Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Stato dell’Unione. Von der Leyen: “Produrre e comprare europeo”


Per l’Europa è il momento dell’indipendenza

L’Europa è chiamata ad affrontare le grandi sfide che un presente sempre più complesso e critico ci sta ormai obbligando ad affrontare, con scelte e decisioni che non possono più essere rimandante. Il Discorso sullo Stato dell’Unione (SOTEU) tenuto dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è stato una lista di emergenze a cui dare risposta.

La guerra in Ucraina, la tragedia di Gaza (solo abbozzata nel Discorso e piena di ambiguità), la sicurezza dei nostri confini, la Difesa, le questioni sociali più impellenti, la transizione ecologica e digitale, le nuove tecnologie, l’industria e l’economia, sono stati i punti chiave del discorso di von der Leyen.

Quello che stiamo vivendo, ha sottolineato subito la Presidente della Commissione, “deve essere il momento dell’indipendenza dell’Europa”, aggiungendo: “Credo che questa sia la missione della nostra Unione. E sappiamo di poterlo fare. Perché insieme abbiamo dimostrato cosa è possibile realizzare quando abbiamo la stessa ambizione, la stessa unità e la stessa urgenza“.

Il Rapporto Draghi è ancora la stella polare per l’Ue

Ma per far questo, ha spiegato von der Leyen l’Unione deve far leva su quelle che sono le sue risorse più significative, come il mercato unico, l’economia sociale e lo stato di diritto, “ma sentiamo tutti il peso delle difficoltà economiche e geopolitiche del momento”, e sappiamo tutti benissimo ormai che “le dipendenze possono essere usate contro di noi”.

Per questo motivo investiremo massicciamente nelle tecnologie digitali e pulite”, ha detto von der Leyen, con “ulteriori investimenti nell’ambito del futuro Fondo per la competitività e nel quadro del programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa, la cui dotazione di bilancio sarà raddoppiata”.

Nel discorso sullo Stato dell’Unione non è mancato il riferimento al Rapporto Draghi: “Stiamo inoltre eliminando le principali strozzature individuate che vanno dall’energia ai capitali, dagli investimenti alla semplificazione”.

L’euro digitale, ad esempio, potrebbe agevolare tanto le imprese quanto i consumatori, secondo la Presidente della Commissione.

Innovazione, fondo Scaleup e strategia “made in EU”

Per le imprese innovative, ha affermato la Presidente della Commissione, “stiamo elaborando il cosiddetto 28° regime e stiamo accelerando i lavori sull’Unione europea del risparmio e degli investimenti. Questo perché molte delle nostre startup presentano un alto potenziale in tecnologie chiave quali quella quantistica, l’intelligenza artificiale o le biotecnologie”.

In questo gioca un ruolo cruciale “la limitata disponibilità di capitale di rischio le costringe a rivolgersi a investitori stranieri”. Per questo, ha proseguito von der Leyen, “l’Europa perde così ricchezza e posti di lavoro, il che ne mina la sovranità tecnologica”.

A tal fine – ha detto la Presidente – porremo le prime pietre angolari, come l’atto legislativo sullo sviluppo del cloud e dell’AI e lo spazio di sperimentazione per la quantistica (Quantum Sandbox)“.

A riguardo, “la Commissione collaborerà con gli investitori privati nell’ambito di un fondo Scaleup Europe, caratterizzato da una dotazione di diversi miliardi di euro. Il fondo contribuirà a realizzare ingenti investimenti in imprese giovani e in rapida crescita che operano in settori tecnologici critici”.

Mercato unico 2028, 28° regime e “Quinta libertà”

La nostra principale risorsa è il mercato unico, ha ricordato von der Leyen, “che però rimane incompiuto” e secondo le stime dell’FMI, “gli ostacoli interni al mercato unico equivalgono a tariffe del 45% sulle merci”.

Ha parlato di “una tabella di marcia per il mercato unico da qui al 2028”, che riguarderà “i capitali, i servizi, il settore energetico, le telecomunicazioni, il 28° regime e la “quinta libertà” per la circolazione della conoscenza e dell’innovazione”.

Dazi, “sono una tassa”, ma da guerra commerciale con USA conseguenze peggiori

I dazi non sono altro che tasse“, ha detto von der Leyen.

Nonostante questo però, ha ribadito che “l’accordo garantisce una stabilità cruciale nelle nostre relazioni con gli Stati Uniti in un periodo di grave insicurezza globale“.

Immaginate quali ripercussioni avrebbe una vera e propria guerra commerciale con gli Stati Uniti“, ha rimarcato von der Leyen, ponendo la questione della Realpolitik come inevitabile in questo momento storico.
Una posizione che von der Leyen ha ripetuto fin dal primo giorno successivo ai fragili accordi di luglio raggiunti faticosamente da Bruxelles e Washington, che non piacciono a nessuno e che questa Commissione difende strenuamente.

Possibili alternative su cui la Commissione sta lavorando sono i nuovi partenariati commerciali: “L’80% dei nostri scambi commerciali avviene con paesi diversi dagli Stati Uniti. Dobbiamo quindi sfruttare nuove opportunità”.

