Che il turismo trentino sia una delle gambe dell’economia locale non ci piove, anche se talvolta traccheggia un po’ nella gestione e negli obiettivi che vuole raggiungere, complice il non avere attuato ancora quelle scelte di fondo emerse durante uno dei tanti “Stati generali” alle cui parole non sono seguiti fatti, ad iniziare da una eccessiva parcellizzazione dei momenti decisionali suddivisi tra la Provincia e le varie Apt di ambito, con alcune di quest’ultime che funzionano con successo e altre che meriterebbero una seria riflessione e, magari, una fusione con altre più efficaci e funzionanti, così come dimostra la fuga di alcuni territori dall’Apt di Rovereto e Vallagarina a favore di quella del Garda Dolomiti che nel tempo ha saputo allargare efficacemente la propria sfera d’influenza.
Nella sua veste di segretario del Partito Democratico del Trentino, Alessandro Dal Rì ha messo nel mirino l’assessore provinciale al Turismo (e di molte altre cose importanti, tra cui l’artigianato, il commercio, foreste, caccia e pesca), il leghista Roberto Failoni, colpevole di «di evadere dal confronto politico buttandola in caciara. Anche di fronte alle parole di due amministratori di comprovata capacità come Gori e Bonaccini (sorvolando sul fatto che il presunto “buon governo” delle due giunte Bonaccini è stato sbugiardato dalla Corte dei conti per via del buco in bilancio nel comparto della sanità, costringendo il suo successore, Michele De Pascale ad una raffica di aumenti di tasse per cittadini ed imprese, ndr), si nasconde dietro alle sue imbarazzanti battute, facendo emergere quello che ormai denunciamo da tempo: non c’è una visione seria per lo sviluppo del Trentino».
«Nessuno si sogna di mettere in discussione l’importanza del turismo per la nostra Provincia – prosegue Dal Rì -. È un settore che genera ricchezza, occupazione e promozione del territorio. Ma proprio perché è importante, va gestito con responsabilità e inserito in una strategia più ampia e bilanciata».
Per il segretario provinciale del Pd «il punto è un altro: il Trentino non può permettersi di puntare tutto soltanto sul turismo, questo è un rischio. Il turismo – lo dicono tutti gli indicatori – può essere fiorente anche in economie fragili o in paesi meno sviluppati. Al contrario, la vera differenza tra un territorio avanzato ed uno arretrato la fanno il comparto industriale, il settore manifatturiero e, ormai sempre più, quello dell’informatica e del digitale. Insomma, settori capaci di creare valore aggiunto, innovazione, qualità del lavoro e benessere diffuso».
E per rendersene conto, basta guardare a quanto accade oltre il confine di Salorno, in Alto Adige, dove decenni di migliori politiche economiche messe in campo dalla locale Autonomia speciale hanno fatto crescere decisamente di più l’economia locale, anche a vantaggio del bilancio della stessa Provincia autonoma di Bolzano, che ormai supera quella del Trentino – a parità di competenze, ma con forti differenze in fatto di strategie – di almeno un paio di miliardi di euro ogni anno.
E i problemi del comparto turistico sono legati, secondo Dal Rì, al fatto che «oggi il turismo trentino produce numeri importanti, ma spesso non redistribuisce. Molti lavoratori restano poveri nonostante la crescita del settore. E intanto, e questo è il vero punto focale del discorso e quello che denunciamo da tempo, vengono trascurati altri settori. Servono strategia e investimenti nei settori ad alto contenuto tecnologico e di valore aggiunto, in grado di aumentare la produttività e costruire un’economia sostenibile e diversificata».
Oltre alla difesa d’ufficio di Failoni operata dai pasdaran della Lega Salvini, interviene anche il presidente di una delle due associazioni degli albergatori, l’Asat (l’altra è l’Unat presieduta da un altro pezzo da novanta dell’economia trentina, quel Gianni Bort presidente di Confcommercio Trentino e di una miriade di altre associazioni e aziende del terziario), Gianni Battaiola, che è anche il presidente del braccio operativo della stessa Provincia in campo turistico, Trentino Marketing.
«Prendiamo atto con stupore delle dichiarazioni del consigliere comunale del PD (una diminutio rispetto all’essere il segretario provinciale del maggiore partito di opposizione del Trentino, ndr) Alessandro Dal Rì, che paiono più dettate dal desiderio di cavalcare l’onda della polemica che da un reale intento di costruzione politica – attacca Battaiola -. Quando si accusa il settore turistico trentino di essere un limite allo sviluppo, si dimostra non solo una visione miope, ma anche profondamente disinformata».
Battaiola squaderna i numeri del comparto: «il turismo in Trentino contribuisce per oltre il 10% al PIL provinciale secondo i dati ISPAT. La stagione estiva 2024 ha registrato un aumento dell’1,5% degli arrivi e dell’1% delle presenze rispetto al 2023, mentre l’inverno 2024/25 ha totalizzato oltre 7,7 milioni di pernottamenti. I lavoratori nel settore sono stati, in media, 23.142. I valori massimi e minimi di occupazione sono ad agosto e a novembre con rispettivamente 29.538 e 14.960 dipendenti. Dati che smentiscono ogni narrazione su una presunta marginalità̀ del comparto».
«Il rapporto tra presenza turistica e sviluppo del territorio non è un’illusione propagandistica, ma un fatto misurabile che abbiamo dimostrato, basandoci su dati ufficiali, in occasione della nostra ultima assemblea annuale: quando aumentano le presenze alberghiere, tende ad aumentare anche lo sviluppo economico e sociale di un territorio, segnale di un legame positivo tra le due variabili – prosegue il presidente di Trentino Marketing e di Asat -. Il turismo genera ricchezza diffusa, investimenti in innovazione, infrastrutture, occupazione qualificata e indotto per l’intera comunità̀ locale. Il Trentino che funziona è quello che integra, non quello che contrappone».
«Parlare di “puntare tutto solo sul turismo” è un artificio retorico che non trova riscontro né nelle politiche pubbliche né nelle strategie di sviluppo in atto che, anche in occasione della prossima manovra di assestamento di bilancio ha dimostrato attenzione a tutti i settori economici, nonché́ alle famiglie trentine. L’ASAT – puntualizza il presidente -, assieme ai principali attori del sistema, sta lavorando su progetti concreti per una crescita equilibrata e sostenibile, come il programma “ASAT2030 – Un futuro sostenibile per il turismo trentino”, che ha già̀ coinvolto oltre 400 strutture in un percorso di responsabilità̀ ambientale, sociale e di governance».
Sull’accusa di una compressione delle retribuzioni per gli addetti del settore, per gli imprenditori del comparto confermano «l’impegno verso la formazione professionale e il welfare aziendale, per garantire occupazione stabile, qualificata e ben retribuita, smentendo così l’idea che il turismo produca lavoro povero. Industria, tecnologia e turismo non sono alternative, ma alleate. Sostenere che il turismo sia una forma economica “minore” rispetto all’industria o al digitale è non solo scorretto, ma pericolosamente divisivo».
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.
Telegram
https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano
https://www.facebook.com/ilnordestquotidian
X
© Riproduzione Riservata
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link