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mercato in crescita, ma ritardo uso dei fondi PNRR


Ecco quanto rivela la pubblicazione annuale di Anitec-Assinform sull’andamento del digitale in Italia, condotta in collaborazione con NetConsulting cube e presentata a Roma: il settore continua a espandersi, ma permangono squilibri territoriali e ritardi nell’utilizzo dei fondi del PNRR.

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Nel 2024, l’economia digitale italiana ha registrato un’espansione significativa, toccando un valore complessivo di 81,6 miliardi di euro, in aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente. Una performance che supera di gran lunga la crescita del PIL nazionale, ferma allo 0,7%, e che conferma la vitalità del settore in un contesto economico ancora incerto.

Digitale in Italia: mercato in crescita, ma pesa il ritardo nell’uso dei fondi PNRR

Tra le componenti che hanno alimentato la crescita, spiccano i Servizi ICT, con un incremento del 7,4% e un giro d’affari di 17,3 miliardi. Bene anche il segmento Software e Soluzioni ICT, salito del 3,9% a quota 9,4 miliardi, e quello dei Contenuti e della Pubblicità Digitale, che ha raggiunto 16,1 miliardi con un aumento del 5,6%.

Torna a crescere anche il comparto dei Dispositivi e Sistemi, che registra un modesto ma significativo +1,6%, toccando i 20,3 miliardi. In lieve ripresa anche i Servizi di Rete, cioè le telecomunicazioni fisse e mobili, che salgono dell’1,2%, arrivando a 18,5 miliardi.

L’avanzata dei Digital Enabler e Transformer

Il cuore pulsante dell’innovazione digitale risiede però nelle tecnologie abilitanti, i cosiddetti Digital Enabler e Digital Transformer, che nel 2024 hanno messo a segno una crescita dell’11,5%, con una previsione di incremento medio annuo fino al 2028 del 10,2%.

Il Cloud Computing è il comparto con la progressione più marcata (+17,4%), seguito da Big Data Management (+12,5%), Cybersecurity (+11,9%) e, soprattutto, Intelligenza Artificiale e Cognitive Computing, che segna un impressionante +38,7%. Più lenta l’ascesa della Blockchain (+5,5%), mentre IoT (+8,1%) e tecnologie indossabili (+8%) mantengono un buon ritmo. In calo invece la dinamicità di soluzioni ormai mature come il Mobile Business (+4,8%) e le piattaforme web (+4,4%).

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Settori pubblici protagonisti della digitalizzazione

Nel confronto tra ambiti produttivi, a distinguersi sono i settori pubblici, grazie anche agli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La spesa digitale della Pubblica Amministrazione centrale è aumentata dell’11,1%, quella locale del 10,2%, mentre Sanità e Istruzione hanno registrato rispettivamente +10,6% e +7,4%. Buoni segnali arrivano anche dal mondo della finanza, con le assicurazioni in crescita del 7,1% e le banche del 6,6%.

Fanno eccezione solo le Telecomunicazioni e Media, che segnano un lieve calo dell’1,1%, dovuto a processi di ristrutturazione ancora in corso.

Disparità territoriali, ma il Sud accorcia le distanze

Dal punto di vista geografico, l’espansione digitale non è uniforme. Il Centro Italia ha registrato la crescita più marcata (+4,4%), trainato in particolare dal Lazio (+5%). Segue il Nord Ovest (+3,8%), con la Lombardia in testa sia per tasso di crescita (+4,1%) sia per volume complessivo di spesa (21,1 miliardi). Anche il Nord Est si conferma in ripresa (+3,8%).

A sorprendere è il Mezzogiorno, che dopo anni di stagnazione ha mostrato segnali incoraggianti: nel 2024 la crescita degli investimenti digitali nel Sud e nelle Isole ha raggiunto il 2,5%, in netta risalita rispetto allo 0,5% dell’anno precedente.

Startup innovative: crescita lenta, ma tenuta del settore ICT

Al 31 dicembre 2024, le startup innovative iscritte al registro speciale erano 12.123, in leggero aumento (+0,12%) rispetto all’anno precedente, ma in calo su base trimestrale (-0,4%), complice il peso di inflazione, crisi energetica e instabilità economica.

Le imprese attive nel settore ICT sono 10.675, di cui la maggioranza è rappresentata da S.r.l.. La Lombardia guida la classifica con 3.394 startup (quasi il 28% del totale), seguita da Campania, Lazio ed Emilia-Romagna. I principali poli urbani sono Milano, Roma e Napoli.

Molte di queste imprese operano nei settori più avanzati della trasformazione digitale: tra tutti, spicca l’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning, dove sono attive 538 startup.

Intelligenza Artificiale nella PA: +45% in un anno

Proprio l’intelligenza artificiale rappresenta uno degli ambiti a maggiore espansione nella Pubblica Amministrazione. Nel 2024, la spesa pubblica in soluzioni IA è passata da 32,5 a 47,3 milioni di euro, con un balzo del 45,5%. L’incremento è trainato in larga parte dalle amministrazioni centrali (75% del totale), mentre quelle locali continuano a scontare carenze di risorse e competenze.

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Prospettive al 2028: crescita costante ma più lenta

Per il 2025, si prevede un leggero rallentamento della crescita del mercato digitale, che dovrebbe aumentare del 3,5%, pur mantenendo un passo più rapido rispetto al PIL. Il trend positivo dovrebbe proseguire fino al 2028, con un tasso medio annuo del 3,3%.

Tra i segmenti più promettenti si segnalano ancora i Servizi ICT (crescita media prevista del 6,8%), seguiti da Software e Soluzioni ICT (+3,3%), Contenuti e Pubblicità Digitale (+3,2%) e Servizi di Rete (+1,7%). I Dispositivi e Sistemi dovrebbero continuare a crescere, seppure in modo più contenuto (+1,4% nel 2025).

Il PNRR: obiettivi raggiunti, ma fondi ancora inutilizzati

Nonostante il buon andamento degli indicatori, resta il nodo critico della spesa effettiva dei fondi PNRR. Al 13 dicembre 2024, solo il 30% del totale – pari a 58 miliardi di euro – era stato utilizzato. La Missione 1, che riguarda la digitalizzazione della PA, ha centrato tutti i 27 traguardi previsti per il 2024, ma la spesa concreta si è fermata al 23% delle risorse disponibili.

Nel 2025 si stima un impatto del PNRR sul mercato digitale pari a 2,3 miliardi, su un totale previsto di 84,4 miliardi. Tuttavia, l’influenza del piano dovrebbe diminuire progressivamente fino al 2027, per poi lasciare un’ultima impronta nel 2028 con un impatto stimato in 850 milioni su un mercato che, per allora, potrebbe sfiorare i 93 miliardi di euro.

Il dossier

Qui il documento completo.



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