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Colmare il divario tra l’innovazione e l’ingresso sul mercato


Le imprese hanno bisogno di innovazione all’avanguardia e le start-up hanno bisogno di accesso, risorse e fattori di scala, che solo le grandi aziende possono offrire; entrambi gli ecosistemi vogliono trovarsi, ma non è sempre facile.

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di Andrea Bondi

Amazon Web Services (AWS) è la piattaforma di servizi cloud più usata al mondo, offerta da Amazon. Fornisce un’ampia gamma di servizi digitali, tra cui: elaborazione dati, storage, database, machine learning e intelligenza artificiale, servizi per lo sviluppo di applicazioni e strumenti di sicurezza, networking e analisi. AWS consente alle aziende di tutto il mondo di scalare rapidamente, ridurre i costi IT e innovare più velocemente, eliminando la necessità di gestire infrastrutture fisiche. Forte della sua posizione di partner globale e della sua conoscenza capillare di tantissimi mercati, AWS ha avviato una iniziativa che mira ad aiutare start-up e clienti aziendali a collaborare in modo efficace, attraverso un approccio strutturato e metodico per metterle in contatto.

Le tre sfide dell’innovazione aperta (o collaborativa)

L’innovazione aperta o collaborativa è un modello in cui le aziende sviluppano nuove idee, prodotti o servizi coinvolgendo partner esterni (start-up, università, clienti, fornitori) anziché fare tutto internamente; l’obiettivo è accelerare l’innovazione, ridurre i rischi e sfruttare competenze e tecnologie che non si possiedono direttamente. AWS ha capito che poteva aiutare le imprese a superare le tre sfide dell’innovazione aperta grazie ad asset unici di Amazon, come l’esperienza nei settori industriali, nelle start-up e nell’innovazione, così ha cominciato a lavorare a stretto contatto con i propri clienti, per diventarne il consulente di fiducia in tema di innovazione e, in particolare, di innovazione collaborativa.

Il primo passo è quello di aiutarle a comprendere i tre temi fondamentali dell’innovazione aperta, ovvero: il che cosa, il chi e il come. È infatti fondamentale partire dal bisogno del cliente finale o dall’opportunità che si vuole creare; poi bisogna capire chi è il partner giusto, quali capacità deve avere e come trovarlo rapidamente (ha il giusto livello di maturità, affinità culturale e presenza sul mercato per collaborare efficacemente?). Il terzo elemento è il “come”: quali capacità interne servono per scalare? L’azienda ha già una base o una maturità nell’innovazione per poterlo fare?

… e le altre sfide

Ci sono inoltre anche altre sfide da prendere in considerazione: a volte, le imprese non partono dal giusto bisogno del cliente, o hanno già in mente una soluzione senza aver identificato un’esigenza. Un’altra sfida è sapere cosa cercare in un’azienda con cui collaborare, in termini di affinità culturale e competenze. Un terzo elemento è avere una propria base di innovazione: se stai cercando di costruire una pratica d’innovazione senza aver prima gettato le basi, non avrai successo.

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Le “fondamenta” dell’innovazione

In AWS considerano le fondamenta dell’innovazione come composte da quattro pilastri: organizzazione (che riguarda come è strutturata l’azienda, che tipo di allineamento c’è tra innovazione e roadmap aziendale, etc.), meccanismi (che sono i processi ripetibili), architettura (che riguarda il potenziamento delle competenze interne) e infine cultura aziendale.

Per avere successo è fondamentale capire a che punto ci si trova nel proprio livello di maturità dell’innovazione, così AWS ha sviluppato un meccanismo per aiutare le aziende a valutarsi, identificare i gap e capire quali strumenti, tecniche e processi servono per raggiungere il livello desiderato.

I tre gradini di maturità

Il primo gradino della scala di maturità dell’innovazione è sistemare le basi, il secondo è trasformare la propria organizzazione e il terzo è trasformare il proprio settore. Prima di ambire a trasformare un’intera industria, è necessario sistemare le fondamenta, conquistare la fiducia dei propri clienti e della leadership, e solo dopo è possibile passare alla fase successiva.

Scegliere il meccanismo giusto

Il programma di innovazione attraverso le imprese di AWS si basa su tre categorie di meccanismi:

  • Start small (inizia in piccolo)
  • Think big (pensa in grande)
  • Be curious (sii curioso)

“Iniziare in piccolo” significa avere un caso d’uso definito e voler ottenere risultati rapidamente, in poche settimane. Se il caso d’uso è chiaro, si può organizzare un incontro con una start-up, esplorare il network di AWS e trovare la soluzione giusta in pochi giorni. Se invece non è ben definito, AWS coinvolge i propri esperti, parte dal bisogno del cliente, lo scompone in capacità richieste, cerca quindi la start-up adatta e costruisce un caso per un pilota concreto.

