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Ursula Von Der Leyen Discorso Sullo Stato DellUnioneDopo un’estate “bollente”, i temi sul piatto della bilancia sono molti per Ursula Von der Leyen. Ma anche i focolai di scontro: dalla spesa per la difesa alla competitività, dal Green Deal ai costi energetici, dall’Ucraina a Gaza, dagli alloggi al cibo, da Mercosur all’accordo commerciale con gli USA, dalla sanità agli incendi boschivi, dalla questione migratoria al rispetto dello stato di diritto.

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No news good news, verrebbe da dire. In realtà, qualche novità importante c’è stata. Al netto del sostegno all’Ucraina – primo punto in agenda – e della difesa territoriale con l’Eastern Flank Watch, al netto anche delle nuove sanzioni alla Russia e temi correlati, la vera novità riguarda il posizionamento in Medio Oriente.  “Sospenderemo il nostro sostegno bilaterale a Israele. Interromperemo tutti i pagamenti nei settori interessati, senza compromettere la collaborazione con la società civile israeliana”, ha detto la Von der Leyen, annunciando anche due proposte da presentare al Consiglio per comminare sanzioni ai ministri israeliani estremisti e ai coloni violenti, nonché proposte per la sospensione parziale dell’accordo di associazione su questioni commerciali.

Altro capitolo importante – con toni accesi in aula – è stato dedicato al rispetto dello stato di diritto e dell’informazione libera. “Il primo passo della strategia di un autocrate è sempre quello di neutralizzare i media indipendenti, perché questo consente di fare passi indietro, regresso democratico, corruzione. Per questo lanceremo un programma per la resilienza dei media e sostegno al giornalismo indipendente. Ci saranno investimenti destinati a media indipendenti e locali, perché la stampa libera è il fondamento di ogni democrazia. Nonostante le vostre grida…”, dichiara Ursula Von der Leyen, apostrofando le rimostranze di certi banchi del Parlamento.

Sulla scia del rapporto Draghi, la presidente della Commissione ha dedicato particolare attenzione ad alcuni temi centrali: competitività, Green Deal, catene di approvvigionamento, tecnologie pulite.

Mantenere la rotta sul Green Deal

Viene confermata la necessità di perseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni, evidenziando successi raggiunti e sfide. La Von der Leyen sottolinea come la transizione ecologica non sia solo un imperativo ambientale, ma anche un’opportunità strategica per l’Europa.

“Già oggi, oltre il 70% della nostra energia elettrica proviene da fonti a basse emissioni di anidride carbonica. Siamo leader mondiali per il numero di brevetti di tecnologie pulite davanti agli Stati Uniti e a testa a testa con la Cina. In termini di capitale di rischio stiamo recuperando terreno rispetto agli Stati Uniti e siamo in netto vantaggio sulla Cina”, illustra la presidente della Commissione.

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La transizione verde è un pilastro per rafforzare l’indipendenza strategica dell’Europa. La riduzione delle dipendenze energetiche e la promozione di un’economia circolare sono cruciali per la sicurezza e l’autonomia del continente.

Per affrontare le preoccupazioni legate all’entità della sfida, è necessario un approccio che “sostenga le persone e irrobustisca l’industria”, il che implica un massiccio aumento degli investimenti. Sarà importante sfruttare il Fondo Sociale per il Clima per assicurare condizioni di parità a livello mondiale, puntando a fissare il prezzo del carbonio.

Resta imperativo tutelare le industrie europee che investono nella decarbonizzazione. Il monito è sui rischi di dipendere da importazioni di materiali strategici come l’acciaio o i fertilizzanti, che potrebbero esporre l’Europa a fluttuazioni di prezzi e qualità. Per contrastare la concorrenza sleale e la sovracapacità globale, la Commissione intende proporre un nuovo strumento commerciale a lungo termine, che andrà a sostituire le attuali misure di salvaguardia sull’acciaio, garantendo che le aziende europee che operano in modo sostenibile non siano penalizzate.

