Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Intelligenza artificiale e PMI: la roadmap per la competitività industriale del futuro


Enrico Pisino

L’intelligenza artificiale rappresenta oggi una delle leve più strategiche per la competitività delle piccole e medie imprese italiane, ma il percorso verso la digitalizzazione richiede competenze, visione e un approccio strutturato. Ne parliamo con Enrico Pisino, CEO del Competence Center Nazionale CIM4.0, uno degli otto centri di competenza nazionali con sede a Torino che supporta le imprese nella digitalizzazione industriale e nel trasferimento tecnologico.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Pisino porta con sé un bagaglio di esperienza unico: ingegnere con una carriera ventennale in Fiat, Chrysler e FCA (ora Stellantis), ha contribuito alla digitalizzazione del processo di sviluppo prodotto guidando diversi dipartimenti strategici, dall’Advanced Manufacturing ai programmi di Ricerca&Innovazione. Dal 2016 al 2021 è stato Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale dei Trasporti e ha rappresentato l’industria italiana al G7 dei Trasporti in Giappone. Attualmente ricopre anche il ruolo di Presidente della WCM Association, organizzazione non-profit che raggruppa i principali player mondiali della manifattura.

In questa intervista, Pisino condivide la sua visione su come l’AI possa diventare un alleato strategico per le PMI italiane, dalle opportunità offerte dal Piano Transizione 5.0 agli ostacoli da superare, fino ai trend futuri che ridisegneranno il panorama industriale nei prossimi cinque anni.

Quali competenze servono oggi alle PMI per essere competitive lato AI e Tecnologie innovative?

«L’innovazione tecnologica deve accompagnare in modo continuo il processo produttivo delle imprese, per questo è fondamentale investire non solo sui macchinari ma soprattutto sull’upskilling e il reskilling del capitale umano. La competitività industriale rispecchia indici mondiali, ecco perchè occorre essere flessibili, precisi e veloci nella produzione e performanti nelle fasi pre e post produttive. In tal senso avere competenze in tecnologie emergenti – come ad esempio nelle AI – può consentire uno salto importante in termini di competitività».

Che impatto ha l’AI sulla gestione della produzione e sul risparmio effettivo (economico e d’impatto ambientale) delle imprese in termini ad esempio di manutenzione predittiva?

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

«Ciascuna evoluzione tecnologica, quindi anche le AI, necessita del giusto tempo per poter essere assimilata non solo come opportunità momentanea ma come innesto competitivo capace di generare un valore dal carattere complessivo nel medio e lungo periodo. Tecnologie manifatturiere evolute come per esempio l’Additive Manufacturig sono in grado infatti di incidere sul processo di sviluppo e realizzazione del prodotto, velocizzandolo e verticalizzandolo, consentendo così di ottenere vantaggi reali in termini di sostenibilità ambientale. Stesso discorso se ci riferiamo all’uso dell’AI innestata su processi manifatturieri convenzionali: in questo caso il digitale opera come un vero e proprio acceleratore di innovazione grazie all’implementazione di analisi predittive che ottimizzano i processi di riferimento, compresa la manutenzione delle linee produttive e dei relativi macchinari».

Che tipo di rapporto deve esserci tra imprese, centri di competenze e università per costruire un ecosistema economico e industriale che aiuti l’Italia a competere anche fuori dai confini europei?

«Il punto degli ecosistemi economici, industriali e aggiungerei territoriali, è di fondamentale importanza pensando alla competitività soprattutto verso Cina o USA. Occorre in questo momento rafforzare l’ossatura industriale del nostro Paese favorendo un continuo interscambio tra la fase di formazione e ricerca e la fase di accompagnamento al mercato “test before invest” e di supporto al trasferimento delle tecnologie e delle competenze, svolto dai centri nazionali come il CIM4.0. Il tutto accompagnato da politiche industriali adeguate a sostenere le imprese sia dal punto di vista degli investimenti 5.0 sia sul fronte dell’alta formazione, elemento questo essenziale per gestire e governare al meglio la transizione digitale e green».

Come le nuove tecnologie potrebbero aiutare le piccole imprese a crescere a livello internazionale e quali competenze servono per riuscirci?

