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Artigianato, il 2025 resta difficile: soffre la manifattura


ANCONA – Il primo semestre 2025 conferma la tendenza difficile degli ultimi semestri per l’artigianato con dipendenti delle Marche e se i servizi tengono, la manifattura continua a soffrire. La dinamica congiunturale risulta generalmente meno sfavorevole all’aumentare delle dimensioni delle imprese, in particolare per le aziende con più di 16 addetti anche se i casi di diminuzione dell’attività sono sempre meno frequenti. Invece di aumentare quelli di miglioramento, aumentano quelli di stabilità. Continua poi ad aumentare la quota delle imprese artigiane costrette a concedere ai propri clienti dilazioni crescenti.

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Ecco alcuni dei tratti evidenziati dall’Osservatorio dell’artigianato delle Marche promosso da Ebam, Ente Bilaterale Artigianato Marche il cui lavoro intende offrire un quadro oggettivo dello stato di salute dell’artigianato con dipendenti nei 12 settori analizzati, dal quale partire per fare delle riflessioni e mettere in campo azioni a sostegno di imprese e lavoratori.

Nell’indagine relativa ai dati del primo semestre 2025 e quello previsionale rispetto alla seconda parte dell’anno si registra la diminuzione della polarizzazione tra aumento dell’attività e diminuzione mentre le aziende dei servizi sono in una più diffusa condizione di stabilità per due terzi dei casi. Per le manifatture, invece, la condizione di stabilità non arriva alla metà dei casi e il saldo negativo tra casi di miglioramento e di peggioramento segna un meno 19%. Tra le manifatture solo un settore sui sette considerati registra una prevalenza dei casi di aumento dell’attività su quelle in diminuzione: è ancora il caso delle produzioni più complesse della meccanica (macchine ed attrezzature). La situazione più difficile è quella dell’altra componente della meccanica artigiana, le lavorazioni metalliche e dei prodotti in metallo, a cui segue l’artigianato delle calzature e pelletterie.

Tra le attività di servizio si registra una prevalenza di casi di miglioramento nei servizi alla persona, nelle riparazioni veicoli e i servizi alle imprese. Anche il confronto tendenziale tra primo semestre 2025 e primo semestre 2024 registra una decisa prevalenza dei casi di diminuzione dell’attività rispetto a quelli di aumento e conferma la maggiore difficoltà delle manifatture rispetto ai servizi. In tale dinamica non si registra alcun settore, né manifatturiero, né terziario, con casi di aumento dell’attività più frequenti di quelli di diminuzione.

La dinamica più severa è quella delle altre manifatture seguita da calzature e pelletteria e dai trasporti.

Peggiora la capacità produttiva utilizzata e resta invariata la situazione complessiva dei costi considerato che il peggioramento riguarda tutte le imprese. La dinamica delle ore lavorate è generalmente orientata alla stazionarietà e, tra i settori manifatturieri, il tessile e abbigliamento registra la maggior quota di casi di diminuzione delle ore lavorate, seguito dalle lavorazioni metalliche e prodotti in metallo e da calzature e pelletterie. Tra i servizi, il dato peggiore è quello dei servizi alla persona. Sale ancora la diffusione del lavoro straordinario ma la crescita del fenomeno è limitata all’artigianato manifatturiero, dove la quota di imprese coinvolte passa dal 19,0% del semestre precedente al 21,7% del I semestre 2025. Per il complesso dei servizi, il ricorso al lavoro straordinario rimane al di sotto del 10% delle imprese.

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La fase di peggioramento nell’equilibrio congiunturale si alleggerisce lievemente con il primo semestre 2025: la curva del saldo tra casi di aumento dell’attività e casi di diminuzione resta in area negativa ma ritorna a salire. Per la seconda metà del 2025 si attende un lieve alleggerimento e la diffusione dei casi di stabilità (67,3%) è prevista raggiungere il valore massimo tra quelli sinora registrati.

In diminuzione anche i casi di disinteresse nel valutare le condizioni di accesso al credito bancario anche se la ricerca della competitività passa per l’aumento degli investimenti che torna a crescere seppur debolmente coinvolgendo ora il 18,1% delle imprese con dipendenti contro il 17,4% del semestre precedente e concentrata in tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT): dal 16,5% del II semestre 2024 passa al 18,9% del I semestre 2025.

Le previsioni vedono prevalere la condizione di stabilità indicata da più dei due terzi delle imprese.

La diffusione maggiore attesa per gli investimenti si registra nella ristorazione (investimenti previsti per il 26,1% delle imprese) seguiti da macchine e attrezzature (25,0%).

Le previsioni per la fine del 2025 vedono prevalere la condizione di stabilità, indicata da più dei due terzi delle imprese; tale indicazione si rafforza per i servizi artigiani, dove supera i tre quarti delle imprese (77,9%) e si attenua per le manifatture (60,9%) dove i casi di diminuzione prevista dell’attività produttiva prevalgono decisamente su quelli di previsto aumento.

La condizione prevista più difficile tra i settori manifatturieri continua ad essere quella del settore calzature-pelletterie con il 35,4% delle imprese in calo di attività, seguito dalle altre manifatture e dalle lavorazioni metalliche e prodotti in metallo.

La consueta cautela delle previsioni si riverbera nelle intenzioni di investimento, attesi in deciso calo nella diffusione complessiva e sono previsti riguardare solo il 10,6% delle imprese.

Lo studio completo dell’Osservatorio Ebam è consultabile sul sito www.ebam.marche.it

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Per Riccardo Battisti, Presidente Ebam Marche: «La situazione congiunturale dimostra una dinamica leggermente in miglioramento ma ancora molto lontana da una vera e propria inversione di tendenza anche per quanto riguarda il previsionale per il secondo semestre. Il sistema bilaterale dovrà porsi obiettivi strategici innovativi per contribuire attraverso il Fondo Sostegno al Reddito regionale al riconoscimento di maggiori contributi per aziende che investono ed innovano prodotti e processi, in sinergia con quanto dovrà prevedere la Regione per permettere di uscire dalla fase di transizione e riagganciare le regioni economicamente più virtuose».

Per Leonardo Bartolucci, Vicepresidente Ebam Marche: «La fotografia che ci restituisce il nostro Osservatorio è quella che ci aspettavamo ed è in linea con le precedenti rilevazioni. I dati ci permettono di comprendere l’importanza e il valore dell’artigianato in un contesto delicato e di forte trasformazione come quello che stiamo vivendo. Dall’analisi della congiuntura e della tendenza saremo pronti ad individuare le politiche di supporto ad imprese e lavoratori più opportune da sviluppare».

Per Cinzia Marincioni, Direttrice Ebam Marche: «L’Osservatorio Ebam è lo strumento utile per gli stakeholder per definire le politiche di sostegno ad imprese e lavoratori. Lo studio congiunturale prevede l’analisi di 12 settori mediante interviste a 600 imprese aderenti ad Ebam ed analizzati da un team di lavoro di esperti».





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