Venezia non è solo la città dei turisti. E non rimane ferma di fronte alle trasformazioni globali. Per questo, dal prossimo 11 settembre 2025, alla Giudecca prenderà il via la quarta edizione di MITdesignX Venice, il programma di accelerazione per startup promosso da SerenDPT, società benefit impegnata a ridare centralità alla residenzialità e a un’economia diversificata.
Nella sede della Fabbrica H3, presso l’ex complesso monastico Santi Cosma e Damiano (nella foto), trasformato in incubatore di innovazione, undici startup internazionali (tra cui tre veneziane) si confronteranno per tre mesi con un percorso ad alta intensità, ideato insieme al Massachusetts Institute of Technology (Mit). Obiettivo: trasformare idee ambiziose in imprese solide, capaci di durare nel tempo e reggersi sul mercato.
La fase più delicata per ogni nuova impresa sono infatti i primi tre anni di vita:secondo le statistiche, solo il 5% delle idee riesce a diventare attività autonoma e competitiva. Qui entra in gioco il metodo MITdesignX (vedi GV n. 30 del 25 luglio): sedici moduli, quattro workshop (declinati sulla base dell’attrattività per aiutare i team a comprendere il problema, gli utenti e gli stakeholder coinvolti, la fattibilità, che guida alla progettazione e alla sperimentazione della soluzione, la sostenibilità a supporto dello sviluppo del modello di business e nella strutturazione del team e l’impatto, che consente di definire un piano operativo e finanziario per scalare), mentori internazionali, consulenze personalizzate e un accompagnamento che non si ferma alla presentazione finale del progetto ma continua anche dopo per favorirne e sostenerne l’implementazione.
«Non è un gioco accademico, ma un sostegno concreto», sottolineano da SerenDPT. L’idea è semplice: dare alle giovani imprese gli strumenti per sopravvivere al mercato reale, evitando che progetti promettenti si spengano per mancanza di metodo, capitale o rete.
Quest’anno le startup arrivano da diversi Paesi e settori, ma tutte hanno dichiarato interesse a radicarsi a Venezia, anche chi non ha origini lagunari. Un segnale forte, che conferma come la città non sia solo cartolina turistica, ma anche luogo capace di attrarre innovazione. SerenDPT, da parte sua, fornirà incentivi e sostegni concreti a chi sceglierà di insediarsi qui stabilmente.
Non è un dettaglio: portare nuove imprese a lavorare e vivere in laguna significa invertire una tendenza ventennale, quella della perdita di residenti e della dipendenza da un’unica monocultura economica. L’obiettivo è chiaro: creare un tessuto produttivo che dia lavoro qualificato e contribuisca a ricostruire una comunità viva.
Le storie delle startup selezionate parlano di futuro e di capacità di trasformare sfide globali in soluzioni concrete. C’è chi, come Bi-Harvest, ha deciso di dare nuova vita alle eccedenze agricole e ai sottoprodotti alimentari, trasformandoli in ingredienti di alto valore per i settori alimentare, nutraceutico e cosmetico. Un processo circolare che non solo riduce lo spreco, ma utilizza il calore di scarto degli impianti industriali, dimostrando che sostenibilità ed economia possono camminare insieme.
In un ambito del tutto diverso si muove BrailleFly, che ha scelto la tecnologia indossabile per rendere più indipendenti ciechi e ipovedenti. Il suo anello smart consente di gestire lo smartphone con un gesto, mentre gli occhiali TiresIA interpretano l’ambiente in tempo reale, anche senza connessione internet. Non è solo una questione tecnica: dietro c’è l’idea di abbattere barriere e pregiudizi, di costruire una cultura inclusiva in cui la disabilità diventa terreno di innovazione.
La trasparenza è invece il cuore di Bustapagapp, un’app che analizza buste paga in qualsiasi lingua europea e le restituisce come report chiari e leggibili. Per i lavoratori è uno strumento di tutela e consapevolezza: niente più gergo incomprensibile o errori nascosti, ma pieno controllo dei propri diritti e della propria situazione fiscale.
A guardare alle fabbriche e alle grandi infrastrutture ci pensa eMomentum, che con sensori IoT e algoritmi di intelligenza artificiale aiuta a ridurre sprechi energetici ed emissioni di CO2₂ nei macchinari rotanti. La manutenzione predittiva diventa così una leva di sostenibilità e di risparmio, con ritorni economici immediati e un impatto ambientale misurabile.
Anche il clima entra tra i protagonisti di questa edizione. Con Latitudo 40, i dati satellitari e la generative AI non servono a fotografare l’esistente, ma a immaginare scenari futuri: alluvioni, isole di calore, emissioni. Urbanisti, governi e aziende possono così testare le proprie strategie prima di attuarle, riducendo i rischi e aumentando la resilienza delle città.
Il design entra in gioco con Lizard, una piattaforma che propone arredi “as-a-service”. Niente più acquisti rigidi, ma soluzioni a noleggio, personalizzate dall’intelligenza artificiale, con manutenzione e riciclo inclusi. Un modello che riduce costi e sprechi e reinventa il modo di abitare e lavorare negli spazi.
Dal mondo della navigazione arriva invece MAREA, che ha scelto Venezia come laboratorio naturale. I suoi fari intelligenti, alimentati a energia solare e dotati di diagnostica in tempo reale, promettono maggiore sicurezza nelle acque, giorno e notte. Un ponte ideale tra la tradizione marittima secolare e le tecnologie del futuro.
Il bisogno di socialità trova una risposta in play2match, piattaforma che rende più facile organizzare partite sportive, trovare compagni con interessi e livelli simili e concludere l’esperienza davanti a un drink. Lo sport diventa così un antidoto alla solitudine e alla sedentarietà, ma anche un modo per ricostruire comunità urbane più coese.
L’inclusione passa anche da ambienti costruiti su misura. È la scommessa di SenseAble Wood, che realizza spazi multisensoriali “Wood Snoezelen” in legno naturale, capaci di favorire rilassamento e stimolazione sensoriale controllata. Scuole, ospedali e centri di cura possono così offrire esperienze di benessere personalizzate, sostenibili e accoglienti.
Infine c’è TUNICA, che guarda al mare non solo come risorsa turistica, ma come fonte di materiali innovativi. Dai tunicati marini ricava nanocellulosa ultrapura, con proprietà superiori a quella vegetale e applicazioni che vanno dalla biomedicina alla cosmetica. Una dimostrazione concreta di come la blue economy possa coniugare ricerca scientifica e tutela della biodiversità.
Il percorso si concluderà il 24 novembre con il Final Pitch, giornata pubblica in cui i team presenteranno le loro idee davanti a una giuria di esperti. In quella sede SerenDPT offrirà incentivi a chi sceglierà di insediarsi a Venezia, mentre premi speciali saranno messi in palio dai partner.
Luca Giuman, amministratore di SerenDPT, lancia in questo senso un invito alla città: «Invitiamo enti, aziende e sostenitori a contribuire mettendo in palio premi per le startup vincitrici — un investimento concreto nelle idee che vogliono cambiare la città».
Con MITdesignX Venice, SerenDPT dimostra che Venezia può essere un laboratorio di innovazione e non solo una vetrina turistica. Tre delle startup sono già veneziane, ma il dato forse più importante è che tutte le altre hanno espresso la volontà di restare a lavorare in città. È il segno che la laguna può tornare a essere un luogo dove si sperimenta, si produce e si vive, non solo un fondale da cartolina.
Stefano Nava
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