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Acciaio: no al preridotto a Piombino. Preaccordo sull’occupazione


PIOMBINO. Missione ad Arezzo, giovedì 3 luglio, per il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, per incontrare il ministro Adolfo Urso, titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy. Un incontro voluto dallo stesso ministro veneto, per fare un punto sulle acciaierie di Piombino. Il ministro, stesso partito e grande sintonia con il sindaco, ha rassicurato il primo cittadino sull’iter dell’accordo di programma, ma non solo.

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Ha anche confermato a Ferrari che, nonostante le difficoltà registrate su Taranto, non c’è alcuna intenzione di realizzare un impianto per la produzione del preridotto a Piombino. Conferma accolta con favore dal sindaco, che considera l’impianto troppo impattante per la città: «Non sarebbe sostenibile, neppure politicamente», dice.

Sull’accordo di programma resta forte l’intenzione di firmare il prossimo 10 luglio, in occasione del vertice  Roma fra Italia e Ucraina ma, prima di quella data, è condizione imprescindibile per l’Amministrazione comunale, deve esserci anche l’accordo sindacale sull’occupazione. Senza non si firma nulla.

In quest’ottica sempre nella giornata di giovedì 3, al termine di una call fiume con ministero, sindacati, Comune, Regione e Metinvest Adria, si è giunti ad una prima bozza di documento da sottoporre alle assemblee dei lavoratori. I tempi ci sarebbero per avere tutto in mano per il 10, come vuole il ministro. Staremo a vedere.

«Sono andato ad Arezzo per incontrarlo – racconta il sindaco Francesco Ferrari -, ci eravamo sentiti con il ministro qualche giorno prima. Sia con lui che con il suo staff e il capo dipartimento Calabrò. Abbiamo contatti continui, a dimostrazione del fatto che lui tiene veramente tanto a questo progetto. Non era mai capitato in passato di avere un rapporto così dialogico con un ministro e che soprattutto Piombino avesse un interesse così profondo da parte del titolare del dicastero di riferimento sul rilancio della siderurgia».

«Ad Arezzo festeggiavano gli 80 anni di un’azienda, c’erano anche Ferragamo e Cordero di Montezemolo, ma abbiamo avuto il tempo di parlare a lungo da soli. Ci siamo confrontati su molti temi».

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Verso la firma il 10 a Roma, c’è anche un primo testo di accordo sindacale

«Lui spera di firmare il 10 a Roma l’accordo di programma – prosegue Ferrari -. In occasione del summit, alla Farnesina, sulla ricostruzione dell’Ucraina. È un po’ ambizioso il ministro, perché dobbiamo capire se, in questi pochi giorni, i sindacati riusciranno a trovare una quadra sull’occupazione».

A che punto è l’accordo per l’occupazione?

«Sempre ieri giovedì 3 abbiamo fatto una call con ministero, le aziende, i sindacati e la Regione, durato cinque ore. Alla fine un testo di accordo sindacale c’è. I sindacati lo devono sottoporre ai consigli di fabbrica, quindi hanno in programma le assemblee e, all’inizio della settimana, sapremo se va bene così oppure no. Se il testo va bene il 10 si firma, altrimenti no. Sono stato molto chiaro, l’accordo di programma si firma solo se c’è a monte un’intesa sindacale per la tutela di tutti i lavoratori».

Il testo prevede il passaggio dei 1100 operai di Jsw in Metinvest Adria senza interruzione dell’attività, con il riconoscimento dell’integrativo, dell’inquadramento professionale, dell’anzianità e della formazione.

L’accordo di programma vi soddisfa in pieno?

«Siamo ad un passo da un accordo di programma che è completamente diverso da quelli visti finora a Piombino, che la firma sia il 10 o qualche giorno dopo. È un accordo preciso e puntuale, che si basa su progetti industriali dettagliati e soprattutto, questo è importante, ha delle garanzie contrattuali, ha clausole risolutive che non esistevano nei precedenti».

