di S.F.
«La chiusura dell’accordo transattivo è esiziale per la sopravvivenza e la continuità aziendale sia nel breve periodo (12 mesi) che nel medio (sicuramente fino al 2027 ed oltre). La risoluzione di detta tensione finanziaria permetterà non solo di onorare gli impegni ad oggi assunti, ma darà anche la possibilità di consolidare il suo sviluppo strategico e tattico». È la conclusione del nuovo piano industriale-strategico di Terni Reti 2025-2027 (che umbriaOn ha visionato) discusso brevemente giovedì mattina in III commissione consiliare: lunedì, salvo sorprese, arriverà il via libera in assise. Il tema centrale è lo stesso di cui si parla da un quinquennio, vale a dire il contenzioso con Umbria Distribuzione Gas che vale un bel po’ di denaro.
AVIOSUPERFICIE, SI CAMBIA: 1,1 MILIONI DAL COMUNE AD ATC PER I DIRITTI DI SUPERFICIE
GIUGNO 2025, TERNI RETI RICHIEDE MORATORIA AL COMUNE PER I DEBITI
Di cose da scrivere ce ne sono molte, tutte già note in linea di massima sia in termini di criticità che di aspetti positivi. Impossibile tuttavia prescindere dall’elemento base della questione, vale a dire la pluriennale bagarre con Udg Spa per i canoni di concessione dovuti. Non proprio due spicci: «Con ricorso depositato – viene ricordato nel documento istruttoruio del Comune a firma della dirigente al governo societario Grazia Marcucci – in data 17 dicembre 2024, Terni Reti ha adito il tribunale di Terni al fine di ottenere il sequestro conservativo dei beni di Udg sino all’importo complessivo di 11.405.690 euro oltre Iva» per il periodo 2021-2024. Udg si è costituita in giudizio a gennaio. Ma c’è anche altro.
NOVEMBRE 2021, IL COMUNE ‘TAGLIA’ UDG DAL PERIMETRO DI CONSOLIDAMENTO
Sì, perché il 24 marzo scorso Terni Reti ha convenuto in giudizio in tribunale Udg, Italgas Reti, Asm e anche Acea per «ottenere l’accertamento del diritto di Terni Reti a conseguire il pagamento dei canoni relativi al periodo dal 1° febbraio 2021 al 31 gennaio 2025 e, conseguentemente, la condanna delle società convenute, in solido tra loro, al pagamento in favore della medesima Terni Reti della somma complessiva di 12.372.968 euro». Prima udienza fissata per l’8 luglio, martedì. Poi sono riprese le interlocuzioni tra Terni Reti e Udg per tentare la via bonaria con accordo transattivo. Basato su cosa? «Una riduzione sull’ammontare dei canoni ed un pagamento posticipato del pregresso già maturato e il pagamento alle scadenze naturali per i canoni futuri». Se va male, sono guai per la controllata dal Comune.
2016, TERNI RETI PRENDE TUTTO IN MANO
Lo scrive la stessa società nel piano industriale: «L’analisi di sensitività svolta mostra come, in assenza di un accordo transattivo tra le parti, ed in assenza di interventi del socio unico di Terni Reti o di una eventuale nuova moratoria sul debito di Terni Reti verso il Comune di Terni, la società non si troverebbe in condizioni di equilibrio finanziario già da dicembre 2025, dovendo far fronte al fabbisogno finanziario generato principalmente dalla Gestione Finanziaria (rimborso del mutuo acceso e del debito verso il Comune di Terni) pari ad euro 4,6 milioni circa». L’affanno resta in sintesi. E senza la stretta di mano con Udg non si va da nessuna parte: l’accordo transattivo prevede – post reciproche rinunce e concessioni – una «riduzione del 20,68% sui canoni in relazione al periodo da agosto 2019 a dicembre 2027».
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Interessanti inoltre le varie situazioni delle singole business unit: rete gas, mobilità, parcheggi, facility management, servizi cimiteriali e parco ‘Galigani’ a Cardeto. Per la mobilità si dà atto della buona solidità. Nel caso dei servizi cimiteriali la società «continuerà a proporsi per eventuali nuovi affidamenti», mentre per Cardeto «la manutenzione del Parco rimane ancora significativamente onerosa, a fronte della complessità ed articolazione dei servizi». Bene i parcheggi, «centrale nella strategia di posizionamento di mercato della mobilità locale, realizzata attraverso una consolidata redditività di esercizio». Della rete gas ne abbiamo parlato. Aviosuperficie? Continua ad «affrontare difficoltà strutturali e di contesto, aggravate dalla diminuzione delle attività paracadutistiche e dalla sospensione del servizio di ristorazione. Le tensioni finanziarie legate al credito con Udg (c’era stata una bozza di accordo transattivo tra il 2023 e il 2024, poi non formalizzato per questioni interne al governance di Udg) hanno impedito investimenti precedentemente pianificati». Ne abbiamo scritto a parte in quest’ultimo caso.