«La competitività la si persegue conoscendo in modo approfondito tutte le opportunità tecnologiche esistenti ed individuando quelle più adatte per il proprio processo di produzione. Occorre pertanto comprendere gli obiettivi che si intendono raggiungere a livello produttivo e, in base a questo, implementare il proprio parco macchine cercando di ottenere reali vantaggi di breve e medio lungo periodo, come ad esempio la riduzione del costo medio di produzione e, a tendere, nuove fonti di generazione di ricavi. Non servono quindi solo tecnici esperti, ma occorrono diverse figure professionali, penso ad esempio ai data analyst – ossia figure capaci di disegnare una visione di sviluppo – che integri l’efficienza della tecnologia con la competenza umana».

In che modo l’intelligenza artificiale può diventare un alleato strategico per le PMI italiane, soprattutto in settori tradizionali come il manifatturiero o l’artigianato?

«Come precedentemente detto, le piccole imprese hanno prima di tutto la necessità di conoscere e comprendere i vantaggi offerti dalle tecnologie emergenti tra cui l’AI. Occorre poi supportarle e accompagnarle nel processo di transizione tecnologica mostrando loro i reali benefici che si generano attraverso l’adozione di un’innovazione. Non ci sono settori più adatti e settori meno adatti all’implementazione tecnologica, nessun cambiamento deve in alcun modo snaturare l’identità imprenditoriale. Serve considerare l’innovazione come un valore aggiunto che rende l’impresa più veloce, più sostenibile, più competitiva. In particolare l’AI può aiutare le PMI a snellire i processi, efficientare la produzione, sviluppare il capitale umano – spostando il lavoro verso l’alto valore aggiunto – e ridurre i costi di produzione».

Quali sono le principali barriere che impediscono alle PMI di adottare soluzioni di IA, e come CIM4.0 sta lavorando per superarle?

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

«Tra i piccoli imprenditori c’è ancora chi considera le tecnologie emergenti lontane dalla propria dimensione. Il primo passo da fare quindi è quello di far comprendere che l’innovazione è un valore aggiunto per tutti, grandi e piccoli. Tra le nostre missioni c’è quella di far conoscere l’abilitazione tecnologica non raccontandola bensì mostrando in modo concreto e tangibile i vantaggi che si possono ottenere grazie all’adozione della giusta tecnologia all’interno dei propri processi produttivi. Altre barriere sono la mancanza di competenze adeguate, i costi associati all’adozione e la difficile gestione del processo di innovazione».

Il Piano Transizione 5.0 spinge su digitale e sostenibilità: come può l’IA aiutare le PMI a coniugare efficienza produttiva e riduzione dell’impatto ambientale?

«L’obiettivo di ciascun imprenditore è quello di essere protagonista all’interno della filiera produttiva di appartenenza. La digitalizzazione dei processi consente di velocizzarli e di raffinare la qualità della produzione con un margine di errore, e quindi di spreco, davvero minimo. Questo impatta ovviamente sulla sostenibilità produttiva e limita al tempo stesso, attraverso per esempio l’analisi dei dati e la manutenzione predittiva, fermi macchina o riconversioni che possono, grazie alle nuove tecnologie, essere gestiti in tempi decisamente più rapidi rispetto al passato».

La linea digital del CIM4.0

CIM4.0 offre servizi di trasferimento tecnologico: può farci un esempio concreto di come una PMI abbia integrato l’IA migliorando processi o prodotti?

«Un esempio lo faccio molto volentieri: come CIM4.0 abbiamo supportato un’azienda torinese nell’adottare una soluzione automatizzata di selezione e smistamento di colli di banane basata su AI tramite riconoscimento di immagini, per identificare il grado ottimale di maturità del frutto. Prima dell’adozione di questa implementazione tecnologica il lavoro era svolto manualmente».

Le competenze digitali sono cruciali: quali iniziative promuove CIM4.0 per formare imprenditori e dipendenti delle PMI sull’IA e sulle nuove tecnologie abilitanti?

