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L’efficienza energetica in Italia, il punto della situazione e le prospettive — idealista/news


Qual è la situazione dell’efficienza energetica in Italia? A fare il punto è l’Energy Efficiency Report 2025, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Come sottolineato, si tratta di un comparto che nel nostro Paese, negli ultimi decenni, ha visto cambiamenti significativi, in seguito a modifiche delle politiche nazionali e comunitarie, degli incentivi fiscali e dei trend di evoluzione ed adozione delle tecnologie. Ecco quanto emerso e qual è in particolare il ruolo giocato dal settore residenziale.

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Efficienza energetica, in Europa l’Italia è al 5° posto 

Secondo l’Energy Efficiency Report 2025, nel contesto europeo, l’Italia si posiziona al quinto posto per quanto riguarda l’Energy Intensity Index (EII), l’indice calcolato come il rapporto tra il consumo lordo di energia e il prodotto interno lordo in standard di potere d’acquisto. Ciò dimostra un buon livello di efficienza energetica, superiore alla media dell’Unione europea. Ma, sottolinea il rapporto, è importante notare come l’Italia abbia perso una posizione rispetto al risultato del 2022, ciò suggerisce che, nonostante i progressi a livello di efficienza energetica del Paese, altre nazioni abbiano compiuto passi avanti più rapidi in questo settore. 

In particolare, l’Energy Efficiency Report 2025 ha evidenziato che, considerando una prospettiva temporale di dieci anni, la situazione italiana è rimasta sostanzialmente stabile, a differenza di Paesi come Germania, Francia e, in parte, Spagna, che tra il 2014 e il 2023 hanno registrato un sensibile calo dell’EII. Questi Paesi hanno compiuto progressi significativi in termini di efficienza energetica, migliorando i consumi per unità di prodotto o servizio. 

Il rapporto ha tuttavia affermato che, in un quadro complessivo, l’Italia mostra un’efficienza energetica superiore alla media europea in tre ambiti chiave: a livello aggregato, nel settore industriale e in quello residenziale. Ci sono però alcune criticità. Nello specifico, il settore terziario evidenzia un EII superiore alla media europea, segnalando una minore efficienza in questo comparto, e nel periodo 2014-2023 il trend di riduzione dell’intensità energetica in Italia è stato più lento rispetto a quello osservato in altri Paesi membri, a indicare una certa difficoltà nell’adozione e nella diffusione di misure di efficientamento su larga scala. 

E per il futuro? 

L’Energy Efficiency Report 2025 ha spiegato che “un’indicazione di alto livello riguardo al posizionamento dell’Italia in materia di efficienza energetica rispetto al resto d’Europa è fornita dallo Scoreboard europeo sull’efficienza energetica, sviluppato annualmente nell’ambito del progetto Odyssee-Mure, che monitora le performance dei Paesi membri dell’Ue”. 

Questo Scoreboard si basa su un indicatore composito costruito a partire da tre sottoindicatori: 

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  • livelli di efficienza energetica (Levels), che misurano il livello assoluto di efficienza di un Paese in un dato anno;
  • trend di miglioramento (Trends), che riflettono l’evoluzione nel tempo dell’efficienza energetica, premiando i Paesi che mostrano progressi significativi;
  • politiche pubbliche di efficienza energetica (Policies), che valutano l’efficacia e l’ambizione delle misure adottate in ciascun Paese. 

Ciascun sottoindicatore assume un valore compreso tra 0 (prestazione peggiore) e 1 (prestazione migliore), ed è pesato in modo uniforme (1/3 ciascuno) per ottenere il punteggio complessivo del Paese. 

Nel contesto europeo, ha evidenziato il rapporto, “l’Italia si colloca al 20° posto sui 27 Stati membri per performance complessiva in materia di efficienza energetica, guadagnando due posizioni rispetto alla classifica del 2023. Il miglioramento resta modesto, frenato in particolare dal punteggio attribuito al trend storico dei consumi, che, pur avanzando di una posizione (dal 21° al 20° posto), continua a rappresentare uno degli elementi più critici. Anche sul fronte del quadro normativo, l’Italia mostra segnali poco incoraggianti: il Paese scivola infatti al 19° posto, segnando un peggioramento rispetto all’anno precedente. Questi dati, rilevati dal progetto europeo Odyssee-Mure, evidenziano come l’Italia debba ancora rafforzare in modo deciso tanto le politiche attuate quanto il ritmo di miglioramento strutturale”. 

L’andamento degli investimenti in efficienza energetica in Italia 

L’Energy Efficiency Report 2025 ha anche analizzato l’andamento degli investimenti in efficienza energetica in Italia. Secondo quanto emerso, nel 2024 gli investimenti complessivi in efficienza energetica in Italia si sono attestati tra 58 e 66 miliardi di euro, in linea con i livelli dell’anno precedente, ma con una ristrutturazione interna nella distribuzione settoriale degli interventi. 

Il settore residenziale e il ruolo giocato dal superbonus 

A farla da padrone nel 2024, come nel 2023, è stato il settore residenziale. E questo, “nonostante un’evidente decrescita imputabile alla riduzione delle aliquote del superbonus”. Nel corso degli ultimi quattro anni, il settore residenziale è stato fortemente influenzato dal superbonus, che tra il 2021 e il 2023 ha rappresentato oltre il 60% degli importi supportati dai bonus edilizi. Questo incentivo ha dato un forte impulso agli investimenti, ma la sua progressiva riduzione ha avuto un impatto significativo, determinando un calo della domanda nell’ultimo anno. 

