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La spesa energetica è tornata al centro del dibattito pubblico ed economico europeo. A seguito di forti instabilità geopolitiche e di un mercato ancora troppo dipendente dai combustibili fossili, famiglie e imprese italiane si trovano oggi a fronteggiare bollette tra le più alte d’Europa. Ma cosa si nasconde davvero dietro i numeri che compaiono in fattura? E quali sono le leve – tecnologiche, politiche e ambientali – su cui poter agire per invertire la tendenza?

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In questo articolo analizziamo cos’è la spesa energetica, da quali voci è composta, perché in Italia è più elevata rispetto ad altri Paesi e quali sono le prospettive per contenerla attraverso fonti rinnovabili, efficienza energetica e innovazione digitale. Uno sguardo lucido, basato su dati ufficiali e analisi recenti, per comprendere come costruire un futuro energetico più equo, sostenibile e competitivo.

Cosa significa spesa energetica

Con il termine spesa energetica si indica l’insieme dei costi sostenuti da famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni per l’approvvigionamento e il consumo di energia, principalmente energia elettrica e gas naturale. Non si tratta solo dell’importo riportato in bolletta, ma di un indicatore più ampio che riflette l’efficienza del sistema energetico, il livello di dipendenza dalle fonti fossili, e la capacità di contenere gli sprechi e ottimizzare i consumi.

Nel contesto delle strategie ESG (Environmental, Social, Governance), la spesa energetica è diventata un parametro chiave per valutare la sostenibilità economica e ambientale di organizzazioni e territori. Un’elevata incidenza dei costi energetici può infatti penalizzare la competitività delle imprese, aumentare la vulnerabilità sociale delle fasce più deboli e rallentare la transizione verso modelli produttivi più sostenibili. Al contrario, una gestione intelligente della spesa energetica – attraverso investimenti in efficienza, digitalizzazione e rinnovabili – può favorire una riduzione delle emissioni climalteranti e creare valore a lungo termine per tutti gli stakeholder.

Da cosa è composta la spesa energetica

La spesa energetica che troviamo in bolletta è il risultato di diverse componenti alcune legate al consumo effettivo, altre fisse e indipendenti che si sommano e contribuiscono al prezzo finale da coprire.

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Comprendere nel dettaglio queste voci è fondamentale per avere consapevolezza dei costi energetici e, dove possibile, agire per ottimizzarli.

Spesa per la materia prima

Questa voce rappresenta la parte più direttamente collegata al consumo effettivo. Comprende il costo dell’energia elettrica o del gas acquistato dal fornitore, e include anche spese accessorie come la commercializzazione, la vendita, il dispacciamento e lo sbilanciamento.

Per l’energia elettrica, si aggiunge anche il costo del Capacity Market, un meccanismo volto a garantire l’adeguatezza della capacità produttiva nel lungo periodo. Questa componente può essere in parte fissa (es. quota di commercializzazione) e in parte variabile (legata ai kWh o Smc consumati).

Oneri di sistema

Gli oneri di sistema sono regolati dallo Stato e comprendono costi collettivi non legati direttamente al consumo di energia, ma fondamentali per finanziare attività di interesse generale che contribuiscono alla transizione verso un’energia più pulita e sicura.

Questi oneri sono pagati da tutti i clienti finali, sia domestici che non, e comprendono le seguenti voci:

  • Incentivi alle fonti rinnovabili: Sostegno economico per la produzione di energia da fonti rinnovabili come solare ed eolico.
  • Messa in sicurezza del nucleare: Copertura dei costi legati alla gestione e allo smaltimento delle scorie nucleari.
  • Agevolazioni tariffarie: Sostegno a categorie di utenti specifici, come il settore ferroviario o le imprese a forte consumo di energia.
  • Bonus elettrico: Copertura del costo del bonus sociale per le famiglie a basso reddito.
  • Ricerca di sistema: Finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo nel settore energetico.

