Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Credito d’imposta ZES Mezzogiorno – FISCOeTASSE.com


Lo sviluppo e la crescita di una nazione, soprattutto quando si parla di una delle potenze dell’economia mondiale come l’Italia, passa senza alcun’ombra di dubbio da una crescita programmata e valorizzata in tutte le sue aree.
Coloro che svolgono attività d’impresa così come chi si appresta ad avviarla, devono essere dotati di tutte le facilitazioni e di tutte le agevolazioni indipendentemente da quella che è la localizzazione territoriale in cui si trovano.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Pertanto quanto più si riesce a migliorare tutto quello che ruota attorno alla Zona Economica Speciale (ZES), tanto più si starà assistendo ad un’opportunità di progresso.

1) ZES Mezzogiorno

Nell’ottica del dover dare una precisa definizione di ciò di cui stiamo parlando ci riferiamo al fatto che la zona economica speciale risulta essere una precisa area territoriale dello stato italiano in cui si verifica che l’esercizio di attività economico – imprenditoriali effettuate da parte di aziende che sono già in piena funzione, così come da quelle che provano a far pensiero d’iniziare una loro operatività professionale, possa essere svolto con la possibilità di beneficiare di quelle che sono delle condizioni favorevoli da un punto di vista economico, finanziario e amministrativo, ragionando nell’ottica di quelli che sono gli investimenti e le attività di sviluppo d’impresa. 

Partendo da una fase di analisi iniziale citiamo il fatto che dall’origine le zone economiche speciali erano otto, ovvero : Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna e tutto questo nell’ottica del riferimento normativo del Decreto Legge n. 91 del 2017. 

C’è stata poi una prosecuzione temporale col fatto che a far data dal 1 Gennaio 2024 è stata istituita la Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, detta anche ZES UNICA.

 Il riferimento normativo che ha fatto partire questo processo è il Decreto Legge n. 124 del 19 Settembre 2023 che è stato a sua volta convertito nella Legge n. 162 del 13 Novembre 2023.

Contabilità

Buste paga

 

2) Il credito d’imposta ZES: definizione e finalità

Trattasi di un incentivo fiscale attuabile per quelle imprese che procedono ad effettuare investimenti in nuovi beni strumentali all’interno della zona economica speciale unica.
Analizzando la questione da un punto di vista normativo, si va a segnalare il fatto che ad aver dato vita a quest’aggregazione è stato l’articolo 16 del Decreto Legge n. 124 del 19 Settembre 2023 che ha fatto sì che fosse istituito questo contributo nell’ottica di credito d’imposta, con l’obiettivo appunto di facilitare e migliorare il percorso di coloro che procedono ad effettuare l’acquisizione di beni strumentali tendenti a favorire la crescita di strutture produttive già esistenti o che vengono create ex – novo all’interno di queste aree territoriali.

Va poi specificato che all’interno di quest’agevolazione non rientrano i progetti d’investimento il cui costo complessivo è di importo inferiore a 200.000 euro così come va sottolineato che all’interno di essa rientrano progetti d’investimento che hanno un limite massimo per ognuno di essi pari a 100.000 milioni di euro.

I beneficiari di quest’agevolazione sono tutte le imprese che non appartengono a settori come quello dell’industria siderurgica, carbonifera, lignite, trasporti e relative infrastrutture, produzione e distribuzione di energia, settore creditizio, settore finanziario e settore assicurativo e tutto questo indipendentemente dalle dimensioni.

Vengono considerate ammissibili invece quelle che sono le spese per l’acquisto di macchinari, impianti, attrezzature e immobili strumentali nell’ottica del fatto che questi ultimi non superino il 50% del valore complessivo dell’investimento.

3) Credito ZES UNICA Mezzogirono: requisiti e modalità di accesso

La possibilità di accesso a tale incentivo è aperta a tutte le imprese residenti in Italia e procede anche col considerare quelle che sono le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indifferentemente da quelli che sono la forma giuridica di riferimento, il settore economico di appartenenza (previo sempre del fatto che questo si riferisca a quelli che sono ammessi al beneficiare di quest’agevolazione), la dimensione e il regime fiscale di determinazione del reddito. 

Per poter disporre di tali benefici, le imprese devono mantenere la loro attività nell’area ZES per almeno sette anni dopo il completamento
dell’investimento oggetto dell’agevolazione, così come va precisato che queste non devono essere né in stato di liquidazione né in stato di scioglimento. Mettiamo in grande risalto anche il fatto che l’effettivo beneficiare di detta agevolazione è correlata a quello che è l’effettivo rispetto delle normative sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro ed al valido versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Parlando invece di quelle che sono le modalità d’accesso, soprattutto nell’ottica dell’analisi normativa c’è da collegarsi al fatto che la Legge di Bilancio 2025 all’interno del comma 486 del suo articolo 1 ha stabilito il fatto che gli attori economici coinvolti procedono a comunicare all’Agenzia Delle Entrate dal 31 Marzo 2025 al 30 Maggio 2025 quello che è l’ammontare di quelle che sono le spese ammissibili sostenute dal 16 Novembre 2024
assieme a quelle per cui è prevista la previsione di spesa fino al 15 Novembre 2025. 

