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Eolico offshore, svolta per l’Italia: studio La Sapienza rivela potenziale da 60.000 posti di lavoro e 20 mld di investimenti


Presentata al Summit ANEV una roadmap per sbloccare un settore strategico rimasto fermo per anni. L’industria è pronta a ripartire, ma chiede procedure più snelle e una visione chiara al Governo. Il Ministro Pichetto Fratin interviene, mentre il Porto di Taranto si candida a hub centrale per la rinascita energetica dal mare.

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L’Italia si prepara a scrivere una nuova e decisiva pagina della sua transizione energetica, puntando sul mare. Nonostante un potenziale enorme, l’eolico offshore nel nostro Paese non è mai veramente decollato, ma oggi ci sono le condizioni tecnologiche, normative e industriali per una ripartenza strategica. Uno studio dell’Università “La Sapienza” rivela che, con investimenti tra 10 e 20 miliardi di euro, il settore potrebbe generare fino a 60.000 nuovi posti di lavoro a tempo pieno.

La scintilla per questa nuova spinta arriva dal 3° Summit dell’eolico offshore di ANEV, in corso presso la sede del GSE, dal titolo emblematico: “Mai partiti, ma pronti a ripartire. Il tempo dell’eolico offshore in Italia è ora”. L’evento è diventato la piattaforma per analizzare le ragioni del ritardo accumulato e per presentare una roadmap condivisa dall’intera filiera, con l’obiettivo di sbloccare i progetti e semplificare le regole.

LA VISIONE DELL’INDUSTRIA E LA ROADMAP PER IL FUTURO

Ad aprire i lavori è stato il Presidente dell’ANEV, Simone Togni, che ha lanciato un messaggio forte e chiaro: “L’eolico offshore in Italia è rimasto troppo a lungo in attesa, bloccato da ritardi normativi e incertezze. Oggi però le condizioni per cambiare passo ci sono tutte: abbiamo tecnologie mature e una filiera pronta. Con questo Summit, presentiamo una proposta concreta: una roadmap per semplificare le procedure e avviare progetti realmente cantierabili. L’Italia non può più permettersi di restare ferma. Il mare rappresenta un elemento strategico della nostra sovranità energetica.”

Il cuore dell’evento è stata la presentazione dello studio “Valutazione degli impatti economici, occupazionali e sociali derivanti dallo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia”, curato dal Dipartimento di Ingegneria Astronautica, Elettrica ed Energetica della Sapienza. Livio De Santoli, Prorettore per la Sostenibilità dell’Ateneo, ha illustrato i risultati: “Con investimenti tra 10 e 20 miliardi di euro è possibile realizzare quote di costruzione significative di floater e sottostazioni sul territorio nazionale. I posti di lavoro conseguenti risultano essere fino a 60 mila dipendenti Full Time”. Davide Astiaso Garcia, Segretario Generale dell’ANEV, ha aggiunto che la metodologia adottata mira a individuare le fasi di un progetto, dalla manifattura alla manutenzione, per favorire la creazione di una filiera industriale in Italia.

IL SOSTEGNO DELLE ISTITUZIONI E LA STRATEGIA DEL “PIANO DEL MARE”

Le istituzioni hanno risposto presente. Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è intervenuto con un videomessaggio: “La spinta sulle rinnovabili è centrale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Oggi è ancora più importante rafforzare la sicurezza energetica in un contesto internazionale complicato. L’appuntamento di oggi fornisce una panoramica sulle ricadute dello sviluppo dell’eolico offshore in Italia. Il nostro Paese è già leader europeo del settore, quindi c’è il potenziale per creare una filiera nazionale. Vogliamo creare le condizioni migliori per lo sviluppo ulteriore di questa tecnologia. Rafforzare le rinnovabili significa rafforzare la nostra sicurezza energetica, in un quadro internazionale di forti tensioni”.

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Mentre Riccardo Rigillo, Capo di Gabinetto del Ministero per le Politiche del Mare, ha sottolineato come “L’Italia, per la sua posizione geografica, è idealmente candidabile al ruolo di hub energetico meridionale d’Europa. Il Piano del mare valorizza i parchi eolici off-shore come elementi decisivi per la transizione ecologica”. Anche il Presidente di ARERA, Stefano Besseghini, e l’eurodeputato Nicola Procaccini hanno portato il loro contributo, insieme a figure chiave come Federico Boschi (Capo Dipartimento Energia del MASE) e Massimiliano Atelli (Presidente Commissione PNRR-PNIEC).