Von der Leyen cita gli accordi bilateriali con Messico e Mercosur, ma anche con l’India (che dovrebbe essere ultimato entro l’anno).

Certo pesa su queste dichiarazioni quanto accaduto nei giorni scorsi, con il brutto episodio che ha visto saltare la conferenza stampa della Vicepresidente esecutiva della Commissione europea e Commissaria europea per la concorrenza, Teresa Ribera, sulla multa a Google, su decisione proprio della Presidente von der Leyen.

Istituire un’AI europea

Il punto chiave di tutto il Discorso è sempre l’indipendenza e il made in EU: “tutte queste iniziative sosterranno anche gli investimenti nelle tecnologie che alimentano la nostra economia, come quelle pulite e digitali”.

Penso all’intelligenza artificiale. Per assicurare la nostra indipendenza futura è essenziale istituire un’IA europea, che contribuirà a potenziare le nostre industrie e le nostre società, dall’assistenza sanitaria alla difesa”, ha spiegato von der Leyen.

A tal fine, la Commissione è intenzionata a proporre alcune soluzioni, tra cui: l’atto legislativo sullo sviluppo del cloud e dell’IA e lo spazio di sperimentazione per la quantistica (Quantum Sandbox).

Stiamo investendo massicciamente nelle gigafabbriche di IA europee, che sostengono le nostre startup innovative nello sviluppo, nell’addestramento e nella diffusione dei loro modelli di IA di prossima generazione”, ha detto von der Leyen.

Sempre nella giornata di oggi, la Presidente della Commissione ha annunciato che incontrerà gli amministratori delegati di alcuni fra i maggiori campioni tecnologici europei (European tech champions), “che rilasceranno una dichiarazione sull’IA e le tecnologie europee, segno del loro impegno a investire nella sovranità tecnologica dell’Europa”.

Anche su questa voce pesa l’accordo con gli USA di luglio, perchè impone a Bruxelles l’acquisto di chip (fondamentali per l’AI e il cloud ad esempio) per 40 miliardi di euro, il che va a limitare l’autonomia della nostra industria e del made in EU, favorendo le Big Tech.

Tecnologie pulite e mercati guida per il made in Europe

Un approccio che secondo von der Leyen sarà adottato anche per le tecnologie pulite, l’acciaio e le batterie: “Il settore europeo delle tecnologie pulite deve restare in Europa – e dobbiamo agire con urgenza. Con il patto per l’industria pulita abbiano individuato i principali ostacoli che impastoiano questi settori.

Ha sottolineato la necessità per gli investitori della certezza “che, quando investono, potranno contare sulla domanda di prodotti puliti europei”.

Per fare questo servono i “mercati guida”. Sul versante dell’offerta, “vareremo un pacchetto di sostegno per le batterie (Battery Booster)”, che “metterà a disposizione 1,8 miliardi di euro di equity per potenziare la produzione in Europa. Le batterie sono essenziali per altre tecnologie pulite, in particolare i veicoli elettrici”.

Sul versante della domanda, ha aggiunto von der Leyen, “dobbiamo stimolare con urgenza la domanda di leadership industriale europea nelle tecnologie pulite. In quest’ottica introdurremo negli appalti pubblici un criterio relativo al “made in Europe“.

Un percorso virtuoso, ma perché sia perseguibile “dobbiamo assicurarci che la nostra industria possa procurarsi i materiali qui in Europa. E l’unica soluzione è creare un’economia davvero circolare” e tra le proposte avanzate ha parlato di “un atto su un acceleratore industriale per i settori e le tecnologie chiave strategici”.

Autostrade energetiche e indipendenza

Altro punto cruciale del Discorso è quello legato al settore energetico. L’energia in Europa costa troppo e soprattutto scontiamo la nostra dipendenza da fornitori esteri: “Sappiamo anche che cosa fa scendere i prezzi: l’energia pulita prodotta localmente. Dobbiamo produrre più energia da fonti rinnovabili interne, affidandoci al nucleare per il carico di base. Ma dobbiamo anche investire con urgenza nelle infrastrutture e negli interconnettori e provvedere alla loro modernizzazione”.

C’è da capire come l’Ue riuscirà a rafforzare la sua indipendenza energetica tenendo conto dei 750 miliardi di euro di acquisti proprio nel settore energetico da fornitori americani in combustibili fossili, principalmente petrolio greggio e gas naturale liquefatto (LNG). Una zavorra per ogni ambizione di sovranità energetica. Se da un lato ci si libera dalla Russia, dall’altro ci si lega ad un’altra dipendenza estera.

A tal fine, von der Leyen ha proposto “un nuovo pacchetto sulle reti per rinforzare l’infrastruttura di rete e accelerare l’iter autorizzativo. In aggiunta al pacchetto, oggi ho il piacere di annunciare una nuova iniziativa sulle autostrade energetiche. Abbiamo individuato otto punti critici di congestione nelle nostre infrastrutture energetiche, dallo stretto di Øresund al canale di Sicilia. Li sbloccheremo tutti”.