Al fine di evitare quella che è la decadenza dell’agevolazione, le parti coinvolte in causa che hanno proceduto alla presentazione di quella che è la comunicazione a cui si fa sopra riferimento, provvedono ad inviare all’Agenzia delle entrate dal 18 Novembre 2025 al 2 Dicembre 2025 quella che è una comunicazione integrativa in cui viene attestata l’avvenuta realizzazione, entro il termine del 15 novembre 2025 di quelli che sono gli investimenti indicati in origine. 

La comunicazione integrativa a cui diamo risalto, altro non è che il mezzo per indicare quello che è l’ammontare del credito d’impresa maturato in
relazione agli investimenti effettivamente realizzati. Vedendo quanto riportato nell’art.17 del decreto legislativo n. 241 del 9 luglio 1997, si va a segnalare il fatto che tale credito è possibile utilizzarlo soltanto in compensazione, così come va aggiunta la questione che è cumulabile con aiuti de minimis ed anche con altri aiuti di stato a patto che questi portino al loro interno gli stessi costi ammessi a beneficio così come il cumulo in questione non deve far sì che si superi l’importo di aiuti consentito dalle discipline europee di riferimento.
Ad integrazione va precisato che questo è cumulabile da un punto di vista delle spese effettivamente sostenute anche con quelle che sono delle misure agevolative che non rientrano nelle categorie aiuti di Stato. 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Come giustamente è ben risaputo il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione e tutto ciò avviene tramite la presentazione del modello F24 soltanto per mezzo di quelli che sono i servizi telematici di cui dispone l’Agenzia delle Entrate e questo deve avvenire a decorrere da quello che è il
giorno successivo alla pubblicazione del provvedimento del direttore dell’Agenzia Delle Entrate o comunque si tratta di un’attività che non deve avvenire prima della data di realizzazione dell’investimento. Il credito d’imposta deve essere indicato in quella che è la dichiarazione dei redditi che è concernente al periodo d’imposta in cui lo stesso è riconosciuto così come in quelle che sono le dichiarazioni dei redditi relativi ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.

4) Credito ZES UNICA: vantaggi per le imprese e impatto nel territorio

Il credito d’imposta procede a far sì che possono godere dell’agevolazione quegli investimenti che :

  • fanno parte di un progetto d’investimento iniziale che fa riferimento alla creazione di un nuovo stabilimento, alla diversificazione della produzione ed all’ampliamento della capacità produttiva di quello che è uno stabilimento esistente a cui si aggiunge all’acquisizione di attivi appartenenti a quello che è uno stabilimento chiuso o in via di chiusura ;
  • fanno sì che si possa procedere all’acquisto anche tramite contratti di locazione finanziaria di quelli che sono nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinate a quelle che sono le strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio agevolato ;
  • permettono che si possa procedere ad acquistare terreni così come che si possa procedere a far sì che vengano acquistati, realizzati o ampliati immobili strumentali dal 1 Gennaio 2024 al 15 Novembre 2024 ed entro un limite massimo del 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato
    Per mezzo di tale agevolazione si lavora sull’assunto le percentuali applicabili agli investimenti realizzati sono pari al 100% dell’importo richiesto ed i beneficiari potranno visualizzarlo direttamente all’interno del loro cassetto fiscale in modo da poter poi procedere alla compensazione. La cosa che viene subito messa in risalto è il parallelismo tra benefici fiscali ed effetti sull’occupazione lavorativa/sviluppo territoriale, soprattutto in relazione al fatto che dalle zone economiche speciali è possibile ottenere sgravi contributivi ed accelerazioni in modo che così facendo c’è la possibilità di ampliare il personale e di ragionare nell’ottica di una programmazione della crescita industriale, così come si possono ottenere quelle che sono delle riduzioni delle tariffe doganali in modo da creare la possibilità di guardare con fiducia anche all’internazionalizzazione dell’attività.Queste semplificazioni e facilitazioni viaggiano nell’ottica di accrescere la competitività sul mercato dell’attività.

5) Credito ZES UNICA: prospettive future e aggiornamenti normativi

Recentemente da un punto di vista delle variazioni normative si va a segnalare il fatto che detta agevolazione è stata estesa anche a settori come il primario agricolo, quello della pesca e quello dell’acquacoltura. Abbiamo in gestione quello che è un valido strumento ma che a sua volta deve necessariamente crescere in alcuni aspetti, dato che è attualmente caratterizzato da un arco temporale d’azione obiettivamente ristretto, un regolamento normativo che è soggetto a cambiamenti troppo rapidamente e ad una lentezza nella possibilità di fruire del credito. Pertanto si deve ragionare nell’ottica di sburocratizzare le procedure, stabilire definitivamente l’apparato che leggifera tutto questo e fare in modo che non ci siano dei settori che rimangano esclusi.



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