Gli oneri di sistema sono dovuti per legge e mirano a garantire la sostenibilità del sistema elettrico nazionale.

Costi di trasporto e gestione del contatore

Questa voce remunera i gestori delle reti elettriche e del gas, che si occupano della trasmissione e distribuzione dell’energia o del gas attraverso le reti nazionali fino al punto di consegna, nonché quelli per la gestione tecnica del contatore.

Sono incluse le attività di lettura, manutenzione e gestione dei dati. Anche in questo caso, si trovano sia componenti fisse (quota fissa di trasporto) sia variabili (in base al consumo).

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Imposte

Questa voce comprende due tipi di tributi: l’accisa (imposta erariale di consumo) e l’IVA (imposta sul valore aggiunto). Le accise sono stabilite a livello nazionale e variano in base alla quantità di energia o gas consumata. L’IVA, invece, è applicata sull’intero importo della bolletta, incluse le accise stesse.

Un mix particolarmente oneroso per l’Italia

L’interazione di queste componenti determina la spesa energetica totale. In Italia, rispetto ad altri Paesi europei, alcune di queste voci – in particolare il costo all’ingrosso dell’energia, gli oneri di sistema e le imposte – sono più elevate, incidendo pesantemente sul costo finale per famiglie e imprese. Questa situazione rende urgente la necessità di interventi strutturali e strategie di lungo termine per una gestione più efficiente e sostenibile dell’energia.

Come cambia nel tempo la spesa energetica

La spesa energetica è una grande variabile economica, soggetta a continui cambiamenti che dipendono da molteplici fattori esterni, in primis le dinamiche geopolitiche e la disponibilità delle risorse energetiche fossili. Nel corso degli ultimi anni, la volatilità dei prezzi dell’energia è diventata un elemento caratterizzante del mercato europeo, con forti ripercussioni sui costi finali per consumatori e imprese.

Uno dei fattori chiave che determina l’andamento della spesa energetica è il prezzo del gas naturale, una fonte ancora dominante nel mix energetico italiano ed europeo. Le tensioni internazionali, i conflitti geopolitici e le restrizioni nelle forniture, come quelle vissute negli ultimi anni tra Russia e Ucraina, hanno creato una scarsità di approvvigionamento che ha fatto impennare i prezzi all’ingrosso. Queste oscillazioni si riflettono direttamente sulle bollette, poiché l’energia elettrica prodotta da centrali a gas diventa più costosa.

A causa di questa instabilità, molti governi, incluso quello italiano, hanno dovuto adottare misure di sostegno straordinarie per tutelare famiglie e imprese dalle conseguenze di bollette sempre più care. Interventi come il “Decreto Bollette” mirano a contenere gli impatti sociali ed economici di questa volatilità, ma evidenziano anche l’urgenza di una strategia a lungo termine che renda il sistema energetico meno dipendente dalle fluttuazioni internazionali.

Spesa energetica e sostenibilità: il ruolo dell’innovazione digitale

In un mondo sempre più connesso e digitalizzato, l’innovazione tecnologica si sta rivelando una risorsa fondamentale per affrontare la sfida della spesa energetica e sostenere la transizione verso un sistema più sostenibile. La digitalizzazione dell’energia consente di monitorare e gestire i consumi con un livello di precisione e tempestività prima impensabile, aprendo la strada a soluzioni più efficienti e personalizzate.

Grazie al paradigma della Smart Energy, che racchiude tutte le modalità di gestione efficiente e sostenibile che riguardano produzione, distribuzione e consumo dell’energia attraverso soluzioni IoT (Internet of Things), cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni possono oggi acquisire dati in tempo reale sui consumi, identificare gli sprechi e ottimizzare l’uso delle risorse. Questo non solo permette un contenimento diretto dei costi in bolletta, ma favorisce anche una riduzione significativa delle emissioni di gas serra, e quindi l’allineamento agli obiettivi di decarbonizzazione.