“Pensare in grande” significa creare una partnership strategica e continuativa, come ad esempio supportare un’azienda nella gestione di 26 laboratori d’innovazione nel mondo o nella costruzione delle sue fondamenta d’innovazione.

“Essere curiosi” vuol dire esplorare temi emergenti tramite showcase di start-up e giornate d’innovazione. AWS fa da catalizzatore e divulgatore, mettendo in contatto domanda e offerta.

Raggiungere le persone giuste al momento giusto

Non è sempre chiaro chi siano le persone giuste con cui collaborare, soprattutto nelle grandi organizzazioni, mentre le start-up non hanno spesso tempo da perdere con iniziative che non portano valore immediato. Come fare a garantire di avere le persone giuste per creare questa connessione?

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La risposta di AWS è – lato grandi organizzazioni – di lavorare principalmente con i Chief Innovation Officer e i responsabili dell’innovazione e di avere sempre anche un decisore del business, mentre per quanto riguarda le start-up, la formula di go-to-market è: “Accesso = persona giusta + bisogno giusto + nel momento giusto”. L’obiettivo è portare i veri decisori al tavolo, verificare che la soluzione sia rilevante e che l’azienda abbia già prioritizzato il bisogno, abbia budget disponibile e sia pronta ad agire subito (il “potere del momento giusto”).

Le scelte da fare per l’innovazione

Ci sono alcune scelte che devono essere fatte: la prima è scegliere il caso d’uso giusto e assicurarsi che sia scalabile e che non rappresenti solo un esercizio di nicchia. La seconda è che la soluzione deve essere affidabile, performante e sicura. La terza è che fin dall’inizio bisogna testarla con dati reali dell’azienda; i dati sintetici non bastano quando si va in produzione, perché emergono sempre imprevisti, quindi meglio testare da subito con i dati reali e raccogliere feedback dai clienti il prima possibile. È infatti difficile costruire un business case sulla base di pochi dati e su cose che non sono ancora state nemmeno ancora realizzate. Qui entra in gioco l’esperienza di AWS, il cui obiettivo è aiutare i clienti a vedere il quadro più ampio.

È un equilibrio delicato tra innovazione incrementale e “disruptive”, bisogna pensare a nuove fonti di ricavo, nuove esperienze per il cliente, nuovi prodotti che potrebbero avere ROI più alti, ma soprattutto nelle fasi iniziali della maturità dell’innovazione, è importante concentrarsi su innovazioni incrementali, che magari hanno un impatto più operativo, ma comunque creano valore.

Conquistare la fiducia dell’organizzazione è cruciale

La tecnologia, da sola, non basta: bisogna coinvolgere gli stakeholder fin dall’inizio, per riuscire a conquistare la fiducia di tutta l’organizzazione. Un esempio di successo è stato il collegamento tra NASA e la start-up Ejenta per il monitoraggio remoto della salute. AWS ha incoraggiato e convinto Ejenta a candidarsi al bando indetto dalla NASA. Effettivamente la proposta di Ejenta è risultata la migliore, così ha vinto il bando e ha coinvolto un’altra start-up per completare le competenze. Dopo tre anni di lavoro, NASA e Ejenta stanno lanciando in queste settimane la loro prima soluzione commerciale.

Questa combinazione di identificare le caratteristiche che una soluzione richiede e abbinare le aziende giuste per costruirla insieme è ciò che la maggior parte delle organizzazioni vorrebbe riuscire a fare in modo regolare, continuo e scalabile, ma ovviamente non è facile.

Meglio l’innovazione attraverso la collaborazione o fare tutto internamente?

Ovviamente dipende; per alcune cose, assolutamente conviene collaborare, per altre no. Nell’era dell’AI generativa, sembra che le partnership e l’innovazione collaborativa siano la strada più economica e più efficiente da seguire e ciò è in parte vero. Tuttavia, un’azienda deve capire cosa è centrale per il proprio business e quali capacità ha bisogno di sviluppare e rafforzare internamente; deve valutare dove ha senso investire in un gruppo interno e formarlo per innovare, e dove invece ha senso esternalizzare e collaborare. Si tratta di un delicato equilibrio, ma la domanda cui forse è necessario rispondere per decidere è qual è la proprietà intellettuale che non si vuole condividere con nessuno? E dove è possibile invece collaborare per lanciare un nuovo prodotto che è fuori dal proprio ambito principale?

La risposta è ovviamente diversa per ciascuno; quello che però è certo è che la tecnologia e realtà come AWS rendono il divario tra l’innovazione e l’ingresso sul mercato colmabile in breve tempo.

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