«Il nostro Centro di Competenza sin dalla sua costituzione ha abilitato un driver centrato sulla formazione permanente, attraverso il Learning HUB e sull’upskilling e il reskilling del capitale attraverso la nostra CIM4.0 Academy che consente ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze, teoriche e pratiche, rispetto alla gestione di un’impresa digitalizzata. Il tema dell’adozione delle nuove tecnologie non è solo di carattere economico, è prima di tutto culturale. Servono persone iper-specializzate, continuamente formate e aggiornate perché i tempi di cambiamento delle innovazioni sono davvero molto rapidi oggi. Inoltre, come Centro di Competenza, promuoviamo su tutto il territorio nazionale dei road show di dialogo e confronto con le imprese per comprendere i loro bisogni e accompagnarli in un processo di trasformazione capace di generare benefici di competitività reali. Negli ultimi due anni abbiamo anche realizzato diversi studi sull’AI e l’industria, un modo per raccontare l’importanza della scelta della giusta tecnologia studiata su misura per la singola azienda, ma soprattutto ospitare casi d’uso utili a far conoscere i risultati conseguiti adottando una specifica tecnologia innovativa».

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

L’accesso al credito e ai fondi del PNRR è spesso complesso per le piccole imprese. Quali strumenti consiglia per finanziare progetti IA in linea con il Piano 5.0?

«Gli strumenti di agevolazione agli investimenti contenuti nel piano 5.0 sono importanti e pensati per sostenere la nuova transizione digitale dell’industria: le piccole imprese hanno però la necessità di essere accompagnate dentro questa rivoluzione. I centri di competenza come il nostro rappresentano un faro capace di illuminare qualunque percorso di innovazione che si intende intraprendere. L’importante è avere piena consapevolezza che la tecnologia da sola non innova l’impresa, occorre ragionare in modo inclusivo, attivando processi che sostengano l’adozione nel tempo delle tecnologie più evolute».

L’IA generativa sta rivoluzionando molti ambiti. Come possono le PMI sfruttare strumenti come ChatGPT o modelli di generative AI per innovare.

«I Large Language Model come Chat GPT possono essere usati dalle PMI a costi operativi sostenibili per efficientare i processi di gestione e di creazione di contenuti: dalla creazione di materiale per marketing, all’efficientamento ed automazione di porzioni del processo di gestione documentale interna, nonché gestione della conoscenza interna, vero valore intangibile che consente vantaggio competitivo».

La cybersecurity è una preoccupazione per le PMI che adottano tecnologie avanzate. Quali soluzioni suggerisce per mitigare i rischi legati all’implementazione dell’IA?

«Sicuramente l’uso dati è un punto nevralgico delle tecnologie avanzate. Da una parte riuscire ad analizzare preventivamente la propria performance produttiva, incrociandola con le richieste dei mercati e in taluni casi anche anticipando prossime implementazioni, rende l’azienda molto competitiva. Dall’altro lato occorre tutelare il patrimonio intangibile di ciascuna impresa, il sapere, la conoscenza, sono elementi che necessitano di infrastrutture interne molto sicure, direi impenetrabili. Questo è un elemento centrale per la sopravvivenza di un’azienda innovativa».

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

CIM4.0 collabora con università e centri di ricerca: in che modo questa sinergia può accelerare l’adozione dell’IA nelle PMI?

«Il Politecnico e l’Università di Torino sono due nostri soci fondatori, va da sé che la collaborazione con l’università è fondamentale, così come è vincente per le imprese essere parte di un ecosistema connesso dove sia possibile accedere a idee innovative e provare a implementarle all’interno dei propri processi. L’accelerazione tecnologica, dunque, è frutto di una cooperazione in cui le imprese possono continuamente comunicare con incubatori e centri di ricerca innovativi, ma soprattutto possono poi essere accompagnati nel loro processo di innovazione».

Guardando al futuro, quali trend dell’IA saranno determinanti per le PMI nei prossimi 5 anni, e come dovrebbero prepararsi?

«Le AI sicuramente rappresentano oggi e nel prossimo futuro una leva di competitività importante per le nostre imprese, grandi e piccole. Serve lavorare a mio avviso in modo molto forte sulle competenze e sulle conoscenze trasversali, in modo da comprendere i nuovi paradigmi tecnologici e provare a testarli gestendo casi reali dove è possibile toccare con mano le tecnologie e i loro effetti. Per quanto riguarda i trend vedo che il costo associato all’adozione dell’AI va assottigliandosi con il passare del tempo e, come ci si poteva aspettare, sempre più l’AI viene incorporata all’interno dei prodotti. Tali avanzamenti, di fatto, abbassano le barriere ad un livello che consente alle PMI di essere parte attiva. Questo è quello che quotidianamente facciamo insieme alle imprese nel nostro centro di competenza di Torino».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!