Inoltre, la trasformazione digitale supporta la creazione di un sistema energetico più flessibile e resiliente, in grado di integrare meglio le fonti rinnovabili e gestire la domanda in modo dinamico. Attraverso l’uso intelligente dei dati, è possibile attivare meccanismi di domanda risposta che spostano i consumi nei momenti di maggiore disponibilità energetica a basso impatto ambientale, migliorando l’equilibrio tra produzione e consumo.


Bollette elettriche: l’Italia tra i Paesi più cari d’Europa

L’analisi Selectra: Italia al secondo posto per la bolletta più salata

Secondo una recente analisi condotta da Selectra – realtà che studia il mercato dell’energia e aiuta a districarsi nel mondo delle forniture di luce, gas, telefonia e internet – e basata sui dati dell’ultimo report Eurostat sui consumi energetici domestici, l’Italia è il secondo Paese europeo con le bollette elettriche più alte, dopo la Germania. Nel 2024 il costo medio annuo per i consumatori italiani ha toccato gli 840 euro, contro i 1.065 euro dei tedeschi e i 790 euro dei francesi. La media UE si è invece fermata a 775 euro, rendendo evidente il divario per i consumatori italiani.

Aumento delle bollette in Italia tra cause e impatti

Nel corso del 2024, le bollette italiane dell’energia elettrica hanno subito un aumento significativo, tanto da spingere il governo a introdurre nel 2025 altre misure di sostegno – con il cosiddetto “Decreto Bollette” – volte a fornire supporto alle famiglie economicamente più vulnerabili. Per comprendere appieno le ragioni di questo aumento, è fondamentale analizzare le componenti che influiscono sul calcolo delle fatture energetiche.

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Secondo i dati dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), nel 2024 il Prezzo Unico Nazionale (PUN) dell’energia elettrica in Italia ha raggiunto una media di 108 €/MWh, molto più elevata rispetto a quella di altri Paesi europei come Francia (58 €/MWh), Spagna (63 €/MWh) e Germania (78 €/MWh). Questa differenza di circa 50 €/MWh tra Italia e Francia si traduce in un costo aggiuntivo di circa 130 euro all’anno per un consumatore domestico medio, senza contare l’IVA. Per le famiglie italiane si tratta quindi di un onere economico rilevante, che si ripercuote anche sulla competitività delle imprese.

Un fattore che incide pesantemente sulla spesa elettrica addebitata dai gestori italiani è la forte dipendenza italiana dall’energia fossile, in particolare dal gas naturale, che rappresenta oltre il 40% del mix energetico nazionale. L’aumento del prezzo della materia prima, causato dalle complesse e turbolente condizioni geopolitiche a livello globale, ha inevitabilmente fatto lievitare i costi finali dell’energia elettrica, aggravando la situazione per consumatori e aziende.

Oneri di distribuzione e tassazione: il peso sulle bollette

Per comprendere perché le bollette italiane siano tra le più alte in Europa, l’analisi di Selectra mette in luce l’importanza delle voci relative agli “oneri di distribuzione” e agli “oneri di sistema”, che incidono in modo significativo sul costo finale dell’energia. Negli ultimi dieci anni, questo carico, già elevato nel 2015, è cresciuto di quasi il 10%, passando da 202 a 222 euro all’anno.

Le ultime novità legislative lasciano pochi margini di ottimismo: il rinnovo delle concessioni ai distributori elettrici per altri 20 anni potrebbe infatti comportare l’inserimento in bolletta di ulteriori costi legati a queste licenze. Questi oneri una tantum derivano dai pagamenti che i gestori dovranno versare allo Stato, oltre agli investimenti necessari per ammodernare e potenziare le reti di distribuzione. Di fatto, ciò si traduce in una nuova voce di spesa per il consumatore finale, rendendo ancora più urgente l’adozione di strategie efficaci per contenere i costi energetici nel lungo termine.

