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La denuncia di 16 organizzazioni: «Nuovi OGM, le piccole aziende agricole rischiano di chiudere»


«Se i nuovi OGM (chiamati NGT o TEA in Italia) saranno privati della tracciabilità e dei metodi di identificazione e rilevamento, le piccole aziende agricole e sementiere in Italia rischiano di chiudere»: lo denunciano 16 organizzazioni.

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«Se i nuovi OGM (chiamati NGT o TEA in Italia) saranno privati della tracciabilità e dei metodi di identificazione e rilevamento, le piccole aziende agricole e sementiere in Italia rischiano di chiudere»: lo denunciano 16 organizzazioni.

Con un documentato position paper, 16 organizzazioni agricole, della società civile, di difesa dei consumatori e dell’ambiente denunciano «i rischi economici, per l’agricoltura e le piccole aziende sementiere, che si concretizzerebbero con l’abolizione della tracciabilità dei nuovi OGM/TEA». A firmare il position paper sono: Fondazione Seminare il Futuro, Centro Internazionale Crocevia, ARCI, Terra!, Navdanya International, Pro Natura, Movimento Consumatori, Fairwatch, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, Federbio, Rete Semi Rurali, WWF, Slow Food Italia, ASCI, Altragricoltura Bio, ACU.

«La proposta Regolamento UE sulle nuove tecniche genomiche (NGT, ribattezzate TEA in Italia) intende cancellare gli obblighi di tracciabilità e pubblicazione dei metodi di identificazione e rilevamento contenuti nella direttiva 2001/18 sugli OGM – spiegano le organizzazioni – L’effetto sarebbe disastroso. Finora i prodotti delle invenzioni biotecnologiche, ovvero gli organismi geneticamente modificati, sono stati regolati in modo da poter essere rilevabili e identificabili in modo indipendente, così da consentire misure di attribuzione corretta delle responsabilità in caso di contaminazione dei campi e delle filiere OGM-free. L’impatto di una deregulation, come quella che si sta discutendo nel Trilogo fra Commissione UE, Europarlamento e Ministri dell’Agricoltura, sarebbe irreversibile e potenzialmente rovinoso per il settore agricolo italiano, biologico in primis, e per quello della selezione e costituzione varietale (breeding). Entrambi i comparti sono dominati, nel nostro paese, da piccole e medie imprese, che saranno esposte alla concorrenza sleale di aziende agrochimiche e sementiere multinazionali già in possesso di brevetti su processi e prodotti delle NGT/TEA».

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«La libera circolazione di OGM non tracciati, produrrebbe la sicura contaminazione dei campi biologici e coltivati senza organismi modificati – proseguono i firmatari nel documento – Negli Stati Uniti ciò ha prodotto centinaia di querele temerarie intentate dalla Monsanto agli agricoltori contaminati per appropriazione indebita di varietà brevettate. Per gli agricoltori che praticano la selezione delle sementi in azienda sarebbe la fine. E in Italia non sono pochi, considerando che ad oggi l’impiego di seme non certificato per specie come il frumento duro è vicino al 50%. Il costo di una semente modificata è di circa 4-5 volte superiore a quello di una semente convenzionale, cifra che dà la misura di quanto costerebbe agli agricoltori rifornirsi di queste varietà per evitare denunce».

«Un problema simile lo avrà chi per lavoro seleziona nuove varietà in modo convenzionale, compreso il mondo della ricerca – spiegano ancora le associazioni – Questi soggetti, infatti, non potranno più utilizzare liberamente le varietà vegetali esistenti per svilupparne di nuove se contengono DNA che è stato brevettato in un OGM/TEA. Dovranno chiedere il permesso al proprietario del brevetto e svolgere costose ricerche nei database di brevetti ogni volta che prendono in mano un campione, per evitare di maneggiare inavvertitamente sementi coperte da questi titoli di proprietà intellettuale. Per evitare simili rischi esistenziali per la biodiversità agricola, la sicurezza e la sovranità alimentare, l’Italia ha scelto nel 2015 di vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio. Se la deregolamentazione dibattuta in Europa verrà conclusa, questa barriera a tutela delle eccellenze nazionali e della piccola e media agricoltura verrà a mancare. Le associazioni temono che per decine di migliaia di attori della filiera, di ogni dimensione, l’impatto economico sarà serio. Per questo raccomandano al governo e ai parlamentari europei di non approvare il nuovo regolamento e mantenere tutte le disposizioni attualmente in vigore per gli organismi geneticamente modificati anche per i nuovi OGM/TEA».

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LETTURE UTILI

PERCHÈ FERMARE I NUOVI OGM

La deregolamentazione di un’ondata di nuovi Ogm in Europa può cambiare per sempre l’agricoltura e il cibo che mangiamo.
Finora gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione avevano evitato a Italia ed Europa l’invasione di coltivazioni figlie dell’ingegneria genetica e del cibo creato in laboratorio. Ora però la Commissione Europea sta cancellando ogni vincolo per le cosiddette New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), compresa la possibilità per gli Stati di vietarle sul loro territorio. In questo libro si intrecciano storia della biologia, inchiesta giornalistica e testimonianze dai movimenti, per raccontare gli enormi interessi e le relazioni pericolose tra multinazionali, politica e scienziati che rischiano di compromettere la vera transizione agroecologica, i diritti dei contadini sui semi e quelli dei consumatori a una scelta informata.

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L’agricoltura che non è industriale non è facile, ma c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole favoriscano i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;

L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa.

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