Per Besseghini “l’eolico offshore è il nucleare delle rinnovabili. Ha un impatto sistemico in termini di investimenti e ricadute che la porta più vicina a un approccio significativo come quello del nucleare. Certamente alcuni aspetti vanno portati a fattore di scala adeguato, questo è un elemento di grande attenzione e interesse. C’è tutto un tema del dispacciamento dell’energia rispetto a una topologia di rete che va sviluppata per tempo rispetto ai progetti di generazione e connessa in maniera robusta tenendo conto delle caratteristiche della generazione attesa. Bisogna dare segnali di lungo medio periodo del meccanismo incentivante ma anche di tutta l’architettura che deve muoversi. Il tema delle aste è interessante per promuovere lo sviluppo, un meccanismo di accompagnamento regolatorio degli incentivi potrebbe permettere di gestire meglio incertezze e rischi. Il disegno del modello che caratterizza le aste porta un po’ gli operatori a procedere al buio”.

LA VOCE DELL’EUROPA, DELLE INFRASTRUTTURE E DELLE AZIENDE

Mattia Cecchinato di WindEurope ha fornito la prospettiva europea, affermando che “l’industria eolica europea ha bisogno di almeno 9 miliardi di euro di investimenti nella supply chain” e che il Clean Industrial Deal e il Net Zero Industry Act saranno fondamentali per espandere la capacità produttiva. Sul fronte delle infrastrutture, Giovanni Gugliotti, Commissario Straordinario del Porto di Taranto, ha dichiarato: “Il Porto di Taranto è pronto a giocare un ruolo strategico e centrale in questa rinascita, confermandosi come un motore industriale e logistico capace di sostenere lo sviluppo di una filiera nazionale dell’eolico marino”.

Le aziende hanno confermato la loro prontezza. Michele Schiavone, CEO di Divento (joint venture tra CIP, Plenitude, CDP Equity e altri), ha evidenziato che i loro progetti sono tra i più avanzati in Italia, con il “front runner” 7SeasMed già in fase di Autorizzazione Unica. Leopoldo Versace di Vestas ha sottolineato la necessità di un quadro regolatorio stabile per pianificare gli investimenti, mentre Giovanni Arcoleo di Acciona Energia ha ribadito l’opportunità unica per l’Italia di diventare leader nell’eolico galleggiante.

IL PLAUSO DEGLI AMBIENTALISTI

Anche le associazioni ambientaliste hanno espresso il loro sostegno. Katiuscia Eroe di Legambiente e Alessandro Giannì di Greenpeace Italia hanno concordato sull’importanza strategica dell’eolico offshore. “Il cambiamento climatico è tra noi”, ha affermato Giannì. “Continuare a puntare su soluzioni illusorie come la cattura di carbonio o il nucleare ci mette tutti in pericolo. L’eolico offshore può dare un contributo importante alla transizione e, se ben progettato, escludere attività impattanti da porzioni del fondale marino”.

LE PROPOSTE AL GOVERNO

Il Summit si è chiuso con la presentazione ufficiale del documento di proposte dell’ANEV alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e al Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, a cura di Francesco Ciampa, Responsabile Area Legale e Affari Generali del Gruppo Macchia e Coordinatore del Gruppo di Lavoro Offshore ANEV “ La creazione di una filiera industriale a supporto del settore dell’eolico offshore in Italia non è più una sfida ma una necessità. La riduzione dei tempi di approvvigionamento delle componenti utili alla realizzazione degli impianti eolici offshore e l’indipendenza che ne deriverebbe dall’avere a disposizione le industrie capaci di supportare il processo di transizione energetica, ad oggi, è un fattore determinante per il concreto sviluppo dell’eolico offshore in Italia. Una filiera industriale parallela al settore dell’eolico offshore non solo garantirebbe una certa celerità nella costruzione degli impianti ma renderebbe il nostro paese più competitivo senza tener conto del fatto che l’impatto occupazionale sarebbe enorme”.

Un passo concreto per dare nuovo slancio a un settore strategico, pronto a generare sviluppo sostenibile, occupazione qualificata e una vera leadership industriale nel contesto della transizione energetica europea.

L’ANEV, in questo contesto, si conferma pronta a difendere e promuovere il settore, con l’obiettivo di accompagnare lo sviluppo dell’eolico off-shore in Italia e garantirne un futuro solido, sostenibile e integrato nel territorio.

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Valutazione degli impatti economici, occupazionali e sociali dell’eolico offshore galleggiante in Italia



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