Prospettive future: più energia rinnovabile e consumatori consapevoli

Dato l’alto peso degli oneri “quasi-fiscali” che gravano sulle bollette, ridurli in modo significativo risulta estremamente complesso. Per questo motivo, la strategia più efficace è puntare con decisione sulla transizione energetica, un percorso indispensabile per agire simultaneamente su tre fronti fondamentali: economia, ambiente e sicurezza dell’approvvigionamento.

Il fotovoltaico, che ha ormai raggiunto una diffusione capillare in Italia, si conferma una tecnologia estremamente competitiva. Tuttavia, da solo non è sufficiente a soddisfare le esigenze del sistema energetico nazionale, soprattutto per via della natura intermittente delle fonti rinnovabili come il sole e il vento.

Come sottolinea Antoine Arel, Direttore e Co-founder di Selectra Italia, “senza dubbio serve un’espansione significativa delle rinnovabili, ma è altrettanto necessario investire per superare il problema dell’intermittenza”. Ciò significa sviluppare sistemi di accumulo energetico e introdurre meccanismi di mercato in grado di rendere la domanda più flessibile, con offerte dedicate da parte dei fornitori che uniscano benefici economici e responsabilità ambientale.

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“Anche i piccoli contributi possono fare la differenza”, aggiunge Arel, “e ogni cittadino ha il potere di partecipare attivamente a questa trasformazione, adattando le proprie abitudini di consumo e modificando l’orario in cui usa gli elettrodomestici. Così facendo, non solo aiuterà a spingere avanti la transizione energetica, ma potrà anche contenere i costi della propria bolletta”.


Rinnovabili ed efficienza: leve strategiche per ridurre la spesa energetica

La crescente esigenza di contenere i costi legati all’energia, unita alla necessità di affrontare la crisi climatica, rende imprescindibile adottare strategie che puntino a ridurre la spesa energetica in modo sostenibile. In questo contesto, le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica rappresentano due leve strategiche fondamentali.

Oltre alla riduzione della spesa energetica, queste strategie contribuiscono a diminuire le emissioni di gas serra, migliorare la qualità dell’aria e creare nuove opportunità di lavoro nel settore delle tecnologie verdi. La combinazione di rinnovabili ed efficienza si configura quindi come un investimento che genera risparmi economici e benefici ambientali a lungo termine.

Fonti rinnovabili: indipendenza e risparmio a lungo termine

La transizione verso verso un portfolio di fonti energetiche rinnovabili rappresenta una leva imprescindibile per contenere la spesa energetica nel lungo periodo. Le fonti di energia rinnovabile, come il solare, l’eolico, la biomassa e l’idroelettrico, offrono un vantaggio chiave: la possibilità di produrre energia pulita, sostenibile e a costi marginali molto bassi una volta installati gli impianti. Investire in rinnovabili significa ridurre la dipendenza da fonti fossili, soggette a fluttuazioni di prezzo e a rischi geopolitici.

A lungo termine, le rinnovabili permettono di stabilizzare i costi energetici, riducendo la volatilità delle bollette. Inoltre, la produzione locale di energia contribuisce a limitare le perdite di trasmissione e distribuzione, con un ulteriore risparmio economico. Tecnologie come il fotovoltaico hanno già conquistato un’ampia diffusione in Italia grazie alla loro competitività economica e al basso impatto ambientale. Tuttavia, il solo sviluppo del solare o dell’eolico non può risolvere tutte le sfide legate al sistema energetico nazionale, a causa della loro intermittenza e variabilità.

Per superare questi limiti, è necessario accompagnare la crescita delle rinnovabili con investimenti in contatori connessi o Smart Metering per la misura dei consumi (elettricità, gas, acqua e calore), la loro corretta fatturazione e la telegestione; reti elettriche intelligenti o Smart Grid per ottimizzare la distribuzione, gestendo produzione distribuita e mobilità elettrica; Smart Building per la gestione automatica degli impianti e dei sistemi di un edificio (come quelli per l’illuminazione e la climatizzazione) per il risparmio energetico, il confort la sicurezza dello stabile e delle persone al suo interno; Smart City & Smart Environnement per il monitoraggio e la gestione degli elementi di una città e dell’ambiente circostante atti a migliorarne vivibilità, sostenibilità e competitività.

