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come gestire il rischio fiscale con le nuove linee guida ufficiali


L’attuazione delle nuove linee guida ufficiali dell’Agenzia delle Entrate per il Tax Control Framework (TCF) segna un passaggio decisivo nel modo in cui le aziende affrontano la gestione e il controllo del rischio fiscale. Il Provvedimento n. 321934 del 7 agosto 2025 introduce principi e procedure aggiornati, rafforzando la cooperative compliance e promuovendo una maggiore comunicazione tra imprese e Amministrazione finanziaria.

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L’adempimento collaborativo: quadro normativo e finalità del regime

L’adempimento collaborativo nasce dall’esigenza di promuovere un rapporto strutturato e trasparente tra aziende e Amministrazione finanziaria e mira a instaurare una cooperazione stabile tra le parti, basata su scambio di informazioni, dialogo preventivo e riduzione dei contenziosi. La misura prevede:

  • Finalità: Incentivare la trasparenza e supportare le imprese nella prevenzione del rischio di errori o violazioni tributarie tramite strumenti strutturati di gestione, secondo le nuove linee guida Agenzia Entrate su controllo del rischio fiscale.
  • Quadro normativo: Il regime è stato arricchito dalla Legge n. 111/2023 e dai decreti attuativi (D.Lgs. 221/2023 e D.Lgs. 108/2024) che ne hanno ampliato l’ambito di applicazione e rafforzato gli effetti premiali. L’adozione di un efficace sistema di controllo per la rilevazione e gestione del rischio è diventata condizione essenziale per accedere ai benefici previsti.
  • Meccanismi di funzionamento: Il sistema incentiva la gestione trasparente del rischio fiscale, permette alle aziende di interloquire direttamente con l’Agenzia delle Entrate e di certificare l’efficacia dei propri controlli, contribuendo a una maggiore certezza applicativa delle norme e a una significativa semplificazione in caso di verifiche.

Le novità del Provvedimento n. 321934/2025 e i suoi effetti sulle imprese

Il provvedimento del 7 agosto 2025 introduce elementi innovativi nella regolamentazione della gestione del rischio fiscale. Il nuovo testo integra le precedenti indicazioni definendo un percorso dettagliato per la predisposizione, certificazione e aggiornamento periodico del TCF, con un raggio d’azione più esteso, rivolto anche al settore assicurativo oltre che a quello industriale, prevedendo nel dettaglio:

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  • Certificazione obbligatoria: Le aziende che intendono aderire al regime collaborativo devono ora ottenere una certificazione del proprio sistema di controllo fiscale, attestando la conformità ai principi contabili e l’efficacia operativa del TCF. 
  • Standardizzazione e aggiornamento: Il modello “aperto”, basato su autovalutazione interna, viene superato a favore di uno “certificato” e “standardizzato”, con procedure formalizzate e documentazione sistematica. Le istruzioni recenti forniscono inoltre strumenti operativi per aggiornare costantemente il TCF.
  • Effetti premiali: L’adesione al nuovo modello comporta vantaggi concreti per le imprese virtuose, tra cui riduzione delle sanzioni, priorità nelle risposte alle istanze e una semplificazione nella gestione dei rapporti con l’Amministrazione finanziaria. La platea delle aziende potenzialmente ammesse al nuovo regime si è ulteriormente ampliata.

L’obbligo di certificazione del TCF e la transizione verso modelli standardizzati

La nuova disciplina attribuisce centralità alla certificazione del sistema di controllo del rischio fiscale, rilasciata da professionisti qualificati secondo procedure definite dall’Agenzia delle Entrate. La transizione dal modello precedente, meno rigoroso e personalizzabile, a quello attuale comporta nuovi obblighi ma anche opportunità per le aziende:

  • Uniformità nelle metodologie di valutazione del rischio e nei protocolli di monitoraggio;
  • Elevata tracciabilità e documentazione delle procedure aziendali, con maggiore trasparenza verso l’esterno;
  • Maggiore integrazione tra la gestione fiscale e quella contabile, in linea con i principi OIC;
  • Conto e carta

    difficile da pignorare

     

  • Introduzione di un rapporto più strutturato con i revisori e gli organi di controllo.

E’ importante sottolineare che la certificazione della conformità non riguarda solo i nuovi aderenti, ma anche coloro che erano già inclusi nel regime collaborativo, che, pur esonerati da parte degli adempimenti formali, devono ora attestare l’efficacia operativa del sistema di gestione del rischio fiscale. La progressiva estensione di questi meccanismi favorisce la standardizzazione dei processi di compliance a livello nazionale.

Ruoli e responsabilità tra Agenzia delle Entrate e Organismo Italiano di Contabilità (OIC)

La cooperazione istituzionale tra Agenzia delle Entrate e OIC rappresenta un pilastro centrale nella ridefinizione delle nuove linee guida. L’Agenzia mantiene la responsabilità per la parte fiscale delle istruzioni, mentre all’OIC compete la definizione e gestione degli aspetti contabili in relazione ai principi nazionali. Questa distinzione permette agli operatori di beneficiare:

  • Di indicazioni tecniche coordinate per la predisposizione e l’aggiornamento del TCF;
  • Di schede tecniche integrate, utili per affrontare casi complessi con efficacia e coerenza normativa.

Le schede tecniche: esempi di casi operativi inclusi nelle linee guida 2025

Le schede tecniche introdotte dal provvedimento del 7 agosto 2025 costituiscono un riferimento operativo per la gestione di casistiche fiscali e contabili particolarmente complesse. Tre sono i casi trattati nelle istruzioni:

  • Recesso anticipato da contratti di commodity swap;
  • Contabilità

    Buste paga

     

  • Corrispettivo per la concessione del diritto di superficie;
  • Emissione e chiusura di prestiti obbligazionari convertibili a tasso zero.

Per ogni scenario è fornita una guida con la suddivisione chiara delle responsabilità tra parte contabile (curata dall’OIC) e parte fiscale (di competenza Agenzia Entrate). 

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