Metinvest sta pianificando il lavoro, cantieri nel 206

«Metinvest sta già pianificando le opere di demolizione usando anche ditte locali, sta finendo la progettazione nei dettagli e ha già iniziato l’iter per avere i permessi dal Comune. Tutto lascia pensare che nel 2026 apriranno i cantieri».

«Stavolta ci sono basi solide e dettagliate. Faccio un esempio: l’accordo di programma che fu firmato a luglio 2018, con Jsw, quindi con Jindal, che comunque è un imprenditore a livello mondiale, era un accordo dove la multinazionale si impegnava a produrre il piano industriale entro 18 mesi. In sostanza si firmava l’accordo senza averlo. Oggi l’accordo di programma contiene il piano industriale di Metinvest e Danieli, ne è alla base».

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«Abbiamo parlato anche di porto, con Urso. Metinvest ha bisogno di spazi portuali e banchine, nell’accordo di programma si pianificano a breve, medio e lungo periodo gli interventi sul porto di Piombino».

C’è il tema di rapporto della città con la fabbrica.

«Vero, e in questo contesto si inserisce anche il convegno dell’altro giorno a Piombino, organizzato dal ministero della cultura, è una faccia della stessa medaglia. Il rilancio della siderurgia a Piombino, per come l’ho sempre pensato, deve essere un rilancio economico per la città e le imprese del territorio, ma deve essere prevedere una profonda riqualificazione del paesaggio. E non per nulla nell’accordo di programma ci si preoccupa delle bonifiche, dell’arretramento della fabbrica, della rimozione dei cumuli, di un risanamento ambientale complessivo. Si prospetta una convivenza “sana” fra la siderurgia e la diversificazione in atto della piccola impresa e del turismo».

Una città cambiata che può convivere con la nuova fabbrica

«La città è cambiata culturalmente – dice ancora il sindaco Ferrari -, sa che con questo nuovo assetto può convivere. So che c’è una certa riluttanza, spontanea e genuina, perché di scottature ne abbiamo prese tante. Ma registro anche un’accoglienza per questo progetto. Anche coloro che fino a poco tempo fa vedevano l’industria come il nemico acerrimo di una nuova Piombino, oggi lo vedono come un elemento di aiuto economico che può convivere con il turismo».

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«Ho un po’ di soddisfazione personale in questa cosa, perché qualcuno mi disegnava come il sindaco che odiava la fabbrica. Invece l’ho sempre considerata un pilastro economico della città, ma a noi serviva una fabbrica che funzionasse, che potesse ridare anche ossigeno all’indotto, che era stato asfaltato. Oggi ci sono le basi per tutto questo, dal rilancio economico, alla tutela del territorio, alla prospettiva turistica. C’è grande attenzione da parte di tutti anche sul piano ambientale e paesaggistico. E il fatto che il ministero della cultura abbia scelto Piombino per un convegno sulla riqualificazione del territorio è sintomatico».

Il no di Urso all’impianto per la produzione del preridotto a Piombino

Ci sono timori per l’arrivo di un impianto per il preridotto in città.

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«Sono le dinamiche nazionali, non secondarie sia chiaro. Urso ha un obiettivo, fra gli altri, del suo dicastero, che è un piano strategico per la siderurgia italiana, l’Italia deve tornare a essere una nazione manifatturiera e industriale, troppo spesso abbiamo delocalizzato e ne abbiamo pagato le conseguenze. E il piano per la siderurgia prevede alcuni punti storici, Piombino e Taranto su tutti. Su Taranto ci sono tanti problemi, le cose non stanno scorrendo molto lisce. Proprio su Taranto è prevista la realizzazione di un impianto per la produzione del preridotto (materiale metallico prodotto dal minerale ferroso usando esclusivamente dei gas riducenti e senza portarlo a fusione, ndr). Le voci le ho sentite anche io, qualcuno teme che l’impianto venga spostato a Piombino».

«In realtà, proprio per la convivenza di cui parlavo, ho ribadito a Urso di non prendere in considerazione Piombino per questo tipo di impianto. Sarebbe troppo impattante, non sarebbe sostenibile, non lo vuole il territorio. E ho avuto la rassicurazione che questa ipotesi proprio non c’è».

 

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  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità.
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