(Agen Food) – Roma, 01 set. – di Olga Iembo – Non c’è più bisogno di rilevare quanto l’agricoltura sia tornata al centro dell’attenzione in un momento storico politico in cui si lavora per arrivare a un “cambio di mentalità” che, lungi dal considerare quelli nel comparto impieghi di serie B, dovrebbe basarsi su un rinnovato rispetto della dignità di un lavoro che invece è sempre più evoluto, moderno, tecnologicamente avanzato. Non è un caso se i giovani imprenditori agricoli di maggior successo spiccano proprio per iniziative innovative, progetti arditi, obiettivi ambiziosi, padroni ormai di tanti nuovi strumenti ma sempre “affamati” di ulteriori conoscenze. L’agricoltura, dunque, comparto d’eccellenza in Italia, esprime un grande potenziale che, tuttavia, deve essere sostenuto, gratificato, formato senza sosta.
E’ questa l’idea alla base del nuovo progetto della Fondazione Italia – USA che, anni dopo lo storico Premio America, riconoscimento destinato alle più prestigiose personalità di chiara fama internazionale, ha promosso adesso il Premio America Agricoltura, un riconoscimento per gli imprenditori e le imprenditrici leader delle migliori aziende agricole italiane. Un’ulteriore iniziativa in linea con le finalità di un Ente nato per testimoniare l’amicizia tra gli italiani e gli americani, agevolando quegli scambi che promuovano la cultura di un Paese all’interno dell’altro. Una Fondazione che intende svolgere un ruolo pubblico con carattere apartitico, al cui atto costitutivo ha partecipato anche l’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, e che adesso si è soffermata ad occuparsi proprio di questo settore così importante, vitale e strategico, che oltretutto coinvolge ampiamente i rapporti commerciali fra Italia e USA.
A spiegare approfonditamente ad Agen Food tutto quanto riguarda questo Premio è Corrado Maria Daclon, segretario generale Fondazione Italia USA, che risponde anche sulle possibili “complicazioni” economico-politiche legate al tema dei famigerati dazi.
Segretario, la Fondazione Italia USA promuove il Premio America Agricoltura, di cosa tratta in dettaglio?
“Si tratta di un riconoscimento di prestigio internazionale, che rappresenta una qualificazione e una certificazione di qualità di fronte ai consumatori e ai mercati sia italiani che americani. Il Premio America Agricoltura vuole valorizzare ogni anno 300 talenti dell’imprenditoria agricola del nostro Paese che sono leader di aziende agricole di eccellenza, rappresentative del nostro miglior made in Italy e competitive nel mondo del mercato globale e delle sfide mondiali”.
Come è nata l’idea di questo riconoscimento significativo dell’attenzione per i giovani leader delle migliori aziende agricole italiane e, con essi, per un intero comparto strategico in Italia come in America?
“La Fondazione promuove da 15 anni il Premio America, destinato alle più prestigiose personalità di chiara fama internazionale. Abbiamo inoltre il Premio America Giovani, diretto ogni anno ai migliori 1000 neolaureati di eccellenza delle università italiane, e da quattro anni il Premio America Innovazione, che mira a selezionare 300 startup e PMI innovative. Come lei giustamente indica, un comparto strategico come l’agricoltura, per quello che è il suo contributo al PIL e al valore stesso del made in Italy, ha necessità di essere sostenuto e valorizzato, ed è per questo che abbiamo pensato al premio”.
L’Italia vanta certamente tanti aspiranti per questo Premio, come saranno selezionati i candidati prima ed i vincitori poi? Quali saranno i punti di “forza” delle Aziende nella valutazione che verrà fatta?
“La cosa più importante per tutti i nostri premi, agli studenti, alle startup e ora alle imprese agricole, è che non sono possibili autocandidature. Ciò proprio per evitare sollecitazioni e pressioni che minerebbero l’obiettività e l’indipendenza della nostra selezione e della nostra scelta. Le vincitrici e i vincitori del Premio America Agricoltura e della relativa borsa di studio sono selezionati dalla Fondazione Italia USA, tramite il Registro Imprese e il sistema camerale, sulla base di diversi parametri indicativi dei valori e dei potenziali di competitività, di sostenibilità e di investimenti innovativi nell’ambito della filiera agroalimentare italiana. Costituisce un fattore valutativo privilegiato l’imprenditoria agricola femminile e quella di giovani al di sotto dei 35 anni. Quindi, i punti di forza sono le donne e i giovani impegnati nel sistema agricolo italiano”.