Il rapporto ha allo stesso tempo sottolineato che, a seguito dell’introduzione del superbonus, nel triennio successivo gli importi erogati tramite ecobonus e bonus casa si sono ridotti del 52%, mentre il superbonus è cresciuto del 54%, andando in parte a sostituirli. Uno spostamento delle risorse che ha modificato la distribuzione dei finanziamenti nel comparto residenziale, influenzando l’evoluzione del mercato dell’efficienza energetica. 

Nel complesso, il rapporto ha evidenziato che nel tempo gli investimenti residenziali sono risultati in calo, ma ancora predominanti. Nel 2024, infatti, quasi il 50% degli investimenti in efficienza energetica si è concentrato nel settore residenziale, nonostante questo settore sia stato fortemente influenzato dalla riduzione del superbonus, che ha determinato un calo significativo rispetto agli anni precedenti. 

Gli scenari futuri 

In conclusione, nel contesto della pianificazione energetica al 2030, il rapporto ha tratteggiato tre possibili scenari di evoluzione degli investimenti in efficienza energetica, costruiti tenendo conto di variabili di natura normativa, economica e sociale: uno scenario conservativo, uno coerente con gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) e uno orientato agli obiettivi europei. 

Lo scenario conservativo 

Nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima viene illustrato uno scenario di evoluzione dei consumi energetici basato sul mantenimento delle politiche vigenti. Secondo questo scenario, in assenza di nuovi strumenti di supporto come incentivi economici o finanziamenti dedicati, la riduzione complessiva dei consumi di energia finale rispetto ai livelli del 2022 sarà limitata a circa 0,5 Mtep entro il 2030. Tale risultato si tradurrebbe in un valore complessivo di consumi energetici ancora significativamente distante dall’obiettivo europeo di 93 Mtep, evidenziando così l’insufficienza dell’attuale quadro normativo a guidare una vera transizione energetica. 

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Nello scenario conservativo, nel periodo 2024-2030, gli investimenti in efficienza energetica nei settori dell’industria, residenziale, terziario e pubblica amministrazione mostrano una crescita progressiva, pur in assenza di nuove politiche di incentivazione. Questo scenario riflette un contesto in cui le scelte di investimento vengono effettuate esclusivamente sulla base delle condizioni attuali, senza l’introduzione di ulteriori meccanismi di sostegno per l’utente finale. In questo contesto, il settore residenziale emerge come il principale motore degli investimenti cumulati, contribuendo in misura significativa al totale. Tuttavia, il volume complessivo degli investimenti resta insufficiente per raggiungere i target europei al 2030, a conferma della necessità di un rafforzamento delle politiche di supporto alla transizione energetica. 

Lo scenario coerente con gli obiettivi del Pniec 

Per conseguire gli obiettivi fissati dal Pniec, i consumi finali di energia dovrebbero ridursi progressivamente fino a 102 Mtep entro il 2030, grazie all’implementazione delle misure già adottate e di quelle attualmente pianificate. In questo scenario, il settore dei trasporti e quello residenziale sono chiamati a fornire il contributo più significativo alla riduzione complessiva dei consumi, mentre per i comparti industriale e terziario si prevede una diminuzione più contenuta. 

Lo scenario Pniec presenta una crescita costante degli investimenti cumulati nei principali settori coinvolti, con un incremento stimato da 62,3 miliardi di euro nel 2024 fino a 242,5 miliardi nel 2030. I settori residenziale e terziario si configurano come i principali motori di questa dinamica, mentre l’industria segue un percorso di crescita più moderato. 

La progressione degli investimenti presuppone un quadro di politiche stabili e ben pianificate, in grado di sostenere nel tempo l’attuazione degli interventi. Al 2030, gli investimenti nel settore residenziale risultano superiori rispetto a quelli di tutti gli altri ambiti, evidenziando un orientamento deciso verso la decarbonizzazione del patrimonio edilizio e l’efficientamento energetico degli edifici esistenti. 

Lo scenario obiettivi Ue 

Per allinearsi pienamente agli obiettivi energetici dell’Unione europea, l’Italia dovrebbe ridurre i propri consumi finali di energia a 93 Mtep entro il 2030. Si tratta di un target ambizioso, già riconosciuto dal Pniec come non conseguibile attraverso le sole misure attualmente previste o attuate. Secondo le stime del Pniec, i settori chiamati a contribuire in misura maggiore a questa decrescita sono residenziale, trasporti e industria, mentre i comparti terziario e Pa mantengono volumi più stabili o mostrano lievi riduzioni. 

Lo scenario prevede un forte incremento degli investimenti cumulati, che passano da 62,1 miliardi di euro nel 2024 a 308,1 miliardi nel 2030. A trainare questa crescita sono principalmente i settori residenziale – in particolare per effetto degli obiettivi imposti dalla direttiva europea Epbd – e terziario, mentre gli investimenti in industria e Pa crescono in misura più contenuta. L’andamento degli investimenti suggerisce un’accelerazione significativa a partire dal 2027, anno in cui si ipotizza l’attivazione di ulteriori strumenti di supporto, soprattutto nel settore residenziale, visto l’avvicinarsi dei target al 2030 e il recepimento della Epbd richiesto entro maggio 2026. In questo comparto, infatti, si prevede un impegno complessivo pari a circa 170 miliardi di euro entro il 2030, a conferma del ruolo centrale degli edifici nella strategia di decarbonizzazione europea.



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