Competitività e tecnologie digitali

“La competitività è un elemento precipuo della nostra Unione Europea”, esordisce così la Von der Leyen toccando questo tema. Poi aggiunge “Quando parliamo di competitività, parliamo di posti di lavoro, di persone, dei loro mezzi di sussistenza. Quindi, a conti fatti, se vogliamo un’economia competitiva, dobbiamo mettere i lavoratori nelle giuste condizioni. Ecco perché proporremo un atto legislativo sui posti di lavoro di qualità, per far sì che l’occupazione tenga il passo con l’economia di oggi”.

Riconoscendo le difficoltà economiche e geopolitiche che pesano su cittadini e imprese, la Commissione annuncia una “ambiziosa strategia” che intreccia la lotta alla povertà con il rafforzamento della competitività europea a livello globale.

La risposta è un massiccio investimento in tecnologie digitali e pulite. A tal fine, verrà potenziato il Fondo per la competitività all’interno del programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa. Per rimuovere gli ostacoli alla crescita, si punta anche a eliminare le “principali strozzature” identificate nella relazione Draghi: energia, capitali, investimenti e semplificazione burocratica. Questi interventi mirano a facilitare l’attività imprenditoriale e creare un ambiente più favorevole per le aziende, con l’obiettivo di proteggere i posti di lavoro.

Le nuove proposte normative mirano a semplificare le normative, il che porterebbe a un risparmio annuale stimato in 8 miliardi di euro. A questo scopo il cosiddetto 28° regime, destinato in particolare alle imprese innovative, si concentra sui temi del risparmio e di attrarre investimenti. Particolare attenzione è rivolta alle startup, spesso costrette a rivolgersi a investitori esteri per la limitata disponibilità di capitale di rischio in Europa. Un fenomeno che comporta perdita di “ricchezza e posti di lavoro” e che mina la sovranità tecnologica dell’UE.

Per invertire la rotta, la Commissione annuncia una collaborazione con gli investitori privati per la creazione del Fondo Scale Up Europe, con lo scopo di attrarre investimenti per le imprese tecnologiche a rapida crescita, e con l’obiettivo che le eccellenze europee scelgano di restare in Europa.

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Lo scudo europeo per la democrazia

“Abbiamo bisogno di maggiori capacità per monitorare e individuare la manipolazione delle informazioni e la disinformazione. Intendiamo per questo istituire un nuovo centro europeo per la resilienza democratica che riunirà tutte le competenze e le capacità degli stati membri e dei paesi vicini”, continua la Von der Leyen.

È in quest’ottica che la Commissione intende rafforzare l’impegno per la tutela dello stato di diritto e il sostegno alla libertà di stampa, riconoscendo entrambi come pilastri della democrazia. Tramite un nuovo ciclo annuale di monitoraggio integrato, si punta a contrastare fenomeni di disinformazione e a garantire la resilienza dei media, sempre più sotto pressione.

L’elemento più significativo è il rafforzamento del legame tra il rispetto dello stato di diritto e l’accesso ai finanziamenti. La Commissione ribadisce che il rispetto di tali principi è una conditio sine qua non per ricevere fondi, e questo vincolo sarà consolidato con il prossimo bilancio a lungo termine.

Parallelamente, Ursula Von der Leyen affronta la crisi dei media tradizionali, in particolare nelle comunità rurali e periferiche: la scomparsa dei giornali locali ha creato veri e propri “deserti dell’informazione”, terreni fertili per la disinformazione e grave pericolo per la democrazia.

Per contrastare questa tendenza, è stato annunciato un nuovo programma per la resilienza dei media, che sosterrà il giornalismo indipendente e l’alfabetizzazione mediatica. Oltre a ciò, la Commissione ha proposto di aumentare significativamente i fondi destinati ai media nel prossimo bilancio. A tal fine, si utilizzeranno gli strumenti dell’UE per mobilitare il capitale azionario privato e sostenere i media locali indipendenti.

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