Parliamo adesso del Premio, la pergamena simbolo del riconoscimento, ma anche una speciale borsa di studio, ci spiega di cosa si tratta?
“Oltre alla pergamena di premiazione, che verrà consegnata in una cerimonia ufficiale a Roma presso la Camera dei Deputati, gli imprenditori e le imprenditrici riceveranno una borsa di studio straordinaria per fruire del master online esclusivo della Fondazione Italia USA in ‘Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy’”.
Il Master oggetto della borsa di studio è frutto della collaborazione della Fondazione con Enti e personalità istituzionali, come si produce questa sinergia pubblico-privato e qual è il suo valore?
“Il valore del master, oltre al contributo dei partner, è dato dal livello didattico eccezionale per contenuti, grazie a un panel formato da oltre 35 docenti di prestigio internazionale, alcuni nomi molto noti come ad esempio Carlo Cottarelli, Barbara Carfagna, Massimo Bray, Paola Pisano, Valentina Vezzali, Emilio Carelli, Umberto Guidoni, Federico Rampini, Claudia Parzani, Nunzia De Girolamo, ed è diretto dall’ex ministro dell’Università Stefania Giannini”.
Oltre alla grande importanza sul piano della formazione, il Premio produrrà benefici pratici per i vincitori, un riconoscimento formale che potranno far valere nella loro attività?
“Direi che oltre al beneficio formale, cioè un riconoscimento certificatorio della qualità da parte di una fondazione internazionale, grazie al master vi sarà anche un beneficio sostanziale. Il master è infatti un prodotto formativo di specifico interesse per gli imprenditori agricoli. Contiene numerose lezioni curate da Agenzia ICE come sostegno alle imprese per export e internazionalizzazione e numerosi focus sul made in Italy, il marketing e la comunicazione anche in declinazione agroalimentare”.
La cerimonia di assegnazione dei Premi avverrà presso la Camera dei Deputati, una cornice istituzionale che simbolicamente “avvalora” un’iniziativa che, ancora una volta, vuole essere un “ponte” fra due Paesi?
“Proprio per l’importanza di questo premio abbiamo ritenuto, al pari degli altri riconoscimenti della Fondazione, di ospitare i premiati presso la Camera dei Deputati, per sottolineare il valore istituzionale di questo riconoscimento”.
Torniamo a parlare del comparto protagonista di questa iniziativa, l’agricoltura, del rapporto che lega Italia e Usa rispetto ad esso e, inevitabilmente, delle circostanze attuali che profilano qualche “complicazione” dovuta al tema dei famigerati dazi…
“Certo i dazi rappresentano una nuova sfida, che si aggiunge alle tante del comparto. Ma l’impatto va ridimensionato nelle giuste proporzioni, e la qualità del made in Italy e della nostra filiera agroalimentare possono certamente sostenere un dazio del 15 per cento. Posso assicurare che i prodotti agroalimentari italiani negli USA sono tra i più apprezzati in assoluto dal livello medio e medio alto degli americani, quindi un minimale aumento del prezzo non influirà nella sostanza delle loro scelte. Sarei molto più preoccupato invece della contraffazione e del cosiddetto ‘italian sounding’ che, questo sì, rappresenta una concreta minaccia”.
Segretario, dopo questa nuova iniziativa, cosa c’è nei programmi del prossimo futuro della Fondazione?
“Le iniziative sono sempre molte, incontri bilaterali, visite di studio, seminari di approfondimento e tanto altro. Cercheremo di assicurarci la continuità nell’attribuire ogni anno le nostre borse di studio per il master ai migliori studenti italiani, alle startup innovative e da quest’anno anche alle imprese agricole di eccellenza. E’ per noi un grande sforzo in termini di risorse umane ed economiche. Ma vediamo i risultati. Moltissimi dei nostri studenti ora sono all’estero e lavorano in importanti realtà, le startup premiate ci scrivono che sono riuscite a realizzare progetti e iniziative imprenditoriali, e hanno trovato una collaborazione con il mercato americano. Siamo certi che accadrà lo stesso per le aziende agricole che selezioneremo. E questa per noi sarà la soddisfazione più significativa, la prova che abbiamo scommesso sul talento e sulla passione per il nostro made in Italy, e abbiamo avuto ragione. Continueremo ad impegnarci per valorizzare i talenti italiani, perché è da loro che passa il futuro”.
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