “Sono consapevole che sarà difficile trovare la maggioranza. E so che qualsiasi azione sarà eccessiva per alcuni. Troppo poca per altri. Ma dobbiamo tutti assumerci le nostre responsabilità: Parlamento, Consiglio e Commissione”.
Russia: un muro di droni?
“L’Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio”: sulla difesa del continente e dell’Ucraina, von der Leyen non ha mostrato alcuna indecisione. “Dobbiamo fare più pressione sulla Russia affinché si sieda al tavolo dei negoziati. Abbiamo bisogno di più sanzioni”, ha dichiarato, annunciando un 19esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca già in lavorazione. “Stiamo valutando in particolare l’eliminazione graduale e più rapida dei combustibili fossili russi, della flotta ombra e dei paesi terzi. E allo stesso tempo abbiamo bisogno di maggiore sostegno per l’Ucraina”, ha detto von der Leyen, accogliendo l’appello dei paesi baltici a costruire “un muro contro i droni”. Le sue dichiarazioni sono arrivate solo poche ore dopo che la Polonia aveva inviato i suoi caccia per abbattere i droni russi entrati nel suo spazio aereo. L’incidente è stato percepito dagli alleati occidentali come un modo per Vladimir Putin di testare le difese della Nato. Da tempo i paesi in prima linea – in particolare Polonia, Estonia e Lituania – chiedono all’Ue di contribuire finanziariamente alla difesa dei loro confini che, sostengono, sono i confini dell’Europa tutta. Von der Leyen ha fornito pochi dettagli sulla tabella di marcia per la difesa che dovrà presentare ai leader dell’Ue a ottobre, ma ha affermato di voler lanciare una cosiddetta ‘Drone Alliance’ con l’Ucraina e un semestre europeo della difesa per monitorare i progressi delle capitali nel rafforzamento militare. Il Semestre Europeo fu introdotto nel 2010 dall’allora presidente José Manuel Barroso come primo pilastro della nuova governance europea. Che oggi l’attuale presidente proponga un semestre della Difesa è segno, cupo, dei tempi: “Il 2030 è domani e l’Europa deve prepararsi oggi” ha concluso Von de Leyen.
Il commento
di Antonio Villafranca, Vice Presidente per la Ricerca ISPI
“Tutto (o quasi) giusto nel discorso di von der Leyen. Ma per fare tutto ci vorrebbe unità di intenti. Non riusciamo nemmeno a aumentare un bilancio Ue fermo a un assurdo 1% del Pil europeo. Procedure, mezzi e soldi sono inadeguati. Più che di discorsi annuali c’è bisogno di ripensare la collaborazione europea. Tra chi ci sta”.
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