Solo così sarà possibile garantire una fornitura stabile e competitiva, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili e, di conseguenza, l’incidenza dei costi legati alle fluttuazioni del mercato internazionale.

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Efficienza energetica: fare di più con meno

Parallelamente, l’efficienza energetica agisce sul lato della domanda, riducendo il consumo senza rinunciare alla qualità della vita o alla produttività. Migliorare l’isolamento termico degli edifici, adottare elettrodomestici e macchinari a basso consumo, ottimizzare i processi produttivi industriali sono solo alcuni esempi di interventi che consentono di diminuire i consumi.

L’efficienza energetica riduce la quantità di energia necessaria, abbassando direttamente la spesa e alleggerendo la pressione sulle infrastrutture energetiche. Inoltre, rappresenta una strategia rapida e spesso meno costosa rispetto alla costruzione di nuovi impianti di produzione.

Come evidenzia Selectra, ogni cittadino può contribuire in modo concreto a contenere i costi energetici attraverso semplici azioni quotidiane: utilizzare gli elettrodomestici in modo consapevole, spostare i consumi nelle fasce orarie con tariffe più basse e adottare tecnologie smart che automatizzano e ottimizzano l’uso dell’energia.

Parallelamente, anche i fornitori hanno un ruolo strategico, proponendo offerte tariffarie dinamiche e incentivi che premiano i consumi sostenibili e flessibili. Questa sinergia tra tecnologia, consapevolezza e mercato può non solo generare risparmi economici immediati, ma anche accelerare la transizione energetica, rendendo il sistema più efficiente, resiliente e sostenibile per tutti.

Esempi pratici di incentivi e tecnologie smart in Italia e Europa

In Italia, il Superbonus 110% ha rappresentato uno degli strumenti più rilevanti per incentivare interventi di efficienza energetica negli edifici residenziali, consentendo la detrazione delle spese sostenute per migliorare la classe energetica degli immobili. Questa misura ha stimolato un aumento significativo di lavori di isolamento termico, sostituzione di impianti di riscaldamento e installazione di pannelli solari, contribuendo sia a ridurre la spesa energetica delle famiglie, sia a limitare l’impatto ambientale.

Sul fronte delle tecnologie smart, molte aziende energetiche italiane e europee stanno sperimentando e implementando contatori intelligenti e piattaforme digitali che permettono ai consumatori di monitorare in tempo reale i propri consumi, ricevere consigli personalizzati e gestire la domanda in modo più efficiente. Ad esempio, nel progetto europeo SmartEnCity, diverse città pilota stanno adottando soluzioni integrate per l’efficienza energetica e la digitalizzazione degli edifici pubblici e privati, ottenendo risparmi energetici rilevanti e migliorando la qualità della vita dei cittadini.

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Infine, molte utility propongono già tariffe dinamiche o a fasce orarie, che premiano chi sposta i consumi nelle ore di minor domanda, incentivando così un uso più razionale e sostenibile dell’energia. Queste offerte, unite a sistemi di domotica e automazione, permettono di ottimizzare l’utilizzo degli elettrodomestici e di ridurre gli sprechi senza rinunciare al comfort quotidiano.


Conclusione

La spesa energetica è un indicatore cruciale per comprendere l’impatto economico e ambientale del nostro sistema energetico. Per ridurla in modo sostenibile è necessario agire su più fronti: diversificazione delle fonti, digitalizzazione dei consumi, riforma degli oneri e coinvolgimento attivo dei cittadini. Solo così sarà possibile costruire un futuro energetico equo, resiliente e allineato agli obiettivi ESG.



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