Parallelamente, l’Europa deve continuare a decarbonizzare, ma per farlo la transizione deve premiate e incentivare industria e imprese.

In caso contrario rischiamo di trovarci a dipendere dalle importazioni, siano esse di acciaio per i produttori di auto o di fertilizzanti per gli agricoltori. Saremmo alla mercé dei prezzi, dei volumi e della qualità che altri sono disposti e in grado di offrirci”, ha spiegato von der Leyen.

e-Car europee, piccole, sostenibili ed efficienti: “Il futuro è elettrico”

per quel che riguarda le automobili, la Commissione proporrà all’industria di collaborare a un’iniziativa su auto di piccole dimensioni a prezzi contenuti: “Sono del parere che l’Europa dovrebbe avere la sua “e-car”. “E” come ecologica: pulita, efficiente, leggera. “E” come economica: alla portata di tutti. “E” come europea: costruita in Europa, facendo affidamento su catene di approvvigionamento europee”.

Secondo la Presidente della Commissione, “non possiamo lasciare il mercato in mano alla Cina e agli altri concorrenti. Non ci sono dubbi: “il futuro è elettrico e made in EU”.

Restrizioni ai social media “per difendere i nostri figli”, l’Ue in cerca di una strada

Un Discorso che finalmente pone l’accento sul tema centrale dell’indipendenza europea in maniera più decisa, declinandolo sui settori strategici dell’AI, dell’energia, delle tecnologie di punta, sull’industria dell’auto e sulle materie prime, ma che delude riguardo le questioni sociali, come il modo in cui vogliamo trattare i migranti e le guerre in corso, in particolare la situazione drammatica in cui versa la popolazione di Gaza, che non ha ricevuto alcuna risposta efficace da parte dell’Unione all’assedio militare messo in atto da Israele e alla carestia usata come arma di sterminio.

Altri punti molto interessanti toccati dalla Presidente della Commissione, sempre lato tecnologico e dei diritti, sono i social media e gli algoritmi, strumenti che vanno regolamentati maggiormente, soprattutto per la relazione di dipendenza estrema che possono creare con i più giovani e i minori, ma anche l’indipendenza dei media per la lotta alla disinformazione.

Dobbiamo pensare alla sicurezza dei nostri figli, non ai profitti“, ha detto von der Leyen, “i nostri amici in Australia hanno aperto la strada alle prime restrizioni dei social media. Seguo con attenzione l’attuazione di questa politica per vedere quali potrebbero essere i prossimi passi da adottare qui in Europa. Chiederò a un gruppo di esperti di fornirmi, entro la fine di quest’anno, un parere sul miglior approccio dal punto di vista europeo“.

Stop alla disinformazione, un programma per la “resilienza dei media”

Altro problema che non da oggi insidia e indebolisce le nostre società e le basi della convivenza democratica e civile in Europa (e non solo) è la disinformazione come strategia attuata da attori statali stranieri e loro proxy, cioè gruppi non statali (come milizie o organizzazioni politiche) utilizzati da questi stati per agire indirettamente.

Disinformazione che come ben sappiamo può anche provenire da fonti russe, ma che spesso viaggia su piattaforme di note Big Tech. Qui gli strumenti già esistono, basterebbe blindare la legge sui servizi digitali (DSA) e ampliarne l’applicazione, ma questo non piace a Washington.

La Commissione intende a riguardo “avviare un nuovo programma per la resilienza dei media (Media Resilience Programme), che sosterrà il giornalismo indipendente e l’alfabetizzazione mediatica” e sostenere media indipendenti e locali (che avrebbero bisogno di un mercato pubblicitario più accessibile ed equo, dove reperire risorse per sopravvivere, ma ben sappiamo quanto giganti come Google lo rendano difficile).

Riforme: non più solo “unanimità”, per alcune decisioni “maggioranza qualificata”

È arrivato il momento di liberarci delle catene dell’unanimità“, ha detto von der Leyen, per fare in modo che l’Ue “agisca più rapidamente e sia in grado di rispondere alle attese delle cittadine e dei cittadini europei“.

Un altro passaggio storico che sicuramente avrà conseguenze sia positive, sia negative, nel percorso di unione di questa Europa che agli occhi di tutti noi appare inesorabilmente sempre più frammentata e impotente di fronte alle grandi sfide del tempo difficile che stiamo vivendo (e non si può che tornare a Gaza e certo all’Ucraina, due tragedie verso le quali per il momento Bruxelles ha risposto con l’insopportabile doppio standard “due pesi e due misure”).
Non basta richiamarsi solamente al diritto e allo Stato di diritto, che pure sono elementi fondanti la nostra Unione e la nostra società, perchè altrettanto importanti e centrali per la nostra “civiltà” sono anche i principi di solidarietà e soccorso, giustizia sociale (economica, energetica e ambientale) e uguaglianza tra le persone, questioni culturali ed etiche, ancor prima che politiche o esclusivamente normative. Tutto sancito nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contabilità

Buste paga