Ancona, 2 luglio 2025 – Le Marche guidano la classifica nazionale per incidenza delle attività manifatturiere sul totale delle imprese attive (12,1% contro una media italiana dell’8,6%) e per quota di occupati nel settore (31,5% rispetto al 20,4% nazionale). Un primato che conferma la vocazione produttiva della regione, seconda anche per numero di imprese manifatturiere ogni 1.000 abitanti.
E’ quanto emerge dalla ricerca, “Marche: imprese, opportunità, talento, qualità della vita”,
presentata oggi nella sede di Confindustria Ancona. Lo studio, ideato da Confindustria Ancona in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e condiviso con la Regione Marche, ha l’obiettivo di individuare i fattori distintivi che rendono il territorio sempre più attrattivo per investitori, imprese e giovani talenti. Attraverso 10 indicatori chiave, la ricerca delinea i punti di forza della regione suddivisi in tre macroaree – Territorio e manifattura, Innovazione e competenze, Qualità della vita – fornendo un’immagine chiara delle Marche come ecosistema competitivo, innovativo e accogliente.
Grazie alla posizione strategica al centro dell’Italia, le Marche si presentano come una piattaforma logistica naturale, con un sistema produttivo diversificato, fondato su distretti e filiere che spaziano dalla meccanica alla nautica, dal mobile al tessile e calzaturiero, fino all’alimentare e alla farmaceutica. Anche sul fronte dell’innovazione, la regione mostra performance superiori alla media nazionale e può contare su un ecosistema altamente qualificato. Anche i dati occupazionali sono incoraggianti: il tasso di disoccupazione è inferiore di un punto e mezzo rispetto alla media italiana, mentre la percentuale di laureati tra i 25 e i 39 anni è la più alta del Paese.
Si lavora e si vive bene nelle Marche: le imprese dimostrano attenzione al benessere delle persone e alla creazione di valore sostenibile. A livello sociale, la regione si distingue per qualità della vita, 3° posto in Italia per speranza di vita, 2° per minor tasso di delittuosità e 1° per percezione della sicurezza domestica, oltre che per la presenza di servizi efficienti nei settori della salute, dell’istruzione e del lavoro. Da segnalare anche l’alto livello di inclusione sociale, con le Marche tra le prime regioni italiane per solidarietà e partecipazione civica.
In un contesto in cui le sfide si giocano sempre più su scala globale, l’attrattività di un territorio si misura nella capacità di rendere competitivo il proprio sistema economico e imprenditoriale. Secondo la visione di Confindustria Ancona, quanto più un territorio è attrattivo, tanto più sarà in grado di richiamare tecnologie, investimenti e idee, ma anche – e soprattutto – di valorizzare, trattenere e far crescere chi già vive, lavora e investe qui, creando un ecosistema fertile per le imprese esistenti, per i giovani e per le nuove realtà emergenti.
La finalità è duplice: da un lato inquadrare e fissare gli elementi caratterizzanti del quadro regionale e la loro capacità di traino; dall’altro creare le basi culturali e di consapevolezza necessarie per modificare la narrazione territoriale e respingere un senso di marginalità che, lentamente, si sta insinuando nel senso comune e nella percezione diffusa di marchigiani e non.
Accanto agli indicatori economici e occupazionali, infatti, la vera forza di un territorio risiede anche nelle sue componenti immateriali: coesione sociale, senso di appartenenza, cultura del lavoro, capitale relazionale e qualità delle reti informali. Nelle Marche, questi elementi rappresentano un patrimonio diffuso e radicato, che contribuisce in modo decisivo all’attrattività della regione. Il senso civico, l’alto livello di partecipazione e fiducia reciproca, la propensione alla collaborazione tra imprese e tra istituzioni e comunità locali sono fattori che rafforzano la competitività del sistema territoriale ben oltre i numeri. Sono queste dimensioni intangibili a generare fiducia, stabilità e capacità di innovare, rendendo le Marche non solo un luogo dove investire, ma soprattutto un contesto in cui costruire relazioni durature, crescere professionalmente e vivere con qualità.
“Attrarre e trattenere tecnologie, investimenti e talenti è oggi la sfida cruciale per ogni territorio e questa ricerca dimostra che le Marche possiedono tutte le carte in regola per competere a livello nazionale e internazionale” ha dichiarato Diego Mingarelli, presidente Confindustria Ancona. “La nostra missione è rendere questo vantaggio strutturale, mettendo al centro persone, innovazione e sostenibilità e il primo passo da compiere è quello della consapevolezza perché un territorio diventa davvero attrattivo quando è consapevole dei suoi punti di forza e li rende patrimonio di tutti. Dobbiamo andare controcorrente valorizzando il bello e il buono che c’è rispetto alla continua sottolineatura delle criticità. Un approccio fondamentale per superare ritrosie, pessimismi e fatalismi che bloccano l’innovazione e il desiderio di futuro delle nostre genti”.
“L’Università Politecnica delle Marche crede fortemente nel ruolo della conoscenza e della formazione come motori dell’attrattività territoriale – ha dichiarato il rettore Gian Luca Gregori-. Per questo abbiamo partecipato allo studio offrendo il nostro contributo scientifico attraverso il lavoro del professor Valerio Temperini, nella convinzione che la collaborazione tra istituzioni sia necessaria per generare valori e opportunità”.
“Il futuro che immaginiamo – ha concluso il presidente di Confindustria Ancona – si basa su una collaborazione solida e strutturata tra pubblico e privato, in grado di condividere visioni, obiettivi e percorsi comuni. Solo attraverso un’azione coordinata possiamo superare i gap ancora presenti e valorizzare appieno il potenziale del nostro territorio.
Come Confindustria, abbiamo già diversi progetti in cantiere, nati proprio per dare seguito agli spunti emersi da questa ricerca: iniziative strategiche che affrontano temi cruciali come il rientro dei talenti, il welfare aziendale e l’economia del bene comune.
Fin dall’inizio del mio mandato, ho ribadito la necessità di aprire una nuova fase di sviluppo, fondata sulle tre T dell’attrattività – territorio, tecnologie, talenti – che per noi rappresentano il paradigma di una crescita sostenibile, inclusiva e duratura”.
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