SETTEMBRE 2023: «PIANO INDUSTRIALE TERNI RETI NON INTERAMENTE POSSIBILE»
TERNI RETI E LA POTENZIALE CARENZA DI LIQUIDITA’ DAL SECONDO SEMESTRE 2025
In ogni caso al momento prosegue la trattativa per chiudere il contenzioso e ridefinire i canoni fino alla gara Atem, la cui pubblicazione dovrebbe esserci in avvio di 2026. Vedremo. «C’è un grande lavoro – le parole dell’assessore Michela Bordoni in commissione giovedì mattina -, serietà e determinazione per il salvataggio ed il rilancio di Terni Reti. Sia per i posti di lavoro che per i servizi ai cittadini. Un percorso complesso ma necessario. In due anni portate a termine situazioni che andavano avanti dal 2016». Per l’Au della società, Alessandro Campi, discreto peso sulle spalle: «Il piano è un atto cruciale per Terni Reti. L’accordo transattivo è tra le basi del piano industriale e risolverebbe la tensione finanziaria, ci darebbe la liquidità necessaria».
Sponda opposizione è stato Leonardo Patalocco (Pd) a farsi avanti per primo: «Si prevede la stabilizzazione di 11 lavoratori a tempo determinato su 18 da quanto leggo. Gli altri? Il piano è solido, ma c’è il grande punto interrogativo dell’accordo transattivo. Si dichiara che, dovesse saltare, già da dicembre non sarebbe più garantito l’equilibrio. Esiste un piano B?». Anche il capogruppo di Ap, Guido Verdecchia, non si è tirato indietro: «Piano fortemente condizionato dalla risoluzione con Udg, il piano B è una valutazione che vorremmo sentire. E l’aviosuperficie è una matassa complicata, mancano alcuni asset che non dipendono da Terni Reti. Servono idee e società importanti per l’aviosuperficie, una business unit importante ma da valorizzare».
La Bordoni non ha lasciato scorrere e, anzi, ha rilanciato: «Al nostro insediamento Terni Reti quasi nemmeno camminava, c’erano pendenze critiche enormi. Ora si parla di risoluzioni strategiche. Società sotto scacco dal 2020 da movimenti di cui probabilmente nessuno era a conoscenza», il riferimento al caos con Udg. «Sono due anni che lavoriamo quotidianamente con gli strumenti a nostra disposizione. Non si parla di piano A, B o C, ma di visione. Udg ne fa parte. E per l’opportunità ci saranno nuove opportunità. Il Comune tornerà – ha concluso – in possesso del diritto di superficie per strategia». In aula anche la dottoressa Sabrina D’Aversa, una delle figure tecniche chiave di Terni Reti (ruolo quadro per personale, finanza, amministrazione e controllo).
Alla fine arriva il via libera della commissione con 5 favorevoli e 3 astensioni: «Il piano è buono e mi astengo non per mancanza di fiducia. Si riconosce – il commento di Patalocco – il lavoro fatto, ma c’è un’incognita che grava. Una spada di Damocle sulla testa. E se non c’è la soluzione alternativa, non me la sento». Per Valdimiro Orsini (TMS) è «un piano che permette a Terni Reti di tornare in linea di galleggiamento, se si chiude l’accordo si può guardare con serenità al futuro», mentre per Elena Proietti Trotti (FdI) «il risanamento era già partito con l’amministrazione precedente e con un dissesto di mezzo. Diamo fiducia a questa amministrazione per la continuità». Con richiesta all’Au Campi di occhiare con attenzione la situazione di Cardeto. C’è l’astensione anche da parte sua. Infine Francesco Maria Ferranti (FI) che, nell’intervento in appoggio al documento, ha evidenziato la necessità di un lavoro congiunto tra ente e società per rendere praticabile il piano industriale. Puntando su aree ed immobili chiusi o non utilizzabile all’aviosuperficie e al parco di Cardeto.
Dunque ecco la sintesi. Il Comune prende atto che, in relazione alle criticità evidenziate nella business unit dedicata alla distribuzione del gas, «il piano strategico industriale – nello scenario di continuità aziendale – avanza una soluzione volta alla risoluzione bonaria del contenzioso con Udg. Tale accordo prevede una riduzione dell’ammontare dei canoni maturati e un loro pagamento posticipato, nonché il versamento alle scadenze naturali dei canoni futuri. Grazie a questa struttura transattiva, il Comune di Terni potrà tutelare il proprio patrimonio complessivo, comprendente la partecipazione in Asm Spa e, indirettamente, quella in Umbria Distribuzione Gas Spa, al fine di garantire una corretta valorizzazione del bene comune dell’ente». Le cifre dell’accordo per i canoni? Per il periodo febbraio 2020-gennaio 2021 circa 3,5 milioni. Poi da febbraio 2021 a dicembre 2024 si parla di 9,4 milioni e per il 2025 invece 2 milioni 150 mila euro. Nelle annualità successive scenderà, con totale del credito complessivo pari a 16,6 milioni di euro. Vedremo come andrà. Con esito positivo, il Comune potrà avere da Terni Reti circa 3,3 milioni di crediti commerciali. Ad essersi occupato in prima battuta della complessa questione è il funzionario con elevata qualificazione per l’ufficio partecipate Massimiliano Difilippi.
Comune-Terni Reti: «Criticità nei versamenti per i parcheggi». Chiesta moratoria dei debiti
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