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Eccellenze marchigiane a confronto: la nautica come leva strategica per lo sviluppo regionale


Da sinistra: Gianluca Gregori, Michele Bernetti, Francesco Casoli, Federica Cantori, Manuela Moreno e Tilli Antonelli

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Si è tenuto la scorsa settimana il “Forum sulle Eccellenze delle Marche”, organizzato dall’Associazione Marche Yachting and Cruising. Un evento pensato per valorizzare il ruolo strategico della nautica e dell’artigianato industriale nella regione Marche, con un focus sull’innovazione, le competenze tecniche e la capacità di fare rete tra imprese, università e istituzioni.

Attraverso le testimonianze di imprenditori di primo piano e accademici, l’incontro ha offerto una panoramica sulle sfide e le opportunità del sistema produttivo marchigiano, evidenziando l’importanza della cultura d’impresa, della formazione tecnica e della comunicazione territoriale. Un appuntamento che ha coinvolto operatori del settore nautico, arredamento, vitivinicolo e industrial design, sottolineando il potenziale del “saper fare” marchigiano in ottica di sviluppo sostenibile e attrazione internazionale.

Il Forum si è svolto a Fano, negli spazi riqualificati dell’ex laboratorio di biologia marina oggi ribattezzato Marine Center, con la moderazione dell’incontro affidata alla giornalista RAI Manuela Moreno.

Numerosi i partecipanti anche in platea, tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e stakeholder del territorio, che assieme ai giornalisti hanno potuto assistere a un focus particolare sulle sinergie possibili tra nautica, design, industria manifatturiera, agricoltura di qualità e alta formazione.

Nautica e manifattura: il contributo di Tilli Antonelli

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Tilli Antonelli, ravennate di orgine ma marchigiano d’adozione, figura di riferimento del settore nautico, ha ripercorso le tappe salienti della propria carriera: dalla fondazione di Pershing, alla creazione di Wider, fino all’attuale ruolo quale responsabile della gamma SP (Smart Performance) di Sanlorenzo. Il suo intervento ha sottolineato come l’innovazione nel settore nautico debba oggi coniugare estetica, comfort, performance e sostenibilità. “L’Italia ha un patrimonio unico di competenze artigiane – ha detto – ma servono imprenditori visionari, capaci di investire nel capitale umano e di pensare fuori dagli schemi”.

Antonelli ha inoltre ribadito il valore della produzione locale a filiera corta, della personalizzazione del prodotto e della qualità percepita, elementi sempre più richiesti da una clientela internazionale attenta non solo alla forma, ma alla sostanza tecnica e progettuale.

Artigianato e design: le sfide per il futuro secondo Cantori

Federica Cantori, Marketing & Communication Manager dell’azienda omonima, ha portato l’esperienza del design di arredo di fascia alta, basato su una rete di artigiani locali altamente specializzati. “Trovare manodopera qualificata è sempre più complesso – ha spiegato – anche per la carenza di cultura scolastica legata all’artigianalità. Serve una riforma educativa che rivaluti il lavoro manuale e tecnico”.

La necessità di trasmettere il know-how tra generazioni, con un’attenzione alla sostenibilità e all’identità produttiva locale, è un tema cruciale per evitare la dispersione delle competenze. “Le Marche hanno una grande storia manifatturiera, ma devono imparare a comunicarla meglio, anche verso i giovani”, ha concluso.

Francesco Casoli: sistema industriale e design funzionale

Il presidente del Gruppo Elica, Francesco Casoli, ha posto l’attenzione sulla necessità di fare sistema tra imprese, abbandonando i campanilismi locali. “La reputazione non si costruisce solo con l’estetica, ma con l’affidabilità, la qualità e il rispetto delle tempistiche. Il design non è un esercizio di stile, ma deve essere ingegnerizzato”.

Casoli ha ribadito che le Marche possono competere su scala globale solo se capaci di aggregare competenze, condividere risorse e costruire una rete solida tra settori contigui: dalla nautica all’elettrodomestico, dal mobile alla meccanica leggera.

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Michele Bernetti: turismo esperienziale e valore percepito del vino

Michele Bernetti, CEO di Umani Ronchi, ha analizzato le evoluzioni del mercato del vino e la crescente domanda di esperienze autentiche legate al territorio. “Oggi il consumatore cerca valore, identità e sostenibilità. La promozione del vino passa anche dal turismo esperienziale, dalla visita in cantina al racconto del prodotto”.

Bernetti ha ribadito che la strada per il futuro non è quella dei volumi, ma dell’aumento del valore percepito del prodotto, anche grazie alla qualità del servizio offerto. Ha inoltre presentato l’esperienza dell’azienda con l’ospitalità turistica integrata: wine resort, corsi di cucina, percorsi in vigna, tutti strumenti per rafforzare il legame tra prodotto e territorio.

Gianluca Gregori: formazione tecnica e sinergia istituzionale

Il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gianluca Gregori, ha fornito una lettura strategica basata sui dati: demografia, produttività e orientamento scolastico. “Abbiamo bisogno di laureati in discipline tecniche – ha detto – e al tempo stesso di valorizzare le competenze manuali e artigiane”. La collaborazione tra università, PMI e istituzioni è vista come leva fondamentale per arrestare la fuga di cervelli e incentivare l’imprenditorialità locale.

Gregori ha proposto modelli di co-innovazione tra pubblico e privato, come acceleratori, spin-off universitari e progetti condivisi, anche con un approccio interdisciplinare tra i settori del turismo, dell’agricoltura, della nautica e della manifattura.

Le conclusioni di Melania Santucci: comunicare il valore del territorio

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In chiusura, Melania Santucci, direttrice dell’Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione della Regione Marche, ha ribadito l’urgenza di una comunicazione territoriale più strutturata, efficace e orientata ai mercati internazionali. “Eventi come questo sono vetrine importanti per attrarre investitori, turisti, giornalisti e buyer. Ma serve coerenza, strategia di lungo periodo e consapevolezza del nostro valore”.

Le nostre impressioni

Il “Forum sulle Eccellenze delle Marche” ha dimostrato dunque che esiste un tessuto produttivo vivo, competente e capace di innovare. Ma è necessario investire nella formazione tecnica, rafforzare la rete tra imprese, valorizzare le competenze artigiane e costruire una narrazione condivisa del territorio. È anche innegabile che alla regione servano infrastrutture adeguate, in grado di garantire il giusto supporto agli imprenditori e alle loro aziende per un ulteriore sviluppo competitivo, un deficit che va colmato non solo nelle Marche ma in tutta l’Italia. La cantieristica, la nautica, il design, l’agroalimentare e l’università possono essere i pilastri di un sistema integrato, in grado di affrontare le sfide della competizione globale con strumenti moderni e radici profonde.

©PressMare – riproduzione riservata

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